sabato 28 marzo 2020

Preghiera di guarigione interiore personale



"Gesù, ti presento tutte le mie paure: la paura di essere rifiutato da Dio, la paura nei confronti degli altri, la paura di certi luoghi e animali, la paura dinanzi al futuro e a situazioni difficili, la paura di dare una brutta impressione di me stesso.
Ti presento tutte le mie insicurezze, i miei dubbi, le mie incertezze, il disprezzo che a volte sento di me stesso e della mia vita.
Per queste paure e insicurezze mi sento come in mezzo a una tempesta.
Tu hai detto agli apostoli sul lago di Galilea in tempesta: "Coraggio, sono io, non temete!".
Dillo anche a me e nel mio cuore si placheranno le onde furiose dell'insicurezza e della paura.
Liberami da ogni dubbio e incertezza irragionevole, da ogni disprezzo di me stesso e della vita.
Sii Tu il mio coraggio, la mia sicurezza, il mio punto d'appoggio, la mia forza di vivere e di agire.
Infondi in me il tuo Spirito Santo che è Spirito di potenza e di libertà.
Cuore di Gesù, confido e spero in te.
Gesù, ti presento tutte le tristezze, le angosce, gli affanni, il senso di solitudine, di isolamento, di fallimento; tutti gli stati di depressione, disperazione, sfiducia, abbattimento e avvilimento in cui tanto spesso mi trovo.
Con le mie forze non riesco a uscire da questi stati d'animo di tristezza e di depressione. Intervieni tu. Come sei apparso a due ai discepoli di Emmaus lungo la strada e hai rimesso speranza nei loro cuori e sorriso sui loro volti, così vieni accanto a me.
Liberami da questi stati d'animo. Riempi il vuoto del mio cuore e della mia vita, fammi emergere da ogni tristezza e abbattimento.
Infondi in me lo Spirito Santo, Spirito di conforto e di gioia, di speranza e di forza. Cuore di Gesù, confido e spero in te.
Gesù, ti presento tanti penosi stati d'animo, in cui spesso mi trovo: mancanze di pace e di serenità, emotività e ipersensibilità, senso di vergogna o di colpevolezza, rimorsi e scrupoli, insoddisfazione e tedio della vita, pensieri di suicidio e di ribellione, forti inclinazioni al peccato, sentimenti di odio e di vendetta.
Sono conflitti e complessi interni che spesso mi fanno soffrire e rendono il mio cuore sconvolto e agitato, ferito e malato.
Vie umane che ho percorso non mi hanno guarito. Anzi alcuni ricorsi a persone sbagliate hanno peggiorato la situazione.
Con le mie forze non riesco a uscirne fuori.
Intervieni Tu, che hai detto agli apostoli nel cenacolo: "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in me e nel Padre mio ".
All'inizio di tanti conflitti interiori c'è stato una mancanza d'amore e solo l'amore può guarirli. Io confido nel tuo amore. Tu mi ami. Hai dato te stesso per mio amore. Che io senta il tuo amore e in questo amore io ritrovi la quiete, il controllo di me stesso, la pace e una vita nuova.
Liberami da questi miei penosi stati d'animo.
Infondi in me il tuo Spirito Santo, i cui frutti sono amore, pace, gioia.
Cuore di Gesù, confido e spero in te.
Gesù, ti presento tutti i problemi che rendono difficile il mio rapporto con gli altri: fanno sorgere in me sentimenti di aggressività, ira, odio, rancore e creano divisione, chiusura, sfiducia reciproca, gelosia, invidia.
Tutto questo è fonte di grande disagio interiore e amareggia le relazioni con gli altri, anche con persone a me care. Con le mie forze non riesco a superare questa triste situazione.
Intervieni Tu, che hai detto: "Pace a voi. Amatevi come io vi ho amato ".
Mi hai dato l'esempio della più grande carità verso tutti e sempre.
Guarisci i miei rapporti con gli altri. Cambia il mio cuore. Rendilo misericordioso e generoso come il Tuo.
Dammi la grazia di perdonare e amare tutti e sempre; di vivere in armonia e solidarietà; di essere operatore di pace e di bontà, di amore e di unità in ogni mio ambiente.
Infondi in me il tuo Spirito Santo che è Spirito di amore e di riconciliazione, di servizio e di donazione.
Cuore di Gesù, confido e spero in te.
Grazie, Gesù, per quello che stai facendo per la mia guarigione interiore. 
Grazie per il ristoro, il sollievo, la serenità, la forza, la pace, la gioia che stai dando al mio cuore."

(autore: Padre Emiliano Tardif)

Geremia



La lettera di Semaia

24-25Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, affidò a Geremia un messaggio per Semaia, originario di Nechelam. Egli di propria iniziativa aveva mandato lettere a tutto il popolo rimasto a Gerusalemme, al sacerdote Sofonia figlio di Maasia e agli altri sacerdoti. Nella lettera indirizzata a Sofonia, egli scriveva: 26'Il Signore ti ha messo al posto del sacerdote Ioiada ed ora sei tu il sacerdote responsabile del servizio d'ordine nel tempio. È tuo dovere far legare con catene e con un collare di ferro gli esaltati che si mettono a fare i profeti. 27E allora, perché non sei intervenuto contro Geremia di Anatot che ha parlato al popolo come se fosse un profeta? 28È colpa tua se ha potuto mandarci a dire, qui a Babilonia: 'Sarà lunga per voi! Perciò costruite case e abitatele, coltivate orti e mangiatene i frutti''. 29Il sacerdote Sofonia lesse questa lettera davanti al profeta Geremia. 30Allora il Signore diede a Geremia l'ordine 31di far giungere a tutti i deportati questo messaggio a proposito di Semaia, originario di Nechelam: 'Semaia vi ha parlato come se fosse un profeta, ma io non l'ho mandato. Poiché vi ha spinti a fidarvi di cose non vere 32io, il Signore, punirò Semaia di Nechelam e i suoi discendenti. Nessuno della sua famiglia resterà in mezzo a voi, potrà godere del benessere che sto per concedere al mio popolo. Infatti egli ha spinto il popolo a ribellarsi contro di me. Così dice il Signore'.

GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



Un bulbo di fiore o un povero sterpo? Custodisci la pace come il tesoro più ricco della casa. Dove regna la pace regno io, Re di pace. È più bello il rinnegamento del proprio giudizio e della propria volontà che il penoso sacrificio di un dissenso familiare. Ogni condiscendenza è un bulbo che fiorisce. Ogni ostinazione è uno sterpo che genera un roveto pungente.

don Dolindo Ruotolo

Giurare fedeltà al magistero di Bergoglio?



LA SFIDA AL CIELO


Per far splendere il Sole Infinito di Lucifero, però, si deve vincere la sfida al Cielo: la totale eliminazione del Sacrificio di Cristo sulla Croce dalla faccia della terra. Questo è il compito affidato a Bergoglio.
Noi, però, sappiamo dalla Madonna de la Salette che «Satana s’innalzerà con orgoglio nell’aria per andare fino in cielo, ma sarà soffocato … cadrà  e sarà gettato, per sempre, con tutti i suoi negli abissi eterni dell’inferno!».
Ma in attesa del momento in cui verrà gettato il guanto di questa sfida al Cielo, i traditori di Cristo continuano a parlare di “Pace” e di “Ecumenismo”, insistendo sulla necessità di abbandonare la “vecchia dottrina” della Chiesa di Cristo, per accogliere una “nuova dottrina” che porterà all’unione di tutte le religioni e di tutti i popoli, come unica garanzia per la Pace mondiale.  

del dott. Franco Adessa


SE MI APRI LA PORTA...



Io perdono e dimentico

Ah, se i peccatori conoscessero la mia divina bontà, non esiterebbero un momento a ricorrere a Me, specialmente quando i loro peccati non fossero compiuti con fredda malizia.
Per un vostro sospiro d'amore per Me, lo perdono e dimentico una lunga catena di manchevolezze che la vostra fragilità vi fa commettere.
Se tutti gli uomini, dopo una colpa, mi chiedessero perdono e soccorso, lo farei già della terra un Paradiso. È la malizia e la protervia dopo il peccato che Mi paralizza e Mi costringe ad essere giudice severo.
Gettati nelle braccia della mia misericordia con la massima confidenza: Io aggiusto tutto bene. Sono il buon Pastore oggi, come lo ero ieri e come lo sarò domani.
Anzi: è quando sbandate e vi sperdete, che vado in cerca per ricondurvi all'ovile. Ritorna fra le mie braccia pentita, e sarai sempre accolta paternamente!
Se devo fare da mediatore, bisogna ben che vi sia una causa da perorare. Se il tuo cuore non dà che frutti acerbi o cattivi, dammeli lo stesso. Essendo roba esclusivamente tua, ne sento compassione, anzi l'accetto e la gradisco.
Un medico non guarda se l'ammalato ha delle belle qualità, ma soltanto bada a quello che richiede da lui. Così lo non cerco nell'anima che il modo di guarirla. lo sono il migliore dei medici perché, se voglio, posso risanare.
lo sono sempre vicino all'anima tribolata; sono maternamente premuroso per chi sa di essere malato, e sono il rifugio del reietto e dell'abbandonato.

Se le creature mi conoscessero come sono, mi amerebbero davvero di vero cuore e con tutta l'anima loro. È l'ignoranza che tiene indietro l'amore.
Amami, credi al mio amore per te e per tutte le creature uscite dalle mani onnipotenti del vostro Dio. lo sono felice in Cielo: eppure mi fate compassione, mi occupo di voi e vi amo tanto.
Se sapeste come sto sempre, con l'orecchio della mia misericordiosa bontà, proteso per accorrere subito, appena mi desiderate! Appena cercate, volo a soddisfare ogni vostro possibile desiderio.
Ma ben pochi mi trattano confidenzialmente. Sono molto rare le anime che confidano in Me con quella pienezza di fede, che sforza l'onnipotente mia Volontà. Dov'è quella fede che, in tutte le vicende della vita, sa prendere saggiamente e santamente in bene quanto succede?
Per molte anime lo non sono più l'unico e vero Signore, che conosce e ha cura di ogni cosa creata. Sarei un essere passivo, che tutto vede e tutto tollera (secondo loro) con indifferenza glaciale.
Che torto mi fate pensando così! Che oltraggio al mio Divin Cuore, tutto premura e attenzione anche per il minimo di voi!

DON RENZO DEL FANTE

Preghiera di liberazione



INVOCAZIONE AL PADRE

Padre, liberaci dal male, cioè dal maligno, la persona e la potenza che è tutto male.
Il maligno è stato sconfitto dal tuo Figlio Gesù, crocifisso e risorto, e dalla sua Madre, la Vergine Maria, la Nuova Eva, l'Immacolata.
Ora si avventa contro la sua Chiesa e contro tutta l'umanità, perché non giunga alla salvezza.
Anche noi siamo sotto la sua pressione, siamo in tempo di lotta.
Liberaci da ogni sua presenza e influenza. Fa' che non cadiamo sotto la sua schiavitù. Padre, liberaci dal male.
Padre, liberaci da tutti i mali che ci fa il maligno. Liberaci dal vero grande male delle nostre anime, il peccato, al quale ci tenta in tutti i modi.
Liberaci dalle malattie del corpo e della psiche, che egli causa o sfrutta per farci dubitare del tuo amore e farci perdere la fede.
Liberaci dai malefici che ci fanno i maghi, i fattucchieri, i seguaci di satana.
Padre, liberaci dal male.
Padre, libera le nostre famiglie dai mali che provengono dal maligno: divisioni tra sposi, tra genitori e figli, tra fratelli, danni sul lavoro e la professione, corruzione morale e perdita della fede.
Libera le nostre case da ogni insidia, da ogni infestazione, da ogni presenza del diavolo, a volte sensibile con rumori e disturbi.
Padre, liberaci dal male.

venerdì 27 marzo 2020

SUPREMO APPELLO



... Il Cristo si va formando attraverso i secoli - ognuno può darmi accrescimento coi suoi sforzi, con le sue virtù ... Mi tarda di essere completo, di avere assimilato a Me tutte le anime che ancora mancano a formare il mio Corpo mistico e a dargli la maggiore espansione possibile. Io « aspiro » le anime, col sospiro del mio Cuore, ma esse non si lasciano prendere. Come la mia Voce non può giungere ad esse attraverso tutti gli ostacoli che han frapposto tra Me e loro, così non si lasciano attrarre dal sospiro del mio Cuore, per la pesantezza dei loro desideri tutti rivolti alla terra. Eppure se le anime sapessero quanto le amo e che tormento è per Me la loro resistenza!

La virtù non è tale se non viene provata.



La virtù non è tale se non viene provata. Dio permette le tentazioni affinchè col suo aiuto liberamente ci decidiamo per Lui e avanziamo nella santità. Infine ci darà il premio che non muore.


I doni profusi dallo Spirito Santo su PADRE PIO



Coronazione di spine 

Fra Modestino scrive: “...Nel gennaio del 1945, seguendo la messa di Padre Pio al lato dell'altare, i miei occhi si posarono sulla fronte e dietro la nuca del celebrante. Notai che la sua carne, in quel punto, sembrava come intrecciata e sulla fronte presentava dei foruncoletti simili a punture di spine. Spesso poi Padre Pio portava il dito medio della mano destra alle tempie e faceva dei gesti come se volesse sollevare qualcosa che gli stava dando fastidio. Notai, infine, conficcata nella sua fronte, una piccola croce di circa tre centimetri. (Frà Modestino da Pietrelcina, Io...testimone del Padre, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, V edizione, 2001, pag. 75-8) 

Maria Pompilio: bollicine rosse e appuntite in prossimità della fronte.  

Maria Pompilio scrisse nelle sue memorie che una mattina, mentre si trovava vicino al Padre, notò fra i suoi capelli, in prossimità della fronte, alcune bollicine rosse ed appuntite come sproni, ma quando fece per toccarle, il Padre, voltandosi con tanta calma le disse: "Lascia stare. Non guastare l'opera di Dio." (Marianna Iafelice, in Voce di Padre Pio, Settembre 2011, pag. 58) 

Domanda dell'inquisitore Mons. Raffaello Rossi a Padre Pio il 20 giugno 1921, ore 16,30: "C'è chi dice che qualche segno le viene anche in testa?". Risposta di Padre Pio: "(Ridendo). Oh! Per amore del Signore! Che vuole che risponda! Qualche volta mi sono trovato con dei bollicini in fronte o in testa, ma non ci ho dato mai nessun peso, né mai mi è passato per la cima dei capelli di dirlo ad alcuno!..." (Francesco Castelli, Padre Pio sotto inchiesta “L’autobiografia segreta”, Editrice Ares, Milano, 2008, pag. 247) 

G. C. 

Profezie Madonna di Anguera



“ARRIVERÀ IL GIORNO IN CUI CI SARANNO DUE TRONI, MA SOLO SU DI UNO SIEDERÀ IL VERO SUCCESSORE DI PIETRO. Sarà questo il tempo della grande confusione spirituale per la Chiesa. Restate con la verita”.


Anguera  23/12/2008

IL MISTERO DEL PURGATORIO



IL VERO AMORE DEL PROSSIMO E LA VERA CARITA'

19 dicembre 1931
Il santo discernimento comprende anche un mirabile amore del prossimo - esso non è guidato dalle  simpatie umane, ma dalla giustizia divina. Anche l'amore del prossimo deve essere guidato da Dio  per portare in sé la santa ragionevolezza. Anche questa virtù deve essere pura. Non si deve essere  umanamente buoni, ma divinamente buoni. Solo nel Purgatorio ho imparato a conoscere le  mancanze e le colpe, che si possono commettere anche nell'amore del prossimo. Ho visto anime  che in vita erano note per le loro opere di carità, eppure nel Purgatorio dovevano espiare per il loro  deficiente amore del prossimo. Perché questo? Molti hanno fatto il bene, e spesso molto bene, là  dove sentivano una inclinazione di simpatia. In un altro luogo, dove non provavano questa inclinazione, ed il bisogno invece era assai più grave, sono stati capaci di passare oltre, insensibili. Dio  mi ha mostrato queste colpe, ed ho visto che queste anime avevano sentimenti terreni ed umani: si  lasciavano guidare dalle loro simpatie. E queste simpatie non valgono davanti a Dio. Il vero amore del prossimo, che poggia sull'amore di Dio, non conosce la simpatia, ma solo l'amore. Quando uno  vuol agire in tutto per amore di Dio dirige intero il suo cuore secondo le necessità del prossimo e  non secondo il capriccio della simpatia.
Non importa a chi si fa il bene, purché si voglia fare il bene. Tuttavia, nel fare il bene si deve  essere anche intelligenti e prudenti; nell'amore del prossimo si devono tenere presenti alcuni  ostacoli da cui l'amore è inceppato. Si potrebbe, e avviene sovente, afferrare l'amore per sé invece  che per Dio e perciò essere amati troppo e troppo umanamente: qui l'amore deve essere intelligente  e prudente.
Ai nostri fratelli dobbiamo dare sempre Gesù e non noi stessi. Su questo punto ho visto nel Purgatorio molte cose che non posso descrivere. Ciò mi ha insegnato ad essere prudente. Questa prudenza mi ha talora reso triste, perché spesso ho dovuto trattenere il mio amore che voleva gettarsi  avanti, desideroso di aiutare. La prudenza, in qualche modo, mi tratteneva, e spesso mi ha fatto  piangere per amore represso. Allora Gesù mi consolava e mi ripeteva: «Sappi che in cielo potrai  amare finalmente come ti piace di amare!». Allora, sempre, io mi consolavo. Perfino nel compiere  il bene si deve interrogare Gesù e consigliarsi con Lui, per corrispondere alle intenzioni di Gesù, per  non frapporre nulla al loro cammino.
Non si può fare il bene là dove tutto viene dissipato; dove Dio non vuole che si dia. Perciò è così  necessario consigliarsi con Gesù, aiutare quando Gesù vuole aiutare. E perciò è così necessaria la  santa ragionevolezza anche nell'amore del prossimo. Per essa ci si rivela ciò che è giusto, soprattutto quando abbiamo pregato. Ci sono stati anche casi in cui Gesù mi ha detto: «Tu fai di più  quando non fai niente - qui il bisogno deve trarre qualcosa di grande da me». Quante volte già il  Signore mi ha trattenuto, quando il mio amore voleva spingersi infuocato avanti, e intervenire;  allora Egli mi ha detto semplicemente: «Qui devi pregare... allora avrai fatto la cosa migliore».
Poi il Signore mi ha mostrato i piani della sua provvidenza ed io ho visto che dovevo lasciarlo  fare: ho visto che talvolta la necessità portava già in sé la salvezza contro i pericoli interiori. Su  questo punto ho già tanto imparato e compreso; ho già guardato così in fondo nel Purgatorio; allora  la istintiva volontà del cuore si pone dalla parte di Dio e per la prima volta si riconosce che quella  bontà poteva essere priva di saggezza e di intelligenza. In tutto, in tutto si deve per prima cosa  aderire con una santa ragionevolezza allo Spirito Santo; poi saremo retti dalla sapienza di Dio: le  migliori intenzioni devono essere purificate dalla preghiera, da uno sguardo innalzato a Dio; da cui  vengono ogni sapienza e bontà e per cui la bontà del nostro cuore diviene buona. E allora è sempre  la Sua bontà che è buona...
Vedo che mi sto inoltrando in un altro tema: mi riscuoto e ritorno nuovamente al Purgatorio.
Come sono diversi da quelli del nostro mondo stolto i pensieri laggiù! Potessero le povere anime  ritornare indietro, quante cose ci direbbero e ci insegnerebbero, e quanti vizi nascosti troverebbero  in noi, anche vizi occultati in una virtù.
La vera e santa bontà cerca solo di fare in tutto il bene di Gesù. E dove troviamo Gesù? Lo troviamo  in ogni luogo dove ci siano vero bisogno, vera necessità, poiché Egli ha voluto essere bisognoso di  aiuto, per poter dire a coloro che amano: «Tu mi hai aiutato». Dappertutto dove c'è una sincera,  reale, effettiva necessità, sia essa materiale o spirituale, là c'è Gesù.
Oh, questo pensiero! Le povere anime conoscono meglio che non durante la vita terrena la condiscendenza misericordiosa della verità e noi vogliamo imparare da essa ad essere buoni sul serio a  fare del bene a Lui. Bisognerebbe tenere in ben maggior conto Gesù nel suo nascondimento di povertà e di bisogno!
Gli uomini usano dimostrare rispetto soprattutto a quelli che hanno denaro e ricchezze e onore e  sono dappertutto ricevuti con molta considerazione. Ma non convengono massimamente onore,  attenzione, amore a coloro che sono sempre respinti e non vengono considerati, e sulla terra non  valgono molto? In costoro Dio stesso, il re dei poveri, viene a noi come ospite. E non dovrebbero  costoro avere il posto di onore fin dentro il nostro cuore? Perché per costoro vale la parola di Dio: «Voi l'avete fatto a me stesso». Essi sono il grande «a me» della degnazione misericordiosa di Dio;  a questo «a me» conviene il massimo onore.
Sulla terra onoriamo in taluni il denaro e la ricchezza, onoriamo l’uomo; ma nei poveri onoriamo  Dio stesso...
Ma ci sono anche uomini che, nonostante il denaro e la ricchezza, sono poveri, perché hanno una  pena nel cuore, o una qualche necessità. I fortunati possono essere poveri anch'essi, e anche lì con  le parole buone e le buone azioni possiamo assistere Gesù. Sempre dove c'è un bisogno, c'è Gesù  che ci rivolge una preghiera... Il più caro, il più bello, il più degno di onore fra i nostri ospiti, non è  l'uomo che ha fortuna e ricchezza e benessere, ma il povero, sia egli povero internamente o esteriormente; il ferito, perché egli è Gesù, Egli è là, dove in un angolo sta il Crocifisso.
Chi riceve un beneficio deve a sua volta beneficare. È così bello essere beneficatori di Dio! Non  beneficare per comperare così il proprio onore, non beneficare secondo la propria inclinazione, ma  secondo l'intenzione e l'amore di Dio.
Nel Purgatorio ho contemplato innumerevoli anime che non fecero il bene con retto sentimento ed  anche tanti, tanti benefattori dallo spirito farisaico. Non avrei mai potuto credere, se il Purgatorio  non fosse stato il mio maestro. Ho molto sofferto per riuscire a credere e comprendere tutto questo,  perché il mio cuore voleva avere troppa fiducia e fede nel mondo, e Dio lo dovette prendere con sé  nella scuola del Purgatorio.
Anche le anime che si compiacciono di giudicare hanno la loro conversione nel Purgatorio.  Quanti hanno giudicato capricciosamente, guidati anche qui dalla simpatia e dall'antipatia. Nulla di  profondamente fondato, nulla di giusto era a fondamento dei loro pensieri.
Differenti categorie che io trovo nel Purgatorio: alcune hanno le loro incrostazioni e il loro duro involucro in un punto, altre in un altro; parecchie portano la durezza nel mezzo della loro mollezza,  la colpa nel mezzo della virtù.
Gesù non può servirsene per il Cielo. Col suo amore Egli deve renderle tutte pure e tenere. Ma chi  sempre con amore distingue il bene dal male, per sincerarsi della verità, per non lasciarsi ingannare  e imprigionare dalla menzogna, così da appoggiare il male (e queste sono la santa prudenza, santa  saggezza e intelligenza), questi non condanna e non è giudicato. Come sono felici le anime  quando sono libere da questo vizio, il vizio del giudicare... Poiché le anime di coloro che amano il  giudicare sentono molto più tagliente nell'anima propria il giudizio di Dio. Ci sono spesso anime  che fino alla morte sono rimaste fedeli alla loro ingiusta «giustizia».
È dunque bene che secondo questa intenzione si preghi assai spesso per ottenere di agire retta-mente  e nutrire pensieri di amore nelle situazioni favorevoli, e in quelle sfavorevoli.
Qui non possono pronunciare la loro parola né la simpatia né l'antipatia, ma solo l'amore: questa è  giustizia. Certo possiamo sempre mantenere l'occhio acuto, per preservarci, in questo mondo  cattivo, dall'inganno e dal raggiro. Questo comanda anche la santa ragione, che ci ammonisce ad  essere prudenti.
Se una cosa ha una ragione, il divino discernimento lo rivela: allora essa è già nell'ordine. Ma in  molte anime il bene ed il male non hanno nessun motivo o determinazione: la loro simpatia è il loro  giudizio, o lo è la loro avversione: così mancano la divina giustizia e verità e tutto è vacuo e vuoto,  solo è presente la contaminazione dell'anima. Troppo si può fare spinti dalla simpatia o  dall'avversione, quando lo Spirito Santo non ci guida. Per gli uni un uomo è santo, per gli altri è  malvagio, oppure ciò che è santo appare cattivo e ciò che è cattivo appare santo: il giudizio discende  semplicemente dall'inclinazione, senza fondamento e senza scopo. Non c'è nulla in esso che giovi  all'anima; solo il vuoto ed inutile giudizio umano; nulla che guidi al bene o metta in guardia contro  il male, ma la sterile ed inane simpatia od antipatia. A che giova essa per la vita e per l'eternità?  Dove c'è puramente capriccio umano o inclinazione umana... Oh, povere anime, come devono  spasimare nel raggio dell'eternità e della verità, esse che hanno tanto vissuto di insincerità e di  superficialità! Ma le anime che in tutto furono mosse da un motivo santo ed amoroso, che da ogni  cosa trassero un ammaestramento per il tempo e per l'eternità, che rettamente cercarono di distinguere il male dal bene, per trovare solo la verità e non sostenere mai ciò che fosse ingiusto -  queste anime saranno chiamate verità dalla eterna verità, chiamate amore dall'eterno amore e  innalzate al cielo.
Già il Purgatorio dice quanto deve essere meraviglioso il Cielo - altrimenti Dio non imporrebbe  una purificazione così severa ed esatta dell'anima. Oh, prepariamoci fin d'ora, pieni di desiderio, alla  purezza del Paradiso!

LAMENTI DIVINI PAROLE DI GESU’ AI SUOI SACERDOTI



IL CROCIFISSO DEVOZIONE SORPASSATA?

Una moderna e deplorevole corrente di pensiero che circola tra alcuni sacerdoti vuol rinnovare tutto e su tutto ha da ridire. Non risparmia neppure me Crocifisso.
"Le immagini di Gesù Crocifisso? Roba di altri tempi! - dicono alcuni - Erano le menti ingenue del tempo passato che amavano questi segni sensibili, queste strane forme di devozione. Ma in questo attuale risveglio e rinnovamento della Chiesa e della società le immagini del Crocifisso vanno messe da parte." Cosa dovrei rispondere a questi sacerdoti ... rinnovatori, nemici della mia croce?
Innanzitutto rinnovate voi stessi nello spirito! E poi, perché impedire che i fedeli mi contemplino Crocifisso? Non ci sono qua e là nel mondo vari monumenti che ricordano i grandi uomini della storia? E non vi tenete care le foto che richiamano alla vostra mente il volto di persone a voi care, vive o defunte? Quale uomo è più grande e più degno dell'Uomo-Dio? Quale persona al mondo può essere a voi più cara di me Redentore?
L'immagine di me Crocifisso ha portato molti alla vera conversione e ha formato tanti santi. Quante volte ho dimostrato al mondo, con dei prodigi, quanto lo gradisca l'immagine di me inchiodato sulla Croce, versando Sangue vivo dalle ferite e talvolta schiodando le mie mani per abbracciare dei peccatori pentiti!
E voi, miei discepoli e miei ministri, considerate come una devozione sorpassata il culto alla mia immagine di Crocifisso? Quale stoltezza!
Piegate piuttosto le ginocchia, umiliatevi, baciate le mie Piaghe e meditate sugli insegnamenti che vi dà un Dio Crocifisso, svenato per salvarvi!
Chi mi contempla inchiodato sulla Croce e sente amore per me, difficilmente guasta la sua condotta e si lascia oscurare la mente fino a seguire il turbine di questo mondo.
Chi non ama il Crocifisso, non mi conosce e non conoscendomi non può imitarmi e non imitandomi non opera nulla di concreto nella sua vita.

Don Enzo Boninsegna

Preghiera per la guarigione



Ti invoco Spirito Santo per la guarigione di  ............. ,
i Tuoi raggi di luce inondino le sue membra sofferenti e rimangano impressi nel cuore
così che questo corpo malato, risplendendo della Tua luce, riceva sollievo anche nello spirito.
Ti prego Spirito di Dio perché la nostra notte non sia mai così buia,
perché illuminata dalla Tua luce che dona vita.
Ascolta, Spirito di Cristo, la preghiera di questo cuore che a Te ricorre e Ti invoca
nel nome di Dio, Padre Creatore,
di Gesù , Figlio Salvatore,
dello Spirito, forza santificante.
SS. Trinità di Dio, accogli la mia preghiera che implora la guarigione di .......... ,
affinchè dalle nostre labbra nasca un canto di lode e di ringraziamento. Amen. 

Regina della Famiglia



Don Cortesi spiega la ritrattazione 

Don Luigi Cortesi, professore di filosofia del Seminario di  Bergamo, nel libro Il problema delle apparizioni di Ghiaie,  descrive il modo con cui riuscì a indurre Adelaide Roncalli a  ritrattare le apparizioni. Credo sia illuminante, per l'argomento  che trattiamo, citare dal suddetto libro qualche pagina degli  interrogatori, cui sottopose la piccola veggente. 

Egli scrive (pp. 220-221): 
"Ranzanico, 23 luglio, ore 22,30 — Siamo bucolicamente sdraiati nel praticello dell'asilo, in faccia al lago sottostante... 
La conversazione sfarfalleggia da un argomento all'altro. Ma  mi è facile condurla, al momento buono, dove voglio. La fermo  sulle paure del buio, dalle quali Adelaide s'è lasciata agitare anche  l'altra sera. 
 Non devi aver paura, dunque, se quelle immagini non  sono vere. Del resto, chi è quieto in coscienza non teme neppure il  diavolo. Si direbbe che tu non sia quieta in coscienza. 
 Che cosa vuol dire "quieta in coscienza"? 
 Non si è quieti quando si prova rimorso, perché si hanno 
peccati sull'anima. Li hai tu? 
 Non so... Chi ha un peccato sull'anima, se dice un'Avemaria, 
il diavolo scappa via, no? 
 Lascia stare il diavolo. È sempre bene dire un'Avemaria,  ma non basta: chi è in peccato mortale deve confessarsi. Forse che  ce l'hai tu? 
- Non so. Che cosa sono i peccati mortali? 
 Sono peccati grossi che, se morissimo... 
- Per esempio? 
 Per esempio... - E intanto annaspo per trovare l'esempio  adatto. Non voglio buttarle in faccia il caso suo, senza averla  preparata. La bimba è sulle spine e ripete tre volte: 
- Per esempio? 
 Ecco per esempio: un tale va in tribunale e dice al giudice:  "Questo fascista ha ucciso dieci partigiani". La cosa non è vera, ma  il giudice fa ammazzare il fascista. Ebbene, quel tale ha  commesso peccato grave. 
 Io non ho mai fatto queste cose. Non ho mai parlato di 
soldati. 
 Lo credo bene. Ma io non dicevo di te... Però anche tu hai  fatto delle bugie grossettine, grossettine, colla storia della tua  Madonna. 
Adelaide non si ribella: pare angustiata della sua colpa e  chiede ansiosa: - È peccato mortale? — È terribile compito il  convincere di peccato grave la coscienza di un bambino: ma  bisognerà pure illuminarla, quandochessia. 
 Adelaide mia, non ti voglio ingannare. Tu sei piccola e 
 forse il tuo non è un peccato grave, perché tu non sapevi bene  tutto il male che facevi. Ma se avessi fatto io, io che ho più di  trent'anni quello che hai fatto tu, se io avessi detto alla gente che  mi era apparsa la Madonna sapendo che non era vero, io avrei  commesso un peccato mortale, grosso, grosso, uno dei più grossi...  Invece, forse tu non sapevi... 
 È più grosso ancora del peccato mortale? 
 Eh, no. Tutti i peccati grossi sono mortali. 
 No, ci sono dei peccati più grossi dei mortali. 
 Quali? Vuoi dire i peccati contro lo Spirito Santo? - 
No, un altro. 
- Che gridan vendetta al cospetto di Dio? 
- No, un altro. 
- Me lo dirai quando ti viene in mente. Però, tu l'hai confessato per bene, non è vero? 
 Sì, annuisce Adelaide col capo". 
Il 31 luglio (pag. 225) il Cortesi ripete ad Adelaide: 
"Certo, una bugia, in queste cose della Madonna è peccato  grosso... E quindi devi confessarti, chiedere di cuore perdono al  Signore e alla Madonna: poi devi fare penitenza... 
Domani saremo a Bergamo e ti potrai confessare. Se vuoi, 
puoi venire da me, perché io so già le cose...". 
Il 13 agosto (pp. 228-229), a Bergamo, don Cortesi, tra 
l'altro dice alla bambina: 
Io so che non ti sei ancora confessata... 
 Sì, mi sono confessata da quell'altro... 
 Volevo dire: non ti sei ancora confessata di quella bugia 
circa la tua Madonna, non è vero? 
No, non ne ho parlato. 
Vedi ascolta: secondo il tuo parere, fu bene o male che tu 
dicessi di aver visto la Madonna?
Male. 
Perché fu male? 
Perché è una bugia. 
Se è male devi confessartene... 
 Penso che Mons. Vescovo vorrà conoscere questa storia  della Madonna: a lui bisogna dirla per bene. Tu certamente avrai  vergogna di confessare la tua bugia. Perciò facciamo in questo  modo: tu scrivi una lettera e ci metti tutto ciò che il cuore ti  detta; io poi la porterò al vescovo. Vuoi?...". 
Gli interrogatori martellanti non potevano che portare alla  ritrattazione. La resistenza della bambina, nell'isolamento,  durata più di un anno, a una tale coercizione morale, è un prodigio. 
Questi fatti procurarono gravi ferite nella psiche e nella  coscienza della bambina, e furono la causa principale di altre  ritrattazione.

Severino Bortolan 

DELLE CAUSE DEI MALI PRESENTI E DEL TIMORE DE' MALI FUTURI E SUOI RIMEDI AVVISO AL POPOLO CRISTIANO





DEL CONTE CANONICO ALFONSO MUZZARELLI

GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



Tu sposa, tu madre... Tu soffri, figlia mia. Che cosa hai raccolto dalla vita e dalla terra? Delusioni e dolori. Tu soffri, come sposa e come madre... Sei scoraggiata. Ecco, io ti vengo incontro per consolarti: vieni a me, accostati a me, nel Sacramento eucaristico. E invece del povero amore umano, tu trovi l'amor mio infinito. Riposa sul mio Cuore e troverai in me la tua vita, pur vivendo nelle tue mansioni di sposa e di madre.

don Dolindo Ruotolo

Chi è don Luigi Villa?



Alcuni tentativi di assassinio

Per mettere a tacere un Sacerdote come don Villa, però, esisteva un solo metodo sicuro: l’eliminazione fisica.
Infatti, la sua vita fu costellata da sette tentativi di assassinio.
Ne cito tre, brevemente.

1° Don Villa stava tornando da Roma a Brescia in macchina. Poco prima di Arezzo, la strada, sulla destra, rasentava uno strapiombo di almeno 100 metri. In quel tratto, egli si accorse di essere seguito da una macchina che poi lo affiancò, obbligandolo, a poco a poco, a portarsi sul ciglio della strada. Che fare? Don Villa vedeva ormai la morte davanti a sé. In quel momento, però, sopraggiunse una macchina della polizia. Don Villa suonò il clacson per richiamarla, ma la macchina che lo fiancheggiava accelerò e sparì.
Il Signore lo aveva salvato da morte certa!.. Quell’incidente don Villa lo raccontò, poi, al card. Palazzini, alla presenza del Professor Luigi Gedda, il quale esclamò: «Ma allora, siamo in guerra!».

2° Don Villa si stava recando, in macchina, da un suo sacerdote amico, don Berni, parroco a Corlanzone, presso Lonigo (Vicenza). Uscì dal casello dell’autostrada e si avviò sulla statale che lo avrebbe portato a destinazione. Improvvisamente, gli si bloccarono gli arti, mani e gambe, e si sentì paralizzato. Chi gli aveva dato narcotici?.. Ad una curva della strada, don Villa, sebbene ad occhi aperti, vide la macchina andare dritta in un prato che costeggiava un canale largo 6-7 metri e profondo due, con acqua e molta melma. Egli vedeva tutto come in un sogno, senza essere in grado di agire. I suoi arti restavano paralizzati. Ormai, continuando la corsa, la macchina, si trovava a pochi metri dal canale... ma a pochi centimetri dall’orlo, improvvisamente, il motore dell’auto si bloccò di colpo. Fu un grande miracolo! Pochi secondi ancora ed egli sarebbe caduto nel canale e sparito sul fondo, con la macchina che gli avrebbe fatto da bara.
Con l’improvviso blocco dell’automobile, don Villa ebbe come un risveglio e uscì dalla macchina. Egli si vide circondato da parecchia folla e un Vigile urbano gli propose di portarlo all’ospedale. Don Villa rifiutò, risalì in macchina e ripartì.

3° Dopo diversi mesi, don Villa fece visita ad un suo “amico” sacerdote e, dopo il pranzo, terminato con un caffè, tornò a casa. Durante il viaggio, però, cominciò a sentirsi male; arrivato a casa, era in tali condizioni di salute che fu chiamato subito il suo medico. La diagnosi fu: “avvelenamento”. Il medico gli disse: «Le hanno dato un caffè avvelenato?». Comunque, nell’arco di alcuni giorni, il me dico riuscì a far uscire don Villa dal pericolo di morte.
Dopo alcuni anni, accompagnando don Villa da un suo conoscente altolocato e molto ferrato sul problema dell’infiltrazione massonica nella Chiesa, assistetti ad un loro colloquio sulla questione della “Lista Pecorelli”, che era stata pubblicata da “Chiesa viva”
proprio alcuni mesi prima del tentato avvelenamento. Sentii uno dei due ricordare le parole pronunciate dal card. Silvio Oddi a proposito di questa “Lista”. Il Cardinale aveva detto:
«È una lista tutta da una parte».
L’altro, invece, disse: «La Lista Pecorelli è la Lista di tutti gli uomini del card. Agostino Casaroli» e ag giunse: «Casaroli è il Capo di quattro Logge massoniche in Vaticano».
Poi, seguì una frase che mi fece comprendere il vero significato della pubblicazione di quella “Lista” da parte dell’avvocato Mino Pecorelli, egli stesso membro della Loggia P2 e Direttore della Rivista “OP” (Osservatore Politico) che, il 12 settembre 1978, l’aveva pubblicata. 
Uno dei due interlocutori disse: «La “Lista Pecorelli” è stata fatta pubblicare dalla Massoneria stessa per fermare l’ascesa al Papato del card. Agostino Casaroli».
Infatti, il discorso proseguì con la considerazione che il card. Casaroli era talmente potente in Vaticano che solo la Massoneria avrebbe potuto fermarlo, se non fosse stato da lei prescelto come Papa.

a cura dell’Ing. Franco Adessa

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO



La vita delle piaghe è il Sangue

La vita delle piaghe di Gesù è il Sangue divino. Creato dal Padre per un mistero di misericordia, composto dallo Spirito Santo per un mistero di amore, ci viene donato da Gesù per un mistero di grazia. Ah! non era necessario che Gesù aprisse sulla croce tutte le sue vene per darci e ridarci il suo amore. Lo aveva profuso nella Incarnazione, nella sua vita privata di silenzio, di lavoro e di sacrificio, nella sua vita apostolica di zelo e di bontà, nella sua vita intima di preghiera manifestata a Dio con gli atti perfetti di un culto supremo.
Ma l'amore di Dio, l'amore di Gesù è inesauribile e, per significare questa sovrabbondanza, il Salvatore aperse le sue piaghe perché il Sangue fluisse a dismisura.
Sì, mio Gesù, intendo questo prodigio di amore; lo adoro, e lo invoco per me e per tutti, con la fede più viva, con la speranza ardente, con la carità attinta dalla tua stessa carità.
Gesù rinnova in me le sue misericordie.
Non gli basta che io sia la sua croce: questa croce viva deve avere tutte le impronte del Sangue.
E con una tenerezza, con una bontà, con una degnazione inedita, s'appressa alla mia povera anima e vi pone i sette suggelli del suo amore.
Come dirò, o meglio, come custodirò nel cuore queste meraviglie?
Gesù purifica col Sangue del suo Capo divino la mia mente e, in virtù di quel Sangue, aperta alle visioni del Mistero, essa è fatta degna della contemplazione di Dio.
La destra di Gesù stringe ora la mia povera mano e l'unione, trasmettendo il Sangue della piaga, trasmette la santificazione alle mie povere azioni, avvalora le mie meschinissime opere, i doveri dell'obbedienza e del sacrificio.
Ora è la mano sinistra che tocca la mia mano meschina e, al suo tocco divino, per i meriti del Sangue di cui si riveste, vengono pure rivestiti di meriti i santi desideri di bene, le intenzioni molteplici, gli ideali di apostolato non compiuto, gli slanci della pietà non effettuati.
Chi può dire l'ebbrezza, la ricchezza, la trasformazione dell'anima per questi contatti di grazia, di Sangue, di vita soprannaturale?
Anche i santissimi piedi di Gesù portano le loro stigmate sui miei poveri piedi e il Sangue, fluente dalle trafitture, impreziosisce, sollecita e guida i miei passi nella via della santità, li rende alacri nelle vie del Signore, li tiene sospesi in quelle del Mistero.
Sembra ora che tutta la mia vita sia trasformata in Cristo per virtù del suo Sangue adorabile...
O carità di Cristo impressa sulle mie povere membra, nel cuore e nell'anima a carattere di Sangue!
L'impronta di Cristo in me è il suggello della Redenzione. - Questa impressione, dice Gesù, allontana da te ogni tentazione, raddoppia in te la grazia e ti prepara alla gloria.
La sentirai rinnovata in te ogni volta che contemplerai la mia croce, che parteciperai al Sacrificio e mi riceverai nel Sacramento dell'amore.
Queste impressioni, queste operazioni di misericordia si rinnoveranno con tanta vivezza, effusione di grazia ed intensità di unione quanto più l'anima tua vivrà di fede e di abbandono ai piedi della croce.
La Vergine Santa, S. Giovanni, la Maddalena, furono i primi ad avere le impressioni del Sangue, così come le ho vivificate in te. Angosciati sotto la croce, furono poi i più beati nella vita, tanto è la magnificenza della grazia che proviene dalla mia Passione. Ebbero sempre negli occhi e nel cuore la visione della Croce, ma ebbero, con essa, tutti i godimenti della Redenzione...
0 Signore Gesù, io intendo accogliere in me le impressioni del tuo Sangue divino tante volte quanti sono i tuoi Sacrifici sull'Altare, le tue immolazioni nelle anime, le tue offerte all'Eterno Padre e intendo di offrirle con Te, non solo durante la vita terrena, ma oltre la vita, fino alla fine dei secoli, pur vivendo beata in Te.
O adorabili piaghe della vita del mio Gesù! O vita mistica del Sangue prezioso!
Aumento in me queste virtù con l'esercizio, con il desiderio, con la preghiera. q. 13 : 23 marzo

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

La vostra Santità è importante!



La vostra Santità è importante. Essa è ciò che Dio Padre vorrebbe da voi, è l’unica cosa cui dovete anelare in questa vostra vita terrena. Tutto il resto non ha nessun valore. Chi persegue la Santità vive ciò che Dio Padre si aspetta da lui.

La santità incarna le virtù e i valori che piacciono al Signore. Il vostro mondo terreno-materiale improntato sul piacere invece è orientato -alla rovina della vostra anima, alla vostra caduta, alla perdita della fede, della bontà, della moralità, del rispetto, -la lista è infinita.

Il vostro mondo non ha più posto per Dio e il diavolo vi taglia chiaramente le strade che portano al Signore! Egli ve le prende e le nasconde abbagliandovi, ma guai a chi non mostra le spalle a questo “cambiamento dei tempi”, non si convertono e non si dichiara per Gesù!

Voi dovete trovare la via verso di LUI, regalarGli il vostro SI, per non soccombere al vortice della depravazione, che vi conduce direttamente nelle fauci dell’inferno.

I tesori del Signore resteranno nascosti e le porte del Nuovo Regno resteranno chiuse a chi non aspira alla propria Santità.

Convertitevi! Non è ancora troppo tardi!

La vostra amorevole Mamma Celeste.

Geremia



Lettera di Geremia

1Il profeta Geremia mandò da Gerusalemme una lettera a quelli che Nabucodonosor aveva condotto prigionieri a Babilonia. La lettera era indirizzata al gruppo degli anziani in esilio, ai sacerdoti, ai profeti e a tutti gli altri. 2Tutta questa gente era stata costretta da poco ad abbandonare Gerusalemme con il re Ieconia e la regina madre. Erano partiti anche i funzionari di corte, i capi di Giuda e di Gerusalemme, gli artigiani e i fabbri. 3La lettera fu recapitata da Elasa figlio di Safan e da Ghemaria figlio di Chelkia. Il re di Giuda Sedecia, li aveva mandati a Babilonia per trattare con il re Nabucodonosor. La lettera diceva: 4'Questo è il messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele, per tutti quelli che ha fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia: 5Costruite case e abitatele, coltivate orti e mangiatene i frutti. 6Prendete moglie e abbiate figli e figlie. Date moglie ai vostri figli e marito alle vostre figlie perché abbiano anch'essi molti bambini. Crescete di numero, lì dove siete, e non diminuite. 7Lavorate per il benessere della città dove vi ho fatti deportare e pregate il Signore per lei, perché il vostro benessere dipende dal suo. 8'Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi dà anche questo avvertimento: Non lasciatevi ingannare dai profeti che vivono in mezzo a voi né da quelli che predicono il futuro; non date retta a quelli che interpretano i vostri sogni. 9Tutti questi pretendono di parlarvi a nome mio, ma quel che dicono non è vero. Io non li ho affatto mandati. Questo dice il Signore. 10'Il Signore dice ancora: La potenza di Babilonia durerà settant'anni. Solamente allora io interverrò a vostro favore e realizzerò le promesse che vi ho fatto, di farvi ritornare qui, nella vostra patria. 11Io, il Signore, ho fatto progetti precisi su di voi. Vi assicuro: sono progetti di benessere, non di sventure perché voglio darvi un futuro pieno di speranza. 12Allora, quando verrete a supplicarmi e a pregarmi, io vi esaudirò. 13Mi cercherete e mi troverete. Poiché mi cercherete con tutto il vostro cuore, 14io mi lascerò trovare da voi, ve lo prometto. Ricostruirò il vostro popolo, vi radunerò da tutte le nazioni e da tutti i paesi dove vi ho dispersi. Vi farò ritornare nel luogo dal quale vi ho fatti partire per l'esilio. Questo dice il Signore. 15'Voi siete convinti che il Signore vi ha dato profeti anche a Babilonia. 16Ebbene, ascoltate il messaggio del Signore riguardo al re che governa nel regno di Davide e alla gente rimasta a Gerusalemme, i vostri concittadini che non sono stati deportati con voi. 17Così dice il Signore dell'universo: Fra poco manderò contro di loro la guerra, la carestia e la peste. Saranno così malconci da sembrare fichi marci, immangiabili. 18'Continuerò a colpirli con la guerra, la fame e la peste e tutti i regni della terra saranno atterriti quando li vedranno. In tutte le nazioni dove li farò arrivare, la gente ne avrà paura e li maledirà, li coprirà di insulti e di disprezzo. 19Questo accadrà perché non hanno ubbidito alle mie parole. Io, il Signore, ho continuato a mandare loro i miei servi, i profeti, ma non li hanno mai ascoltati. 20Almeno voi, che ho mandato in esilio da Gerusalemme a Babilonia, ascoltate quel che vi dico io, il Signore. 21'Questo è un altro messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele. Riguarda Acab figlio di Kolaia e Sedecia figlio di Maasia che dicono di parlare a nome di Dio, ma in realtà vi raccontano fandonie. Li consegnerò a Nabucodonosor re di Babilonia, che li farà uccidere davanti a voi. 22Quando i deportati dalla terra di Giuda che vivono a Babilonia vorranno maledire qualcuno, faranno riferimento a quei due e diranno: 'Il Signore ti tratti come Sedecia e Acab che il re di Babilonia ha fatto bruciare vivi'. 23Questo accadrà perché si sono comportati in modo intollerabile tra il popolo d'Israele. Hanno commesso adulterio con le mogli dei loro amici e hanno preteso di parlare a mio nome. Ma io non avevo dato loro nessun ordine. Io so bene come sono andate le cose, perché ne sono stato testimone. Così dice il Signore'.

DELL'ULTIMA PERSECUZIONE DELLA CHIESA E DELLA FINE DEL MONDO



  P. B. N. B.