Apparizioni a Ghiaie
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Il processo canonico e la seconda negazione
Padre Petazzi, dimostrata infondata, assurda l'ipotesi dell 'inganno, con motivazioni storiche, psicologiche e teologiche, scrive: "Sarebbe necessario che l'inchiesta fosse affidata ad uomini maturi ed esperti specialmente di scienze teologiche... I criteri scientifici potranno essere adoperati dalla commissione apposita in sede apposita. Ma le inchieste debbono essere fatte solo da persone di buon senso e versate nella scienza dei santi...".
Dopo la ritrattazione scritta di Adelaide si poteva pensare che gli studi su Adelaide del Cortesi fossero terminati, e invece gli fu possibile frequentarla fino all'inizio del 1946. Infatti, in quell'anno gli fu proibito dal vescovo mons. Adriano Bernareggi non solo di avvicinare Adelaide ma perfino di entrare nel convento delle Suore Orsoline, dove si trovava ancora la bambina, la quale poté così terminare la terza elementare e tornare il 5 luglio 1946 al suo paese. Monsignor Bernareggi prese una tale decisione dopo avere ricevuto una lettera scritta da monsignor Bramini, studioso lodigiano delle apparizioni mariane. Egli, nell'anno 1946 era stato chiamato dallo stesso vescovo a fare parte della commissione teologica con la funzione di avvocato difensore delle apparizioni di Ghiaie e si rese conto immediatamente della irregolarità della posizione del Cortesi, ottenendone così l'allontanamento.
Nello stesso tempo anche la popolazione di Ghiaie si mostrava preoccupata per gli sviluppi della situazione, e così alcuni capi famiglia di Ghiaie, il 3 giugno 1946, inviarono al vescovo di Bergamo una istanza, di cui riporto il testo:
"Eccellenza Rev.ma, i sottoscritti rappresentanti dell'intera popolazione di Ghiaie di Bonate Sopra espongono:
1. Gli avvenimenti verificatesi qui nel maggio 1944, alla distanza di due anni sono tuttora vivi e palpitanti nella mente e nel cuore di tutti i parrocchiani, e le opposizioni privatamente e pubblicamente mosse, anche da persone qualificate, contro l'autenticità di essi non hanno persuaso, né persuadono nessuno.
2. Se col luglio 1944 non abbiamo più visto convenire qui le folle innumerevoli dei mesi precedenti, dobbiamo però per la verità dichiarare che il movimento devozionale dei pellegrini al luogo delle asserite apparizioni non è mai totalmente cessato: che anzi col termine della guerra e specialmente in questa primavera tale movimento si è andato e va ogni giorno più ingrossando per il convenire qui da ogni parte, anche la più remota, dall'Alta Italia e persino dalla Svizzera, di centinaia e migliaia di persone, sole, in comitiva o in pellegrinaggio, che sostano a lungo in preghiera, anche nelle ore notturne, sul luogo predetto. E ciò avviene senza che alcun richiamo locale vi abbia contribuito o contribuisca, e nonostante che questo nostro paese non offra ai pellegrini né comodità, né attrattive di sorta.
3. Moltissimi pellegrini che qui convengono attestano pubblicamente di essere venuti a ringraziare la Madonna dei favori, talvolta anche insigni, che affermano di aver ricevuto invocandola sotto il titolo delle Ghiaie, in quanto qui la ritengono realmente apparsa.
Ciò premesso, questa popolazione, ha appreso con grande e dolorosa sorpresa la notizia qui diffusa da persone qualificate che la bambina Adelaide Roncalli ha smentito le sue primitive affermazioni di aver visto la Madonna ed è vivo in tutti il desiderio di conoscere pienamente la verità. La popolazione di Ghiaie pertanto per mezzo nostro, chiede a V.E. Rev.ma che voglia istituire uno speciale tribunale ecclesiastico che, mediante un regolare processo canonico, giudichi su tutto il complesso dei fatti qui avvenuti nel maggio 1944 e sulla bambina Adelaide Roncalli, dichiarandosi pronta a concorrere alle spese necessarie, e assicurando fin d'ora l'E. V. Rev.ma che qualsiasi sentenza da questo tribunale sarà emessa verrà da noi tutti accolta con il massimo rispetto e docilità.
Fiduciosi di essere esauditi, ci prostriamo al bacio del sacro anello invocando su tutta la popolazione la pastorale benedizione.
Ghiaie, 3-6-1946.
Seguono le firme di dodici capi famiglia: Negri Giovanni, Gerosa Giuseppe, Gerosa Giovanni, Medolago Giuseppe, Togni Luigi, Donadoni Pietro, Baratti Guido, Locatelli Giulio, Invernizzi Luigi, Roncalli Pietro, Leidi Antonio, Spada Vittorio.
Noi sottoscritti dichiariamo che le firme apposte a questa istanza sono autentiche e i firmatari interpretano realmente i sentimenti e le preghiere di tutta la popolazione di questa parrocchia.
Don Italo Duci, coadiutore, don Cesare Vitali, parroco". Devo aggiungere che Adelaide lasciò la famiglia, il 15 luglio 1946, e non rientrò nell'istituto delle Suore Orsoline, ma in altro tenuto dalle Figlie della Sapienza e stette in quel luogo durante tutto l'anno scolastico 1946-1947.
L'otto maggio 1947 fu istituito con decreto vescovile un apposito tribunale per giudicare i fatti di Ghiaie di cui facevano parte i seguenti membri:
Mons. G. B. Magoni, mons. Paolo Merati, presidente del tribunale, mons. Bramini, avvocato difensore delle apparizioni, sac. Cesare Patelli, don Benigno Carrara, can. Vincenzo Cavadini, promotore della Fede. Le sedute del tribunale furono sei così distribuite:
1. Interrogatorio di Adelaide Roncalli (21 maggio).
2. Interrogatorio di suor Bernardetta e poi di Adelaide (23 maggio).
3. Seduta senza interrogatori (2giugno).
4. Interrogatorio di suor Bernardetta e poi di Adelaide, Poi confronto tra Adelaide e don Luigi Cortesi (6 giugno).
5. Interrogatorio del parroco di Ghiaie don Cesare Vitali (9 giugno).
6. Interrogatorio di don Italo Duci coadiutore di Ghiaie, poi di Annunciata Roncalli, poi di suor Celestina Algeri (10 giugno).
Ho letto i verbali delle sei sedute, tenute dal tribunale nei giorni: 21, 23 maggio 1947 e 2, 6, 9, 10 giugno 1947.
Credo sufficiente riportare il verbale della prima seduta, e qualche riferimento alle altre sedute.
Non sono note le domande dell'interrogatorio della prima seduta, ma solo le risposte di Adelaide.
Ecco il testo:
"Tribunale diocesano, per l'esame dei fatti di Ghiaie di Bonate.
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Severino Bortolan
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