venerdì 27 marzo 2020

Ogni giorno la provvidenza di Dio sorge prima del Sole.



Santa Caterina da Siena

Santa Caterina da Siena, nella sua opera Il dialogo, ci parla di ciò che le dice Dio Padre della provvidenza divina: “Manifestai la mia provvidenza, in modo generale, per mezzo della legge di Mosè e tramite molti altri santi profeti dell’Antico Testamento... Dopo questi, la mia provvidenza inviò il Verbo, che fu il vostro mediatore tra me, Dio eterno e voi. Lo seguirono gli apostoli, martiri, dottori e confessori, come ti ho detto altre volte. Tutto questo lo fece la mia provvidenza e ti ripeto che, nello stesso modo, provvederà fino alla fine... Do tutto tramite la mia provvidenza: la vita e la morte, la sete, la perdita della posizione sociale, la nudità, il freddo, il caldo, le ingiurie, gli scherni, e le villanie. Permetto che gli uomini facciano tutte queste cose. Non che io sia l’autore del male o della cattiva volontà di quelli che fanno il male... All’uomo, qualche volta, potrà sembrare che la grandine, la tempesta, il fulmine che mando su una creatura, sia una crudeltà, credendo che non abbia badato alla sua salute; ma io l’ho fatto per liberarla dalla morte eterna, anche se penserete il contrario... Tutto quello che faccio lo porto a compimento con la provvidenza, cercando sempre ed unicamente la salvezza dell’uomo...
Io sono la provvidenza suprema che non manca mai né all’anima né al corpo di quelli che confidano in me. Come può sospettare l’uomo di me, che vado a dar da mangiare al verme all’interno di un tronco secco, a pascere gli animali, dar da mangiare ai pesci del mare, a tutti gli animali della terra e agli uccelli dell’aria, che mando il sole sulle piante e la rugiada che imbeve la terra? Come crede che non vada a dare il cibo a lui che è la mia creatura, formata a mia immagine e somiglianza? Tutto è stato creato dalla mia bontà per essergli utile. Per questo, da qualsiasi parte guarderà, spirituale o temporale, non troverà altro che il fuoco e la grandezza del mio amore con la maggiore e più perfetta provvidenza... Infiniti sono i modi della provvidenza che impiego con l’anima peccatrice per toglierla dalla colpa del peccato mortale... E, se volgerà lo sguardo al purgatorio, vi vedrà la mia dolce ed inestimabile provvidenza per quelle povere anime, che perdettero tempo per ignoranza... Ora ti spiegherò qualcosa sui modi che ho di soccorrere i miei servitori che confidano in me... A volte, li purifico con molte tribolazioni perché diano il migliore e più soave frutto (spirituale). Oh, quanto soave e dolce è questo frutto e di quanta utilità per l’anima che soffre senza colpa! Se lei lo capisse, non ci sarebbe nulla che non farebbe con zelo ed allegria pur di soffrire.
Ti ricordi di quell’anima che, arrivando in chiesa con grande desiderio di comunicarsi ed avvicinandosi al sacerdote che era all’altare, lui rispose che non le avrebbe dato la comunione? In lei crebbe il pianto ed il desiderio, e nel sacerdote, quando arrivò all’offertorio del calice, crebbe il rimorso di coscienza. E poiché io lavoravo in quel cuore, il sacerdote lo manifestò, dicendo al chierichetto: - Domandale, se vuole comunicarsi, le darò la comunione. -
Io l’avevo permesso per farla crescere in fedeltà e speranza... Ricordi il tuo glorioso padre Domingo, quando trovandosi i fratelli in necessità, essendo arrivata l’ora e non avendo da mangiare, il mio amato servitore Domingo, confidando nella mia provvidenza, disse: - Figli, mettetevi a tavola.
I fratelli obbedendo al suo ordine, si misero a tavola. Allora, io che soccorro chi confida in me, inviai due angeli con del pane bianchissimo, e così abbondante, che ne ebbero per molti giorni...
Alcune volte, provvedo moltiplicando una piccola quantità, che non sarebbe sufficiente per essi, come sai della dolce vergine Ines (di Montepulciano)... Lei fondò un monastero ed all’inizio vi riunì diciotto ragazze senza nulla, solo con  a mia provvidenza. Una volta, permisi che restassero senza pane per tre giorni, unicamente con delle verdure. Se mi domandi: Perché le trattasti in quel modo, quando mi hai appena detto che mai vieni meno ai tuoi servi che sperano in te e sono bisognosi? Ti risponderei che lo feci e permisi per estasiarle con la mia provvidenza, in modo che, con il miracolo che seguì dopo, avessero il materiale per mettere il loro principio e fondamento nella luce della fede. A chi accadesse qualcosa di simile o altro, sappia che in quella verdura o in altro, mettevo, davo e do una potenzialità per il corpo umano di modo che si senta meglio con essa (e talvolta ciò avviene con nulla) di come stava prima con il pane o altre cose che occorrono per la vita dell’uomo.
Mentre Ines volgeva gli occhi del suo spirito verso di me, con la luce della fede, disse: - Padre e Signore mio, sposo eterno, mi hai fatto tirar fuori queste figlie dalle case dei genitori perché morissero di fame? Provvedi, Signore, alle loro necessità. -
Io stesso facevo in modo che chiedesse. Mi rallegravo, comprovando la sua fede e la umile orazione, e la gradivo. Estesi la mia provvidenza a quello che mi chiedeva ed ispirai una persona a portare cinque panini. Lo manifestai allo spirito di Ines ed ella disse, rivolgendosi alle sorelle: - Andate, figlie mie, alla ruota del convento e prendete il pane. - Le diedi tanto potere nel dividere il pane che tutte si saziarono e ne raccolsero tanto sulla tavola, che ne ebbero per soddisfare con abbondanza la necessità del corpo... Innamorati, figlia, della mia provvidenza”(50). 

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