Profilo umano
Il cuore sente il bisogno di espandersi, di comunicare agli altri le sue pene e
le sue gioie. E come tutti gli uomini, padre Pio soffre quando ciò non gli è
possibile. Alle volte desidera comunicare con i direttori non soltanto per
manifestare loro la sua esperienza spirituale, ma anche per calmare le esigenze
umane del cuore:
"Quante cose vorrei dirvi, mio carissimo padre; quanto è forte ed imponente il
bisogno del cuore di sfogarsi con voi!" (10 10 1917).
Nelle pene e nelle desolazioni cerca conforto e sollievo, certamente anche
umano, sebbene sempre accetti liberamente e volenterosamente il beneplacito
divino:
"Le lotte spirituali, in paragone di ciò che vado soffrendo nel corpo sono assai
superiori, sebbene anche le sofferenze corporali si vanno rendendo sempre
maggiori. Desidererei, caro padre, non dico assai, ma almeno un'ora al giorno di
riposo. Ma si faccia sempre di me ed intorno a me in tutto e per tutto la
santissima e l'amabilissima volontà di Dio! poiché questo è quello che mi ha
retto" (10 1 1911).
Né l'amore alla sofferenza, né la brama d'immolarsi per Cristo e per i fratelli,
sopprimeva il connaturale desiderio del cuore di sentirsi compreso e sollevato:
"Ho grandissimo desiderio di soffrire per amore di Gesù. E come va poi che alla
prova, contro ogni mio volere, si cerca qualche sollievo? Quanta forza e
violenza debbo farmi in queste prove per ridurre al silenzio la natura,
diciamola così, che reclama altamente di essere consolata" (21 4 1915).
Parimenti, anche riconoscendo che è divina la causa dell'indicibile penare,
cerca il calore della comprensione umana, e lo fa con parole che implicitamente
contengono un dolce rimprovero per chi non si rende conto della estrema amarezza
del cuore:
"Da più giorni mi sento estremamente accasciato nello spirito e nel corpo. Se si
continuerà di questo passo, mio buon padre, inevitabilmente dovrò soccombere:
non me la sento proprio più.
L'amarezza che sento nell'animo è estrema. Sono ferito a morte. Sono solo a
combattere di giorno e di notte, senza un istante di tregua [...].
Il mio cuore è squarciato, è ridotto a brandelli da questo estremo e duro
martirio. Ah! padre, se foste qui non ve ne rimarreste così duro, che qual
novello Abramo, a sangue freddo alza il coltello per immolare il suo Isacco. No,
voi piangereste con me e mi compatireste" (16 11 1919).
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