martedì 31 marzo 2020

Regina della Famiglia



Il giudizio di un agente dell'Intelligence  Service 

Mons. Vittorio Bonomelli, arciprete di Breno (Brescia), in  una conversazione del giugno 1973 rievoca la sua azione di partigiano, insieme al capitano inglese Peter Cooper, dell'Intelligence Service, che da principio si interessò dei fatti di Ghiaie,  per motivi politico-militari, fino a convincersi, poi, della verità  delle apparizioni e a diventare cattolico. 
L'agente segreto, dalle ripetute visite a Ghiaie e dai colloqui con Adelaide, tornava sempre più convinto e ripeteva: 
"Quella bambina non può inventare, non può essere assolutamente una suggestionata; quella bambina ha visto come io  vedo; mi sembra di veder riflesso nei suoi occhi quello che ha  visto. E poi parla con tanta semplicità, senza isterismo". 
Più tardi, letto il libro del Cortesi, in cui era contenuta la ritrattazione di Adelaide, disse a don Vittorio Bonomelli: 
"Ho letto attentamente: una ragazza normale non può che  smentire. Sarebbe stata una ragazza anormale se non avesse  smentito. Noi che siamo addetti agli interrogatori, alle cose  severe, ecc. possiamo far dire a una persona normale quel che  pare e piace a noi. Per ottenere questo, non c'è niente come  mettere così sotto interrogatorio la figliola, piuttosto tardiva; una  ragazza che è però intelligentina, ma si svilupperà più tardi...  Perciò io ritengo che questa smentita è una dimostrazione che lei  è stata più che normale: questo per me è positivo, non è negativo.  Queste le mie conclusioni". 
Dopo un po' di tempo, egli portò il libro in Inghilterra, lo  fece esaminare anche da altri, e tutti diedero lo stesso giudizio.  "La conclusione che hanno tirato a Bergamo è una conclusione  esattamente illogica, perciò non logica" (Cfr. G. Cortinovis e  Collaboratori, Le apparizioni della Madonna a Ghiaie di Bonate  nel 1944, pp. 39-45). 

Severino Bortolan

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