In S. Lubgarda e in S. Angela da Foligno, che pure ebbero la grazia di essere invitate da Gesù stesso a posare le loro labbra sul suo costato aperto, il ricordo del Preziosissimo
Sangue è intermittente. In S. Caterina sarà invece un pensiero costante, l'ansia di ogni ora, un'idea fissa, un bisogno irrinunciabile. Fino a un certo punto le sue lettere cominceranno così: "lo
vi scrivo nel prezioso Sangue...". Al suo confessore, Raimondo da Capua, raccomanda: "Immergetevi nel Sangue di Gesù Crocifisso, bagnatevi in quel Sangue, inebriatevi con quel Sangue, crescete e fortificatevi
in quel Sangue". "In mezzo ai miei lavori - scriveva ancora - voglio essere accompagnata da quel Sangue".
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