domenica 4 luglio 2021

Il beato Francisco Palau - Un profeta di ieri, per oggi, domani e per la fine del mondo

 


I tre giorni di oscurità (seconda parte)


“Il fatto, scriveva, si annuncia così: mentre in una giornata limpida e serena il sole farà il suo corso, all'improvviso ci saranno tenebre così fitte da poter essere sentite e toccate, che copriranno la faccia della terra .

“Il cielo si presenterà in un aspetto così spaventoso che, vedendolo, le persone fuggiranno e si nasconderanno nella parte più nascosta delle loro case, chiudendo porte e finestre come nell'attimo di una tempesta agghiacciante.

“Segni spettrali appariranno nell'aria, lanciando ululati spaventosi. Se per un attimo la luna si fa strada nell'oscurità, apparirà vestita di sangue per chiunque abbia il coraggio di guardarla.

“Saranno giorni d'ira e di maledizione, giorni in cui l'angelo sterminatore, come la morte montata su un destriero accompagnata dall'inferno, visiterà la casa dei malvagi, dei miscredenti, di quell'uomo che, pieno di arroganza, sfida l'onnipotenza di Dio, così come visitò l'Egitto uccidendo i suoi figli primogeniti in una notte.

“Molte persone periranno di stupore, che crederanno che il mondo è giunto alla fine, e si sentiranno avvolti in una notte eterna.

“Orribili convulsioni della natura annunceranno che Dio suo autore è adirato, e come si contorce una donna energica quando lo spirito del male viene espulso dal suo corpo, così farà la natura, nell'atto di espellere dal suo seno questi angeli rivoluzionari, che univano all'empio capovolgono tutte le leggi, gli farà sentire che è giunta l'ora suprema del rinnovamento.

“Entrando nelle case degli empi, la morte passerà presto e con la sua sciabola ucciderà anziani, bambini, uomini, donne.

“Chi resterà in vita cercherà la luce per vedere i cadaveri, e il fulmine scoprirà il volto giallo della moglie, della figlia, del fratello, del padre.

“Cercherà di aiutare il morente, cercherà il fuoco e si rifiuterà di dare luce e calore.

“Il giusto, colui che crede, accenderà la luce e arderà davanti al Signore, mentre pregherà prostrato a terra, aspettando che il Dio della vendetta concluda la sua visita e venga alla sua misericordia.

“Chiuderà porte e finestre, e si ritirerà nell'oratorio con la sua famiglia, digiunando, pregando e penitenza, si umilierà davanti al giudice che punisce il delinquente, mentre gli empi periranno della sua empietà.

“In questi tre giorni sarà Dio a combattere gli stolti che ora insultano la sua onnipotenza.

“L'intero globo lo accompagnerà a cavallo, per confermare la verità cattolica.

"E partendo dal campo di battaglia, vittorioso e trionfante sulle tenebre, getterà gli spiriti che li producono nel fuoco eterno dell'inferno". (“Tre giorni di tinieblas sull'orb entero”, El Ermitaño , Nº 119, 16-2-1871).


E nel numero 155 di El Ermitaño , il beato carmelitano riprende il tema:

“Dal processo della stessa venerabile Taigi, fu presa la previsione dei due grandi castighi, uno dal cielo e l'altro dalla terra.

“Dopo quest'ultima, che consisterà in guerre, rivoluzioni e altre calamità, verrà quella dal cielo, la quale, secondo un'altra profezia dello stesso Taigi, è così spiegata:

“Grandi tenebre verranno e si estenderanno per tutto il mondo per tre giorni e tre notti.

“Saranno così fitti che non si vedrà assolutamente nulla, essendo allo stesso tempo pestilenziali, e feriranno soprattutto i nemici della Religione, senza perciò credere che la frusta attaccherà solo quelli.

“Finché durerà, nessuna luce fornirà chiarezza, nessun fuoco può risplendere e solo le persone che hanno candele benedette saranno in grado di vedere.

Parigi in rovina. concetto artistico
“Si raccomanda di non cercare di penetrare nell'oscurità del cielo durante l'oscurità, perché chiunque stia alla finestra o esca di casa per cercare di scoprire cosa sta succedendo nel firmamento sarà colpito a morte sul fatto.

"Durante il tempo che dura la prova, bisogna passare in preghiera, e soprattutto pregare il Santo Rosario e aspettare, in uno stato di prova e di umiliazione, che il Signore ci conceda di nuovo la sua misericordia".

“Il direttore spirituale del venerabile Taigi, mons. Raffaele Natali diceva nell'agosto 1864:

“È verissimo che il venerabile Servo di Dio ha annunciato il flagello dei tre giorni di tenebra sparsi su tutta la terra...

"In queste circostanze, le finestre dovrebbero essere chiuse, e dovrebbe essere evitato di sporgersi su di esse, e sarà imperativo pregare il santo Rosario e pregare".

“Non sappiamo che carattere abbiano queste previsioni, perché non sappiamo cosa ha dichiarato su di esse la Chiesa, unica autorità in materia.

«È vero che Dio non ha bisogno di mezzi straordinari per dare il trionfo alla Chiesa, ma è anche vero che nei suoi imperscrutabili disegni può voler confondere con prodigi l'arroganza e la malvagità dei suoi nemici». (“Tre giorni di tinieblas”, El Ermitaño, Nº 155, 26-10-1871)

 


Gesù della Divina Misericordia – Celebrando il Mio Sacro Cuore

 

30 giugno 2021

Campus parrocchiale di St Rosalie, Hampton Bays, New York


Gesù della Divina Misericordia

Mio figlio,

Vengo a voi oggi per la prima volta dopo diversi anni come Gesù della Divina Misericordia, e lo faccio nella celebrazione del mese di giugno che è stato dedicato al Mio Sacro Cuore come Gesù della Divina Misericordia.

A mia volta, celebro quelli di voi, miei fratelli e sorelle, che hanno vissuto il mese di giugno nella venerazione del Mio Sacro Cuore, poiché è attraverso la vostra venerazione che il Regno dei Cieli sarà la vostra ricompensa. Quindi chiedo a ciascuno di voi, miei fratelli e sorelle, avete venerato il mio Sacro Cuore e il mio dono della Divina Misericordia ogni singolo giorno di questo mese di giugno?

Chiedo a tutti voi, miei fratelli e sorelle, di continuare la vostra venerazione al Mio Sacro Cuore, non solo in ogni giorno e in ogni modo nel mese di giugno. Vi chiedo di continuare la vostra venerazione al Mio Sacro Cuore ogni giorno e in ogni modo durante tutto l'anno, particolarmente in questi ultimi tempi in cui il tempo è breve per portare a compimento la Mia Missione per voi, figli del Padre, come è stato ordinato dal Padre fin dall'inizio dei tempi.

Come ho fatto in passato, ti chiedo ancora una volta di racchiudere la seguente preghiera a Me come Gesù della Divina Misericordia nelle tue preghiere quotidiane, in particolare quando ti alzi dal sonno per affrontare ogni nuovo giorno: "Oh, Gesù della Divina Misericordia, ascolta le mie suppliche, perché sono qui per fare la tua volontà!».

Ti chiedo di includere questa preghiera nelle tue attività quotidiane solo se intendi seguire pienamente il suo significato durante tutta la tua giornata, poiché particolarmente in questi ultimi tempi, ti chiedo di essere totalmente pronto a fare la Mia Volontà ogni giorno mentre ci avviciniamo al culmine della Fine dei Tempi, uno di questi giorni in un futuro non troppo lontano sarà il giorno che passerà alla storia come il giorno che ha cambiato l'umanità per sempre.

Tutti voi che siete stati benedetti con la presenza della Mia Divina Misericordia dovete essere preparati a fare l'ultimo sacrificio in un futuro non troppo lontano, ed è nel migliore interesse del vostro spirito e della vostra anima che avete ragione con il Padre nei cieli e con Suo Figlio, il Redentore, e vivere la tua vita sotto il manto della Mia Divina Misericordia assicurerà che il tuo futuro sarà celebrato con i tuoi cari, i tuoi familiari e gli amici quando farai il tuo ultimo viaggio di ritorno al Regno dei Cieli.

Quindi ti chiedo ancora una volta di iniziare la tua giornata con la seguente preghiera: "Oh, Gesù della Divina Misericordia, ascolta le mie suppliche, sono qui per fare la tua volontà!"

Quando inizi la tua giornata, significa veramente che sei qui per fare la Mia Volontà, perché sei un Potente Guerriero della Preghiera agli occhi del tuo Signore e Redentore, e ti viene chiesto ora più che mai di prepararti per gli ultimi giorni della Fine dei Tempi e prepararti non solo a te stesso, ma anche a condurre i tuoi cari, i familiari e gli amici a riunirsi sotto il manto e la protezione della Mia Divina Misericordia per il futuro; il tempo stringe. Quindi, quando dici che sei qui per fare la Mia Volontà, devi dirlo con tutto il tuo cuore, mente e anima, perché il futuro dell'umanità dipende dal potere delle tue preghiere.

Come è stato ordinato dal Padre nei cieli, devi soprattutto riconoscere che sono qui con te in questi tempi finali, e sarò con te durante tutto questo viaggio, quindi non temere il futuro che ti sta davanti. Se preghi questa preghiera speciale ogni giorno all'inizio della tua giornata, ti parlerò per ispirazione o parola in un modo che ti farà sapere come fare la Mia Volontà ogni giorno. Se fai ciò che ti viene chiesto, non temerai il futuro di questo mondo, né temerai il mio eterno nemico, il maligno i cui giorni sono contati ora.

Ripeti spesso le Mie Parole durante il giorno: "Oh, Gesù della Divina Misericordia, ascolta le mie suppliche, perché io sono qui per fare la tua volontà!"

Quando lo farai, la potenza dello Spirito Santo scenderà su di te e la ferita mortale del Figlio dell'Uomo trafitto dalla lancia del soldato verserà non solo il Mio Sangue di Sacrificio, ma anche la potenza della Mia Divina Misericordia che avvolgerà tutto seguaci della mia Divina Volontà.

Con la protezione del Padre Celeste, di Suo Figlio il Redentore attraverso la Sua Divina Misericordia, e della Tua Madre Celeste, e di tutti gli Angeli e i Santi, avrai la piena protezione dei Regni Celesti per guidarti attraverso questi Tempi Finali - e alla fine arrivare al Regno dei Cieli. E sapendo questo, cos'è che devi temere?

Ned Dougherty,

 


sabato 3 luglio 2021

"Visione della passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo"

 


Avola, 29 marzo 2002, Venerdì Santo - Signore Gesù


Giuseppe Auricchia: “E' il pomeriggio del venerdì santo, mi trovo nella chiesa di S. Antonio Abate, attendo l'arrivo di Gesù morto, quando arriva il coro canta le Sue lodi mentre in me avverto un profondo e inspiegabile malessere. Rimango seduto, quando il simulacro del corpo di Cristo morto è sistemato nell'urna e inizia la processione io tento di alzarmi per seguirla, ma le mie gambe non reggono, mi siedo sui gradini della chiesa, mentre alcuni amici come Gioacchino Magnano e Paolino da Modica si offrono per accompagnarmi a casa, io li ringrazio per la loro gentilezza e poi lentamente mi avvio verso la mia abitazione. Appena arrivato mi getto sul letto e mi abbandono a un pianto dirotto. A un tratto vedo una luce splendente, alzo la testa e con gli occhi pieni di lacrime vedo Gesù che così mi dice:”

Signore Gesù: “Non piangere, lo so, hai visto Me, ma ora Io ti farò vedere le ultime ore della Mia passione e la Mia morte.”

Giuseppe Auricchia: “Vedo allora Gesù disteso sulla croce. l'avevano spogliato delle Sue vesti, avevano già inchiodato la mano destra, intanto i carnefici prendono la mano sinistra e siccome non corrisponde con il buco della croce la legano con una fune, la tirano fino a strappare il tendine e i muscoli, oltre alla pelle, già segata dalla fune e così inchiodano quella santa mano sinistra.

Ora è la volta dei piedi, a due metri dal termine della croce li incrociano per vedere se vanno bene, un carnefice si siede sul petto di Gesù e quindi li inchiodano.
Tutto quel sacro corpo è così flagellato e straziato che mi viene da piangere. Poi vedo che la croce con Gesù viene trascinata vicino al buco per innalzarla e con lo spostamento vedo che il corpo dì Gesù ondeggia in tutti i sensi, tenuto sospeso da tre chiodi. I sommi sacerdoti, la gente, i carnefici, gli scribi, i farisei, i sadducei, gli erodiani si procurano lo spazio per fare un carosello intorno alla croce e tutti i membri del tempio accaniti dicono:
ebbene tu, salvatore dell’umano genere perché non ti salvi? ‴ ...
Caifa con altri due e un branco di giudici urlano: ‴ Tu che non più tardi di orsono cinque giorni con l'aiuto del demonio facevi dire al Padre - e ridevano ah, ah, ah - che ti avrebbe glorificato, come mai non gli ricordi di mantenere la Sua promessa? ‴ ...
E tre farisei bestemmiatori: ‴ Hai salvato gli altri, dicendo con l'aiuto di Dio, perché non riesci a salvare te stesso? Scendi dalla croce e ti crederemo, tu che distruggi il tempio, folle! Guardatelo, il glorioso santo tempio d'Israele è intoccabile, profanatore! E tu muori! ‴  ...
altri sacerdoti dicevano: ‴ Blasfemo, figlio di Dio, tu, scendi di lì, allora, fulminaci se sei il figlio di Dio, noi ti fulmineremo e sputiamo verso di te, non sa solo che piangere, salvati se è vero che sei l'eletto! ‴  ...
I soldati gridavano: ‴ Salvati, dunque e incenerisci questa suburra della suburra! Sì, suburra dell'Impero, siete cinici e canaglie! Fallo e Roma ti metterà in Campidoglio, ti adorerà come un dio! ‴  ... Intanto fischiano e gridano: ‴ Maledetto, che vieni in nome del demonio, maledetto il suo regno, gloria a Sion che lo riceve in volo, vediamo se levi Lazzaro da maestro, andiamo da Lazzaro, inchiodiamolo all'altro lato della croce! ‴  ...
Poi vedo i ladroni, quello di sinistra continua ad insultarlo dalla croce dicendo: ‴ Salvati e salvaci, se vuoi che si creda che sei il Cristo! Folle sei! Il mondo dei tuoi furbi e dio non c'è! Laici sono questi, è vero, per me tutto è lecito dio, folle messia, per tenerci quieti, viva il nostro io, luce, sole e Dio! ‴ ...
L’altro ladrone di destra, che è quasi ai piedi di Maria, la guarda e mormora: ‴ Taci, non temi Dio neppure ora che soffri questa pena? Perché insulti chi è buono? Lui è in un supplizio più grande del nostro e non ha fatto nulla di male! ‴  ...
Ma l’altro ladrone continua con le sue imprecazioni a Gesù. Questi tace anelante per lo sforzo della Sua passione, per la febbre, per lo stato cardio-respiratorio, conseguenze della flagellazione subita in forma tanto violenta e anche dell'angoscia profonda che gli ha fatto sudare sangue, ora cerca dì trovare sollievo alleggerendo il peso che grava sui piedi, sospendendosi sulle mani e facendo sforzo con le braccia.
Qui sento una voce che dice: ‴ Basta a questa sofferenza! ‴ ...
E io dico o Dio che non sia l'ultimo respiro! Poi un silenzio profondo. Ecco Gesù pronunzia con infinita dolcezza, con ardente preghiera la supplica: ‴ Padre nelle Tue mani raccomando lo Spirito Mio ‴ ...
Poi un grido potente, impensabile in quel corpo sfinito, si sprigiona, lacera l'aria, il grande grido di cui parlano i Vangeli e che è la prima parte della parola Mamma, poi più nulla, vedo che la testa ricade sul petto, il corpo proteso in avanti, il fremito cessa, è spirato!

Allora vedo dei tumulti tra la folla, persone che cadono fulminate, lacerate dai fulmini, mentre le scariche elettriche delle saette fanno vibrare l'aria! Anche la terra trema tutta, un turbine di vento, come un ciclone castiga i bestemmiatori, vedo la vetta del monte Golgota ondeggiare e traballare come un piatto nelle mani di un pazzo. Le scosse telluriche ondulatorie e sussultorie scuotono terribilmente e totalmente le tre croci che sembrano ribaltare da un momento all'altro, mentre i soldati si abbracciano per non cadere a terra. Tutto è finito, io rimango tramortito per lo spavento e sul letto rimango a tremare come una foglia al vento, Gesù però mi dice: ‴ Non avere paura, prega e fai pregare per la Mia passione e morte ‴ ...
Così io prendo la coroncina ed incomincio a recitare i misteri dolorosi del rosario. Finita la preghiera mi abbandono tramortito e stanco e mi addormento. Verso le ore 23.30, mi sveglio, mi sento confuso come se fossi stato nel deserto, ma ecco, vedo nuovamente la Luce meravigliosa e sento una voce vibrante che mi dice:”

Signore Gesù: “Figlio, non temere, coraggio, sono Io, il tuo Maestro Gesù Cristo, non rifiutate la croce che vi manda il vostro Re d'amore, Io Mi preoccupo di voi ogni giorno per guidare i vostri passi, se accettate di lasciarvi guidare dal vostro Salvatore per la salvezza eterna e la salvezza delle vostre anime nell'eterna felicità.
Vi chiedo di avere completa fiducia in Me durante la vostra vita, non rivoltatevi contro Dio, quando arrivano i momenti di dolore, ma accoglieteli con rassegnazione, rimettendovi alla volontà del Padre che è nei cieli. Non rifiutate la croce che vi porgo ogni giorno, talvolta leggera, talvolta pesante, talvolta vittoriosa.
Io desidero che siate discepoli all'ascolto del Maestro, anime fedeli che vengono ai piedi della Mia Santa croce, come fecero Giovanni e la Mia SS.ma Madre e le donne di Gerusalemme fedeli.
Figlio, in questo giorno ti ricordo la Mia morte sulla croce, vi voglio tutti santi, abbandonati al Mio amore crocifisso. Io invito le anime attraverso te a venire ai piedi della Mia Santa croce a implorare la salvezza dei loro fratelli atei. Venite, figli Miei, ai piedi della Mia croce a contemplare questo Mio cuore trafitto dalla lancia del Mio carnefice.
Figlio del Mio cuore, sei stanco per tutto quello che hai visto, scrivi tutto, Io ti benedico nel Nome Santo del Padre Mio, di Me Figlio e dello Spirito Santo.”


Chiamati alla santità

 


Le spose di Gesù

Dio ha bisogno di te per il grande compito di salvare il mondo. Dio vuole che tu sia santa. Ma tu da sola non puoi fare nulla. «Senza di me non potete far nulla» dice Gesù (Gv 15, 5). Perciò devi dirgli tutti i giorni: Signore, fammi santa.

Se sei chiamata alla santità e a vivere pienamente come sposa del Re, sei anche chiamata a vivere la tua alleanza nuziale fino ai più alti gradi della mistica. Non avere paura. Non rifiutare i fenomeni mistici perché sono vie di Dio per la tua santificazione personale. Lasciati condurre. Lui conosce la strada. Abbandonati alla sua azione divina senza riserve.

Certamente esistono fenomeni mistici che Dio concede a pochi, sono straordinari poiché non provengono dall’unione con Dio e non tendono direttamente alla santificazione personale. Ad esempio: la levitazione, la bilocazione, la stimmatizzazione, la ierognosi o conoscenza del sacro, l’agilità (spostarsi fisicamente a un luogo distante istantaneamente), sottigliezza (passare attraverso altri corpi), inedia (digiuno assoluto), cambiamento dei cuori, assenza prolungata di sonno, sudore di sangue, irradiazione di luce, visioni e locuzioni sensibili o esteriori... ecc. Tuttavia ci sono altri fenomeni mistici che compaiono durante lo sviluppo normale della vita di preghiera come frutti maturi dell’unione con Dio e portano direttamente alla santificazione personale.

Nella preghiera di quiete si ha il riposo delle facoltà fisiche e l’ebbrezza d’amore. Con la preghiera d’unione troviamo tocchi divini, impeti, ferite d’amore, piaghe d’amore... Nel Matrimonio vi sono rapimenti, voli dello spirito ed estasi.

Chi non è arrivato a questi gradi di preghiera, pensa che queste cose siano riservate alle persone molto sante e certamente non a sé. Nemmeno le desidera o addirittura le sfugge e le rifiuta, il che equivale a rifiutare le vie di Dio. Perché accontentarsi di una vita mediocre e senza aspirazioni alla santità, nella negazione per principio dei doni del Signore?

A volte consideriamo straordinario tutto ciò che non è normale e quotidiano per la maggior parte della gente, ma tu sei chiamata alla santità e devi aspirare a tutti i doni che Dio ti ha preparato per il compimento fedele della tua vocazione.

Anche santa Teresina, che seguì il cammino dell’infanzia spirituale, ebbe esperienze mistiche. Ci dice: «Alcuni giorni dopo la mia offerta all’Amore misericordioso, stavo iniziando nel coro la preghiera della Via Crucis, quando all’improvviso mi sentii ferita da un dardo infuocato e pensai che stavo per morire. Non so come spiegare tale trasporto; non ci sono parole per far capire l’intensità di quella fiamma. Sembrava che una forza invisibile mi immergesse completamente in lei. O che fuoco, che dolcezza!

Ho avuto nella mia vita molti rapimenti d’amore; specialmente una volta, durante il noviziato, rimasi un’intera settimana talmente distante da questo mondo che mi fu impossibile esprimere quello che provai. Mi sembrava di agire con un corpo preso in prestito e che un denso velo coprisse tutte le cose della terra. Ma non mi bruciava una fiamma vera e propria; potevo sopportare quelle delizie senza che il loro peso spezzasse il mio corpo e se un giorno in particolare quell’ardore fosse durato un secondo di più, la mia anima si sarebbe separata dal corpo. Disgraziatamente mi ritrovai di nuovo sulla terra e tornò a regnare nel mio cuore un’aridità desolante!»

Sono tante le meraviglie che Dio tiene in serbo per te! Santa Teresa di Gesù ci dice: «Guardate che il Signore invita tutti!» (CP 19, 15). E san Giovanni della Croce chiede: «O anime fatte crescere per queste grandezze e per queste chiamate... cosa fate? In cosa perdete tempo?» (C 39,7).

«Tutti sono stati chiamati -afferma san Bernardo- a queste nozze spirituali in cui Gesù Cristo è lo Sposo e la sposa siamo noi stessi» (Serm 7 in Cant 3). Tutti possiamo essere mistici poiché la mistica è il fiore e il coronamento normale della vita cristiana. Qualsiasi vita cristiana che si svolga in una graduale crescita e senza particolari ostacoli è sicuramente destinata al Matrimonio spirituale. È questa la meta alla quale dobbiamo aspirare se accettiamo il cristianesimo completamente. Perciò segui la strada di Dio, anche se ti sembra straordinaria, compi fedelmente e in pienezza il suo piano sulla tua vita. Ringrazialo molto per il dono inestimabile della tua vocazione e della tua fede cattolica.

«Egli ti colmerà di grazia e di tenerezza» (Sl 103, 4).

Padre Angel Peña


IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

 


Quale abisso, la piaga del tuo Costato!

- Riposa sul mio Cuore lo spirito, il cuore e tutta te stessa. - Mi chino sulla piaga che, man mano, va allargandosi. Assorbo il Sangue divino e mi lascio distruggere dal fuoco e investire dall'amore.

Sono disposta a rimanere così tutta la vita. O mio Dio, o mio Gesù, quale abisso la piaga del tuo Costato!

Essa è estesa quanto i secoli, immersa quanto il Cuore di Dio. Ben vi può stare tutto il mondo.

- Aderisci alle parti vive per essere poi tradotta in Sangue ed in amore. -

Il Sacrificio che si compie sull'altare è in corrispondenza di quanto avviene nell'anima: è il segno del vero, reale, ineffabile incontro con Gesù. q. 18 : novembre, s.g.

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO


Se non c'è un vero cambiamento di vita, la povera umanità sarà ridotta in polvere, perché il fuoco cadrà dal cielo!

 


Messaggio di Nostra Signora Madre Protettrice degli afflitti la Vergine Sovrana


29 giugno 2021

"Cari bambini,

Ecco il Servo del Signore!

Figli miei, è difficile per Me dire che la povera umanità entrerà in un periodo di grande agonia e che il giudizio di Dio sui malvagi sarà senza pietà. Il braccio di Dio è pesante sulle mie spalle! Se gli uomini non si convertono, sarò costretto a far cadere il Braccio del Signore sul mondo. Uomini di tutta la terra, ascoltatemi, perché il vostro tempo sta arrivando! Rivolgetevi al Signore e ascoltate i miei appelli. Ecco, io vi do gli ultimi messaggi per la conversione dei vostri cuori, e se non c'è un vero cambiamento di vita, la povera umanità sarà ridotta in polvere, perché il fuoco cadrà dal cielo! Molti stanno giocando con quello che sto dicendo. Gli uomini non vivono più veramente il Vangelo del Signore! Non scherzare con le Cose di Dio! Prendete sul serio tutto quello che vi dico, perché io parlo per il vostro bene. Se i Miei figli Mi ascoltano, nessuna condanna verrà nelle vostre case e tutti saranno preservati nella pace. Sono qui per condurvi sul sentiero della pace e della luce! Datemi le vostre mani e vi condurrò alla presenza di Mio Figlio Gesù, e davanti a Lui troverete la vera liberazione e la salvezza. Tutto quello che vi ho già detto sta per accadere, perciò il Mio Cuore è afflitto, perché non vedo alcun cambiamento nel cuore dell'uomo. Il mondo di oggi è peggiore del tempo del diluvio, perciò il fuoco cadrà dal cielo per bruciare ogni albero che non ha radici e non porta buoni frutti. Meditate profondamente sulla Parola del Signore e anche su tutto ciò che vi ho già detto attraverso i Miei appelli. Quanto a questo luogo che ho scelto per proteggere i Miei figli, sarà come l'Arca di Noè: alla fine tutti saranno conservati in pace! Per questo chiedo a tutti di consacrarsi al mio Cuore, affinché io possa proteggere anche le vostre case. Il tempo sarà un tempo di profonda battaglia e di oscurità! È il Mio Desiderio che i Miei Appelli arrivino ovunque, così che più anime diventino consapevoli di tutto ciò che sta per accadere qui sulla Terra. Presto tutti verranno a conoscenza di tutto ciò che sta per accadere, ma per molti sarà troppo tardi. È da questo umile luogo che invito il mondo a rivolgersi a Dio! Disprezzate il peccato e vivete secondo la volontà di Dio, affinché le vostre vite siano salvate in questi giorni che stanno arrivando. Aiutatemi con il vostro SÌ alla conversione! Voglio portarvi alla presenza del vostro Creatore! Siate fedeli alla Parola di salvezza!

Che Dio vi benedica e vi conceda la Sua pace! 

Ti amo! Restate tutti nel nome della Santissima Trinità".


LEGGENDA PERUGINA

 


( COMPILAZIONE DI ASSISI )


PRANZO NATALIZIO A GRECCIO

32. In altro tempo, venne un ministro dei frati da Francesco, che soggiornava a Greccio,  per celebrare il Natale del Signore insieme con lui. I frati dell’eremo, in occasione della  festa e per riguardo all’ospite, prepararono la mensa con cura, coprendo le tavole con  belle tovaglie bianche, che avevano acquistato, e guarnendola di bicchieri di vetro.

Quando Francesco scese dalla celletta per desinare, vedendo la mensa alzata da terra e  allestita con tale ricercatezza, uscì senza farsi notare, prese il cappello e il bastone di un  mendicante venuto là quel giorno e, dopo aver chiamato sottovoce uno dei compagni,  andò fuori dalla porta del romitorio.

I frati non si accorsero di nulla. Si misero a tavola tranquillamente, poiché era volontà  del Santo che, se non veniva subito all’ora della refezione, i frati cominciassero a  mangiare senza di lui. Intanto il suo compagno chiuse la porta e rimase dentro, accanto  all’uscio. Francesco bussò, e quello subito gli aprì. Entrò con il cappello sul dorso e il  bastone in mano, come un pellegrino. Affacciatosi all’entrata della stanza dove i frati desinavano, egli disse al modo dei mendicanti: «Per amore del Signore Dio, fate  l’elemosina a questo povero pellegrino malato!».

Il ministro e gli altri frati lo riconobbero immediatamente. E il ministro gli rispose:  «Fratello, siamo poveri anche noi, ed essendo numerosi, le elemosine che stiamo  consumando ci sono necessarie. Ma per amore del Signore che hai invocato, entra, e  divideremo con te le elemosine che Dio ci ha mandato». Francesco si fece avanti e si  accostò alla tavola. Il ministro gli diede la scodella, da cui stava prendendo cibo, con del  pane. Il Santo prese l’una e l’altro, sedette a terra vicino al fuoco, di fronte ai fratelli che  stavano a mensa in alto.

Disse allora sospirando: «Quando vidi questa tavola preparata con tanto lusso e  ricercatezza, ho pensato che non era la mensa dei poveri frati, i quali vanno ogni giorno  a questuare di porta in porta. A gente come noi si conviene seguire in ogni cosa  l’esempio di umiltà e povertà del Figlio di Dio più che agli altri religiosi: poiché a  questo siamo stati chiamati e a questo ci siamo impegnati davanti a Dio e davanti agli  uomini. Adesso, mi sembra, io sto a mensa come si addice a un frate».

Quelli ne arrossirono, comprendendo che Francesco diceva la verità. Alcuni presero a  lacrimare forte, nel vedere Francesco seduto per terra e ripensando a come li aveva  corretti con tanta santità e ragione.

VERGILIO GAMBOSO

PIO IX

 


La conquista militare di Roma

 La guerra franco-prussiana del 1870 dissolse il sogno imperiale di Napoleone III e realizzò quello, altrettanto fugace di Bismarck. Grazie alla sua rapida e schiacciante vittoria sull'esercito francese, il "cancelliere di ferro" non solo portò a termine l'unificazione tedesca, creando il Secondo Reich, ma contribuì a compiere, con la Conquista piemontese di Roma, la "Rivoluzione italiana", lasciata incompiuta dal conte di Cavour.

 Gli avvenimenti precipitano nell'estate del 1870 37. Il 27 luglio l'ambasciatore francese a Roma Bonneville comunica al cardinale Antonelli la notizia della prossima partenza delle truppe francesi. «Fra noi - commenta il giorno stesso d'Ideville - temo che questo vile abbandono del Papa porti disgrazia alle nostre armi» 38.

 Il 2 settembre 1870, con la notizia della disfatta di Sédan risuonano per le strade di Parigi le grida di «Vive la République!» 39. «Se nel 1859 l'imperatore si fosse occupato della Francia invece di occuparsi dei suoi amici d'Italia - commenta desolato d'Ideville concludendo le sue memorie - non saremmo al punto che siamo, né voi, né loro; ma, ahimè, avevamo abbandonato i nostri destini nelle mani di un carbonara che ha regnato per la maggior gloria dell'Italia e della Prussia» 40. Una settimana dopo la sconfitta francese il ministro degli Esteri Emilio Visconti Venosta, smentendo quanto il 22 luglio aveva assicurato a Napoleone III, notifica alle potenze estere la imminente occupazione dello Stato della Chiesa da parte delle truppe italiane 41.

 Il giorno 8 settembre, Vittorio Emanuele II invia presso Pio IX il conte Gustavo Ponza di San Martino per offrire al Pontefice la "protezione" delle sue truppe. In una lettera che rappresenta un capolavoro di ipocrisia, il sovrano italiano scrive al Papa che, al fine di impedire le violenze che potrebbero essere promosse dal «partito della rivoluzione cosmopolita», egli vede «da indeclinabile necessità per la sicurezza dell'Italia e della Santa Sede che le mie truppe già poste ai confini s'inoltrino ad occupare quelle posizioni che saranno indispensabili per la sicurezza della Vostra Santità e pel mantenimento dell'ordine».

 Leggendo la lettera, Pio IX reagisce con energia e, rivolgendosi al conte Ponza, esclama: «Razza di vipere, sepolcri imbiancati! (...) Ecco dove la rivoluzione ha fatto scendere un re di Casa Savoia! (...) Senz'essere né profeta, né figlio di profeta, vi dico che a Roma non vi resterete» 42.

 Il Papa scrive quindi immediatamente a Vittorio Emanuele: «Dal conte Ponza di San Martino mi fu consegnata una lettera che V.M. ha voluto dirigermi, ma che non è degna di un Figlio affettuoso, che si gloria professare la fede cattolica e si pregia di lealtà regia. Non entro nei dettagli della lettera stessa per non rinnovare il dolore che la prima lettura mi ha cagionato. Benedico Dio che ha permesso a V.M. di ricolmare di amarezza l'ultimo periodo della mia vita. Del resto lo non posso ammettere certe richieste, né conformarmi a certi principi contenuti nella sua lettera. Nuovamente invoco Dio e rimetto nelle Sue mani la mia causa, che è tutta sua. Lo prego a concedere molte grazie alla M.V., liberarla dai pericoli e dispensarle le misericordie di cui abbisogna. Dal Vaticano, 11 settembre 1870. Pius PP. IX» 43.

 Nel pomeriggio di quel giorno Pio IX si reca sulla piazza di Termini per inaugurare davanti a una folla calorosa il nuovo Acquedotto dell'Acqua Marcia. I presenti lo descrivono calmo e sorridente, senza traccia sul viso del subbuglio che doveva agitargli il cuore 44.

 Senza attendere la risposta del Papa, il Consiglio dei Ministri, il 10 settembre, delibera che il giorno successivo le truppe italiane, sotto il comando del generale Raffaele Cadorna, inizino l'occupazione dello Stato Pontificio. Le forze italiane, contano circa 60.000 uomini contro un totale di 13.000 effettivi dell'esercito pontificio. L'8 settembre il Lanza aveva spedito al prefetto di Caserta e al prefetto di Cagliari due telegrammi per raccomandare massima sorveglianza per Mazzini incarcerato a Gaeta e per Garibaldi quasi esule a Caprera.

 Il 18 settembre, domenica, la giornata è bellissima. Le porte di Roma sono chiuse e il popolo, non potendo andare nelle osterie di campagna, passeggia sulle alture del Gianicolo, per vedere i sessantamila italiani accampati attorno alle mura della città. È evidente la difficoltà per il piccolo esercito pontificio di difendere il vasto perimetro delle mura di Roma. Ufficiali e soldati del Papa fregiano la di0sa di una piccola croce capovolta in lana rossa, la Croce di San Pietro, a somiglianza delle medaglie commemorative fatte coniare da Pio IX per la battaglia di Castelfidardo.

 Il 19 settembre Pio IX manifesta al generale Kanzler le sue decisioni con una lettera in cui scrive: «Signor Generale, ora che si va a consumare un gran sacrilegio, e la più enorme ingiustizia, e la truppa di un Re Cattolico, senza provocazione, anzi senza nemmeno l'apparenza di qualunque motivo, cinge di assedio la capitale dell'Orbe Cattolico, sento in primo luogo il bisogno di ringraziare Lei, sig. Generale, e tutte le nostre truppe della generosa condotta finora tenuta, dell'affezione mostrata alla Santa Sede e della volontà di consacrarsi interamente alla difesa di questa Metropoli. Siano queste parole un documento solenne che certifica la disciplina, la lealtà ed il valore della truppa al servizio di questa Santa Sede. In quanto poi alla durata della difesa sono in dovere di ordinare che questa debba unicamente consistere in una protesta atta a constatare la violenza, e nulla più: cioè di aprire trattative per la resa appena aperta la breccia. In un momento in cui l'Europa intera deplora le vittime numerosissime, conseguenza di una guerra fra due grandi Nazioni, non si dica mai che il Vicario di Gesù Cristo quantunque ingiustamente assalito, abbia ad acconsentire ad un grande spargimento di sangue. La Causa Nostra è di Dio, e Noi mettiamo tutta nelle Sue mani la nostra difesa» 45.

 La sera stessa, mentre giunge la notizia che il giorno seguente sarebbe avvenuto l'attacco, Pio IX, percorrendo per l'ultima volta le vie di Roma, si reca a San Giovanni in Laterano, sale in ginocchio la Scala Santa e, giunto in cima, con voce rotta dal pianto implora: «A te, mio Dio, mio Salvatore, a te mi rivolgo, servo dei servi, e indegnissimo tuo Vicario: ti supplico per il sangue sparso per questo luogo, di cui lo sono il dispensatore supremo, e ti prego per i tuoi tormenti e per il sacrificio che hai fatto montando volontariamente questa scala di obbrobrio per offrirti in olocausto per un popolo che t'insultava, per il quale andavi a morire sopra un tronco infame: abbi pietà del tuo popolo, della Chiesa, tua amatissima sposa. Sospendi lo sdegno, la tua giusta collera. Non permettere ai tuoi nemici di venire a profanare la tua dimora. Perdona al mio popolo, che è pure tuo! E se un olocausto è necessario, se è necessaria una vittima, eccomi o Signore: non ho vissuto abbastanza? Pietà, mio Dio, pietà ti prego; ma qualunque cosa avvenga, sia sempre fatta la tua volontà» 46.

 Alle 5,15 del 20 settembre 1870, l'osservatorio di Santa Maria Maggiore avverte il ministero della Guerra che le batterie nemiche hanno aperto il fuoco contro Porta Pia che, per la sua posizione, costituisce il punto più vulnerabile della città 47. Il Papa, in previsione degli avvenimenti, ha da qualche giorno invitato gli ambasciatori e i ministri delle Corti straniere a volersi recare da lui ai primi colpi di cannone. Fin dalle sei e mezza del mattino, tutti i diplomatici sono riuniti in Vaticano dove assistono alla Messa privata del Pontefice, celebrata tra il rombo delle cannonate e gli scoppi delle granate. Dopo la Messa vengono serviti cioccolata e gelati; Pio IX rimasto a pregare nel suo oratorio, rientra nella Sala del Trono verso le nove. Mentre si intrattiene con il Corpo Diplomatico, riunito attorno a lui come nei lontani giorni del novembre 1848, giunge il cardinale Antonelli con un dispaccio in mano: è la notizia che una breccia è aperta nelle mura della Villa Bonaparte a sinistra di Porta Pia 48. «Il Rubicone è passato: Fiat voluntas tua in coelo et in terra» mormora Pio IX. Poi rivolgendosi ai diplomatici: «Signori io do l'ordine di capitolare: a che difendersi più oltre! Abbandonato da tutti, dovrei tosto o tardi soccombere, ed io non debbo far versare sangue inutilmente. Voi mi siete testimoni, Signori, che lo straniero non entra qui che con la forza» 49. L'ordine agli zuavi, che chiedono di combattere a oltranza, è quello di limitare la resistenza a quel tanto che è necessario per dimostrare al mondo che il Papa non rinuncia ai suoi diritti ma cede alla violenza.

 Lungo le mura che cingono la Città Eterna, nell'interminabile pausa di silenzio che precede l'attacco, si leva in quel momento l'ultimo cantico di fedeltà degli zuavi:

«Flottez au vent, triomphantes bannières
GIoire à vous tous, chevaliers de Saint Pierre!» 50.

 Mentre il fumo si dirada, il capitano Berger ne intona una strofa in piedi sulle macerie della breccia di Porta Pia, tenendo la spada per la lama, con l'impugnatura rivolta al Cielo, come ad offrire a Dio l'estremo sacrificio: quello di una resistenza ad oltranza mancata. Già la bandiera bianca sventola sulla cupola di San Pietro.

 La Rivoluzione risorgimentale è compiuta. «In questo momento che scrivo - annota Francesco De Sanctis, interrompendo la stesura della sua Storia della letteratura italiana -le campane suonano a distesa e annunziano l'entrata degli italiani a Roma. Il potere temporale crolla. E si grida il viva all'unità d'Italia. Sia gloria a Machiavelli» 51.

 Al mattino del 21 settembre 1870, le milizie pontificie, dopo aver passato l'intera notte sotto il porticato di San Pietro, si raccolgono sotto le finestre del Vaticano. Il colonnello canadese Allet, fatto formare il quadrato, fa presentare per l'ultima volta le armi al grido di «Viva Pio IX, Papa-Re!». Il 9 ottobre Roma e il suo territorio vengono annessi al Regno d'Italia per decreto reale 52

Roberto De Mattei


 


BAMBINI MIEI, AIUTATEMI A LIBERARE MOLTE ANIME DAL PURGATORIO CON LE VOSTRE PREGHIERE, DIGIUNI, PENITENZE, OPERE DI CARITÀ E SOPRATTUTTO CON L'OFFERTA DEL SANTO SACRIFICIO DELLA MESSA, PER IL LORO ETERNO RIPOSO!

 


CHIAMATA DI MARIA SANTIFICATRICE AL POPOLO DI DIO.
MESSAGGIO A ENOCH


21 GIUGNO 2021

Figlioli, la Pace del mio Signore sia con tutti voi, e la mia protezione materna, vi accompagni sempre.

Bambini miei, aiutatemi a liberare molte anime dal purgatorio con le vostre preghiere, digiuni, penitenze, opere di carità e soprattutto con l'offerta del Santo Sacrificio della Messa per il loro eterno riposo. Le anime liberate dal purgatorio e portate in cielo intercederanno per voi e vi aiuteranno nel vostro passaggio nel deserto della purificazione. Pregate, piccoli miei, con il mio Santo Rosario per tutte le anime del purgatorio, specialmente per quelle più bisognose della misericordia di Dio, che si trovano nel terzo purgatorio; pregate anche per le anime che sono in attesa, che hanno soltanto bisogno di una preghiera, della recita del mio Rosario, di un'opera di carità, o dell'offerta della Santa Messa per loro, per salire al Cielo.

Figlioli, il Cielo ha bisogno delle vostre preghiere, dei rosari, dei digiuni, delle penitenze, delle opere di carità e delle offerte delle Sante Messe per liberare milioni di anime che si trovano, chi in attesa, altre nel primo e nel secondo purgatorio per farle salire e per fortificare spiritualmente, le anime del terzo purgatorio, nella loro dolorosa purificazione. Mio Padre vi benedirà e terrà conto di tutto ciò che farete a favore delle anime benedette del purgatorio. Riceverete una speciale indulgenza plenaria se offrirete le Sante Messe per esse, in stato di grazia; consegnatele al Padre Celeste nel momento sublime dell'elevazione del Corpo e del Sangue di mio Figlio, perché esse sono lì spiritualmente presenti, aspettando la vostra offerta per il loro eterno riposo.

Miei piccoli, nella festa del mio titolo del Carmelo che sta per essere celebrata, vi chiedo di fare la mia novena e di assistere al Santo Sacrificio, pregando e intercedendo per le anime benedette del purgatorio, perché in questo giorno il Padre mio e vostro, per mia e vostra intercessione, muoverà il purgatorio, portando al cielo milioni di anime, spostando altre da un luogo all'altro, e fortificando spiritualmente quelle del terzo purgatorio. Tutte le anime del purgatorio vi ringrazieranno, e quando raggiungerete l'eternità, le anime beate intercederanno per voi affinché la vostra permanenza in purgatorio sia breve e sopportabile. Ascoltate, dunque, questo appello, piccoli miei, affinché per l'intercessione delle anime liberate dalle vostre preghiere, non possiate penare molto nel purgatorio quando giungerete domani all'eternità.

Rimanete nella Pace dell'Altissimo, figlioli miei.

Vostra Madre, Maria Santificatrice

Fate conoscere, figlioli miei, i messaggi di salvezza a tutta l'umanità.


 


venerdì 2 luglio 2021

CHIESA



Voi potete sostenere solo la Verità, perché Io Sono la Verità. Negate la Verità e voi negherete Me.

Mia amata figlia diletta e voi Miei cari discepoli, dovete sapere che le porte dell‟Inferno non prevarranno mai contro la Mia Chiesa, anche se gran parte della Mia Chiesa sulla terra sarà schiacciata, come fu predetto, ma la Verità non potrà mai morire. La Mia Parola non scomparirà mai, né i Miei Insegnamenti saranno dimenticati da coloro che sono uniti realmente a Me. 

Solo coloro che rimangono leali alla Mia Parola potranno affermare di essere parte della Mia Chiesa sulla terra. Coloro che applaudono a qualsiasi forma di manipolazione dei Santi Vangeli o di adattamento dei Miei Insegnamenti, non potranno più affermare che servono Me. Se uno dei Miei servitori consacrati osasse proclamare una dottrina diversa da quella data all’uomo dai Miei apostoli e dai profeti, prima del Mio Tempo sulla terra, costui verrebbe espulso immediatamente. 

Avverto tutti voi che accettate qualunque cosa venga considerata sacra, ma che è creata e modellata da mani umane, e che la accogliete come Mia, che Io vi caccerò, perché non sarete più in grado di farvi chiamare “Miei servitori”; inoltre, se voi indurrete le anime in errore, la vostra punizione inizierà in questo tempo e continuerà a lungo dopo la vostra dipartita da questa vita. 

Voi non conoscete la Mia Collera, perché no n l‟avete ancora sperimentata, ma sappiate questo: voi che Mi tradirete sapete già chi siete, perché la vostra fede si è già indebolita. Molti di voi sono già caduti e la vostra debolezza sarà la causa della vostra rovina. Voi Mi tradirete, Mi rinnegherete e abbraccerete i Miei nemici, perché sarete talmente presi dalla nuova religione, l‟umanesimo laico, il quale giungerà come un lupo travestito da pecora per divorarvi, cosicché Io sarò dimenticato. La vostra ambizione e il desiderio di compiacere i Miei nemici, che s‟innalzeranno orgogliosamente dai ranghi più alti della mia Chiesa, vi renderanno ciechi alla Verità. Questa sarà la causa della rovina vostra e di tutti coloro che voi avrete indotto in grave errore. 

Questo accadrà quando la Mia Chiesa metterà sottosopra i Miei Insegnamenti; saprete così che è giunto il tempo per l’anticristo, di porsi al centro della scena. Coloro che adorano la bestia firmeranno la propria condanna a morte e consegneranno il loro libero arbitrio, un sacro Dono di Dio, ai Miei nemici. Quando voi presterete giuramento a questa nuova e falsa dottrina, sarete colpevoli di crocifiggerMi di nuovo e la vostra punizione sarà severa. 

Perché, potreste chiedervi, dovreste essere puniti per la vostra obbedienza ai vostri superiori? La risposta è semplice: quando voi prestaste il giuramento di servirMi, concordaste di sostenere la Verità. Se doveste rompere tale giuramento, a causa della vostra obbedienza ai Miei futuri nemici, allora non sarò Io, Gesù Cristo, colui che servirete. 

Voi potete sostenere solo la Verità, perché Io Sono la Verità. Negate la Verità e voi negherete Me. Nel momento in cui Mi rinnegherete, quali servitori di Dio, non sarete più degni di preparare i figli di Dio per la loro Salvezza Eterna. 

Il vostro Gesù. 

30 Giugno 2014

MI AVETE RINNEGATO, TRADITO E APPESO ALLA CROCE, … SACERDOTI MIEI!

 


Carbonia 01.07.2021  –  ore 18.48

Coronato di pungenti spine,
vengo a urlarvi tutto il mio dolore
per la vostra perdizione.

Vengo a richiamare ancora voi che Mi avete rinnegato per un misero pezzo d’argento!

Eccomi, sono tutto pesto e pieno di sangue. Vengo a voi nel mio dolore infinito, … scruto dentro il vostro cuore e vedo l’orribile segno di appartenenza a Satana, vedo un cuore cattivo, ormai privo di sensibilità e amore.

Soffro per quello che ora verrà su di voi, o uomini stolti, degni di appartenere al dio che vi siete scelti al mio posto.

Vengo ancora a voi, grondante di Sangue, con il Cuore trafitto, ad urlarvi ancora tutto il mio dolore, e ancora, per amore e amore infinito, volgo a voi il mio canto d’amore perfetto.

Supplico la vostra conversione, ravvedetevi in questo tempo che ancora vi resta a disposizione, tornate al vostro Dio Amore, chiedete perdono con cuore contrito.
Umilmente prostratevi al Crocifisso, pentiti di tutto il male a Lui fatto.
Chiedetegli perdono …pentitevi! Cospargetevi il capo di cenere, rinunciate a Satana, rivendicate la vostra vita tornando alla Vita!

Oggi muoio ancora Crocifisso per causa vostra, sacerdoti miei!

Mi avete rinnegato, tradito e appeso alla croce, … non avete più il timore di Dio! Che ne sarà di voi poveri uomini? Voi che scegliete di morire anziché vivere; sapete benissimo che la salvezza è solo in Dio Padre, nessun uomo sulla Terra potrà mai salvarvi, tantomeno Satana, colui che oggi adorate al suo posto!

Siete stolti, non volete difendervi, vi immolate per l’Inferno e trascinate con voi una moltitudine di anime. Ma il tempo è giunto, state per presenziare dinnanzi all’Altissimo, … cosa Gli direte quando vi chiederà?
Tremanti come conigli, cercherete scusanti? …Dio vi punirà o uomini, … per la vostra iniquità assaporerete la verga della sua Giustizia.

Sono rimasto solo! La Mia Chiesa sulla Terra è gestita dal mio nemico, i miei pastori si dilettano a servirlo e fargli festa. Ah! …che dolore per Me … e cosa sarà di voi Giuda di questi tempi? …Miserum est!

Chiedo “la conversione urgente” di questa Umanità … non tardate a tornare a Me.

Il vostro Dio Amore.

VITA PRIMA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI

 


LA VIGILANZA SUI SUOI FRATI.

IL DISPREZZO Dl SE STESSO.

LA VERA UMILTÀ


410 51. Il beatissimo uomo Francesco, ritornò corporalmente tra i suoi frati, dai quali, come si disse, non era mai stato assente con lo spirito. Santamente curioso di conoscere lo spirito dei suoi figli, sottoponeva a diligente esame la condotta di ognuno, non lasciando impunita nessuna colpa, se vi scopriva qualcosa, anche minima, di meno che retto Badava prima ai difetti dell'animo, poi a quelli esterni, infine rimoveva tutte le occasioni che di solito conducono al peccato.

411 Alla santa povertà riservava una cura tutta particolare e voleva che dominasse sempre da signora, tanto da non tollerare neppure il più piccolo utensile, appena s'accorgeva che si poteva farne a meno, temendo che vi si introducesse l'abitudine di confondere il necessario col superfluo. Era solito dire che è impossibile sovvenire alla necessità senza servire alla comodità. Raramente si cibava di vivande cotte, oppure le rendeva insipide con acqua fredda, o le cospargeva di cenere! Quante volte, mentre era pellegrino nel mondo a predicare il Vangelo, invitato a pranzo da grandi signori che lo veneravano con grande affetto, mangiava appena un po' di carne in ossequio alla parola evangelica di Cristo, poi, fingendo di mangiare faceva scivolare il resto nel grembo, mettendosi una mano alla bocca perché nessuno s'accorgesse di quello che faceva! Ci s'immagini poi se prendeva del vino, dato che rifiutava persino l'acqua, quand'era assetato!

412 52. Ovunque fosse ospitato di notte, non voleva materassi o coperte sul suo giaciglio, ma la nuda terra raccoglieva il suo nudo corpo avvolto solo nella tonaca. Quando poi concedeva un po' di riposo al suo corpo fragile spesso stava seduto e non disteso, servendosi per guanciale di un legno o di una pietra. E quando lo prendeva desiderio di mangiare qualche cosa, come suole accadere a tutti, a stento si concedeva poi di mangiarla.

413 Avendo un giorno mangiato un po' di pollo, perché infermo, riacquistate le energie per camminare, si recò ad Assisi. Giunto alla porta della città, pregò un confratello che era con lui di legargli una fune attorno al collo e di trascinarlo per tutte le vie della città come un ladro, gridando: "Guardate questo ghiottone, che a vostra insaputa si è rimpinzato da gaudente di carne di gallina!". A tale spettacolo, molti, tra lacrime e sospiri, esclamavano: "Guai a noi miserabili che abbiamo vissuto tutta la vita solo per la carne, nutrendo il cuore e il corpo di lussuria e di crapule!". E tutti compunti, erano guidati a miglior condotta da quell'esempio straordinario.

414 53. E tante altre cose simili a queste egli compiva per praticare l'umiltà nel modo più perfetto possibile, che insieme gli attiravano però amore imperituro presso gli altri. Era libero da ogni sollecitudine per il corpo, trattandolo come un vaso derelitto ed esponendolo alle ingiurie sempre preoccupato di non lasciarsi vincere dal desiderio di alcuna cosa materiale per amore di lui. Vero spregiatore di se stesso, egli con parole e con fatti ammaestrava utilmente gli altri al disprezzo di sé. Ma tutti lo magnificavano e ne cantavano giustamente le lodi; solo lui si riteneva vilissimo e si disprezzava cordialmente.

415 Spesso, quand'era da tutti esaltato, sentendosi ferito come da troppo acerbo dolore, controbilanciava e scacciava l'onore degli uomini, incaricando qualcuno di maltrattarlo. Chiamava per lo più qualche confratello e gli diceva: "Ti scongiuro per obbedienza di coprirmi di ingiurie senza alcun riguardo e di dir la verità contro la falsità di costoro che mi elogiano". E quando quel fratello, ci si immagini quanto volentieri, lo chiamava villano, mercenario, buono a nulla, lui sorridendo e applaudendo diceva: "Ti benedica il Signore, perché dici cose verissime e quali convengono al figlio di Pietro di Bernardone". Con queste parole intendeva rammentare l'umiltà delle sue origini.

416 54. Per farsi credere veramente degno di disprezzo e per dare agli altri esempio di una confessione sincera, se per caso commetteva qualche mancanza, non esitava a confessarla pubblicamente e sinceramente mentre predicava a tutto il popolo. Anzi, se gli capitava di pensar male, sia pur minimamente, di qualcuno, o gli sfuggiva qualche parola troppo forte, subito manifestava con tutta umiltà il suo peccato a colui che aveva osato giudicare, chiedendogli perdono. Pur non potendogli rimproverare proprio nulla, data la vigilanza che esercitava su di sé, la sua coscienza non gli dava pace, finché non avesse sanato con rimedio appropriato la ferita dell'anima. Bramava far progressi in qualsiasi specie di virtù, ma non voleva esser notato, per fuggire l'ammirazione e non cadere nella vanagloria.

Miseri noi, che ti abbiamo perduto, padre santo, esemplare di ogni bene e di umiltà! Per giusta condanna ti abbiamo perduto, perché trascurammo di conoscerti quando ti avevamo tra noi!