LA DIVOZIONE AL S. CUORE DI N. S. GESÙ CRISTO
Pratica della devozione al S. Cuore di Gesù per ogni mese, per ogni settimana, per ogni giorno e per certe ore del giorno
Benché non sia necessario determinare alla persona che ama fervidamente Gesù Cristo alcuna pratica devota, assegnata a certi giorni e a certe ore, perché, come dice S. Agostino, chi ama molto non lascia mai di darne delle prove, tuttavia torna opportuno indicare dei tempi più adatti a dar prove speciali di questo amore. Questo faremo nel presente capitolo
§ 1. Pratica della devozione al S. Cuore di Gesù nel primo venerdì del mese.
Il primo venerdì di ogni mese è consacrato in modo particolare a onorare il S. Cuore di Gesù. Le pratiche devote di questo giorno son presso a poco le stesse già indicate per il giorno della festa, e le faremo per lo stesso motivo. È necessario prepararcisi fin dalla vigilia con la lettura del primo capitolo della 3ª parte di questo libro, e passando la sera del giovedì un po’ dì tempo dinanzi al SS.mo Sacramento. Il giorno seguente, appena alzati offriremo a Gesù e consacreremo in onore del Suo S. Cuore tutte le azioni della giornata: quindi ci daremo premura di correre subito in Chiesa, dove ci sarà facile, con un po’ di vero amore verso Gesù, risvegliare in cuore un grande dispiacere delle indegnità ch’Egli ha sofferto nell’adorabile Eucaristia; e non sarà difficile sentire questo vero amore, se rifletteremo alquanto sui motivi che abbiamo di amarlo. Si farà quindi la confessione delle mancanze commesse alla presenza dell’amabile Salvatore nel Mistero adorabile, e della negligenza usata nel riceverlo e nel visitarlo.
Ricevuta la Comunione con le stesse disposizioni per il medesimo fine del giorno della festa, si reciterà l’ammenda onorevole e l’atto di consacrazione, con quella maggior devozione e quei sentimenti che può provare una persona che ami teneramente Gesù, e senta vivo dispiacere di vederlo amato tanto poco.
Sentimenti che si procurerà di conservare durante il giorno. Si reciteranno le litanie del S. Cuore, la Corona e l’Ufficio e, verso sera, potendolo, si farà per un’ora o per mezz’ora la meditazione indicata per il primo venerdì del mese. Non vanno dimenticate le cinque visite di cui nel capitolo precedente abbiamo spiegato i motivi, e si aggiungerà alle opere buone solite farsi ogni giorno qualche elemosina o qualche penitenza, per risarcire secondo le nostre forze in tutti i modi gl’insulti e le offese che Gesù ha sofferto e soffre ancora ogni giorno nel S. Sacramento. Si pensi spesso in questo giorno a ciò che Egli deve provare dinanzi alle nostre ingratitudini, e quanto il Suo Sacro Cuore sia sempre mirabilmente disposto a favorirci.
Facilmente si vedrà quanto in tutto ciò aiutino il silenzio, il ritiro e il raccoglimento interno. Dobbiamo visitare il SS. Sacramento più spesso e con più rispetto e devozione del solito, ed eccitarci durante il giorno in fare continui e teneri atti d’amore verso Gesù Cristo, il che può farsi senza interrompere le proprie occupazioni, né l’ufficio necessario. Pregheremo l’amabile Salvatore di schiuderci il suo S. Cuore, di concederci di restarvi nel resto della nostra vita.
A queste pratiche di pietà, l’amore del prossimo, conseguenza naturale del vero amore di Gesù Cristo, aggiunge l’obbligo, ai devoti del S. Cuore, di pregare ogni mese in modo speciale per tutti quelli che il vero amore congiunge in modo più stretto e particolare nel S. Cuore. Così i Sacerdoti che praticheranno questa devozione devono celebrare ogni mese una Messa per tutti i devoti del S. Cuore, offrendo il Sacrificio divino per le necessità di quelle anime elette, e pregando il Signore di moltiplicarne il numero e d’infiammare sempre più del suo amore ardente i cuori dei suoi veri amanti. I non sacerdoti si devono comunicare ogni mese per lo stesso scopo.
Oltre al merito che si acquista in quest’atto di carità dai devoti del S. Cuore di Gesù, essi ne ricaveranno anche il vantaggio di essere sicuri che un gran numero di persone, tra le più virtuose e più amanti di Gesù, pregheranno anch’esse ogni mese in modo speciale per loro. Questa carità deve estendersi anche a quelli che, avendo praticato la stessa devozione in vita, soffrono dopo la morte le pene dei Purgatorio, e perciò deve offrirsi per loro sollievo il detto Sacrificio adorabile e farsi la S. Comunione.
Siccome questa devozione non ha altro fine che di fare amare fervidamente e perfettamente Gesù Cristo e di risarcirlo, per quanto è possibile, di tutti gli oltraggi che ha ricevuto e riceve ogni giorno nell’Eucaristia, è quanto mai evidente ch’essa non è così legata a certi giorni fissi, che non si possa praticare anche in altri tempi. Gesù merita d’essere amato in ogni tempo, perché in ogni tempo è disprezzato e maltrattato dagli uomini nel Mistero adorabile; è giusto dunque che in ogni tempo gli si faccia onorevole riparazione. Perciò chi non può praticare questa devozione il primo venerdì del Mese, potrà farlo un altro giorno dello stesso; sicché la prima comunione mensile sia destinata e consacrata a una pratica veramente cristiana, procurando di fare in tal giorno ciò che non si è potuto fare nel primo venerdì del mese.
§ 2. Ogni settimana.
Anche il venerdì di ogni settimana è un giorno adatto a onorare in modo speciale il S. Cuore di Gesù, ché il nostro amabile Salvatore ci ha dato in tal giorno tali prove splendidissime della sua tenerezza, che non possiamo negargli qualche nuovo segno del nostro amore. Gesù Cristo ha fatto conoscere chiaramente quanto gradisca che tutto questo giorno sia consacrato in modo particolare a onorare il Suo S. Cuore. Perciò bisogna che fin dalla mattina gli si offra e consacri ogni azione della giornata, desiderando anche di far molto, e sopratutto di far bene, ciò che si deve fare, in onore del S. Cuore di Gesù. Lo scopo di tutte le pratiche di questa devozione deve essere il desiderio di riparare i disprezzi e gli oltraggi fatti a Gesù nel SS. Sacramento, e di dargli in proposito dei contrassegni del nostro amore e della nostra riconoscenza.
I Sacerdoti in tal giorno devono offrire a questo Scopo il Sacrificio della Messa, i non sacerdoti che possono comunicarsi faranno bene a farlo. Almeno si assista alla Messa con più riverenza e devozione del solito per riparare come più si può col nostro amore e i nostri ossequi le indegnità e gli oltraggi a cui l’amore espone Gesù in questo adorabile Mistero: si faccia in fine la Comunione Spirituale.
Che se per qualche difficoltà non si potesse assistere alla Messa, si supplisca con qualche altro esercizio di voto. Nessuno però tralasci queste tre cose. Primo: d’eccitare in sé durante tutta la giornata un gran rincrescimento, vedendo Gesù dimenticato, sì poco amato e sì indegnamente trattato dagli uomini, persino in quella cosa in cui l’amabile Salvatore dà agli uomini una prova più manifesta della sua liberalità eccessiva e dell’amore più grande. Secondo: di visitare durante il giorno il SS. Sacramento con maggior frequenza, rispetto e devozione del solito, sempre in vista e col motivo di riparare mediante il nostro amore all’ingratitudine umana verso Gesù Sacramentato.
Che se le occupazioni e il dovere c’impedissero di fare queste visite frequenti, dovremo almeno nel luogo in cui ci troveremo adorarlo in ispirito e supplire con atti interni alla mancanza degli atti esterni di devozione. Dobbiamo entrare, per dir così, di tanto in tanto nel Cuore adorabile di Gesù Cristo, con la considerazione dei sentimenti che nutre verso di noi il nostro amabile Salvatore, e del suo desiderio di ricolmarci di grazie e d’infiammarci del suo amore ardente. Queste riflessioni, che si possono fare in ogni tempo e in ogni luogo, non possono mancare d’ispirarci degli affetti teneri e propri del fine di questa devozione. Basta perciò aver cura di rientrare ogni tanto in se stessi, osservare maggior silenzio, essere un po’ meno dissipati e un po’ più raccolti. Questa pratica facile e adatta a ogni qualità di persone, è sommamente utile, e non si può immaginare quanti favori e grazie anche notevoli ottenga a chiunque l’usi spesso con cura e fedeltà.
La terza cosa da osservare in questo giorno consiste nel fare qualche opera buona o qualche piccola mortificazione, sia interna che esterna, col medesimo motivo e per il medesimo fine. Se si può si recitino le litanie del S. Cuore, la Corona e l’ufficio: si potrà leggere qualche tratto di questo libro che sembrerà più conforme ad eccitare in noi l’amore più fervido verso Gesù, e si cercherà di trovare una mezz’ora, o almeno un quarto, per fare la meditazione indicata in ogni venerdì del mese.
§ 3. Ogni giorno.
Oltre agli esercizi di devozione al S. Cuore di Gesù da praticarsi ogni anno, ogni mese ed ogni settimana, bisogna anche fissarsi alcune ore di ciascun giorno in cui ci limitiamo a pensare esclusivamente a Gesù e a onorare il Suo S. Cuore con prove più speciali della nostra riconoscenza e del nostro amore.
La mattina appena alzati, durante la Messa, certe ore del dopopranzo e la sera prima dì coricarsi sembrano il tempo più adatto a questo scopo. La mattina appena alzati, a imitazione di molti Santi, possiamo prostrarci nella direzione della Chiesa più vicina dove si sa che si conserva il SS. Sacramento, e in questa posizione si faccia un atto di fede, adorando Gesù nel Sacramento augusto, con un tenero atto d’amore, amore che ci pare tanto facile e conforme alla ragione. Quindi dopo averlo ringraziato d’avere istituito questo Mistero amoroso, e dopo avergli significato il dispiacere che proviamo nel vederlo trattato così male, e il grande desiderio di visitarlo fra poco e di amarlo senza riserva, potremo recitare le litanie del S. Cuore di Gesù e di Maria, o altra preghiera, protestando che non vogliamo avere altro desiderio e altro affetto durante la giornata se non conformi ai.desideri e agli affetti di questi due Cuori
Il tempo della Messa è certo fra i più adatti a onorare e ad amare il Cuore adorabile di Gesù: per questo tempo prezioso non suggeriamo pratiche speciali, perché l’amore di Gesù Cristo, che ci deve tenere occupati in esso, non mancherà d’ispirare a ognuno quelle che più gli convengono. Solo si rifletta con po’ di fede che cos’è la Messa. Bisogna starci con rispetto profondo e modestia singolare, vale a dire, come una persona che ha fede. Si può dire la Corona dei S. Cuore di Gesù, e poco prima della Comunione del Sacerdote si reciterà l’atto di Consacrazione, quindi si farà la Comunione Spirituale, cioè, un atto d’amore a Gesù e una grande brama di riceverlo
Il resto della Messa si occupi nel ringraziare Gesù per averci amato fino a istituire questo Mistero, in chiedergli perdono dell’ingratitudine umana che apprezza cosi poco questo Mistero medesimo, e finalmente nel procurare di supplire alle irriverenze e insensibilità degli uomini con le nostre adorazioni e col nostro amore fervente.
I Sacerdoti che hanno la fortuna di offrire il sacrificio divino sentiranno verso di esso sempre più viva devozione, la loro fede diventerà più perfetta, Gesù li riempirà di grazie più grandi ed essi l’ameranno sempre più, se si ricorderanno d’offrire ogni giorno questo sacrificio divino allo scopo di risarcire quanto più possono, per mezzo della Vittima adorabile, le indegnità che Gesù soffre in questo adorabile Mistero, e se considerando Gesù realmente presente.innanzi a se, avranno cura d’adorare il suo Sacro Cuore. Tutti devono fare lo stesso nelle loro visite al SS. Sacramento o assistendo alla Messa, ed è assai difficile che non ne abbiano la devozione e che non stiano con rispetto alla presenza di Gesù, quando gli si presenteranno dinanzi con l’unico scopo di fargli ammenda onorevole e di riparare con questa stessa azione alle irriverenze e alle indegnità che gli si recano.
Il dopopranzo è ancora assai più adatto a onorare il S. Cuore di Gesù e a dimostrargli il nostro amore. Essendo questo, il tempo in cui meno si pensa a Gesù ed è meno visitato, chi va a tenergli compagnia in tali ore non può non essere bene accolto. È ben difficile che non si possa trovare dopo pranzo un quarto d’ora o mezzo quarto disponibile per recarsi ad adorare Gesù Sacramentato. Ora siccome chi ci spinge ad andarci in questo tempo non è la consuetudine né la folla che ci trascini, è chiaro che tali visite sono suggerite da puro amore e per conseguenza sono fonti di grazie, perché Gesù non si lascia mai vincere in generosità. Anche in queste visite l’amore di Gesù deve tenerci occupati interamente, essendo quest’amore di solito più vivo in tali circostanze in cui esso si dimostra vero, fedele e costante.
La sera, prima di andare a letto, bisogna adorare il S. Cuore di Gesù, che dobbiamo considerare come il luogo di rifugio e di asilo nel quale vogliamo riposate. Si ringrazi di nuovo Gesù d’aver istituito la SS. Eucaristia, il massimo dei benefici, di cui però pochissimi lo ringraziano; si facciano parecchi atti di contrizione e d’amore verso un Dio sì amabile e che ci ama infinitamente. Questa era la pratica di S. Luigi Gonzaga, che ogni sera, immediatamente prima di coricarsi recitava tre Ave Maria per mettersi singolarmente sotto la protezione e quasi nel Cuore della SS. Vergine; quindi s’inchinava profondamente rivolto verso la Chiesa, per adorare il SS. Sacramento, pregando il S. Cuore di Gesù, che veglia continuamente su tutta la Chiesa e in modo speciale su quelli che l’amano teneramente, di difenderlo da tutte le astuzie del nemico; e protestando di voler prendere il suo riposo nel S. Cuore, diceva con l’autore del libro dell’Imitazione di Gesù Cristo: — In hac pace, in idipsum, hoc est in te uno summo bono, dormiam et requiescam.
Ecco quale potrebbe essere la pratica della devozione al S. Cuore di Gesù; ma qui si deve riflettere che, siccome il vero amore di Gesù, il rispetto e la venerazione singolare verso il SS. Sacramento sono il carattere di questa devozione e di queste pratiche devote, così quelli che le osserveranno è necessario che si distinguano con certi segni particolari di quest’amore ardente verso Gesù, per la loro assiduità, grande rispetto e modestia dinanzi al SS. Sacramento, cioè che l’amore ardente verso Gesù Cristo e la devozione speciale verso l’adorabile Eucaristia devono come formare il loro segno distintivo. Questo amore deve essere la sorgente di tutti i loro desideri, lo scopo di tutti i loro pensieri; il vero amore di Gesù, Cristo deve essere insomma l’oggetto principale e il motivo di tutte queste pratiche.
È vero però che per sentirsi aumentare sensibilmente questo amore perfetto ci vuole fedeltà nell’adempimento di queste sante pratiche. Gesù gradisce tanto questa devozione, che sembra non possa ricusare nulla a chi la pratica, ed è ciò che il Salvatore divino à promesso a quella Persona di cui si è servito per ispirarla nei fedeli, e l’esperienza ha felicemente confermato fino ad ora e continua a confermarlo ancora ogni giorno.
Osserviamo infine: l° di non dimenticare mai di adorare con tenerezza e affetto il Cuore di Gesù ogni volta che dovremo presentarci davanti al SS. Sacramento dell’altare. 2° Di visitarlo più spesso e col rispetto maggiore che si potrà, suggerendo questa devozione ad ogni qualità di persone, perché è proprio dell’amore perfetto di Gesù Cristo ispirare non soltanto il desiderio d’amarlo sempre più, ma anche di vederlo sempre più conosciuto, con più rispetto adorato, più spesso visitato e più ardentemente amato.
P. GIOVANNI CROISET S.J.