giovedì 26 marzo 2020

E ciò che è più penoso per me è che essi sono cuori a me consacrati”



Nelle apparizioni di Paray le Monial, Cristo apparve con il suo cuore cinto da una corona di spine, sormontato da una croce, esponendolo alla venerazione dei credenti cristiani come ‘l’ultimo sforzo del suo amore per la salvezza del mondo’, dicendo, nell’ultima solenne apparizione del 16 giugno 1675:  

“ Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini da non risparmiare nulla, fino ad esaurire e consumare se stesso per testimoniare il suo amore. In contraccambio, io ricevo, dalla maggior parte, solo ingratitudine per la loro irriverenza e sacrilegi, per la freddezza e disprezzo che essi hanno per me nel sacramento del mio amore. E ciò che è più penoso per me è che essi sono cuori a me consacrati”.  
Il Signore, poi, le comandò che si doveva istituire nella chiesa una festa speciale in onore del suo Sacro Cuore.  
“Per questa ragione, io ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini sia dedicato ad una speciale festa in onore del mio Cuore, con la comunione in tale giorno e col fare riparazione per l’indegnità con cui è ricevuto. Ed io prometto che il mio Cuore si dilaterà per riversare abbondantemente le ricchezze del suo amore su quanti gli renderanno questo onore o procureranno che gli sia reso (…). Io ti prometto nell’eccessiva misericordia del mio Cuore, che il mio Amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno per nove primi venerdì del mese, consecutivi, la grazia della penitenza finale, essi non moriranno in mia disgrazia, ma riceveranno i santi Sacramenti ed il mio Cuore sarà loro sicuro asilo in quel momento estremo”. 

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