Santa Caterina da Bologna
L'Ostia sacramentale
Ecco un'altra eccellente grazia concessa da Dio alla religiosa che subì l'apparizione del nemico in forma di crocifisso; e ve la narrerò in tutta verità, a lode di Cristo e argomentazione della nostra fede.
La religiosa, per più tempo, fu anche fortemente tentata di infedeltà al Sacramento di Cristo, cioè mise in dubbio la consacrazione dell'Ostia. Il dubbio divenne il suo tormento e nemmeno con la confessione riuscì a porvi rimedio; per questo, con grande pena e amaro pianto, non faceva che invocare Dio, quasi continuamente. Più si avvicinava il momento della Comunione e più la tentazione si faceva forte, fino a toglierle il senso di devozione quando si comunicava; e la insensibilità, a sua volta, favoriva la violenza della tentazione. Ricordo di un giorno, mentre nella chiesa di questo monastero stava in ginocchio fra le altre sorelle, come si usa dopo la Comunione, in cui le era cresciuta tanto la tentazione che, quasi ebbra di dolore, si sentiva trascinata al consenso; e nel resistere sul punto di cedere, ora si alzava in piedi e ora tornava a genuflettersi senza avvedersene, tanto era afflitto il suo cuore.
Ma la bontà divina, se permette la battaglia e la pena, prepara anche la vittoria e il refrigerio. Così, una mattina presto, mentre pregava nella stessa chiesa, Iddio visitò la sua mente e parlò al suo intelletto, per illuminarla sul mistero dell'Ostia consacrata e su tutto ciò che concerne la fede nel medesimo Sacramento: le diede aperta conoscenza della vera presenza di tutta la divinità e di tutta l'umanità di Dio nell'Ostia consacrata dal sacerdote e le mostrò come e in quale modo è possibile che, sotto quella poca specie di pane, sia tutto Dio e tutto uomo; ragionò con lei sui dubbi che la stavano tormentando e su quelli che potesse avere nell'avvenire e li rimosse dalla sua mente, assolvendoli tutti con esempi belli e naturali. Inoltre, le mostrò la totale validità della grazia sacramentale della Comunione, anche se ricevuta senza devozione e per quanto lo spirito sia tentato nella fede o in altre virtù, purché sia accolta con retta coscienza e senza consenso alla contraddizione; anzi, comunicarsi sopportando con pazienza la tempesta dello spirito, è merito maggiore che accostarsi al Sacramento in dolcezza e soavità. Le mostrò, anche, come e in che modo il Figlio di Dio, Cristo Gesù, fosse incarnato per opera dello Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria, senza il corrompimento della sua sacratissima e purissima verginità. E, infine, le diede chiara dimostrazione, conoscenza e intendimento della altissima Trinità e di molte altre notabili cose, che tralascio per impotenza e poca memoria.
Tutto le fu rivelato nella stessa mattina; con quel mezzo, la sua anima fu liberata dalla tentazione e lei rimase in tanta consolazione, che le sembrò di non essere mai stata sottoposta a così grande pena. Ma non basta: dopo la grazia, la prima volta che si comunicò, appena ricevuta l'Ostia consacrata in bocca, sentì e gustò la soavità della purissima carne dell'Agnello immacolato Cristo Gesù; e quel sentire e quel gusto furono di tanto dolce e soave sapore, che non esiste figura retorica sufficiente a fari o intendere; ma essa veramente poté esclamare: - Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. - e l'anima sua rimanere indicibilmente consolata, e la mente tanto più radicata nella santa fede del Sacramento, che, se tutte le creature le avessero predicato il contrario, non l'avrebbero mossa dalla sua convinzione. Così, la tristezza che l'aveva afflitta si convertì in gioia, tanto che, per nessun motivo, avrebbe desiderato di non essere stata tentata, nel considerare la utilità e la consolazione che ne aveva ricevuto. Dice assai, bene l'apostolo Paolo: «Se noi saremo stati partecipi della Passione, lo saremo anche delle consolazioni.»
Dopo quei fatti, le rimase un forte e indeficiente desiderio di comunicarsi spesso e provava grande pena e dolore se non lo poteva fare; ma la sollecitudine della divina Provvidenza non trascura i legittimi moti dello spirito: così, una volta, mentre lei, per l'impossibilità di comunicarsi, stava in tanto soave pianto che dai suoi occhi parevano uscire due abbondantissimi rivoli d'acqua, si sentì, in quella ora, veramente comunicata nell'anima dalla bontà divina, in modo indicibile e incomprensibile. A lode di Cristo e conforto delle novelle piante, non ancora ferme e salde nella conoscenza di tanto ineffabile e incomprensibile Sacramento, a causa della nostra mortale ignoranza, incapace di comprendere i misteri divini. Perciò, dilettissime sorelle, se, per divina dispensa, qualcuna di voi fosse molestata di infedeltà al Sacramento dell'Ostia, purché non acconsenta, non tema; anzi, con fiducia riceva il nostro Signore Gesù Cristo, che si degna di venire a noi con amore infinito.
O incomprensibile e somma profondità della umiltà di Cristo! Egli non solo si abbassò a prendere la nostra infima e fragile natura, facendosi obbediente fino a ricevere la morte, ma ancora nel presente, e finché durerà il mondo, si sottopone alla obbedienza col discendere quotidianamente alle sacre parole da lui stesso ordinate, quantunque proferite da uomini e, perciò, soggetti alla colpa. E poiché i sacerdoti, per tale e così eccellente officio, devono essere in tutto santi e puri, non vi stancate, dilettissime sorelle, di pregare Dio per essi, affinché si degni di santificare tutti i loro sentimenti e, con l'aiuto divino, possano più degnamente adempiere a tanto inconsiderabile Sacramento e santamente trattare il Corpo di Cristo, agnello immacolato e mansuetissimo sposo vostro e di tutte le anime caste e verginali.
Carissime, non vi appaia stretta la via della umile obbedienza, se il vero maestro, Cristo Gesù, incessantemente ne dà esempio all'atto della consacrazione, col donarsi in cibo spirituale all'anima ancora pellegrina, sotto le specie di pane. Perciò
O anima gentile
non tejare tanto vile
che non prendi Quello
che a ti vale venire
veggendo sua bontade
esser tanto cortese
che de sua deitade
te neja larghe spese.
Or curriti peccaturi
e più non indugiati
ch'El s'è fatto cibo
perché lo prendiati.
Oimé de quanto errore
è pieno el care umano
che da tanto cibo
pure vale star luntano .
Dilettissime sorelle mie, guardate bene che il nemico non vi induca a privare le vostre anime, sotto l'apparenza della umiltà, di tanto merito quanto ve n'è nel cumunicarsi, quando potete farlo lecitamente.
Desidero anche pregarvi quanto più posso - e non solo voi, ma tutte quelle che verranno dopo di voi - di volere sempre conservare e migliorare, con tutto il vostro impegno, il nome del luogo ove siete state chiamate al cospetto di Dio, per l'osservanza alla santa vita, e al cospetto del popolo cristiano, per buon esempio di perseveranza nell'operare il bene: di volere sempre mantenere e difendere la vostra buona fama, non per ambizione di essa, bensì a lode e gloria del sacratissimo Corpo di Gesù, in onore del quale la venerabile donna Madonna Bernardina fondò questo monastero, e in memoria della visitazione della diletta madre di Cristo, Vergine Maria.
Chi avrà tanto ardire da presumere di violare l'onore e la buona fama della chiesa di tanto Figlio e di tanta Madre? Orsù, carissime, con diligente studio siate buone guardiane e conservatrici della vostra santità, davanti a Dio e agli uomini. A lode di Cristo e salute di tutti i suoi membri. Amen.
Illuminata Bembo
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