mercoledì 23 gennaio 2019

PADRE PIO DA PIETRELCINA



"Ricevo la vostra, in luogo della vostra persona. Si vede proprio che Gesù anche questa volta ha voluto fare il cattivo con me e fiat! Spero di essere accontentato quanto prima, sempre che a Dio piacerà, altrimenti pronuncierò ancora una volta il fiat della rassegnazione.  
Quante cose avrei ad emettere fuori da questo cuore, ormai pieno di amarezza sino al non plus ultra! Quante lacrime vorrei versare sul vostro cuore di padre che in gran parte ha compreso il mio martirio che mi divora e non mi lascia riposare per un solo istante!" (12 11 1919).  
"Le cose dello spirito presso a poco sono sempre le stesse con sempre qualche nuovo aroma di amarezza. Scrivetemi a lungo e ditemi qualche cosa di confortante, ché ne sento un grandissimo bisogno" (14 3 1921).  
Compassione per i fratelli.   Dinanzi ai poveri ed agli afflitti padre Pio si sente commosso ed a tutto rinuncerebbe volentieri, pur di soccorrerli e consolarli:  
"Nel fondo di quest'anima parmi che Iddio vi ha versato molte grazie rispetto alla compassione delle altrui miserie, singolarmente in rispetto dei poveri bisognosi. La grandissima compassione che sente l'anima alla vista di un povero le fa nascere nel suo proprio centro un veementissimo desiderio di soccorrerlo, e se guardassi alla mia volontà, mi spingerebbe a spogliarmi perfino dei panni per rivestirlo. Se so poi che una persona è afflitta, sia nell'anima che nel corpo, che non farei presso del Signore per vederla libera dai suoi mali? 
Volentieri mi addosserei, pur di vederla andar salva, tutte le sue afflizioni, cedendo in suo favore i frutti di tali sofferenze, se il Signore me lo permettesse. Veggo benissimo esser questo un favore singolarissimo di Dio, perché per lo addietro, sebbene per divina misericordia non tralasciassi mai di aiutar i bisognosi, non avevo naturalmente se non poca o niente pietà delle loro miserie" (26 3 1914). 
Questo sviscerato amore verso i fratelli sofferenti si ripercuoteva alle volte sul fisico. Avrebbe voluto la felicità e la salvezza di tutti. Tutti amava intensamente. L'impossibilità di conquistarli tutti a Dio e di essere presente a tutti per andar incontro ai loro desideri, per lui era una sofferenza che lacerava il cuore:  
"Per i fratelli poi? Ahimè! quante volte, per non dir sempre, mi tocca dire a Dio giudice, con Mosè: o perdona a questo popolo o cancellami dal libro della vita. Che brutta cosa è vivere di cuore! Bisogna morire in tutti i momenti di una morte che non fa morire se non per vivere morendo e morendo vivere" 
(20 11 1921). 

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