RELIGIOSA DELLA VISITAZIONE
SANTA MARIA DI CHAMBERY
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Il 7 marzo 1868 Nostro Signore manda la sua umile Serva a benedire la provvista, quasi esaurita di patate. Egli le ordina di mettersi in ginocchio e di umiliarsi molto, poi di fare tre segni di Croce “nel Nome e a Gloria della SS. Trinità”. L'umile Conversa conobbe in questo momento che la SS. Trinità aveva accolto la sua preghiera. La sera, essa ci disse: “Madre mia, bisogna credere che avremo delle patate fino al nuovo raccolto, Nostro Signore l'ha detto”. Infatti, contro ogni umana previsione, il piccolo mucchietto di patate non diminuì più; benché si sopperisse con quello largamente ai bisogni della Comunità e dell'educandato. Se ne ebbero così fino alle nuove... e le ultime che furono consumate in giugno, erano così buone e fresche che parevano di nuovo raccolto. Le nostre Sorelle addette alla cucina, non sapevano che pensare e dicevano: “E' cosa straordinaria: è un miracolo”. (Manoscritto)
Il 19 luglio 1885 Suor M. Marta aveva fatto un'accurata e abbondante raccolta di fragole; il giorno seguente, mentre era intenta a raccogliere delle susine, si sente come un interno impulso di ritornare al fragolaio: “Gesù mio, è inutile - essa dice - è inutile; ieri ho preso tutto, non ve ne sono più”. Ma l'ispirazione non le dava tregua; cedendo alfine, qual è la sua meraviglia nel vedere i ramoscelli curvi sotto il peso di grosse e magnifiche fragole! “Figlia mia, le ho messe lì per procurarti il piacere di offrirne alle tue Sorelle... - Oh! grazie, buon Maestro! concedetemene altrettante l'anno venturo”.
Le nostre Sorelle anziane ricordano con ammirazione, la prodigiosa quantità di frutta che forniva allora il giardino. Pare che il Signore si compiacesse di moltiplicarle, perché la sua Diletta era incaricata di raccoglierle: “Tu sei il piccino della famiglia che è mandato alla raccolta - le diceva Gesù - e il Padrone mette tutto ciò che è necessario perché tu ne trovi”.
Durante un Ritiro, la nostra Sorella dovette andare, per obbedienza, e con sacrificio, a raccogliere l'uva per la conserva. Ora, attesta la nostra On.ma Madre Teresa Eugenia, accadde che la nostra cara Sorella riempì nove ceste in un appezzamento di già vendemmiato... Meravigliate della quantità raccolta, noi le dicemmo: “Ma dove l'avete presa? - Ebbene! sì, rispose, io non so come ciò avvenga; ma quando ho tagliato un grappolo ne vedo tosto un altro di fianco”.
Un simile argomento di meraviglia suggeriva in altro tempo questa riflessione a una Sorella giardiniera: “Proprio non capisco come ciò avvenga! Non si vede nulla su gli alberi, e ciò nonostante la mia Sorella Maria-Marta riempie tutti i giorni dei panieri di frutta”.
Una volta nella Casa manca l'olio da ardere. Nella pressante necessità, ci si rivolge alla Serva di Dio. Questa, sebbene non avesse rinnovata la provvista, trovò il suo recipiente così poco avviato che essa ebbe la soddisfazione di accontentare le sue Sorelle.
Quando il vino prendeva di spunto nelle botti, o le patate marcivano in cantina, l'obbedienza mandava Suor Maria-Marta a portarvi rimedio. Armandosi del Segno della Croce, essa invocava la SS. Trinità e le Sante Piaghe di Gesù. Il vino ritornava eccellente, e le parti già marcite delle patate, seccavano mentre il resto veniva preservato.
Le Religiose, che per attribuzione d'ufficio, avevano constatato i guasti, non sapevano spiegarsi questi prodigi e li attribuivano alla santità della loro Superiora (3) . Quanto a nostra Madre essa taceva e registrava tutto.
Il debito di riconoscenza della nostra Comunità verso la Serva di Dio è grande specialmente in riguardo ai benefizi spirituali che essa c'impetrò.
“Dio solo può giudicarne ed enumerarli”, leggiamo in un manoscritto ove sono racchiuse le attestazioni delle Superiore, che sole erano a cognizione dei fatti.
La Comunità, non ne sapeva nulla. Ma, benché fossero ignorate le meraviglie di grazia che si compivano in quest'anima pura, in generale si nutriva gran fiducia nelle sue preghiere, che tutto portava a credere, fossero molto gradite al Signore; perciò nei momenti dolorosi, ci si raccomandava volentieri alle sue orazioni. E allora con uno sguardo, una parola, la pia Conversa sapeva procurare quel conforto di cui l'anima aveva bisogno.
Una giovane Sorella le domandò un giorno: “Che cosa si deve fare, mia Sorella Maria - Marta, per essere un po' accarezzata dal buon Dio?”. Suor Maria-Marta fissò un istante la sua interlocutrice. “Giammai, - dichiara questa Sorella - giammai dimenticherò questo sguardo!.. questi occhi largamente aperti, limpidi, scrutatori, che investigavano, mi sembrava, fin le più intime profondità dell'anima mia. Provavo una sensazione indefinibile, commovente tanto più, che così rare volte si vedevano sollevate le palpebre della cara Conversa. Dopo pochi secondi, che mi parvero lunghi, la Serva di Dio mi rispose con un'autorità dolce insieme e indulgente: “Sorellina, non bisogna vedere che Lui!... non bisogna pensare che a Lui!... non amare che Lui!... niente altro che Lui!...”.
“Alla medesima domanda di un'altra Sorella, dava per risposta: “Sorella mia, bisogna molto umiliarsi!.. molto.. molto umiliarsi!”.
“Questi consigli aggiunge nostra Madre, erano veramente la gran parola di Dio per queste anime!...” (Manoscritto)
Si comprende facilmente, che le nostre Superiore, ricorressero volentieri a quest'anima eletta, quando qualche pericolo minacciava il Monastero.
Il Signore, sensibile alle preghiere della sua piccola privilegiata, degnava rassicurarle per mezzo di lei: “Io sono il Guardiano di questa Comunità... La proteggerò sempre”, Egli diceva con infinita bontà.
Le assicurazioni di preservazione aumentavano coi pericoli. Nel mese d'agosto del 1870, Nostro Signore faceva portare queste parole a nostra Madre: “Dì alla tua Superiora di non avere inquietudini: il male non si avvicinerà a voi”.
Il febbraio 1871, E gli rinnovava le sue promesse d'immunità: “Il demonio è arrabbiato con la Comunità, perché ho posto qui una sorgente di grazie, con la Devozione alle mie Sante Piaghe. La tua Comunità è come una nave sopra un mare in tempesta, ma non perirà: Io sono il suo Pilota”.
Nel 1873, nel 1878, nuove assicurazioni: “Io conosco per nome tutte le mie Spose... e amo molto vedere quelle che Mi sono fedeli.
“Mio buon Maestro, se ci conoscete tutte, ci custodirete, non è vero? e ci conserverete ancora il nostro buon Padre Signor Bouvier?.. - Io vi custodirò nel vostro Monastero, vi donerò la mia pace, vi conserverò ancora il vostro buon Padre, perché egli vi è necessario”. (4)
Più frequenti ancora divenivano queste divine promesse nell'anno 1880. Nell'ottava del Corpus Domini, mentre
Suor Maria-Marta rinnovava le sue umili suppliche, Gesù Bambino degnò comparirle e, mettendosi un ditino sul Cuore, le disse: “Figlia mia, sebbene questo Cuore non vi ripeta ad ogni istante che vi custodirà, basta che ve l'abbia detto una volta. I motivi di timore sono molti, è vero, ma non temete, o piccolo gregge... Ho promesso di preservarvi”.
L'8 maggio 1881, la nostra Sorella era occupatissima nell'orto alla raccolta delle frutta, che si annunciava abbondantissima, quando al pensiero dei pericoli che si facevano sempre più minacciosi, si mise a supplicare il Signore di lasciarci godere di questa bella frutta, che ci aveva accordata con tanta liberalità: “Vedete, buon Maestro, che incanto abbiamo qui!... e i “cattivi” vorrebbero distruggere tutto”. Subitamente Nostro Signore le apparve pieno di maestà e di bontà: “Figlia mia, - le disse, cingendo con gesto protettore il nostro recinto, a capo del quale Egli si trovava, - i cattivi guardano e Io custodisco”.