giovedì 4 luglio 2019

L'umiltà, custode delle virtù



Se l'edificio della perfezione spirituale si fonda su una superbia inconscia è costruito sulla sabbia e il pericolo di una improvvisa rovina incombe continuo. Se invece ha il suo fondamento in Dio, posso mettermi tranquillo per il passato, ma devo temere per il futuro, perché la superbia è capace di radere al suolo la costruzione più ben fondata.
«Arricchirsi di virtù senza l'umiltà - dice s. Girolamo - è come esporre polvere al vento». Quanta violenza di bufere allora mi circonda, e in quali pericoli si trovano i miei instabili propositi!
Sant'Antonio, spaventato da una visione che gli mostrava il mondo pieno di trabocchetti, esclamò: «Signore, come si può evitarli?». Una voce gli rispose: «Con l'umiltà».
Questa virtù è nello stesso tempo il fondamento e il guardiano delle altre virtù, perché fa di Dio il principio e il fine degli atti virtuosi, mentre la superbia se li attribuisce ingiustamente e rovina così l'intera opera di costruzione.
Sono profondamente convinto di questa verità? Provo un senso di timore nel constatare che, pur non sentendomi chiaramente superbo, non sono neppure davvero umile?
L'umile avverte incessantemente il bisogno di Dio, della sua indulgenza e del suo aiuto. Nel constatare la propria miseria e fragilità, si sente come un infermo che cammina poggiando su una ferita resa più dolorosa ad ogni movimento. 

Leopold Beaudenom 

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