LIBRO DEL PROFETA DANIELE
11e gridò a voce alta: “Tagliate l’albero e troncate i suoi rami: scuotete le foglie, disperdetene i frutti: fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi rami.
Il vigilante, il santo disceso dal cielo dona un ordine ben preciso. L’Albero va tagliato. I suoi rami vanno troncati. Le foglie vanno scosse e i frutti dispersi.
e gridò a voce alta: “Tagliate l’albero e troncate i suoi rami: scuotete le foglie, disperdetene i frutti: fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi rami.
Anche le bestie che sono sotto l’albero devono fuggire assieme agli uccelli che sono sui suoi rami. Nulla deve rimanere come prima. È la fine.
In un istante, per un comando del vigilante, del santo disceso dal cielo, dal di fuori della storia, tutto cambia e tutto viene modificato.
Della maestosità, bellezza, altezza, frutti, utilità dell’albero nulla rimane. Tutto di esso viene cancellato. Dell’albero è come se mai nulla fosse esistito.
È questa la sola, unica, imprevedibile variante della storia che tutto modifica e tutto cambia. È come se in un’espressione algebrica si cambiasse un segno.
Il vigilante ha il potere di scendere in ogni momento nell’espressione algebrica della storia e cambiare tutti i segni che la sua sapienza gli suggerisce.
Non vi sono momenti prevedibili. Lui scende quando vuole, dove vuole. Scende e la storia cambia direzione secondo la sua volontà, in un istante.
12Lasciate però nella terra il ceppo con le radici, legato con catene di ferro e di bronzo sull’erba fresca del campo; sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le bestie sull’erba della terra.
L’albero va tagliato, il ceppo con le radici va però lasciato. L’albero abbattuto va però legato con catene di ferro e di bronzo sull’erba fresca del campo.
Lasciate però nella terra il ceppo con le radici, legato con catene di ferro e di bronzo sull’erba fresca del campo; sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le bestie sull’erba della terra.
L’albero abbattuto dovrà essere bagnato dalla rugiada del cielo e dovrà avere sorte comune con le bestie sull’erba della terra.
È una sentenza pesante. L’albero dovrà essere pensato come l’erba del campo. Nessuna dignità. La sua bellezza dovrà essere annullata. Nessuno splendore.
È come se il re scomparisse dalla faccia della terra. Da albero maestoso a erba del campo, con la sorte dell’erba del campo. Diviene l’infinitamente piccolo.
13Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano gli sia dato un cuore di bestia; sette tempi passino su di lui.
La sentenza sull’albero ancora non è finita. Il cuore del re dovrà essere mutato.
Anziché di un cuore d’uomo dovrà essergli dato un cuore di bestia.
Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano gli sia dato un cuore di bestia; sette tempi passino su di lui. Erba con l’erba, animale con gli animali.
Neanche gli viene conservata la sua dignità umana. Da vita umana dovrà sperimentare la vita animale, delle bestie dei campi.
È questa una sentenza definitiva, per sempre, oppure temporanea? Il vigilante decreta che per l’albero, o il re, dovranno passare sette tempi.
Al re sarà tolta per sette tempi anche la dignità umana. Non solo della regalità sarà privato, ma anche della sua umanità. Sarà simile alle bestie.
14Così è deciso per sentenza dei vigilanti e secondo la parola dei santi.
Essendo una decisione dei vigilanti, trattandosi di una parola dei santi, essa sarà immutabile. Di certo si compirà. Non domani, ma presto, ora.
Così è deciso per sentenza dei vigilanti e secondo la parola dei santi. Una volta che la parola celeste viene proferita, essa sempre si compie.
Questa certezza l’uomo deve sempre porre nella sua mente e nel suo cuore. Mai il Signore parla vanamente, mai inutilmente, mai inefficacemente.
MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI
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