Una ferita da rimarginare
Lo scisma è la separazione a livello universale dall'unità della Chiesa fondata da Cristo, e quindi per principio rifiuto di obbedire al Papa non riconoscendone la suprema autorità e tanto meno l'infallibilità, e rifiuto di comunicare con i memhri della Chiesa soggetti al Papa.
Lo scisma non è di per sé opposto alla Fede, anzi esso la mantiene, e per questo si distingue dall'eresia e dalla apostasia, ma in pratica suole finire contro la Fede perché prima o poi traligna nell'eresia più o meno sfacciata. Ad esempio, lo scisma occidentale del 1378-1418 fu una vera scissione di fatto per ribellione senza però negare teoricamente l'autorità del Sommo Pontefice; invece lo scisma delle Chiese dissidenti dell'Oriente è eresia in quanto nega anche di diritto il dogma della supremazia e infallibilità del Papa e tutti gli altri dogmi proclamati dopo la separazione; altro esempio di questo secondo tipo è lo scisma anglicano precipitato in gran parte nell'eresia calvinista.
"L'unità della Chiesa presuppone senza dubbio la Fede, ma essa consiste nella carità. L'eresia la distrugge fondamentalmente nella sua radice che è la Fede. Lo scisma la distrugge direttamente nel suo fiore che è la carità" (Journet). Perciò lo scisma è peccato, più grave se congiunto all'eresia, e può verificarsi non solo in intere comunità, ma anche in singoli fedeli, anche senza aderire a una setta religiosa autonoma.
Affermando questo principio non si vuol negare la buona fede di tanti scismatici che oggi sono tali per motivi indipendenti dalla loro volontà. Ben a proposito il Concilio Ecumenico Vaticano II ha parlato con rispetto delle Chiese scismatiche orientali (Decreto su "L'ecumenismo" del 21-11-1964, n. 14),e assai consolante è la Dichiarazione comune di Paolo VI e di Atenagora I" del 7-12-1965 sulla riconciliazione tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa ortodossa.
Anche gli incontri tra cattolici e anglicani, fattisi più frequenti e più intensi in questi ultimi anni, aprono il cuore a sicure speranze di riunificazione e di maggior fervore di studio e di pratica religiosa.
Si scopre sempre più chiaramente che il patrimonio di fede accomunante i cattolici agli ortodossi e agli anglicani è ancora maggiore di quello che unisce i cattolici a buona parte dei protestanti, con la quale c'è già in comune la fede in Dio Uno e Trino, nella divinità di Cristo, nel Battesimo inteso come inserimento nel Corpo Mistico di Cristo, nella presenza di Cristo operante nell'Eucarestia, nella Scrittura ritenuta Parola di Dio.
Risuonano oggi con particolare vigore le accorate parole di San Paolo agli efesini (4,5-6): "Non c'è che un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Non esiste che un solo Dio e Padre di tutti, il quale è al di sopra di tutti, opera in tutti ed è in tutti". Più pensosi e più commossi ci lasciano dopo venti secoli di esperienza cristiana le parole con le quali Gesù, riferendosi ai suoi seguaci nella preghiera a Dio, disse: "Siano tutti una cosa sola, come tu, Padre, sei in me e io in te, anch'essi siano una cosa sola in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv. 17,2).
L'augurio più cristiano dei nostri giorni è che si plachino le tensioni in qualunque modo scismatiche e si torni nei limiti di quel sano pluralismo che ha certamente posto nella Chiesa ma si esercita semplicemente nelle cose opinabili.
Sac. Pasquale Casillo
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