domenica 6 giugno 2021

LA CASTITÀ

 


RELIGIOSA DELLA VISITAZIONE SANTA MARIA DI CHAMBERY 

Una delle maggiori preoccupazioni di Suor M. Marta, specialmente in tempo degli esercizi spirituali, era spesso di trovar materia di accusa davanti al Santo Tribunale di Penitenza. Nel candore della sua perfetta semplicità, essa credeva di non sapersi confessare. Che fare adunque se non implorare aiuto dal sovrano Signore dell'anima sua?... 

“Mio Gesù, vorrei sapermi confessare come le nostre Sorelle. - Figliuola, ciascuno ha la propria coscienza e non è necessario conformarsi agli altri - rispose N. Signore. Le mancanze degli uni non sono quelle degli altri. Tu non conosci il male più di un bambino che non ha ancora l'uso di ragione”.  

Quest'ultima parola il buon Maestro la ripeté più volte alla sua Eletta.   

“Noi crediamo con certezza - scrive l'intima confidente di tutte le battaglie di Suor M. Marta, come delle grazie che il Salvatore versava in lei - che la sua anima ha conservata intatta la candida stola del Battesimo. Un giorno, vedendola angustiata a riguardo della confessione, benché la coscienza non le rimproverasse nulla di particolare, le dicemmo: “Bisogna accusare uno dei più gravi peccati della vostra vita. - Io non capisco bene in che consistono; forse qualche piccola disobbedienza ai miei genitori?...”. ( O. M. Teresa Eugenia ).   

Invero, l'infanzia della nostra Sorella era trascorsa nella calma religiosa dei campi e sotto il vigilante occhio materno. N. Signore stesso, aveva avuto cura di allontanare tutto ciò che avrebbe potuto appannare menomamente questa purezza verginale.   

Dalla Croce Rossa, le contadinelle scendevano spesso a Chambery per vendere le frutta dei loro orti, o gli eccellenti prodotti dei loro poderi. Un giorno che diverse giovanette andavano al mercato, la Sig.ra Chambon affidò loro la sua Francesca. Quale pericolo corse la fanciulla?... Noi non lo sappiamo in modo preciso; ma presa subitamente da spavento istintivo e guidata, essa credette, da S. Giuseppe, la povera bimba ritornò correndo a casa sua. E sua madre, vedendola così tremante, rinunziò per sempre a mandarla in città.   

Entrata in Monastero, con una felice ignoranza del male, Suor M. Marta restò un'anima veramente angelica. Perciò, in questo capitolo che porta il titolo di “Castità” non si tratta in realtà, che d'innocenza limpida e di verginale amore.   

“Il mio Amato si diletta tra i gigli”, dice la casta Sposa della Cantica. Gesù, il giglio delle convalli si diletta nell'anima verginale, nella quale vede come un riflesso della Sua Divina purezza.... 

“Beati i cuori puri, perché vedranno Iddio”. – “Figliuola, i cuori puri io li unisco al Mio. Le vostre anime e i vostri corpi sono stati formati dalla mia mano, bisogna trattarli con rispetto: essi, insieme uniti, godranno un giorno vicino a Me”. 

Gli Angeli, mentre facevano guardia d'onore presso il Tabernacolo, le fecero pure comprendere come il nostro fragile corpo, quando è consacrato al suo amore, è per Iddio un soggetto di gloria maggiore.  

La Santa Vergine, veniva ancora a completare gl'insegnamenti e gli inviti. In una festa della Visitazione (1875) Essa si presentò alla Serva di Dio, in compagnia delle nostre Sorelle del Paradiso:  

“Io te le mostro - diceva alla sua Figlia prediletta - vedi come sono felici al mio seguito... - Un giorno vi sarai anche tu..... - Nostro Signore vuole che tutto nelle sue Spose, sia puro, casto e santo!.... Bisogna occupare il proprio spirito nelle cose celesti... Bisogna presentare a Gesù un cuor vuoto, affinché Egli possa riempirlo”. 


AMORE VERGINALE 

Un cuore casto, diceva il Beato Adeodato, è quello che ama unicamente Iddio: “Ille est vere castus qui ad Deum attendit et ad ipsum solum se tenet”.   

 “Un giorno - scrive la nostra Santa Madre di Chantal, - Nostro Signore mi fece capire, dopo la Santa Comunione, che, se un'anima vuole mantenersi tutta sua, interiormente ed esteriormente, non ha che da mettere in pratica la Costituzione della Castità: (1) “Le parole che contiene - Egli mi disse - sono tutte Divine, non vi è nulla di umano; tutte sono uscite dal mio Cuore amoroso”.   

Ma ascoltiamo ora la nostra analfabeta Suor M. Marta:  

“Un giorno, desiderosa di penetrare più addentro nel segreto dello Sposo - riferisce la sua aiutante spirituale - procurai di scandagliarla destramente: “Voi sapete, mia buona Suor M. Marta, che il nostro Santo Fondatore vuole che ci comunichiamo caritatevolmente i nostri piccoli beni: parlatemi dunque della vostra infanzia e delle misericordie di Dio verso di voi.... Questi ricordi fanno tanto bene, non è vero?” - “Oh! sì, il buon Dio è tutto amore! Già da piccola me lo faceva sentire. Egli mi ha tanto favorita! Io non conosco il mondo, non conosco che Lui! Oh! quanto bene Gli voglio!”. “Ma, e perché Nostro Signore vi ama tanto? Che cosa trova in voi che lo attiri?....”. - Ed essa, con incantevole candore: “O mia Sorella, è semplicemente perché sono un'ignorante, poi ho il CUORE LIBERO: Lui, e basta!... Io non tengo a nulla, a nulla... non ho bisogno di nulla, non desidero nulla; IL MIO CUORE È LIBERO”.   

“Tutto ciò, io lo sentivo, era profondamente vero”. - Ciò nonostante - soggiunsi - mi sembra che voi amiate molto il vostro impiego, e vi desti interesse! - “L' orto?... o sì, perché me lo ha affidato l'obbedienza”. - E i vostri nipoti, non occupano un posticino nel vostro cuore?.... Non vi pensate qualche volta? - “I miei nipoti? Oh! non ci penso molto. Chiedo a Dio che si mantengano buoni cristiani, e poi non ci penso più. Non c'è tempo a pensare a tante cose, siamo così felici col nostro caro piccolo Gesù... Egli ci basta; non le pare Suor Assistente?”. 

Il distacco e la purità di quest'anima non si mostrano forse qui nella loro limpidezza?   

Nel ringraziamento di una fervente Comunione, Suor M. Marta sentiva Gesù che l'esortava ancora a questo perfetto distacco: “Tu, mia Sposa, devi sollevarti molto in alto! Colui che tu ricevi non è di quaggiù: guardalo..” Essa vedeva Nostro Signore in una luce chiarissima. Egli proseguì: “Io voglio che i tuoi affetti siano posti in alto, molto al disopra della terra”.   

L'amore è il dono di se stesso. Amare con tutte le forze del cuore e donarsi senza ritenere niente per sé, questa è la verginità dell'amore.  

Gesù reclama questo amore verginale dal cuore delle sue Spose.   

“Essere religiosa, figlia mia, si è l'aver bandito dal cuore tutto il creato... si è non vedere ovunque che Gesù vostro Sposo; si è cercare Lui solo. La Sposa che non farà così, si esporrà a soffrir molto... sarà spesso turbata e guadagnerà poco”.   

Un giorno, mentre la Comunità si trovava riunita al momento dell'“Obbedienza”, il Divin Maestro comparve improvvisamente al di sopra del posto della Superiora e, indirizzandosi a tutte nella persona della felice Sorella che sola aveva il privilegio di vederlo e di udirlo, Egli disse:  

“Il vostro unico intento deve essere il cuore a cuore con Me. Voi tutte lo sapete. Ma parecchie sono troppo attaccate alle cose transitorie. Esse non pensano che Io solo devo essere il loro Tutto.  

“Quando mi si cerca con fervore io vengo all'anima che mi desidera; voi potete abbreviare il tempo della prova con una più gran fame di Me”.   

Su questo punto Gesù ritorna spessissimo:   

“Non vi è Sposo simile a Me: Io penso costantemente a voi. Amatemi sempre! - Io, vi amo sempre! L'amore del vostro Sposo è eterno!...   

“Siate riconoscenti.... Struggetevi d'amore per Me, non respirate che per Me. - Nel modo stesso che Io sono tutto per ciascuna di voi, voglio essere solo nei vostri affetti.   

“Voi siete tutto per Me! Bisogna che Io pure sia il vostro Tutto! E' cosa grande l'essere il tutto di Dio!   

 “Dovete innalzarvi al disopra di voi stesse per arrivare al Cuore a Cuore con Me. Io vi voglio per Me solo!.... Vi voglio senza desideri ... Voglio che la terra non sia nulla per voi. Nulla”.   

All'esortazione efficace di queste parole, Suor M. Marta si sentiva trasalire il cuore di gioia: “Ah! esclamava, accesa d'amore: Mio Gesù diletto, vi dò il mio cuore e quello delle mie Madri... delle mie Sorelle ... di tutte le creature, anche di quelle che non Vi amano!”. 

Il pensiero che dei cuori non amavano Colui che essa amava tanto, la trafiggeva di dolore: “Ah! mio Gesù! come può essere che questi cuori creati da Voi, non Vi amino?... certamente essi non sanno quanto siete buono!” - “Ecco gli ardori che Io dono alle mie Spose - rispondeva il buon Maestro. - Accetto la tua offerta. Mia Diletta, offrimi spesso il tuo cuore e quello di tutte le mie creature”.   

Il distacco di Suor M. Marta, per quanto perfetto, non andava esente da qualche leggera debolezza.   

In una di queste deliziose giornate in cui N. Signore le teneva costante e sensibile compagnia, la felice gratificata si lasciò prendere dalla fantasia di andare a dire una parola alla sua Maestra. Ma la gelosia del Celeste Sposo ne fu eccitata. Egli la ritenne con questo amoroso rimprovero: “E forse non ti basto Io? Tu devi andare avanti compiendo ogni azione alla mia presenza...”.   

“Io voglio il vostro cuore tutto intero, per compensarmi dell'ingratitudine degli uomini”.   

Un altro giorno, in cui il pensiero di Suor M. Marta si era un po' trattenuto su gli affari temporali della sua famiglia: “Come, mia Figlia, - le disse il suo divin Maestro - tu pensi a gl'interessi dei tuoi parenti e trascuri i miei?”.   

E' così che N. Signore “è geloso del cuore delle sue Spose”.   

Ma Gesù non lascia senza ricompensa lo spirito di sacrificio e il vero distacco del cuore. Suor M. Marta, avendo passato del tempo senza pregare per i suoi Genitori, non provò del rimorso: “Gesù mio, - disse ella - manco al mio dovere, dimentico i miei Genitori. - E Io, rispose con tenerezza il Salvatore, ci penso tutti i giorni, e nel modo stesso che darò all'anima religiosa il centuplo che le ho promesso, così lo darò pure ai tuoi cari”. 

RELIGIOSA DELLA VISITAZIONE SANTA MARIA DI CHAMBERY 

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