La presente fase dell’esistenza umana è in qualche modo identica allo stato dello spirituale in ogni forma esteriore, e cioè l’essenziale ha sempre da lottare contro le resistenze, che sono presenti in lui ancora potentissimamente, in modo che l’uomo deve combattere nell’esistenza terrena contro gli istinti cattivi in lui. Ora sono sviluppati in modo particolarmente forte, più l’essenziale ha avuto l’occasione, di sfogarsi in uno stadio antecedente. Questi istinti degli stadi antecedenti ora imprimono all’essenziale il suo timbro, cioè ora l’uomo ha da combattere particolarmente vigoroso contro tali istinti, mentre quell’uomo, che ha eseguito dapprima volonterosamente il suo compito e di conseguenza si trova già in un certo stato di maturità, si rallegra di un cammino di vita più leggero. La volontà di servire rende l’essenziale relativamente libero, anche se è ancora racchiuso in un involucro. E questo essenziale ora senza resistenza vivrà in una forma, che porta già nell’esteriore il contrassegno della volontarietà dell’essere. Quindi la forma esteriore sarà sempre così che da ciò si può già dedurre il grado di maturità dell’anima. Nell’incorporazione come uomo ora si raggrupperanno sempre delle sostanze animiche, che hanno lo stesso modo d’essere; di conseguenza sarà ora anche la lotta sulla Terra, perché si sono riunite molte sostanze animiche ed influenzano l’essere precisamente nello stesso modo come nella forma precedente. Se l’essere impara più velocemente le manchevolezze, meno resistenza oppone e quindi può essere paziente, volonteroso e diligente già negli stadi antecedenti. Ma se conserva in sé un istinto, allora anche come uomo avrà da soffrire sotto lo stesso, e questo è determinante per il suo carattere.
Amen
25 maggio 1941
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