§. III.
Il terzo e il quarto angelo.
Cap. VIII. v. 10-13.
I. Vers. 10. E il terzo angelo suonò la tromba, e cadde dal cielo una gran stella ardente come fiaccola, e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle fonti delle acque. Questo terzo angelo è l‟eretico Pelagio monaco, che ebbe come discepolo, coetaneo e seguace Celestino, anche lui monaco, al tempo degli Imperatori Arcadio e Onorio e Papa Innocenzo I, mentre s. Agostino era vescovo di Ippona. Contro del quale fu convocato, nell‟anno 416, il Concilio di Milevi, che lo condannò. Anche il Concilio di Efeso, uno dei quattro più importanti, radunatosi contro Nestorio, ribadì la condanna delle eresie di Pelagio. Questi sparse i suoi errori in Siria e in Britannia, sua patria, mentre i suoi seguaci e discepoli fecero lo stesso in altri luoghi. Costui 1° anteponendo il libero arbitrio alla grazia divina, insegnava che l‟uomo è giustificato per i propri meriti, e non per la misericordia di Dio, per mezzo di Cristo e senza merito da parte dell‟uomo, ma anzi che l‟uomo con le proprie virtù e opere naturali può acquisire agli occhi di Dio una vera e solida giustizia, e il perdono dei peccati deriva non dalla fede di Cristo, ma dai nostri sforzi. 2°. La morte di Adamo non fu dovuta al pecca-to originale, ma alla condizione della natura umana. 3°. I bambini non hanno bisogno del battesimo, in quanto privi del peccato. 4°. La vita dei giusti in questo secolo è impeccabile, poiché l‟uomo una volta divenuto giusto non può più peccare. 5°. La volontà libera dell‟uomo, una volta ricevuta la grazia del battesimo, non può più peccare. 6°. Le preghiere della Chiesa per gli infedeli e i peccato-ri, perché si convertano, o per i fedeli, perché perseverino, sono inutili, bastando per tutti questi il potere del libero arbitrio. Questo passo dunque riguarda questo eretico. E il terzo angelo suonò la tromba: Pelagio iniziò a propalare i suo nefandi deliri. E cadde dal cielo una gran stella ardente come fiaccola, Questa stella è Celestino, suo discepolo e seguace, che al suono del suo maestro cadde dalla Chiesa militante in questa eresia. È detto gran stella in quanto fu uomo di lettere, religioso, ossia un monaco, e i suoi insegnamenti avevano apparenza di verità. Per cui segue ardente come fiaccola, parole che esprimono la forza di tale eretico. Corruppe, infatti, infiammò e sedusse moltissimi con il tratto di uomo religioso e l‟apparenza della verità e santità dei suoi scritti. Dice ardente, in quanto era nemico acerrimo e ostinato avversario della grazia dello Spirito Santo. E cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle fonti delle acque. I fiumi e le fonti delle acque indicano metaforicamente il Battesimo e la vita della grazia antecedente, susseguente e concomitante dello Spirito Santo che menano i giusti in questa vita mortale. E su questa terza parte cadde detto eretico, corrompendo con i suoi errori gran parte della Cristianità, che prima credeva con la Chiesa nella ve-rità del Battesimo e della grazia dello Spirito Santo.
Vers. 11. E il nome della stella si chiama Assenzio. Queste parole esprimono la natura di questa eresia, che ha reso agli uomini amara, odiosa e insipida la grazia dello Spirito Santo. Come, infatti, l‟acqua dolce è gradita e desiderabile agli assetati, così la grazia dello Spirito Santo è deside-rabile e bramata dai peccatori per la fede in Cristo Gesù, come del pari il Battesimo. Ma questo diavolo gettò l‟assenzio della sua nefasta eresia in queste acque, rendendole amare agli uomini, che le stimano cose da nulla, presumendo delle proprie forze e del proprio arbitrio, che è l‟assenzio della natura umana senza la grazia di Dio, soprattutto dopo il peccato originale. E la terza parte delle ac-que si tramutò in assenzio, una grande e notevole parte dei credenti nell‟efficacia del sacro battesimo e della grazia dello Spirito Santo, venne corrotta ed infetta da questa empia eresia. E molti degli uomini morirono a causa delle acque, perché eran diventate amare, col vocabolo uomini s‟intendono i prudenti e sapienti di questo mondo, che sono spiritualmente morti secondo la vita dell‟anima. A causa delle acque, i perversi dogmi riguardo la grazia e il battesimo. Perché eran diventate amare, sono divenute amare in ordine alla stima e al conto che ne fanno gli uomini, ossia contrarie alla dolcezza dello Spirito Santo, che vivifica soprannaturalmente con l‟acqua dolce della sua grazia eccitante e nutriente l‟anima assetata del peccatore.
II. Vers. 12. E il quarto angelo suonò la tromba. Questo angelo indica il quarto eresiarca, che fu Nestorio, patriarca di Costantinopoli sotto Teodosio II e Celestino Papa nell‟anno 428. contro di lui fu riunito il Concilio di Efeso, terzo dei quattro principali, che lo condannò, in quanto insegnò contro la verità della fede, che Cristo Figlio d Dio nato dalla Vergine Maria era solo di natura uma-na, e non anche Dio, e perciò la Madonna doveva essere definita solo Madre di Cristo e non Madre di Dio. Diceva anche che in Cristo vi erano due persone e due nature, l‟una divina, l‟altra umana. Contro questa setta polemizzò con vigore Eutiche al tempo del Concilio di Efeso, ma trasportato dalla sua avversione per l‟errore di Nestorio, andò tanto oltre da negare che in Cristo vi fossero, non solo due Persone, ma anche due nature, così che bollò come fautori di Nestorio coloro che sostene-vano che in Cristo vi fossero due nature, distinte tra loro e senza mescolanza divise. Eutiche giunse a tal punto di demenza da sostenere che Cristo non era nato secondo la carne da Maria Virgine, ma che il suo corpo era disceso dal cielo nel suo seno come un raggio di sole e che nello stesso istante dell‟Incarnazione la carne era stata mutata nella divinità. Così la prima eresia fu occasione per il sorgere della seconda nell‟anno 448, contro la quale fu riunito il Concilio di Calcedonia, il quarto dei principali Concili, sotto l‟Imperatore Marciano e Papa S. Leone I nel 451 d.C. Per cui si dice nel contesto: e il quarto angelo, ossia Nestorio, suonò la tromba, propalando la sua eresia sopra ricor-data. E fu percossa la terza parte del sole e la terza parte della luna, il sole indica la Divinità, la luna l‟Umanità di Cristo, che è lo sgabello dei suoi piedi. Del pari il sole è Cristo, la luna è la B.V. Maria e la Chiesa di Cristo, che furono colpiti tanto dagli errori di Nestorio, quanto dall‟eresia di Eutiche, in quanto cioè i fedeli cristiani credenti, furono sedotti e percossi colle tenebre e l‟oscurità di tali errori. E la terza parte delle stelle, le stelle designano i Vescovi, i prelati e i dottori, i quali, travolti dalle tenebre e dall‟oscurità di questi errori, abbandonarono la vera Chiesa di Cristo. Poiché, poi, costoro bestemmiarono contro il nuovo e il vecchio Testamento, contro i Profeti e gli Evangelisti, aggiunge subito: affinché la terza parte loro si oscurasse, e il giorno non rilucesse per la sua terza parte e similmente la notte, ovvero quelli che eran tenute come le principali testimonianze del nuovo Testamento (qui designato dal termine giorno) e dell‟antico (indicato dalla notte) sulla vera umanità di Cristo, sull‟Incarnazione nel seno della B.V. Maria e sull‟unica Persona, vennero oscura-te nella mente dei fedeli dalla perfidia di questi due eretici, così ché gli appropriate interpretazioni della scrittura non brillarono più nella verità. Queste quattro eresie sono come le quattro porte di tutte le eresie, poiché sia gli errori che sorsero prima, che quelli posteriori, sembrano come i pro-dromi di esse, o i loro discendenti postumi.
III. Vers. 13. E vidi, e udii la voce di un‟aquila volante in mezzo al cielo, che diceva a gran voce: “Guai, guai, guai agli abitanti sulla terra, per via degli altri squilli di tromba dei tre angeli che stan per suonare!”. Con queste parole si annunciano a tutto il mondo i malanni e le massime tribolazioni che accadranno al suono dei tre ultimi angeli, mali di cui in parte furono causa le eresie precedenti, in parte si origineranno da nuovi individui, come di sotto vedremo. Per cui prosegue: E vidi, e udii la voce di un‟aquila volante in mezzo al cielo, quest‟aquila è lo stesso S. Giovanni Evangelista, che volò nell‟alto del cielo della rivelazione, dove vide, cioè, il resto della storia della Chiesa di Cristo fino alla consumazione del mondo. E poiché vide che nel rimanente corso del tempo sarebbero accaduti eventi ancor più orribili dei precedenti, qui ne rende e dà testimonianza a tutta la Cristianità, affinché, quando avverranno, gli uomini di buona volontà non si scandalizzino, si disperino e cadano nell‟errore: i dardi, infatti, che si vedono arrivare in anticipo, feriscono meno gravemente. Che diceva a gran voce: indica la grandezza delle tribolazioni che accadranno in futu-ro. Per cui segue: “Guai, guai, guai agli abitanti sulla terra, per via degli altri squilli di tromba dei tre angeli che stan per suonare!”. Gli abitanti della terra sono il genere umano, misto di buoni e malvagi, i quali verranno toccati senza distinzione – come si vedrà – da questi mali.
Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser
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