Cristiani, atei ed ebrei convertiti alla fede cattolica
TESTIMONIANZE
Presentiamo una serie di testimonianze riguardanti fratelli separati, convertitisi alla nostra fede cattolica. In alcuni casi l’incontro con Dio nelle loro vite è avvenuto in modo miracoloso. In altri casi è avvenuto attraverso un processo lento e doloroso che è durato vari anni.
Ogni caso si diversifica. Non vi sono conversioni uguali. La conversione è un processo personale, un incontro tra l’uomo e Dio. In molti di questi casi c’è un anticattolicesimo ereditato dalle chiese della Riforma, che credono che il cattolicesimo non sia biblico e pertanto i suoi fedeli non siano cristiani; li ritengono pagani che credono nelle fiabe e nelle dottrine pagane introdotte dai tempi di Costantino.
Sono migliaia i protestanti che ogni anno si convertono al cattolicesimo, soprattutto persone colte e studiose della Bibbia. In Inghilterra, negli ultimi anni si sono convertite dodicimila persone ogni anno. Negli USA ve ne sono attualmente centomila. Per questo crediamo che la testimonianza di questi uomini, pastori e teologi, che presenteremo di seguito possa aiutarci a confermare la nostra fede cattolica, e possa farci sentire più sicuri di appartenere alla Chiesa fondata da Cristo duemila anni fa.
“Perché Dio non è Dio del disordine,
ma della pace”
(1 Co 14, 33).
I convertiti dal Protestantesimo
John Henry Newman (1801-1890)
Nato nel seno di una famiglia anglicana di bancari, a Londra, il 21 febbraio 1801, John Henry Newman visse a quindici anni una prima forma di conversione, come egli la chiamava. Nel 1825, dopo aver concluso i suoi studi a Oxford, fu ordinato sacerdote anglicano. Tre anni più tardi era nominato vicario della chiesa di Santa Maria, annessa all’università di Oxford.
Mantenne questo incarico fino al 1843, in questo periodo coltivò amicizie con persone colte e illuminate dell’Inghilterra di quell’epoca. Fu promotore, a partire dal 1833, del Movimento di Oxford, una corrente religiosa inserita nella Chiesa anglicana che promuoveva una via mediana, un terzo cammino, tra il protestantesimo e la chiesa cattolica. Afferma nella sua Autobiografia: In seguito e senza poter precisare l’ordine e le date nelle mie parole, io parlai della chiesa di Roma come legata della causa dell’anticristo, come “una dei tanti anticristi”, o come la chiesa che aveva in sé qualcosa di veramente anticristiano o non cristiano.
Ma studiando la storia delle eresie monofisite e ariane si rese conto che non poteva proseguire su questa terza via e che doveva o restare anglicano o farsi cattolico. Dovette combattere molte lotte interiori ed esteriori per essere fedele alla sua coscienza e cercò di sforzarsi molto nel ricercare la verità tra i santi Padri della Chiesa dei primi secoli sino a che arrivò gradualmente alla verità. Nel 1843 decise di lasciare il suo incarico di pastore anglicano e divenne un semplice laico, anche se ancora non si decideva a convertirsi al cattolicesimo perché vedeva la devozione alla Vergine e ai santi come un ostacolo per la fede.
Dice: Nel 1843 feci due passi molto importanti: 1) in febbraio feci una ritrattazione formale di tutte le cose dette contro la chiesa di Roma. 2) a settembre rinunciai al vicariato presso la chiesa di Santa Maria. Tra l’autunno del 1843 e l’autunno del 1845 io mi mantenni in comunione laica con la chiesa d’Inghilterra, assistendo ai suoi culti e astendendomi completamente dal contatto con cattolici e con i loro luoghi di culto, e da quei riti e pratiche religiose, come l’invocazione dei santi, che sono caratteristiche del loro credo. Tutto questo lo feci poiché non ho mai potuto capire come qualcuno possa appartenere nello stesso tempo a due confessioni religiose.
Il 9 ottobre 1845 abbracciò il cattolicesimo.
Dal momento in cui divenni cattolico non ho più avuto una mia storia di idee religiose da riferire. Dicendo questo, non voglio affermare che le mie facoltà mentali sono rimaste oziose o che abbia smesso di pensare a questioni teologiche, bensì che non ho meditato variazioni da annotare e che non ho conservato alcuna angoscia nel cuore. Sono stato pacifico e contento, e mai ho nutrito dubbi. Convertendomi, non mi sono reso conto di alcun cambiamento, intellettuale o morale, avvenuto nel mio spirito... Neppure ho provato più fervore. Fu come giungere in un porto attraverso una burrasca, e la felicità, che allora sentii, continua a conservarsi sino ad oggi.
Neppure ho vacillato nell’accettare alcuni principi che non esistono nel credo anglicano. Ad alcuni credevo già, ma nessuno di quelli è stato per me una prova. Essendo accolto nella Chiesa cattolica, feci la professione con grande semplicità, e a tutt’oggi sento di credere agli stessi valori. Prendo in considerazione ciò che i protestanti affrontano con maggior difficoltà: la dottrina dell’Immacolata Concezione (di Maria)..., cioè che la beata Vergine fu concepita senza peccato originale. Di fatto, occorre dire che i cattolici non hanno iniziato a crederlo perché fu così stabilito, bensì fu stabilito poiché essi lo credevano. Lontano dall’essere un principio, datato 1854, una imposizione tirannica al mondo cattolico, fu accolta da ogni parte con il massimo entusiasmo, una volta promulgato. Tale principio si rese tale poiché vi fu una petizione unanime da parte di tutta la Chiesa verso la Santa Sede affinché la dottrina riguardante l’Immacolata Concezione fosse dichiarata dottrina apostolica.
Dopo un viaggio a Roma nel 1847 fu ordinato sacerdote cattolico. Uno dei suoi principali obiettivi fu dimostrare agli inglesi che si può esser buoni cattolici e cittadini leali. Papa Leone XIII lo nominò cardinale nel 1879.
Con lui si convertirono 22 pastori anglicani e 11 professori dell’università di Oxford e Cambridge. Si calcola che attraverso l’opera di Newman, fino al 1935, si siano convertiti alla chiesa cattolica 900 pastori anglicani.
Padre ángel Peña
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