sabato 10 agosto 2019

Quando la scelta è sbagliata



Diventa eretico il battezzato quando, pur continuando a dirsi cristiano, nega o mette in dubbio, nel proprio interno e all'esterno, volontariamente e pertinacemente, una o più Verità nonostante che le sappia insegnate dalla Chiesa come divinamente rivelate.
Così facendo,- egli opera una scelta (in greco, eresia significa appunto scelta) nel campo della Rivelazione pretendendo accettarne alcune affermazioni e respingerne altre, come se fosse lui il giudice della verità. Dimostra inoltre di avere troppa sicurezza di se stesso elevando la propria ragione a misura delle cose, troppa fiducia nella mentalità del proprio tempo innalzata a criterio di norma, e troppa noncuranza del Magistero della Chiesa. Provoca infine una rottura nella comunità dei credenti e una lacerazione nella compagine del popolo di Dio.
Una tale condotta, poiché include la negazione dell'autorità di Dio che è il motivo della Fede e la negazione dell'autorità della Chiesa che è la garante della stessa Fede, non può essere che un peccato, e tra i più gravi, espressamente diretto contro la Fede, la quale dice di credere tutto quello che è stato rivelato sulla Parola dì Dio, che non può sbagliare, né far sbagliare quelli che credono in Lui. E difatti, come dimostra la storia delle eresie, chi nega questa o quella Verità, finisce poi con il negarle, più o meno apertamente, tutte, essendo la Rivelazione un Deposito monolitico che si può soltanto o accettare tutto o rifiutare tutto. Per esempio, Ario cominciò con il negare la divinità della Seconda Persona della SS.ma Trinità e poi finì con il rifiutare anche i Sacramenti, la Divina Maternità della Madonna, la Chiesa stessa; e se fosse vissuto più a lungo, avrebbe ricusato dell'altro non meno importante.
E’ naturale che la Chiesa commini minacce, sentenze e pene a chi è, in mala fede, eretico. Essa ha sempre trionfato, anche se non subito, di tutte le eresie con la luce della sua dottrina, mentre gli eretici di diversa estrazione non hanno fatto altro che contraddirsi e demolirsi a vicenda.
Non le sono mancati nel corso dei secoli esempi di pronta e sicura obbedienza, come quello dell'arcivescovo di Cambrai, Fénelon, il quale, condannato da Papa Innocenzo XII per il suo libro "Spiegazione delle massime dei Santi", fece costruire per l'esposizione del SS.mo Sacramento un grande ostensorio sostenuto da due angeli, uno dei quali preme con il piede la condannata "Spiegazione delle massime dei Santi".
Sono in colpa coloro che senza giustificato motivo si espongono al pericolo dell'eresia ascoltando i discorsi degli eretici o leggendo libri che propagandano eresie. E quanti sono sinceramente fedeli, non debbono cedere ad un linguaggio errato. Chi dice infatti: "Il parroco ha somministrato il matrimonio agli sposi", rispolvera senza saperlo una sentenza sbagliata di Melchior Cano; chi afferma: "Quando non si è in stato di grazia, tutto ciò che si fa è peccato", è un Baio del nostro tempo; chi dice "Il tale non ha fede, ma è buono", cade nell'errore di stampo pelagiano, non potendosi definire "buono" chi si nega all'ordine soprannaturale della Grazia, a cui Cristo ha sollevato tutta la vita morale.
Ai nostri giorni non si registrano eresie impostate come in passato, ma in larghi strati della popolazione cattolica appare tutta una situazione di fondo che è potenzialmente contraria alla limpidezza della Fede. Occorre ricordare che le eresie sono molteplici, ma la Verità è una sola.

Sac. Pasquale Casillo 

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