martedì 15 gennaio 2019

Le spose di Gesù



Il Dio dell’alleanza

Fin dall'eternità, quando ancora non esisteva nulla di ciò che è stato fatto, Dio decise di creare l'uomo, di elevarlo fino al suo trono di gloria, e di renderlo simile a lui. Volle stabilire con lui un'alleanza di amore e di amicizia, come un matrimonio indissolubile.
 Per questo la creazione fu come un preludio a questa alleanza che voleva creare con l’umanità: prima con gli uomini concreti come con il suo popolo Israele, e poi in Cristo con tutta l’umanità. Il popolo di Dio della nuova alleanza, realizzata in Cristo, è la Chiesa, chiamata ad essere santa ed immacolata come strumento di salvezza per tutti gli uomini.


Le alleanze

Dio, avvicinandosi alla mentalità umana, volle anche fare un patto con gli uomini, ma è lui che prende l’iniziativa. Sono alleanze di pura gratuità e amore con una persona e con un popolo. Egli promette e dona tutto, ma chiede consenso ed esige alcune condizioni.
Le alleanze erano patti che stabilivano nell’antichità gli uomini con determinati riti. Di solito venivano compiute con un giuramento o con un sacrificio; inoltre venivano lasciati oggetti simbolici a ricordo del patto.
Ad esempio si piantava un albero o si poneva una stele o pietra di ricordo; spesso entrambe le parti offrivano un sacrificio sacro e mescolavano il sangue delle rispettive vittime per poi berlo o immergervi le mani; ciò significava che il sangue dell’alleanza li rendeva parenti di sangue, cioè che si trattava di un’alleanza inviolabile e che Dio avrebbe castigato il trasgressore riservandogli ciò che era stato operato alle vittime. Inoltre il sangue era considerato sacro come sede dell’anima e della vita. Per questo non poteva essere bevuto, e il berlo durante il patto significava considerare quest’ultimo sacro e ratificato da Dio stesso.
Dio stabilì un’alleanza con Noè, con Abramo, con Mosè, con Davide... e con tutto il popolo d’Israele. E chiede sempre fedeltà all’impegno preso come lo sposo lo chiede alla sua sposa.


Alleanza con Noè

Dio stabilì un’alleanza con Noè, «uomo giusto ed integro tra i suoi contemporanei» (Gen 6, 9), e «trovò grazia agli occhi di Dio» (Gen 6, 8).
Per mezzo di lui volle salvare tutti i viventi. Fece un’alleanza salvifica con Noè e con tutti i suoi discendenti perché non poteva rassegnarsi a perdere l’umanità appena creata. Per questo scelse Noè e gli insegnò a costruire l’arca. Egli stesso «chiuse le porte dell’arca» (Gen 7, 16) e gli promise: «Ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con la vostra discendenza, con ogni essere vivente. Stabilisco la mia alleanza con voi. Non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio né più il diluvio devasterà la terra» (Gen 9, 9-11)
Dio fece quest’alleanza per sempre, «per le generazioni future» (Gen 9, 12) e a ricordo di questa alleanza lasciò l’arcobaleno nel cielo. L’arcobaleno esisteva già, ma da allora, «quando ci sarà l’arcobaleno tra le nuvole, io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio ed ogni essere vivente» (Gen 9, 16). Noè da parte sua costruì un’altare e offrì olocausti al Signore (Gen 8, 20).
«L’alleanza con Noè resta in vigore per tutto il tempo delle nazioni (Lc 21, 24), fino alla proclamazione universale del Vangelo... la scrittura mostra così a quale altezza di santità possono giungere coloro che vivono secondo l’alleanza di Noè» (Cat 58). Per questo ogni volta che vedi l’arcobaleno in cielo ricordati dell’alleanza con Noè e che ancora puoi contare sulla tenerezza del Dio dell’alleanza che continuerà ad amarti e a perdonarti, poiché «come un padre ha pietà dei suoi figli, il Signore ha pietà di quanti lo temono» (Sal 103, 13) e «la sua tenerezza si espande verso tutti» (Sal 145, 9).

Alleanza con Abramo

Dio scelse Abramo, un uomo pieno di fede, per formarsi un popolo e per salvare l’umanità per mezzo di Lui. Abramo «ebbe fede sperando contro ogni speranza... Davanti alla promessa divina non cedette al dubbio con l’incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento» (Rm 4, 18-21). Così divenne padre dei credenti (Rm 4, 11).
Dio concluse un’alleanza con Abramo dicendo: «Alla tua discendenza io do questo paese» (Gen 25, 18).
Dio gli aveva promesso da poco una discendenza tanto numerosa quanto le stelle nel cielo (Gen 15, 4-5) e affinché egli credesse fece un patto con lui. Gli ordinò di fare un sacrificio: di tagliare a metà una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un piccione, e Dio come fiaccola ardente passò in mezzo agli animali divisi (Gen 15, 9-17).
Si tratta di un’alleanza e di una promessa gratuita e unilaterale. Dio si compromette con se stesso per compiere il patto come facevano gli uomini che passavano in mezzo alle vittime per chiedere a Dio che li spezzasse a metà come le vittime, nel caso in cui essi avessero rotto il patto.
Più tardi, quando ormai Abramo avrà novantanove anni e continuava a sperare nella promessa, Dio gli apparirà e gli confermerà questa prima alleanza. «Eccomi, la mia alleanza è con te, sarai il padre di una moltitudine di popoli. Non ti chiamerai più Abram, ma Abraham, perché padre di una moltitudine di popoli ti renderò e stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione come alleanza perenne, per essere io il Dio tuo e della tua discendenza. Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero» (Gen 17, 4-8). «Io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza come le stelle del cielo e la sabbia che è sul lido del mare... Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra perché tu hai obbedito alla mia voce» (Gen 22, 17-18).
E come avvenne con Noè, anche in questo caso Dio lascia un segno della sua alleanza: la circoncisione. «Sia circonciso tra voi ogni maschio. Vi lascerete circoncidere la carne del vostro membro e ciò sarà il segno dell’alleanza tra me e voi» (Gen 17, 10-11).
La circoncisione era un’usanza che esisteva già nei semiti come un rito d’iniziazione al matrimonio e alla vita del clan. Da quel momento sarà la prova d’appartenenza al popolo di Dio e come segnale di alleanza sarà un segno d’identità del popolo eletto ed un ricordo che rammenta che Yahvè è l’unico Dio, da amare e da servire. «Il popolo discendente da Abramo sarà il depositario della promessa fatta ai patriarchi, il popolo della elezione, chiamato a preparare la ricomposizione un giorno nell’unità della chiesa di tutti i figli di Dio» (Cat 60).


Alleanza con Mosè

Dio scelse Mosè, «un uomo molto mansueto, più mansueto di ogni uomo che è sulla terra...» (Num 12, 3-7). «Il signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro» (Es 33, 1). E per mezzo di lui vuole fare un’alleanza con tutto il popolo per salvarlo. E comanda a tutti di purificarsi e di prepararsi per il gran giorno dell’alleanza.
«Il terzo giorno sul far del mattino vi furono tuoni, lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di tromba... Allora Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro a Dio... Il monte Sinai era tutto fumante perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco. Il suo fumo saliva come il fumo di una fornace e tutto il monte tremava molto. Mosè parlava e Dio gli rispondeva con voce di tuono» (Es 19, 16-19).
Allora Dio diede i dieci comandamenti perché li rispettassero come popolo santo, popolo di sua proprietà, ed essi si impegnarono ad obbedire. «Tutti i comandi che ha dato il Signore noi li eseguiremo» (Es 24, 3-7).
Mosè stabilì l’alleanza con un patto di sangue. «Incaricò alcuni giovani tra gli israeliti d’offrire olocausti e di sacrificare giovenche come sacrifici di comunione per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare; quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: “quanto il Signore ha ordinato noi lo faremo e lo eseguiremo”. Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo dicendo ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole» (Es 24, 5-8).
Mosè versò metà del sangue sull’altare che rappresentava Dio, l’altra metà sul popolo. Così entrambi rimanevano uniti per sempre attraverso il sangue in una parentela sacra e inviolabile. Entrambi, Dio e il popolo, come parenti di sangue erano uniti così dalla più intima unione che si possa immaginare.
A ricordo di questa alleanza Mosè eleva un altare con dodici stele per le dodici tribù d’Israele (Es 24, 4).
Anche Dio gli consegna le tavole della legge scritte dal dito di Dio (Es 31,18), affinché le ponga nell’arca dell’alleanza.
L’arca dell’alleanza era la presenza permanente di Dio tra il suo popolo, segno della sua amicizia e del suo amore verso il popolo eletto. Perciò da questo momento essa sarà parte indispensabile della vita d’Israele.
La porteranno nelle battaglie e pregheranno alla sua ombra perché è la dimora di Dio. Più avanti la collocheranno nel tempio di Gerusalemme nel luogo più sacro, finché scomparirà con la schiavitù. Tuttavia il suo ricordo rimarrà vivo tra il popolo per molti secoli, perché l’alleanza con Dio era la linea direttrice di tutta la storia d’Israele, la sua ragione di esistere ed un motivo costante di riforme religiose. Inoltre la rinnoveranno solennemente in alcune occasioni (Gio 8, 30-35; Ne 10).

Padre Angel Peña

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