La vita nella malattia e nella sofferenza
Nell'undicesima apparizione, la Vergine Maria affronta il grande problema del dolore. La malattia, la sofferenza fanno parte della nostra esistenza. E ogni uomo, che prima o poi viene toccato dalla malattia, non può non porsi gli interrogativi: per-ché esiste la malattia, qual è il suo significato? La risposta non è data dalla ragione, ma dalla Parola di Dio. Egli ha creato l'uomo per la vita immortale, la felicità. Può sembrare strano, ma per molti secoli al popolo d'Israele non fu rivelato che il fine principale della vita umana è una felicità ultraterrena. Il popolo ebreo pensava che la benedizione di Dio sui giusti, su coloro che osservano la sua legge, dovesse realizzarsi col benessere in questa vita terrena. Questa maniera di pensare è rimasta anche nel moderno ebraismo ed anche tra molti cristiani. Solo qualche secolo prima di Cristo è iniziata gradualmente la rivelazione della sanzione ultraterrena e quindi del fine ultraterreno della vita umana. Gesù insegna che la vita vera ed eterna è quella di Dio comunicata all'uomo mediante l'acqua del Battesimo nella potenza dello Spirito Santo. La Madonna chiede ai malati di avere fiducia e di santificare la loro sofferenza se vogliono guadagnare il Paradiso. Chiede ai malati di non abbandonarsi né alla rassegnazione, né allo scoraggiamento, tanto meno alla disperazione, ma di partecipare attivamente al recupero della salute, lottando con tutte le loro forze contro la malattia. L'esito di questa lotta può essere vittorioso anche quando non si riesce a vincere la malattia. È già una vittoria sulla malattia il non lasciarsi dominare da essa, il reagire alle sue spinte e regressioni egocentriche e il trasformarla, vivendola con Cristo, in occasione e mezzo di crescita nella carità. La Vergine chiede ai malati di avere più fede. Ripete quello che Gesù ha detto più volte nella sua vita terrena. Tuttavia Gesù non ha guarito tutti i malati. Le sue guarigioni erano segni della venuta del Regno di Dio. Annunciavano una guarigione più radicale: la vittoria sul peccato e sulla morte attraverso la sua Pasqua. Con la sua passione e la sua morte, Dio ha dato un senso nuovo alla sofferenza: essa può renderci più simili a lui e unirci alla sua passione redentrice. Santificare la sofferenza vuoi dire non rifiutare la croce e unirsi al Figlio crocifisso. È così grande il valore della sofferenza, è un tesoro così prezioso per la salvezza del mondo, che la Vergine usa parole di condanna verso coloro che non l'accolgono e non la usano secondo la volontà divina.
Severino Bortolan
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