sabato 30 maggio 2020

MONDO NUOVO PROFETIZZATO



L’Albero delle devozioni.

Avevo appena finito di leggere un articoletto, firmato da un certo Padre ***, cappuccino, che parlava della devozione allo Spirito Santo. Presentava questa devozione come “La Devozione delle devozioni”. La suddetta devozione, diceva l’articolo, è la prima in assoluto, e merita, rispetto alle altre, la precedenza totale . L’articolo mi aveva talmente sedotto, che mi ero messo a fare subito quello che l’autore del testo diceva di fare: pregare lo Spirito Santo, Lui, sempre Lui,  soltanto Lui. La mia coscienza era tranquilla, dato che la devozione allo Spirit o Santo era diventata per me la “Devozione delle devozioni”, come voleva quel caro Padre, autore dell’articolo.

Qualche tempo dopo mi si presenta l’occasione di pregare il mio Angelo custode.  Non ne sono più capace perché convinto che non devo più “sprecare” il mio tempo  con devozioni che non siano quella dello Spirito Santo: “la Devozione delle devozioni”. Sono convinto che lo Spirito Santo sia più importante, più prezioso, più  degno di encomio di tutti gli Angeli custodi messi insieme. Mi astengo quindi d al pregare l’Angelo perché ho il “santo” obbligo di consacrare tutte mie preghiere allo Spirito Santo.

Passano altri giorni, e le circostanze suggeriscono una novena in suffragio dell e anime del Purgatorio. Io la sostituisco con una novena allo Spirito Santo. Qualche tempo dopo avviene la stessa cosa con un’altra novena. La stessa cosa accade con tutte le mie pratiche di pietà, eccetto la santa Messa e il santo Rosario,  che offro comunque allo Spirito Santo, e in fretta, onde scongiurare ogni rischio di dimenticanza. Per diversi mesi prego solo lo Spirito Santo, ma ad un certo momento un dubbio inizia a spuntare nella mia mente. Mi sembra che il mio modo  di agire nasconda una mezza forma di squilibrio. Io, vittima di un’esagerazione?  ... A dire il vero non riesco ad escluderne del tutto la possibilità, anche se  la cosa mi ripugna. Allora chiedo consiglio. A chi? Alla “logica”, la mia cara logica, un’amica di casa. La mia “logica” mi conferma la legittimità dei miei sospetti, ma tutto finisce lì.

Arriva il 27 dicembre, festa del mio santo Patrono. Approfittando di un momento  di calma, favorevole al dialogo, riprendo il discorso con la mia “logica”, e le  dico: «Sono arrivato al punto che mi sento colpevole se prego il mio santo Patrono. Secondo te è normale?»  Risposta: «Ti comporti come se io fossi il Padre eterno, ma io non sono divina. Perché non lo chiedi allo Spirito Santo?»  Ed io, in  tono di scusa: «Accipicchia, è vero. Hai ragione. Come mai non ci ho pensato prima? Comincerò oggi stesso. »

La sera dello stesso giorno mi metto alla presenza dello Spirito Santo, in ginocchio. Penso a quello che a scuola mi hanno sempre insegnato su di Lui, e cioè che il suo compito è di mettere ordine là dove c’è disordine, non il contrario. Chiarisco il concetto, Glielo presento come a Chi di dovere, aggiungo che il mio modo di pensare è come quello dei miei insegnanti, e termino con una preghierina  con la quale invoco pace per la mia anima ed equilibrio per la mia mente.

Passano tre secondi, e lo schermo della mia immaginazione si apre sulla figura di un bellissimo albero, splendido all’inverosimile. La cosa più sorprendente, per me che sono goloso, è che l’albero è carico di frutta di tutti i generi. Ci sono mele, pere, ciliege, ma l’albero non è nè un melo, nè un pero, nè un ciliegio . Ci sono pure arance, mandarini, banane, fichi, datteri, pesche, albicocche, uva, frutti tropicali! Tutti questi frutti sono maturi e molto appetitosi. Ma a a mma, che meraviglia! Con un albero del genere nel mio giardino non troverei mai  il tempo di annoiarmi!

Prima che mi sfiori l’idea di pensare ad altro, una voce immateriale mi raggiunge dicendomi: 

«Bello. So che lo trovi bello. Questa immagine è per rispondere ai tuoi interrogativi. I frutti che vedi pendere dall’albero rappresentano le varie devozioni.  L’Albero sono Io, lo Spirito Santo. Quando ti senti spinto a prendere uno di questi frutti, e a mangiarlo, non sentirti in colpa. Non mi offendi se mangi di questi frutti, che sono tutti miei. Essi provengono da Me, sono tutti miei, tutti  parte di Me, e sono Io che li offro. Nulla tuttavia ti impedisce di continuare a  prender cura dell’Albero, a zappare un po’ all’intorno, a portargli acqua, a proteggerlo. Gli puoi anche parlare. Queste tue cure renderanno i suoi frutti ancora più appetitosi e ricchi di vitamine di ogni genere, e tutto ciò aumenterà la salute della tua anima. L’anima ha bisogno di nutrirsi tutti i giorni, come il corpo. Lo sai già, vero? ... »  

Silenzio da ambedue le parti. Poi: «Non ti sembra esatto quello che dico?» 

«Certo che mi sembra esatto! Certissimo. ... »

È mai possibile che lo Spirito Santo ci ami tanto da voler qualche volta giocare  con noi, divertirsi, scherzare un po’. Mezzo imbronciato gli rispondo:

«E perché avete permesso all’autore di quell’articolo di penetrare con le sue grosse dita nel “codice genetico” delle mie idee, e di crearvi quello squilibrio,  quegli spostamenti? Perché mai l’avete lasciato fare? … Oooh! Per prepararmi a ricevere le vostre spiegazioni! Insomma volevate essere sicuro che le avrei capite bene, capite del tutto, e a fondo. Mmm … Devo credere?».

Un bellissimo silenzio.

di: Johannes De Parvulis

LE GRANDEZZE DI MARIA



IL FIGLIO DI DIO UMILIA SE STESSO IN QUESTO MISTERO.

Come questa nuova vita del Verbo è tutta nostra, è pure tutta divina. È divina in quel bambino: perché essendo Egli composto di due nature, la natura e la persona del Verbo in certo quel modo fanno parte dell'essere e dello stato di questo divin Infante, Bambino e Dio tutt'assieme. È divina ancora nella sua umanità medesima, perché l'umanità di questo bambino, vale a dire il suo corpo e la sua anima non hanno altro essere, né altra sussistenza che quella della Divinità. La Divinità investe questo corpo e quest'anima, li sorregge, li penetra sino al più intimo della loro sostanza. Come adunque l'essere e la vita di questo corpicino è tutto santo, tutto divino, tutto adorabile, e quindi tutto adorato dagli angeli.

Quanta grandezza! Quanta potenza! Quante meraviglie si compiono in un istante e in un corpo così piccolo insieme e così grande! Corpo così piccolo se lo consideriamo nella sua quantità, e così grande se lo consideriamo nella virtù, nella dignità, nella santità e nella potenza!

Dio sta in questo piccolo corpo, e la pienezza della [93] Divinità vi abita corporalmente; è il corpo di Dio medesimo; e in questo, corpo prezioso e sacro, sacro per l'unione della Divinità, Dio ha posto la vita, la religione e la redenzione del mondo.

Questo corpo, per verità tiene sinora ben poco posto nell'universo ... ; ma pur così piccolo nel mondo e nella Vergine, nella sua piccolezza sorpassa la grandezza di tutti gli altri corpi assieme ed anche del cielo empireo. Il cielo fu fatto perché fosse la dimora degli angeli; ma questo corpo è formato per essere la dimora di un'anima che regge gli angeli tutti, di un'anima che in questo medesimo corpo possiede una gloria più sublime di quella di tutti gli angeli e di tutti gli uomini assieme. 

CARD. PIETRO DE BÉRULLE

PREGHIERA PER LA GUARIGIONE INTERIORE



Gesù, ti presento i tristi ricordi della mia mente sulla vita passata, dall'infanzia agli anni  recenti: eventi dolorosi che hanno colpito me o la mia famiglia, situazioni difficili,  disgrazie, insuccessi, malattie, traumi. Sono impressi nella mia memoria, sono ferite aperte  nella mia mente. Mi fanno soffrire e a volte mi rendono insensibile, aggressivo,  disimpegnato. Con le mie forze non riesco a dimenticarli, a non pensarci. Tu che hai detto:  "Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero", liberami dal peso dei tristi ricordi. Fallo con il  ricordo delle grazie, dei doni, degli eventi lieti che hai sparso lungo tutti i giorni della mia  vita e con la certezza che anche le sofferenze hanno concorso al mio vero bene. Infondi in  me il tuo Spirito Santo che brucia il mio triste passato e dà alla mia mente uno sguardo  nuovo e sereno sulla mia vita.  
Cuore di Gesù, confido e spero in te.  

Don Leonardo Maria Pompei 

Il buon samaritano delle vittime del demonio



Progetto salvifico di Dio in Tobia! 

Normalmente noi vediamo i danni fisici che il demonio  produce sul posseduto e non sono pochi, ma non sempre afferriamo i danni spirituali che vorrebbe portare all’anima.  
Il nostro giovane Tobia con l’aiuto di Dio e la guida spirituale di esorcisti e confessori ha fatto un forte cammino di  conversione: da una vita mondana e senza Dio è passato ad  una vita spirituale, ad una pratica cristiana molto intensa e coerente come abbiamo già visto. 
Questo non piace al demonio perché in contrasto con il suo  obiettivo di allontanarlo da Dio per portarlo alla dannazione  eterna. Il giovane ha compreso questo e lotta con tanta preghiera perché vuole condurre a buon fine la battaglia contro il  demonio.  
Vive con ricchezza di grazia e profonda coerenza la vita di  fede, pur provenendo da una famiglia povera di fede e di grazia di Dio. Se il demonio fosse intelligente avrebbe favorito la  vita di peccato per portarlo alla dannazione, senza torturarlo  con le malattie e le sofferenze.  
Tobia ha un carattere forte, volitivo e ama impegnarsi. Prima ha usato questo suo temperamento in una vita libera e  spensierata, impegnandosi in molti sport. Ora porta avanti un  forte impegno di pratica religiosa, di preghiera per ottenere da  Dio la liberazione dal demonio. 
Il demonio tenta di indebolire la sua volontà creandogli  confusione nella mente e nella coscienza. Usa lo stesso pensiero che ha espresso a Dio nel chiedere la prova per Giobbe:  “Quello fa tutto per interesse, per la tua benedizione sui greggi  e raccolti. Prova percuoterlo, vedrai come ti benedirà in faccia” (Gb 1,11). Il nostro Tobia, essendo stato percosso, ha  guardato in faccia Dio, si è avvicinato, si è impegnato nella  preghiera, nella fedeltà al Vangelo e nella vita di grazia.
Ora il demonio gli suscita pensieri di sfiducia in Dio, lo  tortura con ossessioni. È provato da pensieri inesprimibili, teme di fare tante pratiche religiose sotto la spinta del male, della sofferenza per avere la liberazione e non per amore a Dio.  Si domanda: “A che servono? Chiunque al mio posto sotto la  spinta di tanta sofferenza si sarebbe convertito. Sfido chiunque  a non convertirsi sotto il peso di tanti dolori!”.  
Prima attraverso dei segni da parte della Madonna e del  Signore intuiva la loro presenza, vicinanza e da questi segni si  sentiva incoraggiato a soffrire e lottare con la speranza di uscire dal tunnel. Dopo la morte di Renato Baron sente il peso del  silenzio di Dio, quasi si disinteressi, lo abbia abbandonato.   “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”(Mt 27,46). È tentato di dubitare, di perdere la fiducia in Dio. Altra  ossessione riguarda il moltiplicarsi di fantasie e tentazioni sessuali che gli martellano la mente, lo sconvolgono e disorientano. Con il suo forte carattere e la grazia di Dio, Tobia cerca di  vivere secondo le parole di Gesù a S.Paolo: 
“Ti basti la mia grazia”!     
Il demonio crea nella coscienza di Tobia un clima di sconforto, ma gli fa nascere anche la voglia di lottare. Si rende conto che quanto passa per la sua mente è una strategia del demonio. Per questo continua nei suoi impegni di preghiera pur sentendosi bastonato fisicamente e psicologicamente dal demonio, che gli fa sentire il peso della sua rabbia.  Tobia e Sara hanno tanta voglia di uscire dal tunnel, e la  speranza di sentire rinascere l’amore per formare una famiglia  secondo Dio, di veder ritornare la salute per realizzare insieme  la vita, ma non conoscono i tempi e i momenti di Dio.  
Oltre tutte le sofferenze fisiche e psicologiche, il tormento  maggiore sta proprio nel tempo che passa senza vedere dei  frutti. Dopo otto anni di sofferenza e di preghiera, si avvicinano ai 40 anni di età. Temono di non arrivare in tempo per realizzare i propri sogni e una famiglia con propri figli.   
Il maggior vantaggio che hanno ottenuto dalla sofferenza è  il cammino di una intensa vita di grazia e di preghiera, di una  coerente vita cristiana nella purezza, come stanno vivendo.  Sono le fondamenta più sicure per sostenere un amore e una  famiglia e meritare la benedizione di Dio sul loro matrimonio.   C’è da credere che Dio premierà il loro impegno dimostrato nella prova e coronerà il loro cammino. Valorizzerà i tanti  meriti acquistati con la preghiera e la santificazione delle sofferenze. 
Tutto questo al demonio non piace, ostacola le preghiere  per impedire di realizzare il loro sogno, si ostina a dire che lui  rimarrà fino alla rovina di Tobia. Ha solo l’odio e la volontà di  fargli del male e di portarlo alla rovina eterna. Ma Dio la pensa diversamente e non abbandona certo il figlio che lotta e soffre lungo la strada della sua volontà.  
Non conosciamo quali altri progetti Dio abbia per valorizzare la sofferenza di questi due giovani. Dio si è un po’ nascosto con il silenzio, forse per rafforzare e rendere più adulta e  più meritoria la loro fede.  
Certamente vuole il loro vero bene e forse aspetta da loro  una risposta di piena fiducia e abbandono nelle sue mani, fidandosi completamente della sua paterna Provvidenza.  
Dato il rapporto dei due giovani con Dio e con la Regina  dell’Amore da una parte, e con il demonio dall’altra, c’è da  credere che Maria eserciterà la sua missione di vincere satana,  e proteggere i suoi figli. Le preghiere di Renato alla Regina  dell’Amore, già in terra e continuate in cielo per Tobia, concluderanno felicemente la dolorosa storia. 
Il demonio “nel nome di Cristo” mi ha confermato le apparizioni della Madonna a S. Martino. Come Tobia, anch’io  tengo buone relazioni con la Regina dell’Amore e la ringrazio  della sua fiducia.  
Il fatto di avere incontrato nella esperienza di esorcista,  per primo il giovane Tobia, di avere fatto un tratto di cammino insieme, di avere aperto con l’esorcismo delle finestre per illuminare anche la mia vita, mi induce a pensare che questo faccia parte di un meraviglioso disegno di Dio che sta per realizzarsi con Maria! 

FRATELLO ESORCISTA

Oggi sono necessari coloro che pregano per quanti non pregano.



Ama, prega, supplica! Oggi sono necessari coloro che pregano per quanti non pregano.

MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA

La preghiera è una cosa potente...



Angelo custode


Per mesi, la mia pronipote di 4 anni, Ellie, stava avendo incubi. Notte dopo notte, si svegliava urlando e piangendo. Mia nipote, Debbie, ha detto che era come avere un neonato di nuovo. Debbie (ed Ellie) stavano facendo un controllo e lei era pronta a portarla dal medico. Vedi, quando Ellie aveva due anni, ha contratto un'infezione virale e per poco non è morta. È rimasta in ospedale per mesi ed è stata intubata per un po' di tempo, il che è stato terrificante per tutti noi.

Una notte, mentre Debbie rimboccava le coperte a Ellie, le disse di chiedere aiuto a Dio. Disse: "Quando scendo, chiedi a Dio di mandare il Suo Angelo Custode a stare con te stanotte e a tenere lontani i cattivi pensieri e i brutti sogni." Debbie la sentì pregare mentre stava rimboccando le coperte dei ragazzi nella stanza adiacente. Pregò fervidamente per Ellie quella notte.

La mattina dopo, Debbie si svegliò e corse di sopra nel panico perché era la prima volta dopo mesi che Ellie non si era svegliata piangendo nel bel mezzo della notte. Eccola lì, che dormiva profondamente e russava!

Due settimane dopo ed Ellie non aveva avuto un incubo! Ogni notte, chiede protezione a Dio e al suo angelo. Quando Debbie chiese a Ellie perché pensava che gli incubi si fossero fermati, disse: "Credevo che Dio mi avrebbe aiutato e sapevo che Dio mi avrebbe aiutato e l'ha fatto, perché mi ama."

Debbie ha pianto a letto quella notte. Il giorno dopo, ha detto ad Ellie che Dio non sempre risponde ad ogni preghiera perché potrebbe non essere quello che Lui ha pianificato, ma quando ha paura o ha bisogno di aiuto, Dio ascolterà sempre e sarà lì per aiutare. La preghiera è una cosa potente e questa bambina di 4 anni la ottiene. Dio e il Suo Angelo Custode le hanno mostrato che è amata e importante.

Jude A.


venerdì 29 maggio 2020

Domande frequenti sugli angeli



***

4. Il nostro Angelo custode verrà riassegnato a qualcun altro dopo la nostra morte?
È generalmente concordato che il nostro Angelo custode non verrà riassegnato a un'altra persona dopo la nostra morte, perché il nostro Angelo custode è stato abbinato in modo univoco a noi da tutta l'eternità da Dio stesso al fine di aiutarci a svolgere la missione speciale nella nostra vita terrena per che ci ha creati. Per questo motivo, sembrerebbe improbabile che il nostro Angelo custode venga assegnato a un'altra persona dopo che avrà finito di guidarci. E così, dopo la nostra morte, si ritiene che il nostro Angelo Custode continuerà i suoi normali compiti nelle file degli eserciti celesti.

Se riceviamo la grazia di entrare in paradiso, adoreremo il Signore insieme al nostro Angelo custode, fianco a fianco nella liturgia celeste. Come scrisse San Tommaso d'Aquino, "Quando arriverà alla fine della vita non avrà più un Angelo custode, ma nel regno avrà un angelo per regnare con lui" (Summa Theologica, I, 113, 4). Ma se abbiamo la sfortuna di andare all'inferno, allora il nostro Angelo custode tornerà in paradiso da solo. Se andiamo in purgatorio, il nostro Angelo Custode aspetterebbe in paradiso, e poi verrà a scortarci in paradiso una volta che il nostro tempo in quel luogo di punizione sarà finito. Perché, come afferma San Giovanni Crisostomo, "se abbiamo bisogno di una guida per passare da una città all'altra, quanto più l'anima avrà bisogno di qualcuno che indichi la strada quando rompe i legami di carne e passa alla vita futura" (cfr Omelia su Lazzaro, 2,2).

5. I santi angeli o i diavoli possono conoscere i nostri pensieri segreti?
No non possono. Perché solo Dio stesso può sapere cosa stiamo pensando in ogni momento; solo Dio stesso può conoscere le profondità della nostra anima. Per questo motivo, San Tommaso d'Aquino afferma senza mezzi termini che "gli angeli non conoscono i segreti dei cuori" (Summa Theologica, I, 57, 4). Tuttavia, come continua a spiegare, a volte angeli e diavoli possono capire cosa potremmo pensare. E possono farlo in due modi: perché "il pensiero a volte viene scoperto non solo da un atto esteriore, ma anche dal cambiamento di espressione" (Summa Theologica, I, 57, 4). Ad esempio, il nostro viso può sembrare felice o triste, se stiamo pensando a pensieri edificanti o deprimenti. Inoltre, i nostri pensieri su altre persone possono riflettersi non solo in ciò che diciamo su di loro, ma anche dal modo in cui appaiono e reagiamo quando entriamo in loro presenza.

Dobbiamo tenere presente, quindi, che gli angeli e i diavoli hanno non solo un intelletto sovrumano, ma anche migliaia di anni di esperienza nell'osservare il comportamento degli esseri umani in tutti i tipi di condizioni e circostanze. Per questo motivo, possono apprezzare uno psicologo più abile ed esperto che spesso discerne ciò che potremmo pensare senza effettivamente conoscere i nostri pensieri o essere in grado di leggere le nostre menti. Potremmo quindi dire che, sebbene siano bravi a leggere i nostri volti, non sono in grado di leggere le nostre menti.

In questo contesto, è importante menzionare che, se volessimo dirigere volentieri i nostri pensieri verso un angelo (ad esempio nella preghiera mentale o nella conversazione interiore), allora l'angelo può "sentire" quei pensieri. Proprio come gli angeli comunicano tra loro con un atto della volontà, così possiamo comunicare con loro con un atto interiore della volontà.

6. Diventeremo come angeli in paradiso?
A volte questa domanda sorge perché Gesù ci ha rivelato nei Vangeli che "Nella risurrezione non si sposano né si danno in matrimonio, ma sono" come "angeli in cielo" (Mt 22:30; cfr. Mc 12,25; Lc 20:36). Qui bisogna sottolineare che non siamo chiamati ad essere angeli, ma ad essere come angeli. Per somiglianza indica somiglianza che è diversa dall'identità. Dio non intende, quindi, eliminare la differenza naturale tra uomini e angeli; in cielo saranno sempre distinti e complementari. L'uomo e l'angelo saranno quindi l'uno come l'altro in certi aspetti, mentre entrambi mantengono la loro natura. Quali sono questi aspetti?

Innanzitutto , va sottolineato che sia gli angeli che gli uomini sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Inoltre, questa perfezione originale di natura e grazia è portata a una perfezione superiore di natura e grazia in coloro che arrivano in paradiso. E così, poiché l'assimilazione dei santi angeli in cielo, quindi, è già completata nel loro stato di gloria quando finalmente arriveremo in paradiso, diventeremo come loro, non solo nella gloria personale che attualmente possiedono, ma anche in la loro divinità somigliante a Dio.

Secondo , gli angeli sono "creature puramente spirituali", "hanno intelligenza e volontà: sono creature personali" (CCC 330). Le nostre anime sono anche di natura spirituale. Siamo creati per lo stesso obiettivo finale e abbiamo ricevuto la stessa grazia santificante di Cristo. Questi sono i motivi per cui chiediamo agli angeli nella nostra preghiera di consacrazione, "illuminare la mia mente e il mio cuore in modo che io possa sempre conoscere e realizzare la volontà di Dio". Queste somiglianze ci aiutano a comprendere meglio il nostro "essere come gli angeli".

Terzo , saremo eternamente benedetti con la visione di Dio "come gli angeli", con la contemplazione, l'amore e il possesso perpetuo di Dio, la fonte di ogni bene; Lo adoreremo nella resa totale. Godremo tutti della comunione della Santissima Trinità. Perché "tutti noi, con i nostri volti svelati come specchi che riflettono la gloria del Signore, ci stiamo trasformando nell'immagine che riflettiamo in una gloria sempre più luminosa; questa è l'opera del Signore che è lo Spirito" (2 Cor 3 : 18).

Quarto , godremo della comunione dei santi, degli angeli e degli uomini, perché entrambi sono uniti a Dio, l'unico che è infinitamente santo nel suo stesso essere (naturale). Ecco perché chiediamo agli angeli nella preghiera di consacrazione "portami all'unione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo".

In quinto luogo , in cielo ci saremo uniti alla compagnia dei santi angeli. Pertanto, non solo godremo del perfetto riposo e della realizzazione di tutti i desideri in modo che saremo "come gli angeli" - in pace, immacolati, pieni di gioia, luce e vita - ma parteciperemo anche alla perfezione, ricchezza, bellezza e gloria. Perché "i giusti brilleranno come il sole" (Mt 13:43) e si troveranno in paradiso liberi da dolori, lacrime, tristezza, sofferenza e morte.


Infine , in cielo vivremo per sempre in intima comunione con Gesù e tutti gli angeli per la glorificazione di Dio (cfr Gv 17, 24; Ef 1, 12,14), come descrive il Libro dell'Apocalisse: "Ho guardato, e Ho sentito intorno al trono e alle creature viventi e agli anziani la voce di molti angeli, numerando miriadi di miriadi e migliaia di migliaia, dicendo ... "Degno è l'agnello ..." e gli anziani caddero e adorarono "(Ap 5: 11-14). La vita in cielo sarà una gloriosa liturgia di lode che unirà sia gli angeli che i santi nel canto incessante della gioia: "Santo, Santo, Santo" sei Tu, "Signore, Dio degli eserciti" (cfr Ap 4, 8) -10).

***
Opus Angelorum

L’umanità non cammina, non procede a passo fermo, passa soltanto, senza lasciare tracce di Vita Eterna.



GOVERNO UNICO, MONETA UNICA, RELIGIONE UNICA


NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

L’umanità non cammina, non procede a passo fermo, passa soltanto, senza lasciare tracce di Vita Eterna. Si sono associati con la malvagità, con l’affanno di far sparire il Mio Popolo, questa è la consegna del maligno, che in alleanze con le grandi Nazioni, alle spalle dell’umanità, ha stretto la mano per impossessarsi del potere mondiale, ma poi tradirà quelli che gli hanno stretto la mano per instaurare il governo unico, la religione unica, la moneta unica. 


28.06.2015

SE MI APRI LA PORTA...



La pace innanzitutto

Fatti un po' di coraggio, anima cara, e non ripiegare tanto su te stessa, comunque tu sia. Non importa che sia grande la tua miseria, se è grande anche la tua buona volontà.
Ogni pensiero che ti turba, scaccialo risolutamente e reagisci con un pensiero buono. Il turbamento è il fumo della superbia. Sia consolazione per te il far morire subito, per mio amore, qualunque artificio dell'amor proprio.
La pace è la prima cosa che vi ho augurato nella notte del mio Natale, perché è indispensabile per il benessere dell'anima. Fatti animo, amami tanto, anche se ti sembra che sia un amore che non valga nulla.
Io lo gradisco così e lo desidero tanto. Lo sai che Io non faccio preferenze di persone; chiunque mi cerca, con purità d'intenzione, mi trova, anche se avesse trascorso una vita di peccati e di infedeltà. Concesso il perdono, dopo una buona confessione, l'anima ritorna nell'innocenza.
Offrimi la sofferenza che provi nell'essere tentata e nel sentirti tanto miserabile, a salvezza dei peccatori che non hanno il più piccolo rimorso e, benché adagiati sull'orlo di una possibile eterna dannazione, vivono tranquilli.
Le aridità e le apparenti apatie del tuo animo non indispongono il mio amore verso di te; anzi mi animano a starti doppiamente vicino, per essere pronto a ogni tuo pericolo di cadere e di raffreddare il nostro amore.

Non turbarti quando le forti tentazioni sembrano macchiare la coscienza e allontanarti da Me, con i loro insistenti assalti.
Non tutti i movimenti interni sono da te voluti e quindi non costituiscono peccato.
È la battaglia del cristiano, che decide del suo valore intrinseco. Io sono sempre vicino all'anima combattente. Lascio sola soltanto l'anima superba che crede di non aver bisogno di Me.

All'anima debole, ondulante per infermità fisica o morale, non rifiuto i miei soccorsi. Un solo sguardo di implorazione mi fa essere premuroso medico di tutte le sue debolezze. Me lo cerco Io questo ufficio di pietoso infermiere; ringrazio quelle anime che ricorrono prontamente a Me.

DON RENZO DEL FANTE

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie 


Lucia Dos Santos 

Lucia di Fatima dubitò dell'autenticità delle apparizioni,  dopo che fu interrogata dal parroco del suo paese, alla presenza  della mamma. 
Essa scrive: "L'interrogatorio fu molto minuzioso, quasi  oserei dire, estenuante. Il reverendo mi fece una piccola avvertenza, perché diceva: "Non mi pare una rivelazione del Cielo.  Quando queste cose succedono, di solito il Signore ordina alle  anime a cui si rivela di riferire quanto succede ai loro confessori  o parroci; ma questa, al contrario, si nasconde il più possibile.  Ciò può anche essere un inganno del demonio. Vedremo. Il  futuro ci dirà quel che dobbiamo pensarne". 

Quanto mi fece soffrire questa riflessione, solo nostro  Signore può saperlo, perché solo Lui può penetrare nel nostro  intimo. Cominciai allora a dubitare che le manifestazioni fossero  del demonio, che cercava con quel mezzo di condurmi alla  perdizione. E siccome avevo sentito dire che il demonio porta  sempre la guerra e il disordine, cominciai a pensare che, realmente, da quando vedevo quelle cose, non c'era più stata allegria  né benessere in casa nostra. Che angoscia ne provavo! Manifestai  il mio dubbio ai cugini. Giacinta rispose: "Non è il demonio, no!  Il demonio dicono che è molto brutto e che sta sotto terra, nell'inferno; invece quella signora è così bella, e noi l'abbiamo  vista salire al cielo!". 
Dio si servì di queste parole per dissipare un po' il mio  dubbio. Ma, nel corso di quel mese, perdetti l'entusiasmo per la  pratica del sacrificio e della mortificazione, ed ero in dubbio se  decidermi a dire che avevo mentito, per finirla così del tutto. 
Giacinta e Francesco mi dicevano: "Non fare così! Non  vedi che proprio adesso tu stai per mentire, e mentire è peccato". 
Stando io così, ebbi un sogno che aumentò ancor di più le  tenebre del mio spirito: vidi il demonio che , ridendo perché mi  aveva ingannato, si sforzava di trascinarmi all'inferno... Questo  sogno lasciò nel mio spirito una nuvola di vera paura e preoccupazione. L'unico mio sollievo era rimaner sola, in qualche cantuccio solitario, per piangere liberamente. Cominciai a sentir noia  perfino della compagnia dei miei cugini e perciò cominciai a  schivarmi anche da loro... 
Si avvicinava il 13 luglio e io ero in dubbio se andarci  ancora o no... Giacinta e Francesco facciano quel che vogliono; io  non torno più alla Cova d'Iria. La decisione era presa, e io ben  decisa a metterla in pratica" (v. Memorie di Suor Lucia —Vice —  Postulazione della beatificazione dei veggenti — Fatima maggio  1980, pp. 68-69). 
Lucia, spinta da una forza cui non le era facile resistere, 
andò il 13 luglio all'appuntamento con la Vergine. 
Dopo la lettura di queste pagine delle Memorie di Lucia,  viene alla mente una considerazione ovvia; se il solo dubbio  avanzato dal parroco sull'origine diabolica delle apparizioni, ha  messo in crisi Lucia fino a indurla a chiedersi se fosse il caso di  dire che aveva mentito, e a farla decidere di non andare più alla  Cova d'Iria, non ci si può meravigliare se Adelaide ha negato di  avere visto la Vergine, considerate le condizioni in cui si è trovata, e senza l'aiuto morale che ricevette Lucia dai cugini Giacinta e Francesco. 

Severino Bortolan

Guarda la stella, invoca Maria



O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo alla tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di questa Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se, turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza, e sei per cadere nell' abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei, non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata.

È L’ORA DI “FATIMA!”. PREPARATEVI ALLO SCONTRO DI DUE COMETE NEL CIELO! È IL SEGNO DEL MIO RITORNO TRA VOI.



Preparatevi allo scontro di due comete nel cielo! … È il segno del mio ritorno tra voi.
Chiedo con tutto il mio amore il vostro ravvedimento. O uomini, che non credete in Me, convertitevi a Me perché solo in Me è la salvezza.
Oggi andate per il mondo alla ricerca di cose buone ma in verità sappiate che mai più le troverete perché tutto è marcio, il Demonio si è preso tutto, il buono è stato trasformato in male, perciò, se vi amate e amate la vostra vita e quella dei vostri cari tornate in fretta a Colui che tutto può.
Oggi posso richiamarvi ancora alla conversione, poi non ci sarà altro tempo; il mio dire finisce qui. … Ci incontreremo faccia a faccia, Io giudicherò ogni uomo.
Pregate e digiunate dalle cose del mondo, … venite a rifocillarvi al mio Petto.
Io, quale Padre e quale Madre, verrò a voi per stringervi forte a Me, donarvi protezione e conforto.

Ho il cuore dolorante a causa di questa Umanità incancrenita nel peccato, non vedo il suo ritorno a Me, non c’è ravvedimento, il suo andare è nella vita di questa Terra che oggi si spegnerà per sempre.
È tempo di dire Basta alle cose della Terra, è giunta l’ora di pregare e supplicare la misericordia del Padre.
Mostratevi accoglienti di questo mio appello e fatevi avanti, venite a Me rinunciando a Satana, preferite le Cose di Dio a quelle del mondo.
Questo tempo è breve, non avrete altra occasione per tornare a Me se non in questi ultimi istanti di vita che vivete ancora su questa Terra.
Il Cielo è giunto al suo Basta, il braccio del Padre già si abbassa a questa Umanità malvagia che verrà distrutta a causa del peccato al quale non ha saputo rinunciare.
Le stelle in cielo si allineano, … alla luce di questo movimento noterete cose nuove.
Affrettatevi, figli miei, non abbiate timore di tornare a Me, voltate le spalle a Satana!
Chi sarà con Me avrà la vita eterna!
Chi sceglierà Satana andrà con lui nella perdizione eterna.

Sollevatevi in fretta da tutto il male che è intorno a voi.
Dichiaratevi figli del Dio vivente ed entrate in battaglia.

L’ora è rumoreggiante, il Cielo già si abbassa alla Terra!
… È l’ora di “Fatima!”.
Amen!
Carbonia 27-05-2020

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO



Come canteremo le glorie del Sangue?

Il Sangue di Cristo [...] è il cibo della mente per la verità; è il cibo del cuore per l'amore che profonde; è la veste regale che ricopre le nostre membra piagate; è la chiave misteriosa di tutti i tesori del Cuore di Gesù; la mistica corrente per cui si sale al Mistero; la meravigliosa forza per cui ci si unisce a Dio! Come canteremo le glorie del Sangue di Cristo?
Con il dolore e con l'amore, così come l'ha versato Gesù. q. 14 

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

LA PRESENZA REALE




AMIAMO IL SANTISSIMO SACRAMENTO

Amerai il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. Deuteronomio, VI, 5.


I. - Quando sarò elevato da terra, attirerò ogni cosa a me. Dapprima fu dall'alto della croce che Nostro Signore attirò a sé tutte le anime, riscattandole. Ma è pure certo che Gesù, pronunziando queste parole, accennava al suo trono eucaristico, appiè del quale vuole attirare tutte le anime per legarle con le catene dei suo amore. Vuole mettere in noi un amore appassionato verso di lui.
Un'idea, una virtù, che non diventano amore appassionato, non produrranno nulla di grande. L'affezione di un fanciullo non è amore secondo tutta la forza della parola: esso ama per istinto e perché si sente amato, ama se stesso in coloro che gli fanno del bene.
Un domestico può dedicarsi tutto al suo servizio, ma non amerà davvero, se non si dedica ai suoi padroni per affetto e senza alcuna mira d'interesse personale.
L'amore trionfa allora, solo che è una passione della nostra vita. Si possono produrre atti isolati d'amore più o meno frequenti, ma la nostra vita non è impegnata, non è donata. Ora, finché non avremo per Gesù in Sacramento un amore appassionato, non avremo fatto nulla. Nostro Signore certo ci ama appassionatamente, ciecamente, senza punto pensare a se stesso, sacrificandosi tutto per noi: bisogna dunque ricambiarlo!

II. - Il nostro amore per essere appassionato deve subire le leggi delle passioni umane. Io parlo delle passioni ordinate, naturalmente buone, giacché le passioni in se stesse sono indifferenti: noi le rendiamo cattive volgendole al male, ma sta a noi il servircene pel bene.
Una passione che domina un uomo lo concentra. Quel tale vuol giungere a quella posizione onorevole ed elevata. Egli non lavora più ad altro fine. Ci vorranno dieci, venti anni, egli dice, non importa: ci arriverò. Fa unità, ossia fa servire ogni cosa al suo intento, lasciando tutto quel che non lo condurrebbe alla sua meta.
Un altro vuol farsi una fortuna, se ne traccia la grandezza e dice: Io giungerò a possedere tutto questo. Lavora, non guarda alla fatica, tutto gli serve: intanto, è indifferente per ogni cosa che non riguardi il suo progetto.
Un altro ancora vuol giungere ad un onorevole matrimonio. Come a Giacobbe, sette anni di servizio sono per lui poca cosa. Se fa bisogno, né ricomincerà altri sette: Avrò la mia Rachele! Tante fatiche gli sembrano molto lievi per la grandezza del suo amore. Ecco in qual maniera si riesce nel mondo. Queste passioni possono diventar cattive e troppo spesso non sono che una serie d'iniquità, ma per se stesse possono essere oneste.
Senza una passione non si giunge a nulla, la vita è senza scopo e passa inutilmente.

III. - Or bene, anche nell'ordine della eterna salute abbiamo bisogno di una passione che domini la nostra vita e le faccia produrre, per la gloria di Dio, tutti i frutti che Dio stesso né attende. Amate con passione una data virtù, una verità, un mistero: dedicate ad essi la vostra vita, consacratevi pensieri e lavoro; che altrimenti non giungerete mai a nulla, non sarete che un lavorante a cottimo, non mai un eroe!
Abbiate un amore appassionato per l'Eucaristia. Amate Gesù in Sacramento con tutto l'ardore con cui si amano gli uomini nel mondo, ma per motivi soprannaturali, ben s'intende.
A tal fine cominciate col mettere la vostra intelligenza sotto l'influenza di questa santa passione. Nutrite in voi lo spirito di fede, persuadetevi invincibilmente della verità dell'Eucaristia, della verità dell'amore di cui Nostro Signore vi dà prova. Abbiate una grande idea, quasi una contemplazione estatica della presenza e dell'amore di Gesù: in tal modo voi date al vostro amore un focolare che né alimenterà la fiamma, e sarà costante.
Un uomo di genio concepisce un capolavoro, lo abbraccia con lo sguardo dell'anima, né è rapito. Lo eseguirà con tutti i mezzi possibili, a costo di qualsivoglia sacrificio; non sarà mai né stanco, né disgustato, che il suo lavoro domina tutta la sua vita; se lo vede innanzi, non può distoglierne il pensiero. Ebbene, mirate Gesù nel Santissimo Sacramento, contemplate il suo amore, siatene penetrato e rapito. E voi esclamerete attonito: Com'è dunque possibile che Gesù mi ami al punto di darsi a me sempre, senza stancarsi mai?
La vostra mente si fissa allora su Nostro Signore, tutti i vostri pensieri si volgono a cercarlo, a studiarlo; sentite il bisogno di penetrare le ragioni del suo amore; nello stupore, nel rapimento il vostro cuore lascia sfuggire questo grido: Come mai potrò rispondere a tanto amore?
Ed ecco, l'amore va crescendo nel vostro cuore: si ama assai quello soltanto che ben si conosce. Il cuore si slancia verso il Santissimo Sacramento; che non ha pazienza d'appressarsi passo a passo. Gesù Cristo mi ama! mi ama nel suo Sacramento! Il cuore spezzerebbe, se potesse, le pareti che lo racchiudono, per unirsi più strettamente a Nostro Signore.
Vedete i Santi: l'amore li infiamma, li fa soffrire, li trasporta; è un fuoco che consuma le loro forze e finisce col farli morire.
Oh morte felice!

IV. - Che se non giungiamo tutti fin là, tutti possiamo amare appassionatamente Gesù e lasciarci dominare da questo amore.
Non amate voi qualche persona? O madri, non avete voi un amore appassionato per i vostri figli? Spose, forse che non amate appassionatamente i vostri sposi? E voi, figli, non sentite tutta la dolcezza dell'affetto verso i vostri genitori? Or bene, applicate questo vostro amore a Gesù. Non vi sono due amori, ma uno solo. Egli non vi domanda di avere due cuori, uno per Lui e l'altro per quelli che amate su questa terra.
O madri, amate dunque il Santissimo Sacramento col vostro cuore di madre, amatelo come un figlio! Spose, amatelo come vostro sposo! Figli, amatelo come vostro padre!
Abbiamo una sola potenza di amare, ma capace di abbracciare oggetti diversi, con motivi diversi. Certuni amano alla follia i parenti, gli amici, e non sanno amare il Signore. Ma quel che facciamo per la creatura è quello stesso che dobbiamo fare per Dio: con questa differenza soltanto, che Iddio va amato senza misura e sempre più.

V. - Un'anima, che ama a questo modo, non ha più che una vita e una potenza, Gesù in Sacramento.
Egli è là, ed essa vive di questo pensiero. Egli è là! Tra Gesù e l'anima vi è allora corrispondenza, unione di vita.
Perché non vi giungeremmo?
Noi risaliamo diciannove secoli indietro per cercare gli esempi di virtù nella vita mortale di Nostro Signore. Ma Egli potrebbe dirci un giorno: Mi avete amato nel presepio, perché mi trovaste dolce e amabile; mi avete amato sul Calvario, perché ho cancellato i vostri peccati; perché dunque non mi avete amato nel Santissimo Sacramento, ove sempre ero con voi? Vi bastava venire, io ero là, poco lungi da voi.
Nel giudizio, non saranno tanto i nostri peccati che ci spaventeranno: ci furono perdonati per sempre; ma nostro Signore ci rinfaccerà il suo amore: Mi avete amato meno delle creature. Non avete fatto di me la felicità della vostra vita. Non mi avete amato abbastanza per vivere di me.
Ma noi potremmo dire: Siamo dunque obbligati ad amare così? Lo so che non è scritto il precetto di amare in tal modo, e ve n'è bisogno? Nulla lo dice, tutto però lo grida: la legge è nel nostro cuore.
Mi spaventa il pensiero che tanti cristiani si occupano volentieri e sul serio dei vari misteri, della vita, passione e morte di Nostro Signore, si danno al culto di qualche santo, ma dimenticano Gesù in Sacramento. Ma perché, ditemi, perché? Ah, perché non si può riguardare attentamente il Santissimo Sacramento senza sentirsi costretti a dire: Bisogna che io lo ami, che vada a visitarlo: non posso lasciarlo solo, mi ama troppo!
Gli altri misteri sono fatti storici che non vanno dritti al cuore: sono oggetto soprattutto di ammirazione: qui bisogna darsi, rimanere e vivere in Nostro Signore.
L'Eucaristia è la più nobile aspirazione del nostro cuore; amiamola dunque di un amore appassionato. Si dice: tutto questo è esagerazione. Ma l'amore è esagerazione. Esagerare è superare la legge; l'amore deve esagerare.
Non è forse esagerazione l'amore che Gesù ci dimostra restando con noi in tanta umiliazione? Chi vuole attenersi a quello cui è assolutamente obbligato, non ama. Ama colui che sente in sé la passione dell'amore.
Voi avrete la passione dell'Eucaristia quando Gesù in Sacramento sarà il vostro pensiero abituale, quando la vostra felicità sarà di venite ai suoi piedi, il vostro desiderio costante quello di fare il suo beneplacito. Orsù, entriamo in Nostro Signore! Amiamolo un po' per lui stesso; sappiamo dimenticarci e darci a questo buon Salvatore. Immoliamoci dunque un poco!
Vedete questi ceri, questa lampada che si consumano senza lasciar nulla, e nulla riservare per sé. Perché non saremmo per Gesù un olocausto, di cui non resti niente?
No, non viviamo più noi stessi; solo viva in noi Gesù Sacramentato! Egli ci ama tanto!

di San Pietro Giuliano Eymard

Il segnale...Da leggere!




Le grandezze di Gesù



Alla santa umanità di Gesù


a) Gesù Principio dell’ordine soprannaturale

Nella SS. Trinità il Figlio di Dio è congiunto al Padre in unità di Essenza, nella Incarnazione è congiunto alla umanità in unità di Persona. Nella divinità è congiunto al Padre in unità di principio per produrre la terza persona dello Spirito Santo; nella Incarnazione è congiunto alla Umanità in unità di Persona per essere con essa e per mezzo di essa il Principio di tutto l’ordine della grazia e di tutta la santità della terra e del Cielo. L’essere e l’ordine della natura è dal Figlio ordinato al Padre; l’essere e l’ordine della grazia e della gloria è ordinato al Figlio dalla sua Umanità e per mezzo di essa il Figlio opera e compie questo essere e questo ordine, avendola scelta come strumento congiunto con la divinità.
La divina Essenza è una grazia sostanziale: e Voi, o Umanità santa, come unita al Verbo, siete un’altra sorta di grazia sostanziale e sussistente personalmente nella Santità divina e increata. Come gli accidenti e proprietà fluiscono dalla sostanza, in questa esistono e da essa dipendono, così gli effetti di grazia hanno in Voi la loro radice e la loro sussistenza, o Umanità deificata, o Divinità umanata!
In tal modo, l’Uomo Dio, il Verbo Incarnato, il Figlio unico dell’Eterno Padre in Cielo e di Maria in terra è nell’ordine della Grazia ciò che è la sostanza riguardo ai suoi accidenti, ciò che è il sole riguardo alla luce; Egli possiede eminenza, influenza, potenza: una eminenza suprema, una influenza universale, una potenza singolare e assoluta sopra tutto lo stato della grazia e sopra tutti gli effetti che ne procedono.
Come nell’Eternità, per l’Essenza che riceve dal Padre, il Figlio è principio dello Spirito Santo, Spirito eterno e increato: così nel corso dei tempi, per l’essenza che riceve dalla sua Madre, ossia, per l’organo della nostra umanità, Egli è una nuova sorgente, sorgente viva e potente, di tutta la santità creata, di tutte le grazie infuse, di tutti gli aiuti divini, di tutte le attività sante della terra e del Cielo, del tempo e dell’eternità.

b) Immensità degli effetti di grazia derivanti dalla Umanità di Gesù.

O eccesso! o abisso! Non si possono contare le stelle del Cielo, le foglie delle foreste, i granelli di sabbia del mare, benché queste cose siano limitate nel loro numero e nel loro valore; ma chi potrebbe contare il numero e stimare il valore, la singolarità di tutti gli effetti della grazia? di tutti i suoi effetti nel Cielo in tutti i santi, sulla terra in tutti i giusti, ed anche nei peccatori che resistono alla grazia che viene loro offerta? Chi potrebbe degnamente considerare le grazie contenute nell’estensione dei secoli sino alla fine del mondo, e nella infinità della durata di una Eternità; di una Eternità che non ha altra vita che la vita della grazia, che non è altro che santità in tutti i suoi aspetti, che è tutta ripiena e occupata di effetti di grazia e di gloria?

Orbene tutti questi effetti, sia di Dio verso gli uomini, sia degli uomini verso Dio, tutti si riferiscono e sempre si riferiranno a Voi, o Gesù, come alla loro origine. O sostanza! O origine di grazia! Come qui risplende in Gesù, una grandezza immensa, per riguardo alla grazia!

c) Gesù sostanza dell’ordine della grazia.

L’ordine della natura, tutto questo Universo che vediamo così esteso e diffuso in ammirabile varietà, è diviso in due entità differenti, la sostanza e l’accidente, che comprendono tutte le varietà di questo mondo. L’ordine della grazia ha pure i suoi accidenti e la sua sostanza: la sua sostanza nel Figlio di Dio Incarnato, i suoi accidenti nei santi e nei servi di Lui.
Ma con questo vantaggio che l’Uomo Dio è la sostanza unica e singolare di tutto l’ordine della grazia, mentre l’ordine della natura è diviso e diversificato in tante sorti di sostanze. L’ordine della grazia, essendo più eccellente e più strettamente vicino alla divinità, è anche più vicino alla Unità, che è tanto celebrata nella Divinità; quindi non ha che una sostanza deificata, come non vi è che una Essenza e Sostanza divina.
Gesù, inoltre, nel quale consideriamo una sostanza eccellente e unica nell’ordine della grazia, non fa solo da sostegno, come la sostanza riguarda ai suoi accidenti, ma è sostanza originaria, ossia causa di tutto l’ordine della grazia: da Gesù fluisce e emana incessantemente la grazia, in Cielo e in terra, come gli accidenti fluiscono dalla loro sostanza, e come la luce, in Cielo e in terra, emana dal sole.

d) Sublime preziosità della grazia.

Eleviamoci ad un oggetto più degno, ad un esemplare più divino: questa Emanazione della grazia è una sorta di Divinità creata, della quale Dio ha detto: Ego dixi Dii estis (Sal 81, 6), e una insigne imitazione della grande, nobile e prima Emanazione del Figlio nella Divinità, il quale guarda alla prima persona come a suo Padre e suo Principio.
Dobbiamo quindi riconoscere e onorare in Gesù due emanazioni differenti, l’una derivante dall’altra: la sua Emanazione dal Padre nella sua propria Persona, e la Emanazione della grazia da Lui, ad omaggio e imitazione di quella emanazione ch’Egli stesso ha dal suo Padre. Questa seconda emanazione ci svela e ci manifesta uno stato ammirabile e perpetuo di Gesù, stato che è fondato nei più alti e più segreti misteri della Religione cristiana, e deve servire di regola e direzione alla nostra pietà verso di Lui.
Come nella SS. Trinità le divine Persone hanno rapporto e relazione al loro Principio e loro origine, non sussistono che in tali proprietà e relazioni e vivono felicemente in questo sguardo vicendevole, in questa relazione, in questo Amore reciproco: così nell’ordine della grazia, che è imitazione perfetta, ritratto al vivo, partecipazione formale della Divinità, tutta la santità creata ha un rapporto eccellente al Figlio di Dio, uno sguardo singolare al Verbo Incarnato ed ha vita in Gesù, come in Colui che si chiama ed è la Vita, e che è il Principio e l’Esemplare di tale santità.
E gli spiriti che possiedono questa santità creata, guardando e adorando Gesù, adorano e imitano, nella Santità divina e increata, lo sguardo e la relazione eterna dello Spirito Santo verso il Padre e il Figlio, e del Figlio verso il Padre come alla sua origine. Da ciò deriva che, come la Santità increata è sussistente nelle mutue relazioni delle Persone che procedono verso quelle da cui procedono, così la santità creata ha la sua sussistenza in questa relazione, in questo sguardo, in questo rapporto singolare verso Gesù e la sua Umanità santa da cui è derivata; e così noi possiamo contemplare Gesù, amare Gesù, vivere in Gesù, perché Egli è la Vita e vuol essere la nostra Vita, fin d’ora e nella eternità.

Card. Pietro de Bérulle