Il primo Anticristo.
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Sì Iddio fe' conoscere agli Angeli l'incarnazione e la gloria del suo Figlio. Ascoltiamo Bernardino. Avendo Iddio creato gli Angeli nella libertà di natura rivelò ad essi l'incarnazione del suo Figlio, che avea stabilito Dominatore su tutta la terra. Onde Giobbe al capo 38 dice: Chi gettò la pietra angolare (della terra) quando mi lodavano assieme gli astri del mattino, e giubilavano tutti i figli di Dio?
Chi per la pietra angolare della terra, questa figura può più convenientemente esprimere che Cristo, il quale prese il corpo dalla terra? Questa pietra Iddio la gettò quando lo lodavano gli astri del mattino, quando rivelò nel principio della creazione agli Angeli che dovea mandarlo ad incarnarsi. Cum creasset Angelos Deus in li bertate naturae revelavit eis in carnationem Filii sui, quem proposuit Dominatorem universae terrae. Unde Iob. 38 ait: Quis dimisit lapidem angularem eius, silicet terrae, cum me lauderent simul astra matutina, et iubilarent omnes filii Dei? Quem per lapidem angularem terrae, haec figura convenien tius notare potest, quam Christum, qui de terrena materia corpus assumpsit? Hunc lapidem Deus dimisit, cum laudarent astra matutina: quando Christum in assumptione carnis mittendum ab initio creaturae rationalis inter Angelos revelavit. (Serm. 56. de Pars. Chr. Tom. 2.).
Ossequiosi e riverenti ubbidirono tosto al comando paterno la maggior parte degli Angeli, credettero all'Incarnazione, e se ne rallegrarono, e riconobbero il Cristo pel loro Dio, loro Signore, loro Re, e come tale lo adorarono. Non così però una terza parte dei medesimi, con a capo uno fra i più belli chiamato pel suo splendore Lucifero. Vedendo essi tanta gloria e maestà del Cristo la invidiarono in prima; e poi vieppiù insuperbendo negarono di adorarlo e di assoggettarsi al suo impero. A questa incarnazione, segue il citato Bernardino, gli uni erano favorevoli e costoro si chiamano astri del mattino, costoro giubilanti nella loro mente dell'incarnazione di Cristo lodavano Iddio della sua saggia disposizione nel salvare. Ma gli altri insuperbitisi, e tratti dal l'inganno di Lucifero disprezzavano di assoggettarsi ad una natura inferiore, e perciò invidiavano all'incarnazione di Cristo. Huic in carnationi quidam Angelorum favebant, et hi astra matutina denominantur, hi iubilantes interna men tis ea:ultatione de incarnatione Christi Deum de eiussapienti dispositione in sua gratifica salvatione laudabant. (Ibi.).
Che anzi il loro capo crescendo di superbia in superbia vedendosi, scrive Cirillo, sì grande e si glorioso desiderò di essere eguale al Figlio di Dio, e di comandare agli altri. Cum videret se omnes Angelorum ordines, gloria et decore praecellere, spretis omnibus, voluit Deo aequalis existere, et aliis per tyrannidem imperare. E vaneggiando disse nel cuor suo: salirò in cielo, porrò sopra le stelle di Dio il mio trono, m'innalzerò sopra l'altezza delle nubi, e sarò simile all'Altissimo. Già si accingeva allo stolido e superbo attentato, e già cominciava co' suoi ad alzarsi verso il cielo, ove era la reggia del Cristo, quando ciò scorgendo gli Angeli con a capo Michele, altro infra i – 37 – principali Angeli da Dio creati, se gli opposero con tutte le loro forze e tutti esclamarono: o stolto, e qual mai persona per grande che sia può farsi simile a Dio? qual creatura può eguagliare il Creatore? quis ut Deus? quis ut Deus?
Non dierono quei superbi retta agli avvisi degli altri Angeli, ed allora si fece in cielo una grande guerra, figura di quella che si farà un giorno sulla terra; Michele co' suoi combatteva da una parte, e Lucifero co' suoi compagni dall'altra. Factum est praelium magnum in coelo, Michael et Angeli eius praeliabantur cum dracone, et draco pugnabat et angeli eius. (Apoc. 12). Quando il Cristo venuto in aiuto di Michele e de'suoi, per essi vinse Lucifero, e dal cielo lo cacciò nell'inferno. Onde a ragione Isaia diceva: come cadesti dal cielo Lucifero, tu che dicevi ascenderò in cielo? Giustamente fu abbassata fino all'inferno la tua superbia. Quo modo cecidisti de coelo Lucifer, qui dicebas in corde tuo in coelum conscendam? Detracta est ad inferos superbia tua. E Bernardo: il diavolo non stette nella verità, perchè non si appoggiò sul Verbo, ma confidò nella sua virtù, imperocchè diceva: sederò sul monte del testamento. Ma lddio giudicando altrimenti nè stette, nè se dette, ma cadde. Diabolus in veritate non stetit, quia non innirus est Verbo, qui in sua virtute confisus est. Dicebat enim sedebo in monte testa menti. Caeterum Deo aliter disponente, nec stetit, nec sedit, sed cecidit. Ed ei da Angelo restò demonio, di bellissimo bruttissimo, e si chiamò dippoi nen più Lucifero ma Satana, che come osserva Andrea, significa avversario del suo Signore: Satanas vocatus est tamquam adversans Domino suo: epperò primo Anticristo.
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DEL PADRE VIATORE C0MBA
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