sabato 3 luglio 2021

LEGGENDA PERUGINA

 


( COMPILAZIONE DI ASSISI )


PRANZO NATALIZIO A GRECCIO

32. In altro tempo, venne un ministro dei frati da Francesco, che soggiornava a Greccio,  per celebrare il Natale del Signore insieme con lui. I frati dell’eremo, in occasione della  festa e per riguardo all’ospite, prepararono la mensa con cura, coprendo le tavole con  belle tovaglie bianche, che avevano acquistato, e guarnendola di bicchieri di vetro.

Quando Francesco scese dalla celletta per desinare, vedendo la mensa alzata da terra e  allestita con tale ricercatezza, uscì senza farsi notare, prese il cappello e il bastone di un  mendicante venuto là quel giorno e, dopo aver chiamato sottovoce uno dei compagni,  andò fuori dalla porta del romitorio.

I frati non si accorsero di nulla. Si misero a tavola tranquillamente, poiché era volontà  del Santo che, se non veniva subito all’ora della refezione, i frati cominciassero a  mangiare senza di lui. Intanto il suo compagno chiuse la porta e rimase dentro, accanto  all’uscio. Francesco bussò, e quello subito gli aprì. Entrò con il cappello sul dorso e il  bastone in mano, come un pellegrino. Affacciatosi all’entrata della stanza dove i frati desinavano, egli disse al modo dei mendicanti: «Per amore del Signore Dio, fate  l’elemosina a questo povero pellegrino malato!».

Il ministro e gli altri frati lo riconobbero immediatamente. E il ministro gli rispose:  «Fratello, siamo poveri anche noi, ed essendo numerosi, le elemosine che stiamo  consumando ci sono necessarie. Ma per amore del Signore che hai invocato, entra, e  divideremo con te le elemosine che Dio ci ha mandato». Francesco si fece avanti e si  accostò alla tavola. Il ministro gli diede la scodella, da cui stava prendendo cibo, con del  pane. Il Santo prese l’una e l’altro, sedette a terra vicino al fuoco, di fronte ai fratelli che  stavano a mensa in alto.

Disse allora sospirando: «Quando vidi questa tavola preparata con tanto lusso e  ricercatezza, ho pensato che non era la mensa dei poveri frati, i quali vanno ogni giorno  a questuare di porta in porta. A gente come noi si conviene seguire in ogni cosa  l’esempio di umiltà e povertà del Figlio di Dio più che agli altri religiosi: poiché a  questo siamo stati chiamati e a questo ci siamo impegnati davanti a Dio e davanti agli  uomini. Adesso, mi sembra, io sto a mensa come si addice a un frate».

Quelli ne arrossirono, comprendendo che Francesco diceva la verità. Alcuni presero a  lacrimare forte, nel vedere Francesco seduto per terra e ripensando a come li aveva  corretti con tanta santità e ragione.

VERGILIO GAMBOSO

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