venerdì 27 marzo 2020

IL MISTERO DEL PURGATORIO



IL VERO AMORE DEL PROSSIMO E LA VERA CARITA'

19 dicembre 1931
Il santo discernimento comprende anche un mirabile amore del prossimo - esso non è guidato dalle  simpatie umane, ma dalla giustizia divina. Anche l'amore del prossimo deve essere guidato da Dio  per portare in sé la santa ragionevolezza. Anche questa virtù deve essere pura. Non si deve essere  umanamente buoni, ma divinamente buoni. Solo nel Purgatorio ho imparato a conoscere le  mancanze e le colpe, che si possono commettere anche nell'amore del prossimo. Ho visto anime  che in vita erano note per le loro opere di carità, eppure nel Purgatorio dovevano espiare per il loro  deficiente amore del prossimo. Perché questo? Molti hanno fatto il bene, e spesso molto bene, là  dove sentivano una inclinazione di simpatia. In un altro luogo, dove non provavano questa inclinazione, ed il bisogno invece era assai più grave, sono stati capaci di passare oltre, insensibili. Dio  mi ha mostrato queste colpe, ed ho visto che queste anime avevano sentimenti terreni ed umani: si  lasciavano guidare dalle loro simpatie. E queste simpatie non valgono davanti a Dio. Il vero amore del prossimo, che poggia sull'amore di Dio, non conosce la simpatia, ma solo l'amore. Quando uno  vuol agire in tutto per amore di Dio dirige intero il suo cuore secondo le necessità del prossimo e  non secondo il capriccio della simpatia.
Non importa a chi si fa il bene, purché si voglia fare il bene. Tuttavia, nel fare il bene si deve  essere anche intelligenti e prudenti; nell'amore del prossimo si devono tenere presenti alcuni  ostacoli da cui l'amore è inceppato. Si potrebbe, e avviene sovente, afferrare l'amore per sé invece  che per Dio e perciò essere amati troppo e troppo umanamente: qui l'amore deve essere intelligente  e prudente.
Ai nostri fratelli dobbiamo dare sempre Gesù e non noi stessi. Su questo punto ho visto nel Purgatorio molte cose che non posso descrivere. Ciò mi ha insegnato ad essere prudente. Questa prudenza mi ha talora reso triste, perché spesso ho dovuto trattenere il mio amore che voleva gettarsi  avanti, desideroso di aiutare. La prudenza, in qualche modo, mi tratteneva, e spesso mi ha fatto  piangere per amore represso. Allora Gesù mi consolava e mi ripeteva: «Sappi che in cielo potrai  amare finalmente come ti piace di amare!». Allora, sempre, io mi consolavo. Perfino nel compiere  il bene si deve interrogare Gesù e consigliarsi con Lui, per corrispondere alle intenzioni di Gesù, per  non frapporre nulla al loro cammino.
Non si può fare il bene là dove tutto viene dissipato; dove Dio non vuole che si dia. Perciò è così  necessario consigliarsi con Gesù, aiutare quando Gesù vuole aiutare. E perciò è così necessaria la  santa ragionevolezza anche nell'amore del prossimo. Per essa ci si rivela ciò che è giusto, soprattutto quando abbiamo pregato. Ci sono stati anche casi in cui Gesù mi ha detto: «Tu fai di più  quando non fai niente - qui il bisogno deve trarre qualcosa di grande da me». Quante volte già il  Signore mi ha trattenuto, quando il mio amore voleva spingersi infuocato avanti, e intervenire;  allora Egli mi ha detto semplicemente: «Qui devi pregare... allora avrai fatto la cosa migliore».
Poi il Signore mi ha mostrato i piani della sua provvidenza ed io ho visto che dovevo lasciarlo  fare: ho visto che talvolta la necessità portava già in sé la salvezza contro i pericoli interiori. Su  questo punto ho già tanto imparato e compreso; ho già guardato così in fondo nel Purgatorio; allora  la istintiva volontà del cuore si pone dalla parte di Dio e per la prima volta si riconosce che quella  bontà poteva essere priva di saggezza e di intelligenza. In tutto, in tutto si deve per prima cosa  aderire con una santa ragionevolezza allo Spirito Santo; poi saremo retti dalla sapienza di Dio: le  migliori intenzioni devono essere purificate dalla preghiera, da uno sguardo innalzato a Dio; da cui  vengono ogni sapienza e bontà e per cui la bontà del nostro cuore diviene buona. E allora è sempre  la Sua bontà che è buona...
Vedo che mi sto inoltrando in un altro tema: mi riscuoto e ritorno nuovamente al Purgatorio.
Come sono diversi da quelli del nostro mondo stolto i pensieri laggiù! Potessero le povere anime  ritornare indietro, quante cose ci direbbero e ci insegnerebbero, e quanti vizi nascosti troverebbero  in noi, anche vizi occultati in una virtù.
La vera e santa bontà cerca solo di fare in tutto il bene di Gesù. E dove troviamo Gesù? Lo troviamo  in ogni luogo dove ci siano vero bisogno, vera necessità, poiché Egli ha voluto essere bisognoso di  aiuto, per poter dire a coloro che amano: «Tu mi hai aiutato». Dappertutto dove c'è una sincera,  reale, effettiva necessità, sia essa materiale o spirituale, là c'è Gesù.
Oh, questo pensiero! Le povere anime conoscono meglio che non durante la vita terrena la condiscendenza misericordiosa della verità e noi vogliamo imparare da essa ad essere buoni sul serio a  fare del bene a Lui. Bisognerebbe tenere in ben maggior conto Gesù nel suo nascondimento di povertà e di bisogno!
Gli uomini usano dimostrare rispetto soprattutto a quelli che hanno denaro e ricchezze e onore e  sono dappertutto ricevuti con molta considerazione. Ma non convengono massimamente onore,  attenzione, amore a coloro che sono sempre respinti e non vengono considerati, e sulla terra non  valgono molto? In costoro Dio stesso, il re dei poveri, viene a noi come ospite. E non dovrebbero  costoro avere il posto di onore fin dentro il nostro cuore? Perché per costoro vale la parola di Dio: «Voi l'avete fatto a me stesso». Essi sono il grande «a me» della degnazione misericordiosa di Dio;  a questo «a me» conviene il massimo onore.
Sulla terra onoriamo in taluni il denaro e la ricchezza, onoriamo l’uomo; ma nei poveri onoriamo  Dio stesso...
Ma ci sono anche uomini che, nonostante il denaro e la ricchezza, sono poveri, perché hanno una  pena nel cuore, o una qualche necessità. I fortunati possono essere poveri anch'essi, e anche lì con  le parole buone e le buone azioni possiamo assistere Gesù. Sempre dove c'è un bisogno, c'è Gesù  che ci rivolge una preghiera... Il più caro, il più bello, il più degno di onore fra i nostri ospiti, non è  l'uomo che ha fortuna e ricchezza e benessere, ma il povero, sia egli povero internamente o esteriormente; il ferito, perché egli è Gesù, Egli è là, dove in un angolo sta il Crocifisso.
Chi riceve un beneficio deve a sua volta beneficare. È così bello essere beneficatori di Dio! Non  beneficare per comperare così il proprio onore, non beneficare secondo la propria inclinazione, ma  secondo l'intenzione e l'amore di Dio.
Nel Purgatorio ho contemplato innumerevoli anime che non fecero il bene con retto sentimento ed  anche tanti, tanti benefattori dallo spirito farisaico. Non avrei mai potuto credere, se il Purgatorio  non fosse stato il mio maestro. Ho molto sofferto per riuscire a credere e comprendere tutto questo,  perché il mio cuore voleva avere troppa fiducia e fede nel mondo, e Dio lo dovette prendere con sé  nella scuola del Purgatorio.
Anche le anime che si compiacciono di giudicare hanno la loro conversione nel Purgatorio.  Quanti hanno giudicato capricciosamente, guidati anche qui dalla simpatia e dall'antipatia. Nulla di  profondamente fondato, nulla di giusto era a fondamento dei loro pensieri.
Differenti categorie che io trovo nel Purgatorio: alcune hanno le loro incrostazioni e il loro duro involucro in un punto, altre in un altro; parecchie portano la durezza nel mezzo della loro mollezza,  la colpa nel mezzo della virtù.
Gesù non può servirsene per il Cielo. Col suo amore Egli deve renderle tutte pure e tenere. Ma chi  sempre con amore distingue il bene dal male, per sincerarsi della verità, per non lasciarsi ingannare  e imprigionare dalla menzogna, così da appoggiare il male (e queste sono la santa prudenza, santa  saggezza e intelligenza), questi non condanna e non è giudicato. Come sono felici le anime  quando sono libere da questo vizio, il vizio del giudicare... Poiché le anime di coloro che amano il  giudicare sentono molto più tagliente nell'anima propria il giudizio di Dio. Ci sono spesso anime  che fino alla morte sono rimaste fedeli alla loro ingiusta «giustizia».
È dunque bene che secondo questa intenzione si preghi assai spesso per ottenere di agire retta-mente  e nutrire pensieri di amore nelle situazioni favorevoli, e in quelle sfavorevoli.
Qui non possono pronunciare la loro parola né la simpatia né l'antipatia, ma solo l'amore: questa è  giustizia. Certo possiamo sempre mantenere l'occhio acuto, per preservarci, in questo mondo  cattivo, dall'inganno e dal raggiro. Questo comanda anche la santa ragione, che ci ammonisce ad  essere prudenti.
Se una cosa ha una ragione, il divino discernimento lo rivela: allora essa è già nell'ordine. Ma in  molte anime il bene ed il male non hanno nessun motivo o determinazione: la loro simpatia è il loro  giudizio, o lo è la loro avversione: così mancano la divina giustizia e verità e tutto è vacuo e vuoto,  solo è presente la contaminazione dell'anima. Troppo si può fare spinti dalla simpatia o  dall'avversione, quando lo Spirito Santo non ci guida. Per gli uni un uomo è santo, per gli altri è  malvagio, oppure ciò che è santo appare cattivo e ciò che è cattivo appare santo: il giudizio discende  semplicemente dall'inclinazione, senza fondamento e senza scopo. Non c'è nulla in esso che giovi  all'anima; solo il vuoto ed inutile giudizio umano; nulla che guidi al bene o metta in guardia contro  il male, ma la sterile ed inane simpatia od antipatia. A che giova essa per la vita e per l'eternità?  Dove c'è puramente capriccio umano o inclinazione umana... Oh, povere anime, come devono  spasimare nel raggio dell'eternità e della verità, esse che hanno tanto vissuto di insincerità e di  superficialità! Ma le anime che in tutto furono mosse da un motivo santo ed amoroso, che da ogni  cosa trassero un ammaestramento per il tempo e per l'eternità, che rettamente cercarono di distinguere il male dal bene, per trovare solo la verità e non sostenere mai ciò che fosse ingiusto -  queste anime saranno chiamate verità dalla eterna verità, chiamate amore dall'eterno amore e  innalzate al cielo.
Già il Purgatorio dice quanto deve essere meraviglioso il Cielo - altrimenti Dio non imporrebbe  una purificazione così severa ed esatta dell'anima. Oh, prepariamoci fin d'ora, pieni di desiderio, alla  purezza del Paradiso!

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