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Sì, fratelli miei, Gesù Cristo sfoglierà le pagine dove troverà scritti tutti i crimini
di quei figli ingrati che hanno disprezzato i loro padri e le loro madri, che li hanno maledetti, che gli hanno augurato la morte, per impadronirsi dei loro beni, che li hanno fatti soffrire nella loro vecchiaia… Sì, fratelli miei, Gesù Cristo sfoglierà le pagine e vi vedrà scritte tutte quelle ingiustizie e tutte quelle usure nelle vendite e nei prestiti. Sì, tutte queste rapine saranno poste alla luce del giorno. Ahimè! Quel povero disgraziato sentirà leggersi ogni dettaglio della sua vita, e non riuscirà a trovare neppure una sola giustificazione. Ahimè! A cosa sarà ridotto quel povero orgoglioso che voleva sempre aver ragione, che disprezzava tutti, che si prendeva gioco di tutti? Mio Dio, in quale stato di disperazione lo ha ridotto questo esame! Sì, fratelli miei, finché siamo a questo mondo, non ci mancano mai i pretesti per sminuire i nostri peccati, se non riusciamo a nasconderli del tutto. Ma davanti a Gesù Cristo, fratelli miei, tutto questo non sarà più possibile. Egli farà in modo che ci convinciamo da soli di tutto il male che abbiamo fatto, e noi saremo costretti ad ammettere che tale è stata la nostra vita, e che è ben giusto che siamo condannati ad andare ad ardere nell’inferno, banditi per sempre dalla presenza del nostro Dio. Oh! Sciagura spaventosa! Disgrazia senza speranza di riparazione! Oh! Quanto è più saggio di noi colui che a queste cose pensa quand’è in tempo!
Ma ciò che finora si è detto, non è ancora tutto. Il demonio, che ha faticato durante tutta la nostra vita per la nostra dannazione, presenterà a Gesù Cristo un libro in cui saranno scritti tutti i peccati che noi abbiamo fatto commettere agli altri. Ahimè! Quanto grande sarà il loro numero; ma purtroppo lo scopriremo solo allora. Ahimè! Che ne sarà di quei padri e di quelle madri, di quei padroni e di quelle padrone, che tante volte hanno fatto saltare la preghiera ai loro figli o ai loro domestici, per paura di perdere qualche minuto per il loro lavoro? Quante volte non hanno permesso che il pastore del loro gregge andasse alla Messa? Quanti vespri, quante istruzioni, quante catechesi e quanti sacramenti le persone a loro affidate hanno trascurato, perché non gli è stato concesso il tempo necessario? Quante altre volte li hanno fatti lavorare di domenica, o si sono presi gioco di loro quando li vedevano compiere qualche pratica di pietà? E non è forse vero che alle volte gli hanno impedito di svolgerle? Quanti libertini hanno indotto i giovani a peccare, con le loro sollecitazioni e le loro promesse? Quante, fra le giovani donne, hanno indotto altri a fare cattivi pensieri, a sguardi impuri, con i loro modi affettati ed esibizionisti? Quanti ubriaconi hanno indotto altri a bere, trascorrendo le loro domeniche nei locali del divertimento, assentandosi dalle celebrazioni? Ahimè! Quanti peccati si sono commessi nelle osterie, lasciandosi offrire da bere, pur essendo già ubriachi! Quante parole sconce e quante altre azioni impure, dal momento che in certi luoghi di divertimento tutto è permesso! E’ là che si fa scorrere dal cuore tutto il veleno dell’impudicizia, che inebria con i suoi sudici piaceri quasi tutti coloro che si trovano nel locale. Ahimè! Quanto ci sarà da renderne conto! Quanti giovani derubano i loro stessi genitori, per andare a divertirsi nei locali! E chi ne porterà la colpa? Nessun altro se non i gestori degli stessi locali! Ahimè! Quanti dubbi sulla religione essi hanno indotto negli animi dei loro clienti, spacciando loro ciò che avevano inventato per affievolire la fede nel cuore dei loro avventori! Quante calunnie contro i preti! Come se il difetto di uno solo rendesse cattivi tutti gli altri! Ahimè! Quanti hanno cessato di frequentare i sacramenti, perché hanno incontrato persone empie che hanno raccontato loro tante falsità sulla religione, al punto da indurli a lasciar perdere tutto! Chi potrà mai contare il numero di anime che per colpa di quelli si sono perdute? Perciò gli sarà imputato come peccato e ciò sarà causa della loro condanna. Tutte le anime che essi hanno fatto dannare, verranno a chiedere vendetta in quel giorno! Ahimè! Se il santo re Davide diceva di temere più per i peccati degli altri che per i suoi, che ne sarà mai di questi poveri disgraziati che hanno trascorso la loro vita procurando la perdita di tante povere anime, per mezzo dei loro cattivi esempi e dei loro discorsi malvagi? Ahimè! Quale stupore, quando vedranno che tante anime sono state gettate nell’inferno per colpa loro!
Chi di noi, fratelli, non tremerà, pensando che il buon Dio non lascerà nulla senza esame, neppure le buone opere, per verificare se sono state fatte bene e per Lui solo. Ahimè! Quante azioni da noi compiute, si sono ispirate unicamente al mondo, al desiderio di essere notati e di passare per brave persone! Quante buone azioni sono destinate a trovarsi senza alcun valore agli occhi di Dio! Ahimè! Quanta ipocrisia, quanto rispetto umano hanno fatto perdere loro ogni merito! Fratelli miei, se i santi che erano colpevoli solamente di qualche piccolo errore, hanno tanto temuto quel momento, hanno fatto penitenze tanto dure e così a lungo, come potremo sperare che il buon Dio abbia pietà di noi? Ahimè! Quanti, meno colpevoli di noi, cadono ogni giorno nell’inferno! Dio mio, non ci gettare nell’inferno! Piuttosto facci soffrire tutto quello che vorrai, durante questa vita. Non è difficile convincervi di come il buon Dio ci giudicherà rigorosamente… E cosa c’è da meravigliarsi? Un cristiano colmato di tanti benefici, che ha ricevuto tante grazie per salvarsi e a cui niente è mancato se non la sua stessa volontà, non è forse giusto che Dio lo esamini con un terribile rigore?
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S. Giovanni Maria Vianney
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