Il giudizio di un agente dell'Intelligence Service
Mons. Vittorio Bonomelli, arciprete di Breno (Brescia), in una conversazione del giugno 1973 rievoca la sua azione di partigiano, insieme al capitano inglese Peter Cooper, dell'Intelligence Service, che da principio si interessò dei fatti di Ghiaie, per motivi politico-militari, fino a convincersi, poi, della verità delle apparizioni e a diventare cattolico.
L'agente segreto, dalle ripetute visite a Ghiaie e dai colloqui con Adelaide, tornava sempre più convinto e ripeteva:
"Quella bambina non può inventare, non può essere assolutamente una suggestionata; quella bambina ha visto come io vedo; mi sembra di veder riflesso nei suoi occhi quello che ha visto. E poi parla con tanta semplicità, senza isterismo".
Più tardi, letto il libro del Cortesi, in cui era contenuta la ritrattazione di Adelaide, disse a don Vittorio Bonomelli:
"Ho letto attentamente: una ragazza normale non può che smentire. Sarebbe stata una ragazza anormale se non avesse smentito. Noi che siamo addetti agli interrogatori, alle cose severe, ecc. possiamo far dire a una persona normale quel che pare e piace a noi. Per ottenere questo, non c'è niente come mettere così sotto interrogatorio la figliola, piuttosto tardiva; una ragazza che è però intelligentina, ma si svilupperà più tardi... Perciò io ritengo che questa smentita è una dimostrazione che lei è stata più che normale: questo per me è positivo, non è negativo. Queste le mie conclusioni".
Dopo un po' di tempo, egli portò il libro in Inghilterra, lo fece esaminare anche da altri, e tutti diedero lo stesso giudizio. "La conclusione che hanno tirato a Bergamo è una conclusione esattamente illogica, perciò non logica" (Cfr. G. Cortinovis e Collaboratori, Le apparizioni della Madonna a Ghiaie di Bonate nel 1944, pp. 39-45).
Severino Bortolan
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