venerdì 18 gennaio 2019

Le spose di Gesù



Il Dio dell’alleanza


Significato dell’alleanza del Sinai

Dio aveva scelto il suo popolo Israele in piena libertà, senza che vi fosse merito da parte sua (Dt 9, 4) perché lo amava (Dt 7, 8). Ma questa elezione imponeva al popolo alcune condizioni: «Se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza e sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra, voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa» (19, 5-6). Le clausole dell’alleanza, i dieci comandamenti o decalogo, saranno un cammino di vita per il popolo (Cat 2057). Si doveva rendere culto a Yahvè escludendo gli altri dei (Es 20; Dt 5, 7). «Temi il Signore tuo Dio, a lui solo servi, restagli fedele, egli è l’oggetto della tua lode, egli è il tuo Dio» (Dt10, 20-21). E Dio si compromette svariate volte con la formula fondamentale dell’alleanza: «Voi sarete il mio popolo ed io sarò il vostro Dio» (Lev 26, 12; Ez 36, 28; Ger 31, 33; 32, 38).
Se obbediscono, Dio garantisce loro il suo aiuto e la sua protezione (Es 23, 20). «Se ascolti la voce di Dio verrano su di te tutte queste benedizioni; se non obbedisci ecco le maledizioni che ti raggiungeranno» (Dt 28; Lev 26). Perciò Dio insiste così tanto sull’obbedienza, perché siano felici. «Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Se ascolti il precetto di Dio, Dio ti benedirà. Ma se il tuo cuore si volge indietro e tu non lo ascolti, io vi dichiaro oggi che certo perirete. Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra. Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita» (Dt 30, 9-19).
«Oh, se avessero sempre un tale cuore da temermi e da osservare tutti i miei comandi per essere felici sempre loro e i loro figli» (Dt 5, 29).
Ma la storia d’Israele è una storia di peccati e di castighi, di pentimenti e di benedizioni. «Essi violarono la mia alleanza ed io li rifiutai» (Ger 31, 32). «Le vostre iniquità tengono lontana da voi la felicità» (Ger 5, 25). Tutti i disastri nazionali e la stessa cattività è vista dai profeti come castigo per l’infedeltà del popolo all’alleanza (2 Re 17, 7-23; 23, 26; Ger 22, 9; Dan 11, 28 ss).
Ciò nonostante Dio ha sempre misericordia del suo popolo e lo perdona, quando esso si pente: «Se cercherai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e con tutta l’anima lo troverai... poiché il Signore Dio tuo è un Dio misericordioso; non ti abbandonerà e non ti distruggerà e non dimenticherà l’alleanza che ha giurato ai tuoi padri» (Dt 4, 29-31). «Non è forse Efrem un figlio caro per me?... Infatti dopo averlo minacciato me ne ricordo sempre più vivamente; per questo le mie viscere si commuovono per lui e provo per lui profonda tenerezza» (Ger 31, 20). «Cercatemi e vivrete» (Am 5,4). «Chi vi ha afflitti con tante calamità vi darà anche con la salvezza una gioia perenne» (Bar 4,29).
Ecco perché il popolo deve sempre stare in un atteggiamento di umile pentimento: «Riconosciamo, Signore, la nostra iniquità, l’iniquità dei nostri padri; abbiamo peccato contro di te, ma per il tuo nome non abbandonarci, non rendere spregevole il trono della tua gloria, ricordati di non rompere la tua alleanza con noi» (Ger 14, 20-21). Il Dio dell’alleanza è un Dio d’amore, di perdono e di pace. Per questo possiamo dire: «Griderò all’Eterno per tutti i miei giorni» (Bar 4, 20).

Padre Angel Peña

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