Il cavallo, assieme agli altri animali, prega inginocchiato in chiesa davanti alla Sacra Famiglia. In questa immagine è espressa la sottomissione e l'orientamento dell'uomo a Dio. Ma d'improvviso, il cavallo lascia la preghiera ed esce dalla chiesa. Quest'immagine indica l'uomo che non riconosce la sua dipendenza da Dio. Questo atto libero della sua volontà produce un capovolgimento della sua natura, non più orientata a Dio, ma a se stesso e alla realtà creata. Questo è il peccato: fare a meno di Dio. È l'affermazione dell'autonomia, dell'autosufficienza dell'uomo. Dio non è necessario per raggiungere la felicità, anzi ne è un ostacolo. La rottura con Dio porta alla disarmonia dell'uomo, alla rottura dei rapporti familiari e sociali. È ciò che si vede nell'azione del cavallo che calpesta i gigli del campo. Calpestare i gigli vuol dire perdere la vita divina; fare crescere le piante velenose dei vizi, dove prima vi erano i fiori delle virtù teologali e morali; distruggere la vita nella natura, soprattutto la vita umana, i bambini che non sono ancora nati e vengono uccisi dalle loro madri. Calpestare i gigli vuol dire uccidere i bambini già venuti alla luce; infliggere loro violenze inaudite, spesso anche tra le pareti domestiche; sfruttarli come merce per divertimenti disumani e per guadagni disonesti; violare la loro innocenza e la loro dignità di figli di Dio.
Il cavallo è il simbolo del peccato, del peccatore, ma può essere visto anche come personificazione di filosofie: idealismo, materialismo, ateismo; ideologie: nazismo, comunismo; sette: massoneria, testimoni di Geova, Hare Krisna, scientology, new age, occultismo, spiritismo, satanismo.
Il cavallo è anche figura della sessualità disordinata. Nella nostra società secolarizzata, la cosidetta libertà sessuale è considerata una esigenza naturale, perché se gli istinti e le passioni fanno parte della nostra natura, quando si seguono ci si comporta secondo natura. E poi, si dice: bisogna adattarsi ai tempi, aggiornarsi, non essere schiavi dei tabù e dei pregiudizi. Il disordine sessuale, invece, rende schiava la volontà, impedisce un amore autentico e stabile e rovina la famiglia.
Severino Bortolan
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