Don Cortesi spiega la ritrattazione
Don Luigi Cortesi, professore di filosofia del Seminario di Bergamo, nel libro Il problema delle apparizioni di Ghiaie, descrive il modo con cui riuscì a indurre Adelaide Roncalli a ritrattare le apparizioni. Credo sia illuminante, per l'argomento che trattiamo, citare dal suddetto libro qualche pagina degli interrogatori, cui sottopose la piccola veggente.
Egli scrive (pp. 220-221):
"Ranzanico, 23 luglio, ore 22,30 — Siamo bucolicamente sdraiati nel praticello dell'asilo, in faccia al lago sottostante...
La conversazione sfarfalleggia da un argomento all'altro. Ma mi è facile condurla, al momento buono, dove voglio. La fermo sulle paure del buio, dalle quali Adelaide s'è lasciata agitare anche l'altra sera.
Non devi aver paura, dunque, se quelle immagini non sono vere. Del resto, chi è quieto in coscienza non teme neppure il diavolo. Si direbbe che tu non sia quieta in coscienza.
Che cosa vuol dire "quieta in coscienza"?
Non si è quieti quando si prova rimorso, perché si hanno
peccati sull'anima. Li hai tu?
Non so... Chi ha un peccato sull'anima, se dice un'Avemaria,
il diavolo scappa via, no?
Lascia stare il diavolo. È sempre bene dire un'Avemaria, ma non basta: chi è in peccato mortale deve confessarsi. Forse che ce l'hai tu?
- Non so. Che cosa sono i peccati mortali?
Sono peccati grossi che, se morissimo...
- Per esempio?
Per esempio... - E intanto annaspo per trovare l'esempio adatto. Non voglio buttarle in faccia il caso suo, senza averla preparata. La bimba è sulle spine e ripete tre volte:
- Per esempio?
Ecco per esempio: un tale va in tribunale e dice al giudice: "Questo fascista ha ucciso dieci partigiani". La cosa non è vera, ma il giudice fa ammazzare il fascista. Ebbene, quel tale ha commesso peccato grave.
Io non ho mai fatto queste cose. Non ho mai parlato di
soldati.
Lo credo bene. Ma io non dicevo di te... Però anche tu hai fatto delle bugie grossettine, grossettine, colla storia della tua Madonna.
Adelaide non si ribella: pare angustiata della sua colpa e chiede ansiosa: - È peccato mortale? — È terribile compito il convincere di peccato grave la coscienza di un bambino: ma bisognerà pure illuminarla, quandochessia.
Adelaide mia, non ti voglio ingannare. Tu sei piccola e
forse il tuo non è un peccato grave, perché tu non sapevi bene tutto il male che facevi. Ma se avessi fatto io, io che ho più di trent'anni quello che hai fatto tu, se io avessi detto alla gente che mi era apparsa la Madonna sapendo che non era vero, io avrei commesso un peccato mortale, grosso, grosso, uno dei più grossi... Invece, forse tu non sapevi...
È più grosso ancora del peccato mortale?
Eh, no. Tutti i peccati grossi sono mortali.
No, ci sono dei peccati più grossi dei mortali.
Quali? Vuoi dire i peccati contro lo Spirito Santo? -
No, un altro.
- Che gridan vendetta al cospetto di Dio?
- No, un altro.
- Me lo dirai quando ti viene in mente. Però, tu l'hai confessato per bene, non è vero?
Sì, annuisce Adelaide col capo".
Il 31 luglio (pag. 225) il Cortesi ripete ad Adelaide:
"Certo, una bugia, in queste cose della Madonna è peccato grosso... E quindi devi confessarti, chiedere di cuore perdono al Signore e alla Madonna: poi devi fare penitenza...
Domani saremo a Bergamo e ti potrai confessare. Se vuoi,
puoi venire da me, perché io so già le cose...".
Il 13 agosto (pp. 228-229), a Bergamo, don Cortesi, tra
l'altro dice alla bambina:
Io so che non ti sei ancora confessata...
Sì, mi sono confessata da quell'altro...
Volevo dire: non ti sei ancora confessata di quella bugia
circa la tua Madonna, non è vero?
No, non ne ho parlato.
Vedi ascolta: secondo il tuo parere, fu bene o male che tu
dicessi di aver visto la Madonna?
Male.
Perché fu male?
Perché è una bugia.
Se è male devi confessartene...
Penso che Mons. Vescovo vorrà conoscere questa storia della Madonna: a lui bisogna dirla per bene. Tu certamente avrai vergogna di confessare la tua bugia. Perciò facciamo in questo modo: tu scrivi una lettera e ci metti tutto ciò che il cuore ti detta; io poi la porterò al vescovo. Vuoi?...".
Gli interrogatori martellanti non potevano che portare alla ritrattazione. La resistenza della bambina, nell'isolamento, durata più di un anno, a una tale coercizione morale, è un prodigio.
Questi fatti procurarono gravi ferite nella psiche e nella coscienza della bambina, e furono la causa principale di altre ritrattazione.
Severino Bortolan
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