giovedì 19 agosto 2021

Commento all‟Apocalisse

 


§. II. 

La sesta epoca della Chiesa, quello della Consolazione, che va dal tempo del celebre Pontefice santo e dal potente Monarca  fino alla nascita dell‟Anticristo. 

Cap. III. v. 7-13. 
 
Vers. 7 
 
I. E all‟Angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi. La sesta epoca della Chiesa prende inizio dal celebre forte Monarca e dal Pontefice santo e durerà fino alla nascita dell‟Anticristo. Questo sta- to sarà quello della consolazione, perché in questo Dio consolerà la sua santa Chiesa per l‟afflizione e le estreme tribolazioni che patì nella quinta epoca. Tutti i popoli infatti saranno condotti all‟unità dell‟ortodossa fede cattolica, e fiorirà al massimo grado il ceto ecclesiastico e il sacerdozio, e gli uomini cercheranno il Regno di Dio e la sua giustizia con ogni sollecitudine. Dio infatti darà loro dei buoni pastori, così che gli uomini vivano in pace, ciascuno contento del suo, poiché vi sarà la pace sulla terra, pace che Dio concederà agli uomini, riconciliati con Lui, sotto le ali protettive del celebre forte Monarca e dei suoi successori. La sesta età del mondo, che andò dalla liberazione del popolo d‟Israele e dalla restaurazione del Tempio e di Gerusalemme e durò fino alla venuta di Cri- sto, prefigura esemplarmente questa epoca della Chiesa. Come infatti in quell‟epoca il Signore Id- dio confortò al massimo grado il popolo d‟Israele con la liberazione della sua schiavitù, la restaura- zione del Tempio e di Gerusalemme, e rese sudditi dell‟Impero Romano tutti i regni, i popoli e le nazioni, sotto lo scettro di Cesare Augusto, Monarca fortissimo e sagacissimo, il quale, sconfitti e sottomessi tutti i suoi nemici, regnò da solo 56 anni e più, diede la pace a l‟universo mondo, fino al- la venuta di Cristo Signore. Così nel sesto stato Dio consolerà la Chiesa cattolica con la consolazio- ne più grande; poiché, nonostante nel quinto stato vediamo dappertutto le più grandi disgrazie, men- tre tutto è devastato dalla guerra, i Cattolici sono oppressi dagli eretici e dai cattivi cristiani, la Chiesa e i suoi ministri perdono la loro libertà, le Monarchie sono soppresse, i Re vengono assassi- nati, i sudditi si ribellano, tutti macchinano per erigere delle Repubbliche, avverrà tuttavia per mano di Dio onnipotente un così meraviglioso cambiamento, che non può umanamente immaginarsi. Il celebre forte Monarca, infatti, che deve venire, sarà inviato da Dio, distruggerà le Repubbliche dalle fondamenta, sottometterà ogni cosa e sarà zelante della vera Chiesa di Cristo. Tutte le eresie saranno gettate nell‟inferno, l‟impero dei turchi sarà stroncato, e lui regnerà in Oriente e in Occidente. Tutte le genti verranno ad adorare il Signore loro Dio nella vera e ortodossa fede cattolica. Sulla ter- ra fioriranno moltissimi uomini giusti e dotti, e gli uomini ameranno la giustizia e l‟onestà. Vi sarà pace su tutta la terra, poiché la potenza divina legherà Satana per molti anni, finché non venga colui che deve venire, il figlio di perdizione, quando Satana verrà nuovamente sciolto. A questa sesta epoca corrisponde nella somiglianza della perfezione il sesto giorno della Creazione, nel quale Dio creò l‟uomo a sua somiglianza e gli sottomise tutte le creature della terra, affinché fosse loro Signo- re. Così il famoso Monarca dominerà su tutte le bestie della terra, ossia, sulle genti barbare, sui po- poli ribelli, sulle repubbliche eretiche, e gli uomini domineranno le loro disordinate passioni. A questo sesto stato corrisponde pure il sesto dono dello Spirito Santo, ossia lo Spirito della Sapienza, che Dio effonderà abbondantemente su tutta la terra in quest‟epoca. Gli uomini infatti temeranno il Signore loro Dio, custodiranno la sua legge e lo serviranno con tutto il cuore. Vi saranno pure sulla terra varie e perfette scienze e la sacra scrittura verrà interpretata unanimemente senza controversie ed errori eretici. Vi saranno uomini illuminati tanto nelle cose naturali quanto in quelle celesti. Infi- ne la Chiesa di Filadelfia è tipo di questa sesta epoca. Filadelfia infatti significa in lingua greca „amore salutare verso il fratello‟, che salva l‟eredità che appartiene a Dio. Questo ben si addice al sesto stato della Chiesa, nel quale vi sarà amore e concordia e pace somma, e il forte Monarca salu- terà quasi tutto il mondo come sua eredità, e, con l‟aiuto del Signore Dio suo, lo libererà di tutti i suoi nemici, delle sue disgrazie e di ogni male. 
II. Dice questo il Santo e il verace, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nes- suno chiude, che chiude e nessuno apre: Io so le tue opere. Con queste parole, come per descrive- re ciascuna delle epoche, si premettono di nuovo alcune delle prerogative di Cristo Signore, non so- lo in quanto Egli le possiede interiormente, ma anche perché splendono all‟esterno in questo sesto stato nei suoi membri e nel suo Corpo, che è la Chiesa. Dice questo il Santo dei Santi, e il verace Dio e uomo. Questo eccellentissima prerogativa deriva a Cristo Signore dall‟unione ipostatica, per cui ogni ginocchi si piega davanti a lui nei cieli, sulla terra e negli inferi. Si dice del pari Santo e ve- race come capo nei membri e nel suo Corpo che è la Chiesa, la quale nel sesto stato sarà davvero santa e vera. Santa poiché gli uomini cammineranno nelle vie del Signore con tutto il loro cuore e cercheranno con sollecitudine il Regno di Dio e serviranno il Signore loro Dio in letizia. Vera, poi- ché, cacciate nell‟inferno tutte le sette, sulla faccia della terra non vi sarà che la vera Chiesa. Colui che ha la chiave di Davide. S‟intende la regale e universale potestà di Cristo sulla sua Chiesa fino alla fine del mondo, nel compimento della volontà e dei segreti di Dio Padre, come dice S. Matteo al cap. 28: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Nel Libro II, al cap. 4  si diranno altri rag- guagli su questo punto. Inoltre qui si dice che Cristo possiede la chiave di Davide, perché Davide e il suo regno furono figura di Cristo e del suo regno, come scrissero i profeti. Colui che apre e nes- suno chiude, che chiude e nessuno apre. Con queste parole si indica quale sia il potere di questa chiave di Cristo, ossia onnipotente, posta solo alla sua discrezione, sia riguardo al bene, sia al male. Colui che apre la porta per il bene, concedendolo, o per il male, permettendolo. E nessuno chiude, ovvero nessuno può impedire o proibire, né in cielo, né in terra, né negli inferi, né i malvagi che ac- cadono le cose buone, né i buoni quelle cattive, in quanto sono stati decretati dalla divina volontà. Così riguardo ai malvagi abbiamo il passo di S. Matteo al cap. 16: e le porte dell’inferno non pre- varranno contro di essa. Per quel che riguarda gli uomini giusti e buoni si legga il profeta Ezechiele al cap. 14 dal versetto 14 fino al 21. Chiude e nessuno apre, ossia toglie a suo tempo dalla sua Chiesa i mali e dà i beni, e dopo i beni permette le cose malvagie, e non v‟è nessuno che possa sfuggire alla sua mano, o impedire che quelle cose avvengano. Così dice il Salmo 103: Quando tu lo dai, lo raccolgono. Quando tu apri la tua mano, tutte le cose son ricolme di bene; ma quando tu rivolgi altrove la tua faccia, si turbano; se togli loro lo spirito, vengono meno e ritornano nella loro polvere. Manderai il tuo spirito e saranno create, e rinnoverai la faccia della terra. Io so le tue opere. È un modo di dire con cui viene qui lodata in generale la condotta di questa sesta epoca, co- me sopra nel quinto stato era invece rimproverata. Io so le tue opere, che sono tutte sante, buone, perfette, e piene di carità, come si deduce dal versetto che segue. 
Vers. 8. Ecco, t‟ho messo davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché hai poca forza, e tuttavia hai serbato la mia parola e non hai negato il mio nome ecc. Piene di conso-lazione sono le parole che descrivono la futura felicità di questa sesta età della Chiesa, la quale con- siste: 1) nel vero, chiaro e unanime interpretazione delle SS. Scritture, per cui quest‟epoca risplen- derà, fugate e dissipate le tenebre e le erronee e false interpretazioni degli eretici, che sono la dottri- na dei demoni, mentre invece i fedeli di Cristo, diffusi per tutto il mondo, aderiranno nell‟unità del- la fede e dei santi costumi all‟unica interpretazione data dalla Chiesa cattolica. Per cui dice: Ecco, t‟ho messo davanti una porta aperta, ovvero, l‟interpretazione chiara e aperta della S. Scrittura, che nessuno può chiudere, il cui senso nessun eretico può pervertire, poiché nel sesto stato si cele- brerà il maggior concilio ecumenico di tutto il mondo, nel quale, per singolare grazia di Dio, per la potenza del celebre Monarca e l‟autorità del S. Pontefice santità, e in unione con Principi piissimi, ogni eresia e ateismo sarà condannato e bandito dalla terra, e la legittima interpretazione della S. Scrittura contro tutte le sette eretiche sarà dichiarata e proposta a credere, alla quale tutti aderiranno, avendo Dio aperto la porta della sua grazia. 2) Questa felicità consiste nel numerosissimo gregge dei fedeli. Confluiranno infatti in quel tempo tutte le genti, i popoli e le nazioni nell‟unico ovile, e entreranno per quella sola porta, che è la vera fede cattolica e ortodossa, e si compiranno le parole di S. Giovanni al cap. 10, quando dice: Vi sarò un solo Pastore ed un solo ovile, e quelle di S. Mat- teo, al cap. 24: Questo Vangelo sarà predicato in tutto il mondo, in testimonianza di tutte le genti, e allora verrà la fine. In questo medesimo senso qui si dice: Ecco, t‟ho messo davanti una porta aperta, la porta aperta della fede e della salvezza delle anime, che nel quinto stato era chiusa per un numero sconfinato di uomini, a causa delle eresie e delle abominazioni dei peccatori, e perciò l‟ovile era esiguo, avvilito, umiliato e oggetto di disprezzo. Ora invece è aperta davanti a te, ossia accessibile a tutti, come la porta di un palazzo reale che è sempre spalancata per tutti, poiché non v‟è timore di nemici o di sedizioni ecc. 3) Il terzo motivo di felicità sta nel gran numero dei salvati. Moltissimi infatti si salveranno in quel tempo, poiché la vera fede risplenderà e abbonderà la giusti- zia. Ecco, t‟ho messo davanti una porta aperta del cielo, che nessuno può chiudere fino ad un tempo determinato, per cui la frase è preceduta dalla particella: Ecco, la quale eccita gli animi nostri a qualche grande e meraviglioso intervento di Dio, alla consolazione, alla letizia e al gaudio spiri- tuale; perché hai poca forza, e tuttavia hai serbato la mia parola e non hai negato il mio nome. Si toccano qui con queste parole le tre cause, ovvero i tre meriti, per cui Dio ha avuto pietà della sua Chiesa e degli uomini sulla terra, aprendo misericordiosamente nel sesto stato della Chiesa la porta del cielo. Il primo motivo è detto al presente, perché hai poca forza, volendo tali parole indicare lo zelo apostolico dei suoi servi, i quali impiegheranno bene, prudentemente e con massimo frutto la poca forza concessa loro da Dio, ossia convertendo i peccatori e gli eretici soprattutto all‟inizio del- la sesta epoca della Chiesa, quando inizierà la loro conversione, sforzo che Cristo Signore benedirà. Il secondo e terzo motivo sono posti invece al tempo passato: hai serbato la mia parola e non hai negato il mio nome. Queste parole indicano la costanza e la perseveranza nella carità e nella fede dei medesimi servi di Dio, i quali sul finire della quinta epoca si leveranno con poca forza, quando gli uomini negheranno la fede a causa dei beni temporali, e i ministri della Chiesa a causa dei piace- ri carnali e della bellezza e delle attrattive delle donne abbandoneranno il celibato, e il diavolo sarà sciolto quasi ovunque e una tribolazione estrema incrudelirà sulla terra, ma costoro uniti fortissi- mamente conserveranno la propria vocazione e si manterranno immacolati da questo mondo, e per- ciò saranno giudicati da nulla dagli uomini, e disprezzati e fatti oggetto di ludibrio. La benignità del nostro Salvatore Gesù Cristo guarderà però alla loro pazienza, attività, costanza e perseveranza e li ricompenserà nel sesto stato, aiutando il loro impegno per la conversione dei peccatori e degli ereti- ci. Perché hai poca forza, ovvero sei privo di dignità e potestà ecclesiastica, privo di ricchezze, e di gloria sublime. Anche la grazia di Dio sarà loro concessa in modo moderatamente distribuito e or- dinato. Il loro impegno tuttavia, mosso da un‟intensa carità e zelo, nei confronti del Nome di Gesù Cristo, della sua Chiesa e della salute delle anime, sarà massimo. La misericordia di Nostro Signore, infine, li aiuterà aprendo loro nel sesto stato la porta della conversione degli eretici e dei peccatori alla vera fede e alla penitenza. Hai serbato la mia parola: la parola di Cristo qui indica quella dot- trina e scienza speciale riguardo ad un qualche precetto e consiglio, che non era stata rivelata nell‟Antico Testamento e che è del tutto opposta allo spirito del mondo. Nel Vangelo si trovano tre di questi precetti e consigli rivelati da Gesù Cristo: il primo riguarda il precetto di amare i nemici e di amarsi gli uni e gli altri (cfr. S. Matteo, cap. 5). Il secondo è il consiglio evangelico di conservare il celibato, come in S. Matteo al cap. 19: ci son di quelli che si son fatti eunuchi da se in vista del regno dei cieli. Il terzo infine è la pazienza da esercitare, come in S. Matteo al cap. 5: A chi ti per- cuote nella guancia destra, porgigli anche l’altra; a chi vuol muoverti lite per toglierti la tunica, cedigli anche il mantello. Per questo qui si dice hai serbato la mia parola, ossia dell‟amore frater- no, del celibato, della pazienza e della mansuetudine, che è propriamente la parola di Dio, pronun- ciata dalla sua bocca benedetta e messa in pratica. E non hai negato la mia fede. La fede si nega per lo più a causa delle ricchezze, degli onori e delle donne, tre cose che quei servi di Cristo di- sprezzeranno, poiché condurranno una vita umile senza dignità, e se saranno nominati a cariche pubbliche, saranno disprezzati dai loro superiori, e ne godranno. Impiegheranno tutti i loro beni, an- che più del necessario, a vantaggio dei poveri e nella restaurazione della Chiesa cattolica, la quale ameranno teneramente come loro madre, camminando con semplicità davanti a Dio e agli uomini, e perciò la loro condotta di vista sarà stimata pazzia e stoltezza, poiché la sapienza di questo mondo insegna  a conservare le cose acquisite e si accaparrare e tesaurizzare sempre di più. Si conserve- ranno puri, poi, da illeciti rapporti colle donne, vivendo conforme alla condizione della loro santa vocazione. Per cui, mentre vi sarà un‟apostasia generale e i più negheranno la fede di Cristo a moti- vo delle ricchezze, degli onori e dei piaceri carnali, costoro gemeranno nel loro cuore a Dio loro Si- gnore e persevereranno nella fede cattolica. Costoro così ricevono qui la giusta lode: non hai nega- to la mia fede. 
III. Vers. 9. Ecco farò che quelli della sinagoga di Satana, quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentono, ecco, farò che essi vengano e si prostrino ai tuoi piedi, e sappiano che io ti ho amato. Segue la copiosissima manifestazione della potenza di Dio, con la quale infine suole proseguire a aiutare benignissimamente i pii sforzi, la fedeltà, la costanza e la perseve- ranza  dei suoi servi. Si pongono tre Ecco. Ecco ti ho dato. Ecco ti darò. Ecco farò. Per cui la no- stra mente si innalza quasi al cielo, a meditare una qualche grande e ammirabile opera di misericor- dia e di compassione, colla quale sta per manifestare la ricchezza della sua grandissima gloria, della sua grazia e della sua immensa bontà. Ecco! Parla ai suoi servi, come dicesse: Ecco il frutto della tua fatica e delle tue opere. Ecco ti darò quello che hai a lungo desiderato con lacrime e pii gemiti. Ecco, farò quello che nessuno credeva possibile. Ecco! Ora dunque consolati. Ecco farò che quelli della sinagoga di Satana, quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentono. La Sina- goga di Satana sono i Giudei e tutti coloro che errano nella fede, che aderiscono a Satana padre del-la menzogna a causa dei suoi falsi dogmi. Similmente qui s‟intende con il termine Giudei allegori- camente e figuratamente gli eretici e gli scismatici, che si vantano d‟essere cristiani, ma non lo so- no, e mentono. Qui promette quindi la conversione degli eretici, degli scismatici e di coloro che er- rano nella fede, che avverrà nella sesta epoca, quando anche la Chiesa greca si unirà alla latina. Ec- co, farò che essi vengano e si prostrino ai tuoi piedi. Queste parole esprimono la forza, l‟efficacia e l‟abbondanza della grazia e della bontà di Dio, che farà sì che intere nazioni e popoli vengano, ado- rino e si sottomettano alla Chiesa Cattolica, loro madre. Farò per mezzo della luce della grazia, che vengano spontaneamente, e non costretti né dalla guerra, né dalla spada, e si prostrino ai tuoi piedi, ovvero si umilino e sottomettano alla sua potestà spirituale. Da ciò si ricava quanta fede e confiden- za tutti i Prelati e i Pastori d‟anime debbano collocare nella grazia di Dio, senza la quale ogni cosa claudica, senza la quale nulla si porta a compimento. Da circa cinquecento anni non solo si è dispu- tato acremente e si pubblicarono numerosi dotti libri contro gli eretici, ma anche si fu costretti a combatterli con le armi. Tutto fu tentato, ma senza frutto. Non rimane altro allora di levare il nostro grido al Signore Do nostro, d‟umiliare le nostre anime, riformare la nostra condotta di vita, e affati- carci strenuamente per conservare i pochi Cattolici, finché Dio non avrà pietà della sua Chiesa, di cui non può dimenticarsi mai, e guardi agli sforzi dei sui servi, che ancora lo temono, lo servono. Poniamo una viva fede e confidenza nell‟onnipotente grazia di Gesù Cristo, il quale con un unico raggio del suo santo lume può illuminare le accecate menti dei miseri peccatori e degli eretici. A questa confidenza ci esorta il Salmo 36: Spera nel Signore, fa’ il bene; e dimorerai nel paese e godrai dei suoi abbondanti frutti. Fa’ del Signore la tua delizia, ed egli soddisferà i desideri del tuo cuore. Esponi al Signore il tuo stato, spera in lui; egli provvederà. Farà risplendere la tua giustizia come la luce, e il tuo diritto come luce meridiana. Stai sottomesso al Signore e pregalo, non ti ri- scaldare a causa di chi prospera nelle sue imprese, a causa dell’uomo che fa scelleratezza. E sap-piano che io ti ho amato , ovvero confesseranno che tu sei la sola mia diletta sposa, da me scelta, la vera Chiesa, al di fuori della quale non v‟è salvezza e non si può ereditare il regno celeste. nella se- sta epoca la Chiesa cattolica sarà sublime, e gloriosa, e sarà magnificata per tutto il mondo, e non vi sarà più alcuna controversia o disputa su quale sarà la vera Chiesa. Per cui dice: farò che sappiano, ossia sarà manifestato, quello che nel quinto stato sarà oggetto di controversie e dispute. Così suole accadere, e può la divina bontà trarre il bene dal male, permettendo il sorgere delle eresie e delle avversità contro la verità divina, affinché sia più ancora manifestato il suo santo Nome. Ciò si dedu- ce dal fatto che tutte le eresie, sorte nei più diversi tempi, una volta manifestata la verità divina sva- nirono nuovamente, benché fossero pertinaci, come ad esempio l‟eresia ariana che negava la divini- tà di Gesù Cristo, alla quale anche le eresie contemporanee son simili nell‟ostinazione di negare la sua Santa e vera Chiesa.. 
Vers. 10. E siccome hai salvata la parola della mia pazienza anch‟io salverò te dall‟ora della tentazione  che sta per piombare su tutto il mondo, per mettere alla prova gli abitanti della terra. L‟ora della tentazione, che qui si predice debba venire, è il tempo della persecuzione dell‟Anticristo, che Cristo Signore descrive in S. Matteo al cap. 24 e Daniele al Cap 11, 12. Si dice ora della tentazione per indicare la brevità del tempo, poiché, come vedremo, il settimo periodo della Chiesa non durerà a lungo. La divina bontà è solita preservare i suoi servi in due modi dall‟ora della tentazione e dal tempo cattivo, 1) portandoli a se con la morte naturale in pace, prima che i mali e le tribolazioni si scatenino, misericordia che Dio usò con Ezechia, Josia e altri, sia nel Nuovo che nel Vecchio Testamento, 2) non togliendoli dal mando, ma preservandoli dal male, come in S. Giovanni al cap. 17, v. 15: Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che li preservi dal male. Così inviò i suoi apostoli e discepoli in mezzo ai lupi. Dio preservò la sua Chiesa in entrambi i modi nel settimo stato al momento della persecuzione dell‟Anticristo. 1) Chiamandola a sé, poiché sul finire della sesta epoca la carità si raffredderà e cominceranno ad abbondare i peccati, sorgerà a poco a poco una generazione perversa e figli infedeli, saranno tolti con la morte naturale gli uomini giusti e santi e i pastori e gli ottimi prelati, e ne prenderanno il posto i tiepidi, gli uomini carnali, pieni di amor proprio, alberi autunnali, stelle erranti, nubi senz‟acqua; 2) preservandola dal male, poiché la Chiesa durerà fino alla fine del mondo, quando rimarranno solo pochi uomini santi e dotti tra il po- polo (rispetto alla stragrande moltitudine di malvagi). Questi Dio invierà in mezzo ai lupi per inse- gnare ai molti la verità e la giustizia al tempo dell‟Anticristo nel settimo ed ultimo stato della Chie- sa, e affronteranno la spada, il fuoco, la prigionia, e la malvagità dei giorni, come predisse Daniele al cap. 11. E così il Signore li preserverà nell‟ora della tentazione, salvandoli dal male, affinché non acconsentano all‟empietà del crudele tiranno, ma muoiano per la verità e la giustizia e la fede di Cristo.  
Vers. 11. Ecco, io vengo presto: tieni forte quel che hai, che nessuno prenda la tua corona. Queste parole contengono la premonizione dell‟improvvisa e insperata venuta di Cristo, e l‟esortazione a perseverare nel bene, cose che entrambe qui premette come scudi sommamente ne- cessari nell‟ultima tribolazione descritta da San Matteo al cap. 24. 1) Il regno dell‟Anticristo, infatti, per il suo straordinario buon successo e potenza sarà considerato dagli uomini come lunghissimo. Anzi, i Giudei e gli altri suoi seguaci, che lo acclameranno Messia, riterranno che il suo regno sarà eterno. Per questo qui dice contro questa presunzione e menzogna: Ecco, io vengo presto. 2) Come al tempo della persecuzione dell‟Imperatore Diocleziano (che fu un vivo prototipo dell‟Anticristo) molti apostatarono la fede di Cristo per la crudeltà della persecuzione e sacrificarono agli idoli, co- me accadde anche al Sommo Pontefice S. Marcellino, il quale tuttavia poi, dopo aver fatto dura pe- nitenza, affrontò il martirio. Del pari al tempo dell‟Imperatore Licinio di quaranta uno abbandonò la fede, la cui corona guadagnò poi Janitor, così accadrà, e molto più, nell‟ultima persecuzione dell‟Anticristo, che supererà le precedenti. Contro questa defezione qui Cristo, come sommo duce, premunisce ed esorta i suoi soldati ad armarsi dello scudo di una pertinace costanza e perseveranza, che in quel tempo saranno estremamente necessarie. Per cui dice: 
Vers. 12. Tieni quel che hai, che nessuno prenda la tua corona. Chi vince lo farò colonna nel tempio del mio Dio, e non ne uscirà più fuori. E scriverò su lui il nome del mio Dio, e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende giù dal cielo dal mio Dio, e il mio nome nuovo. Per dar maggior conferma e forza ai suoi diletti soldati che combatteranno nella pre-detta ultima terribile persecuzione, segue la promessa dei beni sublimi, paragonabili alle vittorie ri- portate sul tiranno, la prima delle quali è la fermezza d‟animo e la costanza tenace, con la quale i giusti perseveranti si ergeranno come colonne nella Chiesa di Cristo contro ogni crudeltà del tiran- no, contro i suoi prodigi e le sue arti diaboliche, opponendo alla morte il corpo, la vita e il sangue. La seconda sarà la confessione del vero Dio, che creò il cielo e la  e terra, e tutto ciò che esiste, con- tro di cui incrudelirà all‟estremo l‟Anticristo, che si costituirà Dio degli Dei. La terza sarà la ferma fede e fedeltà alla Chiesa di Cristo, che l‟Anticristo rigetterà come un‟impostura, e la disperderà con la sua tirannide ai quattro venti, nei monti deserti e nelle grotte. La quarta infine sarà la confessione del Nome di Gesù Cristo, contro il quale il tiranno, vantandosi per l‟esecuzione dei suoi falsi miracoli, prodotti di arte diabolica, si proclamerà Messia, che i Giudei accoglieranno, come predetto dal- lo stesso Cristo Signore, in San Giovanni al cap. 5: Io vengo nel nome del Padre mio, e non mi ricevete, se un altro verrà nel suo nome, quello lo riceverete. A questa quadruplice virtù, insegne per il merito e per la vittoria, si promette un quadruplice premio e gloria condegna. Per primo si dice: Lo farò colonna nel tempio del mio Dio, e non ne uscirà più fuori. Le colonne si pongono nei palazzi dei Re per sostenere la mole degli edifici e per il fasto, il decoro e lo splendore della casa, così i giusti di Dio, i quali nel tempio di Cristo (che è la Chiesa militante) furono le colonne per la fer- mezza della verità, della fede e della giustizia di Gesù Cristo, combattendo per essa, difendendola, predicandola, e affrontando per essa la morte, costituiranno nel tempio di Dio (che è la Chiesa trion- fante) le colonne, perché saranno stabili in eterno e saranno nella gloria davanti a tutti i Santi di Dio e ai suoi Angeli, e perché qui rimasero fedelmente nel tempio di Dio, ossia nella Chiesa Cattolica, e non vi uscirono fuori, per seguire l‟Anticristo e gli altri eretici, apostatando. Di lì anzi non usciran- no più fuori in eterno, ma saranno immortali, impeccabili, stabili, e sicuri in eterno da ogni persecu- zione, dolore, pianto, morte, fame, sete, e dalle altre miserie, sia del corpo che dell‟anima. E per se- condo si legge: E scriverò su lui il nome del mio Dio, perché saranno simili a lui. Cfr. 1 a lettera di S. Giovanni, cap. 3, v. 3. Per cui saranno anche chiamati Dei, come si legge nel Salmo 81: Ho detto: siete Dei e tutto figli dell’Altissimo. Per terzo dice: E il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende giù dal cielo dal mio Dio, ossia saranno tempio di Dio, nel quale si de- gnerà abitare il Re dei Re e Signore dei Signori, e lo possiederà in eterno mediante la visione beati- fica. Per quanto si legge: E il mio nome nuovo, ovvero Dio li onorerà del suo nome, infatti saranno chiamati figli di Dio, come nella 1 a lettera di San Giovanni, cap. 3, v. 1.  


Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser

 



I giorni della mia Giustizia stanno per cominciare e non si tornerà più indietro

 


16 agosto 2021 - Appello di Dio Padre al suo Popolo fedele. Messaggio a Enoc.


“La mia pace sia con voi, Popolo mio, mia Eredità.

Figli miei, la furia della natura ha cominciato a risvegliarsi, molti luoghi della terra scompariranno a causa della trasformazione della creazione. Quando i vulcani entreranno in eruzione a catena, non ci sarà nessun luogo sulla terra che non smetterà di muoversi; le regioni costiere saranno le più colpite dal risveglio di vulcani e dai terremoti. Il dragone del grande Paese del Nord sta per eruttare e, al risveglio, gli altri dragoni di fuoco lo seguiranno a catena. Guai a te, Babilonia di questi ultimi tempi, perché se non ti converti e ritorni a Me pentita, il fuoco che sgorgherà dalle viscere del tuo dragone giallo ti vestirà a lutto! Molto presto fuoco dal cielo e fuoco dalle viscere della terra purificheranno la mia creazione e le mie creature, e le nazioni empie scompariranno.

I giorni della mia Giustizia stanno per cominciare e non si tornerà più indietro; In mezzo ai dolori e alla tribolazione, verrà il mio Avvertimento, che vi risveglierà e vi renderà consapevoli che l'unica strada che dovete seguire è quella della salvezza della vostra anima. Nuovamente vi dico, Popolo mio, conservate la calma nei giorni della purificazione; pregate e lodate la Gloria di Dio, affinché tutti gli eventi che verranno a voi siano più sopportabili e la vostra purificazione possa essere sopportata senza perdere la testa.

Nazioni empie, se non vi convertirete prima dell'Avvertimento, conoscerete il rigore della mia Giustizia! Alle Nazioni, dove i miei precetti vengono infranti ogni giorno, dove sono state approvate leggi contro natura, dove è stato sparso il sangue dei miei innocenti, dove la malvagità, l'ingiustizia e il peccato hanno messo radici, dico: i vostri giorni sono contati, pesati e misurati; se non vi pentirete delle vostre detestabili azioni, vi farò sparire col fuoco della mia Giustizia e non resterà di voi ricordo alcuno, nazioni peccatrici! Il tempo della vostra esistenza è al conto alla rovescia.

Uscite, uscite, Popolo mio dalle nazioni malvagie, perché ho già decretato la loro punizione! Rovina e polvere, è ciò che rimarrà di esse; la loro terra sarà sterile, nessuno più tornerà ad occuparle, né l'erba crescerà. È il tempo, popolo mio, in cui dovete lasciare queste nazioni e quelli di voi che sono stranieri devono tornare ai propri luoghi di origine. Vi avviso in anticipo affinché, come fece Lot con la sua famiglia, anche voi abbandoniate queste nazioni empie, perché l'Angelo della mia Divina Giustizia sta per scaricare la sua Spada di Fuoco su di esse.

Il tempo della mia Misericordia è ai suoi ultimi millesimi; correte, correte, peccatori a mettere in ordine i vostri conti prima che siano esauriti i miei giorni di Misericordia; perché vengono i giorni della mia Giustizia e già non vi ascolterò più!

Rimanete nella mia Pace, Popolo mio, Eredità mia.

Vostro Padre, Yahweh, Signore delle Nazioni.

Fate conoscere i miei messaggi di salvezza fino a tutti i confini della terra, Popolo mio.”

 


E Gesù gli disse: Prendi la croce che più ti accomoda e mettila sulle spalle

 


Per un accidentato cammino che rendeva più penoso il caldo travolgente del sole d'estate, camminava un pellegrino, portando con pena la croce della sua vita.

    Venuta la notte, si fermò ansimando e nei suoi pensieri diceva: È ben pesante la croce che Nostro Signore mi ha dato. Ah! So che tutti abbiamo bisogno di una croce per somigliare in qualche modo a Cristo, ma questa, quella che porto, mi travolge.

  Signore! Signore! solleva la mia croce. Ti supplico. Era tale la stanchezza dell'uomo che si riposa vicino alla strada e un sonno profondo s'impadronisce di lui, e all'improvviso è circondato da una grande chiarezza, Gesù Cristo gli appare e con dolcezza gli dice:

  Vorresti una croce diversa dalla tua?

Oh sì, Signore, io sono povero, invecchiato e non posso più con questa croce. Cammino da sessant'anni portando questa croce che amo, perché viene da Te, ma Signore... 

  Vieni con me, figlio mio.

 E si è visto davanti a un'immensa grotta. Il Signore gli disse: Qui sono riunite tutte le croci che nella mia misericordia devono aprire agli uomini le porte del cielo. Lascia la tua croce sulla soglia, entra e scegli quella che ti fa più comodo.

  Il pellegrino entra e rimane abbagliato e spaventato nel vedere una tale moltitudine di croci portate dall'inizio del mondo e che dovranno essere portate fino alla fine dei secoli.

  Le ha esaminate a lungo; le pesava, le faceva girare, se le provava, le lasciava. Era la croce del rimorso, la croce dell'invidia, la croce dell'ingratitudine, la croce della famiglia disunita, la croce della malattia, che paralizza i membri, che priva dell'uso dei sensi, la croce dei disprezzi, della calunnia, dell'ignoranza, la croce del tradimento degli amici, la croce delle sofferenze di coloro che si amano, dei cari defunti, la croce del figlio malato, la croce della vecchiaia abbandonata, la croce della povertà, dell'indigente, della fame. E ognuna di loro diceva:

- No, no, non quella.

- È necessario, mio Dio, che ne scelga una?

Senza croce sulla terra, non c'è corona nel cielo

   E l'uomo tornò indietro, studiò di nuovo le croci e riavviò tutto il processo, le guardò, le girava, le provava, e come Gesù lo vede scoraggiato con dolcezza, muove la mano e gli indica la soglia della grotta. Il pellegrino, voltandosi, vede immediatamente una croce che lo attrae, la solleva e un sospiro di pace fugge dalle sue labbra.

 Sembra pesante, ma rispetto alle altre che sono così spaventose.... Posso prenderla Signore?

Prendi l'uomo, dice Gesù Cristo.

 E il pellegrino tende le braccia per prenderla..... e grida: era la sua! , la stessa croce che Dio gli aveva dato nella sua misericordia. La croce che aveva lasciato per pesante. 

  Sotto il velo della leggenda, tu che la sofferenza così lunga, così penosa, così umiliante, strappa un lamento amaro, un mormorio forse, Guarda Gesù Cristo, non solo con la sua mano benedetta indicandoti la croce che devi portare, ma permettendo che Lui paternamente la metta sulle tue spalle e che amorevolmente la sostenga perché tu non senta ancora tutto il suo peso. Questa croce non la chiami semplicemente croce, ma "la mia croce". Questa è stata creata per te, e se tu sapessi con quali precauzioni, con quale tenerezza, con quante cure, le mani divine di Gesù Cristo ne hanno riuniti tutti gli elementi.

  Se tu sapessi anche come la Santissima Vergine che ti ama, povera afflitta, interviene sempre in ciò che è utile alla tua salvezza, se sapessi come lei ha ottenuto da Gesù che guardasse le tue debolezze con comprensione e che questa croce, senza la quale non potresti forse salvarti, fosse meno dura, meno lunga, meno pesante di quello che dovresti portare.

  (Leggenda antica, XIX o precedente)

mercoledì 18 agosto 2021

NON LASCIATE TUTTO IL PESO DELLA VOSTRA SALVEZZA ALLE VOSTRE LUCI IN FAMIGLIA, CHE LE STATE ESAURENDO: Date loro una mano!

 


DIO PADRE

5

 LETTERA QUINTA


 IL PADRE VI RICONOSCERÀ E VI APRIRANNO LE PORTE DEL CIELO PERCHÉ MI PORTATE IN VOI?


Risplenderai o no?

Tesoro Mío

Abba Lindo

Ascolta. Questa cosa che ti è successa e che ti deve tenere più isolata, te la devo spiegare e alle mie amate creature.

Come sapete, il mondo è diventato cupo. Se poteste vederlo dal Cielo, vedreste che è come un dilettante, è qualcosa di nero, oscuro, ed è questa l'oscurità che emana da voi, miei Figlioli che già si rifiutano di esserlo. E le Mie Luci, che sono così poche, sono quelle a cui vi attaccate perché vi capiscono, vi amano, vi fanno sentire bene; ma non si tratta che vi affezioniate a loro, ma che voi stessi imparate a brillare come esse brillano ed è così che aiuterete il Cielo e gli altri vostri fratellini che sono luce.

L'unica luce che esiste viene dal mio amato Figlio Gesù Cristo. Voi che SIETE IN GRAZIA e fate le divine opere di misericordia siete quelli che hanno in voi la luce di mio Figlio Amato con la quale brillate.

Ci sono alcuni che si approfittano e fingono che è la propria luce che brilla e li vogliono tenere legati a loro; ai loro scopi e interessi. Ma IL VERO PROFETA, IL VERO VEGGENTE, IL VERO FIGLIO MIO E MIO SERVO VE LO DICE: che quella Luce proviene da Gesù Amato, che quello che voi dovete fare è Trovare il Mio Figlio Amato. Le mie luci vi indicano la strada, e proseguire verso di Lui, lo capite?

Ora, Figlia Mia, come i fratellini che ti circondano NON VOGLIONO fare quello che tu hai fatto per mantenerti in GRAZIA e brillare si attaccano a te per confortarsi con la tua luce e nel momento in cui dici loro che devono brillare con la loro luce, non gli piace più, perché ciò implica sottomettersi alle Mie Leggi Eterne, regolarizzare i Sacramenti, fare le opere di Misericordia e camminare Verso Mio Figlio Amato. E questo non lo desiderano. Quello che vogliono è la comodità di essere vicino ad uno di voi che brillate, ma senza andare oltre. E voi potrete nutrirli una, tre, fino a dieci volte, ma sono loro, ciascuno, che dovrà imparare a pescare per non avere più fame e così non solo approfittare della luce degli altri, ma essere luce loro stessi e brillare.

Io, Figlia Mia, ti ho lasciato tra la tua famiglia un tempo prudente; tra i tuoi amici un tempo necessario per insegnare loro dov'è il Cammino. Ma se non vogliono andare in giro e dipendere solo dalla luce che tu emani, non è la cosa giusta da fare, quindi ora ti ritiri di più.

E cosa mi stavi chiedendo, mia cara?

Perché sono così esausta dopo essere stata con delle persone.

Per questo, Mia Bambina, perché non vogliono luce propria e assorbono la tua, ma nel loro egoismo non fanno alcuno sforzo per avere la propria, ma si fidano della tua e la assorbono. Ti senti debole perché non sono luce essi stessi che condividono l'un l'altro, ma anime oscure che assorbono la tua e ritornano all'oscurità.

Quindi vi chiedo, come siete? Dipendete dalle costanti preghiere della vostra povera madre o dagli sforzi di vostro Padre per sentirvi meglio, mentre in voi stessi non fate alcuno sforzo per brillare? Non riuscite a capire quanto sia egoista questo modo di farlo? Come affaticate i vostri amati che si sforzano di rimanere con la loro luce accesa e pregando instancabili per voi? Se dite di amarli, aiutateli essendo voi stessi luce e non lasciate loro tutto il peso della vostra Salvezza, essendo loro penitenti e oranti per voi! E se siete così egoisti, non li lascerete riposare neppure quando morirete, perché li avrete a pregare e ad offrire penitenza per la vostra salvezza anche dopo la vostra morte? E voi li opprimete, lo avete pensato? Che ne sarebbe di voi senza le loro preghiere? E voi li aiutate, pregate per loro, per le vostre famiglie, per i vostri parenti defunti, perché escano dal purgatorio? O lasciate tutto il peso della vostra salvezza ad uno solo dei vostri amici e familiari e non conforme a questo, anche se li prendete in giro!

Allora, che è successo, Figlia Mia?

Che non vogliono. Vogliono andare avanti con le loro vite confortevoli, come piace loro.

E tu?

Mi lasciano esausta!

Non basta ringraziare coloro che pregano per voi, bisogna che li aiutiate e li sosteniate.

È come se in un giardino una sola fioritura ricevesse il raggio del sole e le altre invece di chiedere, perché anch'esse ricevano il sole, si accostino al povero raggio di quella che lo ha, e così si uniscono tutte. Ma se non pregano, se non fanno sacrificio, come si illuminerà tutto il giardino facendo penetrare la luce per tutte?

Capite quello che vi sto dicendo?

NON SIATE EGOISTI CON CHI VI MANTIENE NELLE SUE PREGHIERE E AIUTATELE: BRILLATE PER VOI STESSE: INSEGNATELE A PESCARE LA LORO LUCE E  NON LASCIATE TUTTO IL PESO DELLA VOSTRA SALVEZZA ALLE VOSTRE LUCI IN FAMIGLIA, CHE LE STATE ESAURENDO: AIUTATELE! INSIEME BRILLATE DOPPIAMENTE O TRIPLAMENTE. Lo capite?

Comprendete che quando vi sentite bene vicino a qualcuno è perché quel qualcuno porta la Mia Luce di Amore, di Sapienza, di Bene e Verità in esse, ed è la MIA SANTA PRESENZA IN ESSE CHE TANTO BENE VI FA. Ma vi siete domandati: che cosa fanno loro che voi non fate per Avermi così vicino? Non credete che sia un caso o un caso? E non pensate che anche voi, se seguite il Cammino che vi è stato dato, potrete brillare così?

Ci sono molti che in questi tempi finali vogliono arrivare alla pace, ma non vogliono seguirmi; vogliono amare ed essere amati, ma prescindendo dalle Leggi Eterne; vogliono essere Saggi, ma senza il Mio Santo Spirito di Bene e Verità in loro.

E come volete arrivare a Dio, senza Dio? Come volete la luce, senza la luce stessa? E vi ingannate perché vi piace credere di essere molto intelligenti e diversi e che voi giungerete al Padre per un altro Cammino che non sia Per Mia Amata Madre Maria o per Me, e ve lo dico NON PERDETE PIÙ IL TEMPO, che ciò che vi avanza è superbia e arroganza.

Voi vi credete diversi dagli altri uomini degli altri tempi, ma siete la stessa cosa: carne corruttibile che verrà il tempo in cui il vostro spirito cadrà e vi rimarrà davanti a me, e voi RISPLENDERETE O NO? IL PADRE VI RICONOSCERÀ E VI APRIRANNO LE PORTE DEL CIELO PERCHÉ MI PORTATE IN VOI? O sarete degli estranei a cui non vi si aprirà perché siete degli estranei? Scommettete la vostra eterna salvezza per i vostri pensieri, contro la Mia Verità Rivelata? Perché in questo vi va la vostra Salvezza come acqua tra le mani.

Ma io, Gesù Cristo, vi invito a riflettere; a chiedermi di essere mia luce nel mondo e a dare i passi per arrivare a me, che sono la via del Padre.

Pensate che il mio Carissimo Padre mi avrebbe chiesto il Sacrificio ineffabile della Croce se ci fosse stato un altro Cammino di Riconciliazione per arrivare a Lui? E voi vi comportate come se ci fosse e dite con grandissima arroganza "Molte Strade raggiungono il Cielo" ve lo spiego. È UNA SOLA VIA; È UNA STRADA VERSO IL SENTIERO È UNO, E NON DIECI, NÉ VENTI:

IO SONO LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA

NESSUNO RAGGIUNGE IL PADRE

SE NON PER ME *

VI AMO, BAMBINI, OSTINATI e tanto amati; ma la vostra testardaggine e mancanza di umiltà vi può costare la vostra Salvezza.

Figlioli,

Santissima Madre+

Non lasciatevi più ingannare dalla falsa convinzione che ci sono molti modi per arrivare al Cielo; ce ne sono molti ma per scendere agli inferi. Ma una è quella che arriva al Padre (Nostra Santissima Madre si inginocchia in profonda Riverenza): È attraverso il Cammino che Mio Figlio Amato vi ha insegnato.

Umiltà, Umiltà, Umiltà vi chiedo di lasciarvi guidare da questa Madre che Piange Lacrime di Sangue di veder cadere all'inferno folle dei suoi figli che avevano false credenze e che non hanno voluto correggere in tempo. Vi supplico: Mutate ora, che non c'è più tempo. Ritornare al Cammino che è mio Figlio Amato e lasciatemi essere la vostra Guida verso il Cielo.

Niños Amados

Tornate a Gesù che non c'è più tempo e non lasciate tutto il peso della vostra Salvezza alle vostre luci in Famiglia che le state esaurendo. Aiutateli! Pregate insieme con loro che i tempi che vengono sono tremendi e se la luce della vostra Famiglia perisce nei tempi a venire, chi pregherà per voi? Resterete indifesi, insieme al resto della vostra famiglia? Pregherete per loro (le vostre luci in famiglia) se muoiono prima di voi? Siete in una posizione molto delicata perché tutta la salvezza delle Famiglie dipende generalmente da una sola (persona) e le esaurirete, aiutate e non lasciatele sole!

Le intere Famiglie devono convertirsi e salvarsi unite. Pregate Me, vostro Amantissimo San Giuseppe, per questo.

* Io sono la via, la verità e la vita -rispose Gesù-. Nessuno arriva al Padre se non per mezzo di me. (Giovanni 14:6)

(Marzo, 30)

Anno Del Signore 2014

E Maria Del Getsemani

È la Parola del Signore per proteggervi!



Dovete accettare e vivere la Verità 

Dovete avvicinarvi completamente a Gesù e uniformare la vostra vita a LUI! Dovete difenderLO, e dovete riconoscere le bugie del vostro tempo!

Chi segue i bugiardi sarà perduto, invece Mio Figlio ricolmerà di chiarezza anche molti di quelli che ancora non vedono chiaramente, ma che hanno una profonda fede in Mio Figlio e nei Suoi insegnamenti, in modo che essi possano unirsi del tutto all’armata rimanente di Mio Figlio e che non ci sia più scissione tra i figli credenti in Gesù.

Ascoltate quindi la Parola, che Noi vi annunciamo, perché si tratta della Parola del Signore data per proteggervi, per aiutarvi e per condurvi a casa.

Figli Miei. Il Padre vi ama. Percorrete la via che EGLI prevede per voi, vivete completamente secondo la Sua provvidenza. Chi è completamente con Gesù troverà il Padre. Invece chi girovaga qua e là e segue i teologi e le guide della Chiesa che non sono fedeli alla Parola di Dio, “ingurgitando” le loro bugie verrà “divorato” dal diavolo. Egli s’impossesserà della sua anima e lo confonderà sempre più profondamente che alla fine dei giorni andrà perduto, perché non ha trovato la via per Mio Figlio.

Figli Miei. Soltanto Gesù è la vostra via. 

Con profondo e sincero amore,

La vostra Mamma Celeste.

Perché l’uomo sia strumento a totale servizio della gloria di Dio, lui deve essere sempre della verità, della Legge, del Vangelo, dell’obbedienza, della grazia.

 


Notiamo che con Giuseppe, lo Sposo della Vergine, il sogno serve per rivelare una volontà immediata che deve compiersi e il Signore aggiunge il Comando.  

Giuseppe sogna, al sogno segue la spiegazione, alla spiegazione segue il comando, l’ordine che è imperativo e deve essere eseguito all’istante. 

Con Nabucodònosor non è il futuro remoto che interessa a Dio. La rivelazione in questo caso è veramente ininfluente. Gli interessi di Dio sono ben altri. 

Dio deve rivelare attraverso Daniele la sua verità e la falsità di tutti gli idoli al re e per questo gli manda un sogno di inquietudine e di tormento. 

Ogni sogno mandato da Dio nella Scrittura ha una sua specifica, propria finalità. Secondo questa finalità esso va letto e compreso.  

Senza la finalità precisa, esatta, non vi sono sogni che vengono da Dio. Manca il fine dell’intervento di Dio e il fine va sempre compreso. 

O si comprende il fine per ispirazione o per rivelazione. Senza comprensione del fine, nessun sogno potrà venire da Dio. Dio sempre agisce per un suo fine. 

Il fine del sogno di Nabucodònosor è di purissima rivelazione della trascendenza e dell’infinita sua superiorità dinanzi ogni altro essere. 

Dinanzi ad ogni essere esistente, visibile o invisibile, Lui è il Creatore e il Signore. Dinanzi agli altri dèi, Lui è l’Esistente Eterno, gli altri la non esistenza.  

29 O re, i pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui che svela i misteri ha voluto farti conoscere ciò che dovrà avvenire.  

Quanto sta tormentando il re non riguarda per l’immediato presente la persona del re. Il Dio del cielo ha voluto manifestargli ciò che dovrà avvenire. 

O re, i pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui che svela i misteri ha voluto farti conoscere ciò che dovrà avvenire.  

Chi svela i misteri è il Dio del cielo. Qual è il fine per cui ciò che riguarda il futuro viene manifestato al re? Perché deve conoscere che solo Lui è vero Dio. 

Lo attesta il fatto che nessuno della terra è stato capace di svelarglielo. Il re deve saperla questa verità: solo il Dio del cielo è il vero Dio. 

Se Lui vuole conoscere le cose che avvengono, solo al vero Dio dovrà rivolgersi. Maghi e indovini non sanno neanche il futuro del prossimo secondo. 

30 Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore. 

Daniele non è uomo sopra gli altri uomini. Ogni uomo è uguale ad ogni altro uomo. Cosa crea la differenza tra lui e gli altri? La fede nell’unico Dio vero. 

Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore. Daniele sa perché deve fare conoscere.  

Non è per sapienza umana che Daniele conosce. Lui conosce per rivelazione, manifestazione. La sua scienza è purissimo dono di Dio. 

Qual è il fine per cui Daniele possiede questa scienza? Non per gloria personale, ma perché strumento del Signore per servire il re. 

Tutto l’uomo, con ogni suo dono naturale, soprannaturale, fisico, spirituale, materiale, deve vivere solo come strumento per manifestare il suo Signore. 

Tutto deve essere in lui strumento di servizio: ministero, carisma, scienza, sapienza, intelligenza, anche la santità più eccelsa ed elevata. 

Perché l’uomo sia strumento a totale servizio della gloria di Dio, lui deve essere sempre della verità, della Legge, del Vangelo, dell’obbedienza, della grazia. 

Deve essere delle virtù, perché solo dalla verità e dalla grazia si può essere strumenti a servizio della verità e della santità del Signore nostro Dio.  

Se si è del peccato, della disobbedienza, della disonestà, dell’ingiustizia, del vizio, della trasgressione della Parola, si è nella falsità. 

Dalla falsità nessuno potrà mai essere strumento a servizio della gloria del suo Signore, Creatore, Padre, Salvatore, Redentore. Non è della verità. 

SOTTO LA GUIDA DELLO SPIRITO IN STATO DI CONVERSIONE

 


Raccoglimento e silenzio

Il silenzio, sempre in rapporto con l'interiorità e il raccoglimento, è anch'esso un terreno eminente di incontro con la grazia. Solo la grazia infatti può attirarci all'interno di noi stessi e placarci accanto alla Parola di Dio, per esprimere così davanti a Dio, senza parole, il nostro essere e quello del mondo. D'altronde il silenzio ha sempre a che fare con la parola: o si accorda a una parola che siamo chiamati ad accogliere, oppure è lo spazio in cui prendiamo noi stessi la parola. Ma prima che questo avvenga, il silenzio non è privo di ambiguità: può essere espressione di impotenza e di peccato, ma anche di pienezza e di fecondità. Nel libro della Genesi, Adamo prima del peccato è per eccellenza un uomo che parla: prendendo la parola, svolge un ruolo attivo nella creazione; Dio lo invita addirittura a dare un nome a tutte le creature e viene di persona a dialogare con l'uomo al calar del sole, alla brezza della sera. Questo dialogo fu interrotto dal peccato. Quando Dio si manifestò nuovamente nella sua passeggiata serale, Adamo ed Eva si nascosero per la vergogna, non osando più accogliere Dio. Anche tra di loro il dialogo è interrotto: Eva tenta Adamo e Adamo accusa sua moglie davanti a Dio. La loro parola non esprime più l'amore bensì l'impotenza e l'odio, non sarà più parola di benedizione: ora è capace di maledire. La confusione delle lingue alla torre di Babele è un'immagine evidente della divisione che ormai regna tra gli uomini perfino nel linguaggio, la cui diversità ostacola notevolmente l'intesa reciproca. Anche all'interno dell'uomo adesso regna la divisione e la confusione: non è più capace di essere leale nei confronti della sua stessa parola. L'uomo è diventato mentitore e con la sua lingua può far torto alla verità: la bocca infatti parla dalla pienezza del cuore (cf. Mt 12,34). Il cuore dell'uomo è diventato cattivo, perciò la sua parola è ambigua, può fare il bene come il male: è uno strumento con il quale possiamo sia lodare Dio che fare del torto ai fratelli, scrive Giacomo in un brano significativo della sua lettera in cui insiste sui pericoli che può provocare la lingua (cf. Gc 3,1-12). Ecco una prima ragione per essere attenti a maneggiare con serietà la parola, e anche, eventualmente, per tacere: la nostra impotenza e la nostra povertà. Spesso è meglio osservare il silenzio perché, parlando, si corre un rischio: Gesù stesso ci ha detto che verremo giudicati per ogni parola inutile (Mt 12,36), ammonimento che sottolinea sia il valore che l'ambiguità della parola. Questa prima forma di silenzio non sembra decisamente positiva, però ci aiuta più spesso di quanto crediamo. E’ bene vivere come esseri feriti, che conoscono le loro ferite e che, con tutti i loro atteggiamenti, dimostrano di cercare la guarigione. Questo stesso silenzio, che nasce dalla nostra impotenza, regna a volte tra Dio e noi, specialmente al momento della preghiera. Non è ancora il silenzio che ci afferra dall'interno, quando una parola di Dio sorge improvvisa come una luce nel nostro cuore. Al contrario, è un silenzio che nasce dall'eccessiva distanza tra Dio e noi, però un silenzio che è pieno di speranza e di attesa e che può veramente purificarci in profondità. Noi crediamo che Dio un giorno scavalcherà tutti i nostri peccati e sarà il primo a riprendere la parola per darci un segno di pura grazia. Il nostro mutismo esprime questa speranza e il desiderio di dire la nostra attuale insoddisfazione: è il silenzio del mendicante che non cessa di tendere la mano, il che include il rifiuto di tutto ciò che potrebbe distrarre da Dio. Il povero autentico è colui che è persuaso che solo Dio può salvarlo e che solo la sua Parola può compiere meraviglie. Una meraviglia simile è già apparsa nella vita di Gesù: questi è venuto sulla terra non tanto per tacere quanto piuttosto per ristabilire il dialogo spezzato tra Dio e Adamo. E’ lui che toglie la dissonanza che impedisce al nostro cuore di entrare veramente in dialogo con Dio. Gesù lo fa con facilità ancora maggiore per il fatto che è nel contempo Dio e uomo. Come Dio, è la Parola vivente e perfetta del Padre che ci è concesso di ascoltare molto chiaramente; come Dio, Gesù è nello stesso tempo la risposta del Padre al punto che, in quanto uomo, era il solo in grado di restaurare il dialogo tra l'umanità e Dio. Gesù è innanzitutto la Parola del Padre rivolta a noi. È quanto appare chiaramente in ciò che dice il Padre nella Trasfigurazione: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo" (Lc 9,35). Gesù stesso ha sovente ricordato di essere soltanto la Parola del Padre: è l'inviato del Padre e non può far altro che trasmettere ciò che ha ricevuto dal Padre. Ai giudei, che si meravigliavano di vederlo presentarsi come Maestro, dice esplicitamente: "La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato" (Gv 7,16). Il fatto che Gesù si esprima in questi termini suppone in lui un'intensa apertura e un abbandono totale al Padre, il che è anche una forma di silenzio e di interiorità. Per essere soltanto Parola del Padre, Gesù deve essere, fin nella sua umanità, unicamente silenzio, attenzione e ascolto del Padre. Per essere risonanza di quanto il Padre vuole comunicare, bisogna che Gesù sia impregnato di riservatezza, che assuma un atteggiamento essenzialmente di ascolto, in sintonia completa con il Padre. Gesù è in grado di essere Parola di Dio fin nella sua umanità perché al fondo del suo essere regna un silenzio infinito. Tuttavia Gesù è nel contempo risposta dell'uomo a Dio. Grazie al suo silenzio e alla sua Parola, il dialogo, interrotto da Adamo, è ristabilito. Paolo, nella seconda lettera ai Corinti, ha espresso in modo sintetico questi due aspetti di Gesù-Parola: "Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi (...) non fu si e no, ma in lui c'è stato il si. E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute sì. Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro amen per la sua gloria" (2Cor 1,19-20). E’ proprio perché Gesù è così disinteressato e così trasparente alla Parola del Padre che è stato anche la risposta migliore e più positiva dell'uomo. E’ stato il primo Amen, al quale acconsentiamo e ribadiamo il nostro accordo a ogni liturgia: Amen, Alleluja. Il silenzio essenziale e infinito dell'umanità di Gesù era così riempito fino al colmo dal sì dell'umanità, dall'amen del cielo come da quello della liturgia terrena. Amen non è forse il nome che Giovanni ha dato a Gesù nell'Apocalisse: "Così parla l'Amen" (Ap 3,14)? Per dire ed essere sempre l'Amen, Gesù ha dovuto abbandonarsi alla Parola, alla volontà e all'amore del Padre. "Non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu!" (Mc 14,36). In quel momento decisivo la volontà umana di Gesù si è per così dire zittita e ha raggiunto la pace assoluta. Oggi, il silenzio di un credente si riallaccia a quelle parole di Gesù, perché abbiamo bisogno di tempo e di pace per essere in grado di pronunciare consapevolmente quelle stesse parole di fronte al Padre. E perché, a un dato momento, quelle parole basteranno per sempre: Amen! Alleluja!


Preghiera di Liberazione

 


  

O Signore tu sei grande, tu sei Dio, tu sei Padre, noi ti preghiamo per  

l'intercessione e con l'aiuto degli arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele,  

affinchè i nostri fratelli e sorelle siano liberati dal maligno che li ha resi schiavi.  

O Santi tutti venite in nostro aiuto.  

Dall'angoscia, dalla tristezza, dalle ossessioni.  

Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore!  

 

Dall'odio, dalla fornicazione, dall'invidia. 

  Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore!    

Dai pensieri di gelosia, di rabbia, di morte.  

Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore!  

Da ogni pensiero di suicidio e aborto.  

Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore!  

Da ogni forma di sessualità cattiva.  

Liberaci o Signore! 

Noi ti preghiamo.  

Dalla divisione di famiglia, da ogni amicizia cattiva.  

Noi ti preghiamo. Liberaci o Signore!  

Da ogni forma di malefizio, di fattura, di stregoneria e da 

Liberaci o Signore! 

qualsiasi male occulto. Noi ti preghiamo.  

O Signore che hai detto:"Vi lascio la pace, vi do la mia pace",  

per l'intercessione della Vergine Maria,  

concedici di essere liberati da ogni maledizione  

e di godere sempre della tua pace.  

Per Cristo nostro Signore.  

Amen. 

Voi, amministratori della Vigna del Signore, lavorate per produrre molti frutti. Se non sarete fedeli, Egli toglierà a voi l'amministrazione e Lui stesso curerà la Sua Vigna.

 


Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 17/08/2021


Cari figli, siate fedeli a Mio Figlio Gesù. Egli aspetta il vostro Sì sincero e coraggioso. La Chiesa è la Vigna del Mio Gesù. Egli ha consegnato la Sua Vigna agli amministratori e questi devono essere fedeli alla missione affidata. Se gli amministratori gettano via il seme affidato dal loro Signore, Egli un giorno tornerà e ne chiederà conto. Voi, amministratori della Vigna del Signore, lavorate per produrre molti frutti. Se non sarete fedeli, Egli toglierà a voi l'amministrazione e Lui stesso curerà la Sua Vigna. Piegate le vostre ginocchia in preghiera. A chi molto è stato dato, molto sarà chiesto. I cattivi amministratori gettano la zizzania per soffocare il buon seme. State attenti. Amate la verità e difendetela. Il Mio Gesù si aspetta molto da voi. Non tiratevi indietro. Chi è con il Signore mai sarà sconfitto. Io sono la vostra Madre Addolorata e soffro a causa delle vostre sofferenze. Avanti per il cammino che vi ho indicato! Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

Le Profezie di Teresa Neumann

 


L 'ANNUNCIAZIONE 

Teresa Neumann vede una giovane donna, quasi ancora una ragazzina, in una piccola casa, immersa nella preghiera. All'improvviso davanti a lei c'è un uomo luminoso, non è entrato, semplicemente è lì. Steiner, che era presente alla visione, chiese a questo punto alla Resl: «Aveva grandi ali?». E lei: «Che cosa ti viene in mente, gli uomini luminosi non hanno bisogno di ali». L'uomo luminoso si inchina davanti alla fanciulla spaventata e parla: «Schelam lich, Mirjam, gaseta...», poi alcune altre parole. Steiner chiede: «Lentamente, che cosa viene dopo gaseta?». Teresa riflette, poi dice: «Avresti dovuto scrivere più in fretta, ora non lo so più». Si tratta dell'annuncio dell'angelo Gabriele: «Ti saluto Maria, piena di grazia». Maria, sempre spaventata, però con l'espressione più fiduciosa, guarda la figura luminosa. L'angelo dice altre cose solenni. Lei chiede qualcosa e l'angelo le risponde. Quando l'angelo finisce di parlare, la fanciulla china la testa e dice un paio di parole. In quello stesso momento Teresa Neumann vede una gran luce provenire dall'alto ed entrare nella fanciulla, mentre l'angelo si inchina di nuovo e scompare. Questa fu la descrizione di Teresa nello stato di quiete che seguiva immediatamente le visioni. Quando fu tornata allo stato normale, Steiner le chiese di cercare di completare la descrizione con qualche altro particolare, per esempio relativo alla casa. Nello stato normale Teresa conservava infatti qualche impressione di ciò che aveva visto. La descrizione della casa di Maria è la seguente: La casetta si trova a ridosso di una collina, davanti c'è una fonte. Il muro posteriore della casa è costituito da una roccia, ha il tetto piatto sul quale si può camminare. Al muro anteriore si arrampica una vite. Attraverso una porta, chiusa soltanto da una tenda, si entra in una piccola stanza. Lì pregava Maria e in seguito la sacra famiglia. C'è un'unica finestra, piuttosto alta, che non ha vetri come le nostre, ma è aperta e ha inferriate fatte di legno. Da questa stanza una porta a destra conduce in un altro ambiente, dove Maria lavora; lì mangiano anche. C'è un focolare aperto, con un camino in alto per il fumo. Qui Maria, e in seguito il piccolo Salvatore, dorme su una stuoia, che di giorno sta arrotolata in un angolo. Si dorme avvolti in coperte. Qui si trovano anche sedili allungati, con un appoggio obliquo di lato, per sostenere la parte superiore del corpo durante il pasto. Da questa stanza un'altra porta immette in un terzo locale: la stanza dove San Giuseppe lavora e dorme. Una porta conduce da questa stanza all'esterno, accanto a questa porta c'è una scala per salire sul tetto. Proprio di fronte c'è una piccola stalla per l'asino che la sacra famiglia possiede. 

Il Terzo Segreto è composto da due testi distinti

 


La Battaglia  Finale del Diavolo


Fatto n.1: 

Documentazione a sostegno del Fatto n.1 –  

Il Testo n.1 contiene le parole della Madonna. 


Nel quarto capitolo abbiamo riportato il comunicato stampa del  Vaticano, rilasciato a Roma l’8 febbraio 1960 dall’agenzia di stampa  portoghese A.N.I., col quale il Vaticano ammise che il Terzo Segreto  (ossia il Testo n.1 a cui si fa riferimento nella tabella) conteneva delle  parole pronunciate dalla Madonna:

In alti ambienti del Vaticano, assai attendibili, è stato appena 


dichiarato ai rappresentanti della UPI (United Press International), 
che è assai probabile che la lettera con la quale Suor Lucia aveva  messo per iscritto le parole che la Vergine Maria aveva consegnato  sotto forma di Segreto ai tre pastorelli alla Cova da Iria, non verrà  mai aperta.357
La stessa Suor Lucia ha personalmente dichiarato che il Terzo  Segreto conteneva le parole pronunciate dalla Madonna, e non una  semplice visione. Come riferisce Frère Michel:
... nella sua terza memoria, scritta nei mesi di luglio e agosto del  1941, Suor Lucia si era limitata a menzionare una terza parte del  Segreto, senza tuttavia aggiungere nulla di più preciso. Pochi mesi  dopo, nella sua quarta memoria, scritta tra l’ottobre e il dicembre 
del 1941, decise di dire qualcosa in più. Ricopiò quasi parola per  parola il testo della sua terza Memoria, aggiungendo però, dopo le  parole finali “... e al mondo sarà garantito un periodo di pace”, una  nuova frase “Em Portugal se conservara sempre o dogma da fe etc.”358
La traduzione di questa frase è: “In Portogallo si conserverà sempre  il dogma della fede ecc.”, citando direttamente le parole della Madonna.  Frère Michel riporta inoltre: 
In effetti, nel 1943, dal momento che il Vescovo da Silva le  aveva chiesto di trascrivere il testo [del Terzo Segreto] ma ella  incontrava enormi difficoltà a obbedire a quest’ordine, Suor Lucia  dichiarò che non era assolutamente necessario farlo, ‘poiché in 
un certo senso lo aveva già rivelato’359; senza dubbio alludeva 
alle dieci parole aggiunte discretamente nel dicembre 1941 al testo 
del gran Segreto – tanto discretamente che quasi nessuno ci aveva  fatto caso.360
È sicuramente indicativo il fatto che queste parole aggiunte con tale  discrezione – “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede  ecc.” - sono proprio quelle che l’MDF evita di riportare, relegandole in  una nota a piè di pagina come se non avessero alcuna conseguenza, ed  affidandosi invece per il testo del Grande Segreto alla terza memoria,  che non contiene queste parole aggiuntive. 

Ripetiamo la domanda fatta in precedenza: perché il Cardinale  Sodano, il Cardinale Ratzinger e Mons. Bertone hanno scelto la terza  memoria, quando la quarta memoria offriva un testo più completo del  Messaggio di Fatima? La risposta è ovvia: hanno scelto la terza memoria  per evitare qualsiasi discussione riguardante la frase “In Portogallo  si conserverà sempre il dogma della fede ecc.”. Grazie a questo  espediente sono riusciti ad evitare furbescamente l’ovvia indicazione  che il Messaggio di Fatima racchiude altre parole della Vergine, che  fanno seguito all’“ecc.”, e che queste parole mancanti devono per forza  riguardare il Terzo Segreto. Se così non fosse, non avrebbero avuto alcun  motivo per mostrare una simile avversione nei confronti di quella frase,  e nella discussione che nel MDF si fa delle prime due parti del Grande  Segreto di Fatima, avrebbero semplicemente usato la quarta memoria,  compresa quella frase sul Portogallo. Si può solo pensare che quella  frase, che non vogliono neanche prendere in considerazione, sia davvero  il prologo del Terzo Segreto di Fatima. Questi prelati evidentemente  non volevano che i fedeli ed il mondo intero si concentrassero su di un  simile “prologo”, poiché esso poneva, e pone tuttora troppe domande  scomode su ciò che anticipa. 
Il resto del Segreto racchiuso dall’“ecc.” non fu trascritto nella  quarta memoria, bensì in un altro testo, e cioè quello mancante del  Terzo Segreto che spiega la visione del “Vescovo vestito di bianco.” 
In effetti, gli autori del MDF non dicono che subito dopo le parole  “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede ecc.” nella  quarta memoria si legge questa frase: “Questo non devi dirlo a nessuno.  Sì, puoi dirlo a Francesco.” Ora, se la parola “questo” si riferisce solo  alla “Fede che sarà per sempre conservata in Portogallo”, difficilmente  la Madonna avrebbe  potuto chiedere ai pastorelli di nascondere un  simile “complimento celeste” al popolo portoghese. Pertanto, “questo”  non è altro che un riferimento diretto al modo in cui il dogma non verrà 
conservato perpetuamente in altri luoghi – in molti altri luoghi! È questa  la conclusione che gli autori dell’MDF hanno cercato di nascondere,  sminuendo la frase chiave del testo e relegandola ad una mera nota a  piè di pagina.
Come abbiamo dimostrato nel quarto capitolo, queste dieci parole  – “Em Portugal se conservara sempre o dogma da fe etc.” – introducono  un elemento nuovo, ed incompleto, nel Segreto di Fatima. Come hanno  convenuto tutti i più importanti studiosi di Fatima, la frase suggerisce  l’esistenza di altre parole, e quell’ “ecc.” non sarebbe altro che l’inizio  della terza parte del Segreto. Ma il manoscritto del Terzo Segreto  pubblicato dal Vaticano nel MDF, il 26 giugno 2000 (e cioè il Testo n. 2  della tabella a pagina 252) non contiene alcuna parole proferita dalla  Madonna, ma descrive la visione del Segreto ricevuta dai tre fanciulli di  Fatima. Il testo non contiene alcuna spiegazione di quella nuova frase  sul dogma in Portogallo, aggiunta nella quarta memoria di Lucia, né  riporta le parole anticipate dall’“ecc.”.

È possibile che le parole della Madonna, pronunciate di persona  dalla Madre di Dio, possano finire con un eccetera qualsiasi? Ovviamente  no, quindi esiste indubbiamente dell’altro testo dopo quell’“ecc.” Cosa  è accaduto a questo testo?

Conclusioni in merito al Fatto n.1:

Tutte queste prove dimostrano l’esistenza di due documenti: uno  contenente le parole della Madonna, l’altro che descrive la visione  avuta dai tre fanciulli, ma che non contiene alcuna parola proferita  dalla Madonna.

Padre Paul Kramer