giovedì 29 luglio 2021

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


La bufala del Pentagono

Il governo degli Stati Uniti ha mentito quando ha affermato che  il Boeing 757, dirottato e pilotato da Hani Hanjour, si era schiantato  contro il Pentagono. Dai documenti dell’addestramento al volo di Hanjour, risulta che faceva fatica addirittura a pilotare un minuscolo  Cessna monomotore, figuriamoci un grosso aereo di linea come un  Boeing 757 (tra l’altro, se fosse vero, ci si sarebbe messo ai comandi per  la prima, e ultima volta in vita sua)! Il governo vuol farci credere tutto  questo, e anzi insiste sul fatto che Hanjour abbia compiuto una manovra  quasi impossibile, facendo virare l’aereo di 270° a 800 chilometri  all’ora, pilotandolo poi a quella velocità per più di un chilometro e ad  un altitudine di soli 6 metri – un fatto aerodinamicamente impossibile.  Infine, Hanjour avrebbe pilotato un Boeing 757 fin dentro al Pentagono  non lasciando praticamente alcuna traccia identificabile di un aereo,  tranne un singolo squarcio rotondo di 6 metri nel muro perimetrale  del’edificio, senza però lasciare alcun foro di entrata dove avrebbero  dovuto schiantarsi gli enormi motori in acciaio e titanio, pesanti oltre  6 tonnellate; anzi, di quei motori non è stata trovata alcuna traccia, tra  le rovine! Il rivestimento in acciaio e titanio di quei motori non può  fondere neanche a 3.000 °C, quindi che fine hanno fatto, se davvero si  sono schiantati, insieme al resto dell’aereo, sul Pentagono?468


Altre anomalie

Misteriosamente, nessuno di quegli aeroplani (ad eccezione di  uno469) venne abbattuto prima che potessero colpire i propri obiettivi,  malgrado il fatto che abbattere un aeroplano che costituisca una  minaccia, in caso tutte le altre soluzioni non abbiano avuto esito, sia  una procedura standard prevista dalla legge. L’ex ministro britannico  Michael Meacher ha affermato che “Tra le 8:20 e le 9:38 di quella  mattina, non c’erano aerei in volo.” Secondo un’Istruzione del Capo dello  Stato Maggiore Congiunto degli Stati Uniti, datata 1 giugno 2001, era  stato dato l’ordine di non intercettare o abbattere nessun aereo senza  l’esplicita autorizzazione del Segretario alla Difesa. Persino dopo che  entrambe le torri erano state colpite, il Segretario alla Difesa Donald  Rumsfeld non dette quell’autorizzazione, fino a che non venne colpito  anche il Pentagono. Quella mattina dell’11 settembre, mentre un aereo  si stava avvicinando in una maniera da costituire una reale minaccia alla  capitale americana, Washington, D.C., un aiutante del vice presidente  Richard Cheney (come testimoniato dal Segretario ai Trasporti, Norman  Mineta) andò da lui e gli chiese: “Gli ordini rimangono ancora validi?” E  Cheney rispose: “Gli ordini rimangono ancora validi”, e questo mentre  quell’aereo che si avvicinava in maniera minacciosa si trovava a soli  15 chilometri di distanza da Washington, pochi minuti prima che il  Pentagono venisse colpito. L’aereo non venne intercettato, nessun aereo  venne fatto partire allo scopo di fermare quella minaccia, se non dopo che il Pentagono era stato colpito. Questi comportamenti sembrano  indicare chiaramente che ai comandi di quell’operazione vi fossero  Dick Cheney e Donald Rumsfeld, e non Osama bin Laden e Ayman alZawahiri.470

Padre Paul Kramer

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