martedì 22 gennaio 2019

La pace del cuore



*FRANCESCO MARIA LIBERMANN (1804‐1852)*  

Estratti di lettere di direzione spirituale.

La pace, regno di Gesù nellʹanima 
Gli strumenti più validi per stabilire in noi il mirabile regno di Gesù sono esattamente lo spirito 
dʹorazione conti(Opere, Postulazione generale O.C.D. Roma.)nua e la pace dellʹanima... Tenete sempre bene in mente questa verità e fissatela solidamente nello spirito e nel cuore: il modo più 
importante, ed anche infallibile, per essere sempre in questo stato di continua orazione è di 
mantenere la propria anima in pace di fronte a nostro Signore. Fate bene attenzione alle parole « 
mantenere la propria anima in pace »: sono termini usati dal nostro divin Maestro. Bisogna che la 
vostra anima sia raccolta in se stessa o, piuttosto, in Gesù che vi dimora, non certo imprigionata e 
rinchiusa da un chiavistello di ferro ma da un dolce, delicato riposo in Gesù che la tiene tra le 
braccia. Lo sforzo e la tensione restringono lʹanima ma un dolce riposo, un sereno modo di agire, 
una pacata azione interiore, misurata e tranquilla, la dilatano. 

La pace, condizione della docilità allo Spirito 
La nostra anima, scompigliata e scossa dalle proprie forze, girata e rigirata a destra e sinistra, non 
può più lasciarsi andare allo Spirito di Dio... Se solo volesse abbandonarsi ad esso, e da lui lasciarsi 
condurre, troverebbe la sua forza, la sua ricchezza e tutta la sua perfezione. Ma poiché se ne al‐
lontana, e vuole agire da sola, non trova in sé che il turbamento, la miseria e lʹincapacità più 
assoluta... Dobbiamo aspirare a questa pace e a questa moderazione interiore, per non poter più 
vivere se non in Dio e per Dio. Questo nella massima dolcezza e nella massima sottomissione, 
procurando anche di astrarsi continuamente da se stessi. Bisogna dimenticarsi, per volgere 
incessantemente la propria anima verso Dio e mantenerla dolcemente e tranquillamente alla sua 
presenza. 

Fiducia in Dio 
Vorrei seriamente rimproverarvi perché avete così poca fiducia in nostro Signore. Non bisogna 
temerlo, sarebbe pro‐curargli un grave oltraggio, a lui, tanto buono e dolce, tanto amabile e pieno di dolcezza e di misericordia verso di noi. Potete sì stare davanti a lui nella confusione totale a causa della vostra povertà e della vostra bassezza, ma occorre che questa confusione sia quella del figliol prodigo dopo il suo ritorno, fiduciosa e piena di tenerezza. 
Ecco come dovete comparire davanti a Gesù, nostro buon padre e Signore. Voi vivete sempre col 
timore di non amarlo: probabilmente è proprio in quel momento, miei figli carissimi, che lo amate 
maggiormente e che vi è più vicino che mai. Non misurate il vostro amore per nostro Signore con 
la vostra sensibilità, essa è una ben misera misura. Abbandonatevi nelle sue mani con fiducia e il 
vostro amore crescerà sempre più. Non ve ne accorgerete, ma questo non è affatto necessario. 
 
Non turbarsi per le proprie miserie 
Non turbatevi mai per le vostre miserie. Alla loro vista mantenetevi nellʹumiliazione e nella 
bassezza davanti a Dio, se questo vi è dato dallʹalto e siate in una grande pace. Opponete a 
qualunque genere di miseria la dolcezza, la pace, la soavità e la moderazione intcriore, al suo 
cospetto, abbandonandovi semplicemente nelle sue mani affinchè faccia di voi ed in voi quanto a 
lui sembrerà buono, desiderando dolcemente e tranquillamente di non vivere che per lui, con lui 
ed in lui. 
 
Non turbarsi per la propria apparente tiepidezza 
Non lasciatevi abbattere né scoraggiare se vi sembra di non fare niente o di essere vili e tiepidi, se 
vedete che siete ancora soggetti ad affezioni naturali, a pensieri dʹamor proprio o a tristezze. 
Procurate semplicemente di dimenticarette queste cose e volgete il vostro spirito verso Dio, 
mantenendovi davanti a lui nel costante e tranquillo desiderio le egli faccia di voi ed in voi il suo 
santo e buon piacere, on cercate altro se non dimenticarvi e camminare davanti lui nella vostra 
povertà, senza mai guardare a voi stessi. .) Fin quando vi occuperete di questi moti della natura 
sarete troppo presi da voi stessi; finché ciò avverrà non potrete avanzare di molto nel cammino 
verso la perfezione. Tali moti non cesseranno che quando li disprezzerete e li dimenticherete. 
Dʹaltra parte, vi assicuro che non sono di alcuna importanza né conseguenza. Non ve ne curate, e 
non vedete altro che Dio. E questo mediante la pura e semplice fede. 
 
Non inquietarsi per le proprie cadute 
Dimenticate sempre il passato e non inquietatevi mai per vostre cadute, per numerose che possano 
essere. Tutte le alte che vi rialzerete nulla potrà nuocervi, mentre potreste essere in pericolo nel 
caso vi scoraggiate o affliggiate troppo per  quel motivo. Fate tutto nella massima calma e nel 
modo più riposante che potete e fatelo per il grandissimo, purissimo e santissimo amore di Gesù e 
di Maria. 
 
Pazienza nel camminare 
Uno dei più grandi ostacoli nel cammino verso la perfezione è quel desiderio frettoloso ed 
irrequieto di avanzare possedere le virtù che sappiamo di non avere. Il vero modo, invece, per 
avanzare stabilmente e a grandi passi è di pazientare e sedare tali inquietudini... Non superate la 
vostra guida per paura di perdervi e di andare fuori strada sul cammino che vi traccia, poiché 
allora, invece di arrivare sani e vivi, cadrete in un precipizio. Questa guida è lo Spirito Santo. Con 
la vostra opera e le vostre inquietudini, col vostro turbamento e la vostra premura lo superate col 
pretesto di voler andare più in fretta. Che succede, allora? Andate fuori strada dove il terreno è più 
duro e accidentato e, lungi dallʹavanzare, perdete il vostro tempo. 

Lasciare agire lo Spirito di Dio 
Quando piacque a Dio di creare lʹuniverso lavorò sul nulla. Vedete bene quali cose meravigliose ha 
fatto! Così, se vuole lavorare in noi per operare cose infinitamente al di sopra di tutte le naturali 
bellezze modellate dalle sue mani, non ha certo bisogno che ci diamo tanto da fare per aiutarlo... 
Lasciamolo piuttosto fare. Egli si compiace di operare sul nulla. Manteniamoci nella pace e nella 
tranquillità, davanti a lui, e seguiamo gli impulsi che ci dona... Facciamo dunque dimorare la 
nostra anima nella pace e le nostre capacità spirituali nel riposo, al suo cospetto, aspettandoci da 
lui solo ogni impulso e ogni vitalità. Procuriamo di non avere nessun impulso, nessuna volontà se 
non in Dio e nello Spirito di Dio... Bisogna dimenticarsi, per volgere continuamente la propria 
anima verso Dio e lasciarla riposare dolcemente e tranquillamente davanti a lui. 
 
Moderare i propri desideri 
Lʹoccupazione principale della vostra anima devʹessere la moderazione dei vostri moti, 
lʹacquisizione di unʹumile sottomissione e lʹabbandono nelle mani di Dio. Vi è permesso — ciò è 
anche auspicabile per voi — il desiderare di avanzare spiritualmente, ma questo desiderio 
devʹessere calmo, umile e sottomesso al beneplacito di Dio. Un povero che chiede lʹelemosina con 
violenza ed impazienza non ottiene nulla. Se lo fa con umiltà, dolcezza e affetto, commuove gli 
uomini a cui la chiede. I desideri troppo violenti vengono dalla natura. Tutto quello che viene dalla 
grazia è dolce, umile, moderato, riempie lʹanima e la rende buona e sottomessa a Dio. Dovete 
principalmente applicarvi a moderare i moti dellʹanima, a tenerla nella calma davanti a Dio, ad 
essere sottomessi ed umili al suo cospetto. 
È vostro desiderio avanzare nella via della santità? Ebbene, sappiate che è lui a donarvi questo 
desiderio e che è proprio lui a doverlo realizzare. San Paolo dice che il Signore ci dona il volere ed 
il fare. Non possiamo desiderare nulla da soli nellʹordine della grazia. Ecco allora che il Signore ci 
dona questo volere. Quando abbiamo questa volontà non possiamo tradurla in atto da soli. Il 
Signore ci dona allora il fare. Il nostro ruolo è di mantenerci fedeli nel seguire la sua guida e di 
lasciargli operare in noi quanto ritiene essere il meglio. Prendercela a male, affrettarci per eseguire 
quanto di buono ci ispira vuoi dire guastare lʹopera dalla grazia in noi e ritardare la nostra 
perfezione. Non cerchiamo subito di essere perfetti ma adempiamo con calma, in una serena 
fedeltà, quanto ci richiede. Se a lui piace condurre la nostra barca più lentamente di quanto noi 
desideriamo, restiamo sottomessi al suo divino e buon piacere. 
Allorché vediamo in noi sempre gli stessi difetti, mostriamoci a lui nella nostra bassezza, 
apriamogli lʹanima affinchè possa vedere le nostre piaghe e le nostre cicatrici e gli piaccia guarirci 
come e quando voglia. Preoccupiamoci solo di non seguire lʹimpulso di quei difetti. A tal fine 
restiamo umilmente prostrati alla sua presenza, alla vista della nostra povertà e della nostra 
miseria, sopportando gli assalti di questi difetti con calma, pazienza, dolcezza, fiducia e umiltà 
davanti a lui, ben decisi a essere interamente suoi in mezzo a questi difetti, a non più inseguirli e a 
sopportarli fino alla fine della nostra vita, se questo è il suo desiderio. Poiché, osservate bene, una 
volta che la nostra anima non acconsente più a questi difetti non è colpevole e Dio stesso non è più 
offeso. Al contrario, questa ne trarrà grande vantaggio per il suo progresso. 
 
Vivere lʹistante presente 
Siate docili e plasmabili nelle mani di Dio. Per arrivare a questo sapete cosa occorre: mantenersi 
nella pace e nel riposo; non inquietarsi mai e non turbarsi per niente; dimenticare il passato; vivere 
come se non esistesse lʹavvenire; vivere per Gesù nel momento in cui si vive o piuttosto vivere 
come se non si avesse vita in  sé, lasciando Gesù vivere in noi a suo agio; camminare cosi in ogni 
circostanza, senza timore e preoccupazione, come si conviene ai piccoli di Gesù e di Maria; non 
pensare mai a sé volontariamente; abbandonare la cura della propria anima solo a Gesù, ecc... È lui 
che lʹha presa con forza, gli appartiene, sta dunque a lui averne cura perché è una sua proprietà. 
Non temete tanto il giudizio dʹun Maestro così dolce. Per lo più bandite tutti i timori e 
rimpiazzateli con lʹamore. Così facendo, agite dolcemente, soavemente, con lentezza, senza 
vivacità e senza impeto. Lasciatevi andare, quando ce nʹè bisogno, camminando così nella massima 
soavità, nel massimo abbandono e in una piena fiducia. Il tempo di questo esilio terminerà e Gesù 
sarà nostro e noi suoi. Allora ogni nostra tribolazione sarà una corona di gloria che metteremo sul 
capo di Gesù, poiché ogni gloria appartiene a lui. 
 

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