venerdì 20 marzo 2020

Regina della Famiglia



L'uomo di fronte alla morte 

La Vergine Maria più volte introduce nel suo messaggio il  discorso sulla morte, o invitando la piccola veggente a pregare  per i peccatori ostinati che non pensano alla morte, o assicurandola non solo che l'avrebbe rivista nell'ora della sua morte, ma  avvolta nel suo manto l'avrebbe portata in cielo. 

Se la sofferenza e la malattia pongono il problema del  senso della vita, lo pone ancora di più la realtà della morte fisica,  con la dissoluzione totale del nostro corpo. Perché vivere, lavorare, soffrire, amare se poi tutto si disperde come fumo nell'aria  e di noi non resterà nemmeno il nome? Non possiamo ridurre la  morte ad un semplice fenomeno naturale. Essa contraddice al  nostro desiderio di vivere e l'uomo guidato dal cuore più che  dall'intelligenza respinge l'idea di una totale distruzione. Dio  creandoci a sua immagine, donandoci lo spirito ha posto in noi  un germe irriducibile alla materia e perciò insorgiamo contro la  morte. Noi sentiamo la morte come un castigo e perciò vediamo  in essa la sanzione del peccato. Dio non ha creato la morte.  Aveva creato l'uomo per l'incorruttibilità e la morte è entrata nel  mondo per l'invidia del demonio. Il potere che essa ha su di noi  manifesta la presenza del peccato sulla terra. Scoperto il legame  tra il peccato e la morte conosciamo meglio la nostra esistenza.  Anche la sofferenza, la malattia derivano dal peccato. La liberazione dalla morte, dalla sofferenza, dalla malattia non avviene  senza condizioni, cioè senza la conversione del peccatore. 

Il pensiero della morte aiuta a lasciare il peccato e a vivere  nella grazia santificante. Esso ci mette dinanzi i nostri limiti. L'esperienza ci dimostra che la vita è breve ed è continuamente insidiata dalla morte. Il pensiero della morte ci ridimensiona nella pretesa di poter fare tutto, di disporre della nostra vita e di quella  degli altri. Ci allontana da quella avidità insaziabile del possesso,  del dominio sulle cose e sugli uomini, dal porci al centro del  mondo, così che tutto debba ruotare attorno a noi e tutti siano al  nostro servizio. Il pensiero della morte ci pone la domanda: che  cosa sarà dopo la vita presente? La risposta non è ininfluente  sulle scelte che facciamo ogni giorno. Se, come dice la fede  cristiana, dopo la morte ci attende il giudizio di Dio il quale  chiederà conto dei doni che ci ha dato, a cominciare dalla vita, e  dell'uso che ne abbiamo fatto, è chiaro che questo pensiero ci  indurrà ad un maggiore senso di responsabilità nelle decisioni che  prendiamo, perché da esse dipende non solo la vita presente ma  anche quella futura, che sarà di gioia o di eterna sofferenza. 
La rivelazione illumina il mistero della morte. Nell'uomo  mai il male, per quanto grande, potrà prevalere sul bene, neanche  il male della morte, che trova la sua sconfitta definitiva nell'universale risurrezione della carne. I cristiani credono e sperano  che, come Cristo è veramente risorto dai morti e vive sempre,  così pure i giusti, dopo la morte, vivranno per sempre in Cristo  risorto e che egli li risusciterà nell'ultimo giorno. 

Severino Bortolan

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