giovedì 12 giugno 2025

In virtù della Comunanza di Vita il Cuor di Gesù si fa nostro cuore.

 


Della Comunanza di Vita Terzo Vincolo della, nostra, Unione col Cuore di Gesù


O Gesù, se voi non me lo aveste detto, io non potrei credere che mi abbiate sollevato a così sublime dignità. Imperocchè io posso dire di me quel medesimo che il vostro grande Apostolo, dopo essere stato rapito fino al terzo cielo , disse di sè : Vivo io, non già io, ma vive in me Cristo: poichè se ho la felicità di essere in istato di grazia, io possiedo come lui il vostro Spirito, pel quale io vivo in voi come le membra vivono della vita del capo , e voi vivete in me come il capo vive nelle sue membra. Perciò , o Cuore del mio Dio , voi mi appartenete, ed il mio cuore appartiene a voi, più assai che il cuor dell' amico e del fratello appartenga all'amico ed al fratello; appartenendomi voi come il cuor mio e il mio capo appartiene al mio corpo, e appartenendo io a voi come ciascuno dei membri del corpo appartiene al cuore che gli dà vita, e al capo che gli dà moto. 

Qual cosa mi è più propria della mia vita ? Io non la ho da me, senza dubbio, ma poichè mi fu data, come ne potrei esser diviso se io non sono se non per essa ? Che se fra i vari organi, per opera dei quali si mantiene la vita, uno più degli altri mi appartiene, esso è certamente il cuore. Il maggior numero degli altri mi può venir tolto, senza però che io cessi di essere; ma distrutto o leso anche solo il cuore, la vita sparisce, essendone esso l'asilo ultimo e la più intima sede. Parimenti, tra le facoltà dell' anima che son tutte mie, una si trova in cui la mia persona in cotal guisa si concentra , e nella cui perfezione consiste il mio merito, mentre la perfezione delle altre piuttosto che un merito è un dono; e questa facoltà, questa intima forza, ben più mia della mia memoria e del mio intelletto, questa facoltà di cui il mio cuore materiale è simbolo e stromento, è appunto il mio cuore morale, la mia volontà, il mio amore. Posso pertanto affermare senza timore d'ingannarmi, non essere niente al mondo più mio di questo doppio cuore, di questo centro comune della mia doppia vita fisica e morale. • 

Ma in tal caso posso anche affermare con uguale certezza, non esservi niente al mondo che io, come cristiano, possa con maggior diritto riputar mio del Cuore di Gesù. Infatti io come cristiano vivo di una vita molto più vera che la vita mia fisica e morale, poichè essa è veramente divina. Non è mia per natura, sì un puro dono, una pura grazia; ma una volta che gratuitamente mivenne data, essa è in me sì veramente come la mia vita naturale; anzi è molto più mia, non potendo alcuno levarmela mal mio grado, mentre la naturale mi può esser tolta ogni momento , per quanto io m'adoperi a conservarla. 

Or bene, io so , mio Gesù, che principio di questa vita divina in me e ne'miei fratelli è il vostro Cuore , ossia l' amor vostro, del quale è stromento il vostro Cuore. Ecco l' unica sorgente da cui si spande la grazia soprannaturale onde siamo fatti figliuoli di Dio; grazia che non ci fu solo infusa il primo giorno della nostra vita cristiana, ma continua 0gni momento a sgorgare da quella divina fonte in noi.

Da cotesto Cuore adorabile dipende la conservazione del mio essere soprannaturale non meno di quello che il raggio dipenda dal Sole, e la vita di ciascuna delle mie membra dipenda dalla loro unione col mio cuore di carne. Voi siete dunque sostegno , radice, centro della mia vita divina, e poichè tal vita è mia verissimamente, anche il Cuorvostro è mio, e mio più assai che nol sia il mio cuore di carne. Questo mi verrà certamente rapito dalla morte, ma quello, se io voglio , non mi si potrà togliere giammai. Non permettete però, Dio mio, ch'io arrivi mai a tal punto di colpevole insensatezza d' attirarmi in capo tanta disgrazia. Come la sacra Sposa, ho io trovato il diletto dell' anima mia, l'ho trattenuto, nè mai lascerollo partire, Inveni quem diligit anima mea, tenui eum nec di mittam (CANT., III, 4). 

E ciò che ancor più mi rapisce, o buon Signore, si è ch'io posso ad ogni istante rendere più perfetto il possesso concessomi da voi sul vostro Cuore, con far discendere in me più copiose le acque della vita divina ond' esso èsorgente, ed arricchirmi così mag giormente della pienezza di Dio, Ut implea miniin omnemplenitudinem Dei(EPH., III, 19).

ENRICO RAMIÈRE S. J.

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