mercoledì 30 giugno 2021

La testimone viene nascosta e messa a tacere

 


La Battaglia  Finale del Diavolo


Circostanza sospetta #6: Il libro di 303 pagine che Suor Lucia  aveva pubblicato sul Messaggio di Fatima, evita accuratamente di  affrontare anche uno solo dei temi apparentemente discussi nell’incontro  segreto con Bertone.

Nell’ottobre 2001 la casa editrice della Biblioteca Vaticana pubblicò  un libro di Suor Lucia intitolato Gli appelli del Messaggio di Fatima.  ’introduzione di Suor Lucia al libro, che era stato visto e approvato  dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, affermava che esso  era stato scritto per dare “una risposta ed un chiarimento a dubbi e  domande che mi sono stati posti”. La prefazione dell’attuale Vescovo di  Leiria-Fatima affermava allo stesso modo che Suor Lucia aveva chiesto  alla Santa Sede il permesso di scrivere un libro su Fatima per poter  “rispondere a numerose domande in via generale, non essendo in grado  di rispondere a tutti personalmente”.

Eppure, malgrado i teorici motivi per cui era stato scritto, quel  libro di 300 pagine non ha risposto in alcun modo a nessuna delle più  importanti “domande” sul Messaggio di Fatima. Gli errori della Russia,  il trionfo del Cuore Immacolato, la consacrazione e conversione della  Russia, il periodo di pace promesso dalla Vergine come frutto della  Consacrazione, ed il Terzo Segreto non vengono neanche nominati nel  libro. Nemmeno la visione dell’inferno viene ricordata, nell’analisi di  Suor Lucia sulla vita eterna e sulla ricerca del perdono di Dio. In breve,  il libro presenta un messaggio di Fatima estremamente edulcorato,  spogliato di tutti i suoi elementi profetici e decisamente allineato alla  Linea del Partito. Il Messaggio di Fatima, così com’è presentato in  questo libro, difficilmente avrebbe richiesto un evento come il Miracolo  del Sole per essere confermato.

Si tratta di una fatto piuttosto curioso: quando a Suor Lucia venne  dato il permesso di scrivere un libro di 300 pagine per rispondere  ai “dubbi e domande” sul Messaggio di Fatima, la suora non disse  niente riguardo a quei dubbi e a quelle domande che milioni di persone avevano realmente a cuore. A “Suor Lucia” venne concesso  di toccare questi temi solo quando era intervistata in segreto da una  persona, tra l’altro una personalità autorevole, che aveva degli interessi  personali nella vicenda. Ma anche così, le risposte della suora erano  frammentarie e non provenivano direttamente da lei, perché non  erano state pronunciate nella sua lingua, bensì filtrate dall’Arcivescovo  Bertone, che ci ha fornito solo quaranta parole su un totale di 2 ore di  conversazione col suo “testimone prigioniero”.

Cercheremo di riassumere qui di seguito le circostanze sospette  che circondano la gestione di questa testimone così scomoda del “Caso  Fatima”: 

•  Nessuno poteva parlare con la testimone senza il permesso di una  delle parti in causa, che controllava tutti gli accessi a Lucia, malgrado  venisse affermato pubblicamente che la suora non aveva più niente  da dire.

•  Quando sono sorti dei dubbi in merito alla versione ufficiale della  testimonianza di Suor Lucia, la si è sottoposta ad un intervista  segreta, all’età di 94 anni, condotta da una figura autorevole che  ha poi prodotto solo una parte delle risposte date dalla suora, in un  comunicato su cui viene apposta la firma della stessa, anche se non  era stato scritto nella lingua di Lucia.

•  Una versione del comunicato riporta la firma della testimone sotto  quella del suo interrogatore, ma quella firma viene rimossa da  un’altra versione, sulla quale appare invece solo la firma di Bertone.

•  Il comunicato non riporta per intero tutte le domande e le risposte  che sono state formulate, nel loro pieno contesto.

•  Su 426 parole attribuite alla testimone, nel comunicato, solamente  40 parole si riferiscono agli argomenti della controversia – su di un  totale di due ore di conversazione!

•  Non viene fornita alcuna trascrizione o registrazione indipendente 

della testimonianza.

•  La testimonianza, svoltasi in maniera così segreta e frammentaria,  contraddice molte precedenti affermazioni della stessa testimone.

•  Non viene fatto alcun tentativo, né da parte della testimone né da  parte di chiunque altro, di spiegare le sue precedenti affermazioni  che sono ora in contrasto con quelle rilasciate durante l’intervista.

•  Durante l’incontro segreto con la testimone, non le vengono fatte  autenticare delle “lettere” che le sono state attribuite, la cui autenticità  è chiaramente in discussione; né viene fatto alcunché per autenticare  l’unica “lettera” sulla quale l’interrogatore si è basato interamente   come prova del presunto cambio di testimonianza (riguardo alla  Consacrazione della Russia).

L’intervista segreta colla testimone evita qualsiasi domanda specifica  sulle tante discrepanze nel caso in esame, sulle quali la testimone ha  conoscenza diretta – incluse le sei evidenti omissioni esaminate in  quest’articolo.

•  Quando viene concesso al testimone di pubblicare un libro, al fine  di rispondere ai tanti “dubbi e domande” che aveva ricevuto sul  Messaggio di Fatima, quel libro non contiene alcuna risposta a quei  dubbi e a quelle domande che preoccupano milioni di persone; questi  dubbi e queste domande vengono affrontate solo durante un’incontro  segreto, del quale non v‘è alcuna trascrizione o registrazione  indipendente.

L’Arcivescovo Bertone è un uomo assai influente nella Chiesa. Con  tutto il dovuto rispetto per la sua carica, tuttavia, i dubbi ragionevoli  che queste circostanze sospette e queste evidenti omissioni ingenerano  in un osservatore razionale e oggettivo sono impossibili da rimuovere.  Nessun tribunale al mondo accetterebbe mai una testimonianza così  chiaramente inaffidabile. Ci saremmo aspettati dalla Chiesa perlomeno  quella forma di apertura e di chiarezza richiesto da qualsiasi tribunale  civile. Se esiste una registrazione audio o video di quel colloquio, fateci  ascoltare la testimone, in nome del Cielo!

Siamo quindi costretti, in tutta onestà, a giungere a una conclusione  che riteniamo sia ovvia e scontata per qualsiasi persona obbiettiva, di  fronte all’assurda gestione di Suor Lucia del Cuore Immacolato: Sono  tutte le ragioni per credere che una testimone chiave – niente meno che  l’ultima testimone oculare ancora in vita, all’epoca – sia stata manipolata.  Questa manipolazione fraudolenta della testimone chiave è un altro  degli elementi di quella grande ingiustizia che stiamo analizzando in  questo libro: l’occultamento de facto dell’intero Messaggio di Fatima e  delle sue profezie. Lo stesso Antonio Socci ha affermato che gli evidenti  sospetti suscitati da quell’intervista, sono stati uno dei tanti motivi che  lo hanno portato a “convertirsi” sulla posizione’dei “Fatimiti”. Ecco  cos’ha scritto in merito a quell’intervista, nel suo libro esplosivo sulla  controversia del Terzo Segreto: “Le poche parole a lei attribuite [Suor  Lucia] … sono tali da non avere obiettivamente credibilità.”316 Ecco  come conclude Socci, con effetti disastrosi per la “versione ufficiale”: 

Riflettiamoci. Suor Lucia nel novembre-dicembre 2001 è  una persona molto anziana, che vive isolata dal mondo con la  proibizione di incontrare chicchessia, che è tenuta al silenzio e  all’obbedienza e che non ha potuto controllare il resoconto di questo  colloquio e le parole che le sono attribuite.317

Ma perché Bertone avrebbe architettato una simile manipolazione  dell’ultima veggente di Fatima ancora in vita e della sua preziosa testimonianza, quattro anni prima della morte di quest’ultima,  avvenuta il 13 febbraio 2005? Oltre ai motivi che abbiamo già esposto –  ovvero l’attuazione ad ogni costo del nuovo orientamento della Chiesa,  diametralmente all’opposto rispetto al Messaggio di Fatima – riteniamo  che ne esista un altro. Basiamo questa conclusione su ciò che abbiamo  discusso nel Capitolo 8: l‘approvazione esplicita, contenuta nel MDF,  delle opinioni di Edouard Dhanis – il grande detrattore neo-modernista  di Fatima. Definendo Dhanis un’“eminente studioso” di Fatima, il  Cardinale Ratzinger aveva fatto chiaramente capire d’essere d’accordo  con quel gesuita sul fatto che gli elementi profetici del Messaggio  riguardanti la Russia, etc. – cose che lo stesso Dhanis aveva sminuito  definendole “Fatima II” – non erano altro che costruzioni mentali di  una persona semplice e sicuramente ben intenzionata, ma anche  decisamente malaccorta. 

Come abbiamo già chiarito precedentemente, l’MDF seguiva la linea  di Dhanis quando affermava che lo stesso Terzo Segreto poteva benissimo  essere un‘invenzione: “La conclusione del ‘segreto’ ricorda immagini  che Lucia può avere visto in libri di pietà ed il cui contenuto deriva  da antiche intuizioni di fede”. Se questo era vero per il Terzo Segreto,  poteva esserlo per tutto il Messaggio di Fatima. Quale altra conclusione  poteva mai suggerire il Cardinale con quella sua affermazione?  Ricordiamoci inoltre come il culmine del Messaggio di Fatima – il  Trionfo del Cuore Immacolato di Maria – fosse stato ridotto a niente  più che il fiat della Vergine Maria di 2000 anni fa. Allo stesso modo,  l’MDF aveva anche completamente ricostruito la profezia della Vergine,  secondo la quale: “per salvarle [le anime dall’inferno], Dio desidera  stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato”. Secondo  l’interpretazione del Cardinale Ratzinger (che sarebbe sicuramente  piaciuta anche a Dhanis), la devozione al Cuore Immacolato non  significa altro che acquisire un proprio “cuore immacolato”. Ecco ancora  una volta le parole usate dal MDF: “Il ‘cuore immacolato’ è secondo  Matteo 5,8 un cuore, che a partire da Dio è giunto ad una perfetta unità  interiore e pertanto ‘vede Dio’. ‘Devozione’ al Cuore Immacolato di Maria  pertanto è avvicinarsi a questo atteggiamento del cuore, nel quale il fiat  – ‘sia fatta la tua volontà’ – diviene il centro informante di tutta quanta  l’esistenza”. È il Cardinale Ratzinger a rimuovere le maiuscole dalle  parole “Cuore Immacolato” per ridurlo a quel “cuore immacolato” che  chiunque può avere, se solo si conforma al volere di Dio. Quest’artifizio,  tuttavia, ha rimosso dal Messaggio di Fatima qualunque suo contenuto  profetico di carattere esplicitamente Cattolico. 

Ecco quindi il motivo aggiuntivo che sta dietro all’azione dell’ex  Cardinale: lo scetticismo o l’incredulità (perlomeno fino alla sua  elezione al soglio Pontificio) riguardo al Messaggio di Fatima318 – un  atteggiamento che condivideva con Dhanis, l’unica “autorità” su Fatima  che era stata citata dal Cardinale. Pertanto, lungi dal voler perpetrare  un falso, probabilmente il Cardinale non riteneva che l’occultamento  della piena e libera testimonianza di Suor Lucia potesse costituire un  male per la Chiesa. Anzi, se il Cardinale non credeva veramente agli  elementi profetici del Messaggio di Fatima riguardanti la necessità  della Consacrazione e conversione della Russia e il trionfo del Cuore  Immacolato di Maria ai nostri giorni, né alle disastrose conseguenze  per la Chiesa e per il mondo (derivanti dal non aver soddisfatto quegli  elementi della profezia), probabilmente considerava la soppressione  di quegli elementi come un servizio reso alla Chiesa, perché avrebbe  allontanato da essa delle pericolose falsità che potevano “recare  disturbo” ai fedeli e “destabilizzare l’equilibrio della Curia Romana” –  per usare le sue stesse parole – a prescindere da quanto Suor Lucia  potesse credere ciecamente in esse. 

È quindi evidente che, come si può ricavare dalle stesse  affermazioni del Cardinale, l’allora Prefetto della Congregazione  per la Dottrina della Fede, proprio come Dhanis, nutriva ben poca  fiducia nella testimonianza di Suor Lucia, secondo la quale la Vergine  Maria aveva richiesto la consacrazione e la conversione della Russia  affinché si compiesse il trionfo del Cuore Immacolato di Maria nel  mondo. Il Cardinale evidentemente non credeva che il Miracolo del  Sole avesse autenticato questa testimonianza oltre ogni dubbio. Quale  altra conclusione possiamo trarre dal prestigioso riconoscimento dato  dal Cardinale proprio a quel “teologo” che aveva cercato di smontare  l’intera profezia di Fatima?

Ma il Cardinale avrebbe dovuto comunicare le proprie intenzioni  alla Chiesa e all’umanità. sembra che il Cardinale abbia condiviso  quell’atteggiamento “illuminato” tipico di alcuni elementi all’interno del  Vaticano, i quali ritengono che “i semplici fedeli” siano troppo ingenui  per capire cos’è meglio per loro. Questo potrebbe spiegare il perché il  Cardinale non abbia rivelato i propri pregiudizi ai “non illuminati”, ma  si sia anzi aspettato che tutti accettassero e si fidassero del suo giudizio. Il Cardinale Ratzinger, nel frattempo eletto Papa Benedetto XVI,  ha dimostrato comunque di aver cambiato atteggiamento nei confronti  della veracità delle profezie di Fatima. Egli ha detto in Brasile che  Fatima è l’apparizione più profetica tra tutte quelle della Madonna  nel 20° secolo. In particolare, ha affermato di sperare nel Trionfo del  Cuore Immacolato in quanto evento che deve-ancora-accadere (come  abbiamo già visto nelle pagine precedenti). Sembra tuttavia impossibile  non concludere che il Messaggio di Fatima rimanga tuttora nelle mani  di persone che non credono in esso e che desiderano sbarazzarsene una  volta per tutte, mentre nel frattempo si adoperano con tutte le loro forze  nel sostenere le nuove politiche Vaticane, tra le quali l’ecumenismo, il  “dialogo interconfessionale”, la fratellanza mondiale tra tutte le religioni e la creazione di una “civiltà dell’amore” sotto la guida delle Nazioni  Unite. Vedremo in che modo nel Capitolo 14, dove esamineremo il ruolo di primo piano assunto dal Cardinale Bertone, diventato nel frattempo  Segretario di Stato, nella vicenda di Fatima. 

Ci rimane come ultima cosa, tuttavia, esaminare più  approfonditamente le prove che portano a ritenere ormai certa  l’esistenza di un testo ancora non pubblicato del Segreto, nonché i suoi  contenuti. Un testo la cui esistenza è stata effettivamente confermata  dalle parole e dalle azioni stesse del Cardinale Bertone


Padre Paul Kramer

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