domenica 28 settembre 2025

Il pluralismo religioso: vi è un unico e vero Dio, rivelatosi in Gesù Cristo

 


La religiosità umana, — che quando è autentica, è via verso il riconoscimento dell’unico Dio — si è espressa e si esprime nella storia e nella cultura dei popoli in forme diverse e talvolta anche nel culto di una diversa immagine della divinità. Le religioni della terra che esprimono la ricerca sincera di Dio e rispettano la dignità trascendente dell’uomo vanno rispettate: la Chiesa Cattolica ritiene che in esse sia presente non di rado una scintilla, quasi una partecipazione della Verità divina[20]. Nell’accostarsi alle varie religioni della terra, la ragione umana suggerisce un opportuno discernimento: riconoscere la presenza di superstizione e di ignoranza, di forme di irrazionalità, di pratiche che non sono in accordo con la dignità e la libertà della persona umana. Il dialogo inter-religioso non si oppone alla missione e all’evangelizzazione. Anzi, nel rispetto della libertà di ciascuno, fine del dialogo è proprio l’annuncio di Cristo. I semi di verità che le religioni non cristiane possono contenere sono infatti semi dell’unica Verità che è Cristo e, pertanto, hanno il diritto di essere rivelati e condotti a maturazione mediante l’annuncio di Cristo, via, verità e vita. Tuttavia, Dio non nega la salvezza a coloro i quali, ignorando incolpevolmente l’annuncio del Vangelo, vivono secondo la legge morale naturale, riconoscendone il fondamento nell’unico vero Dio[21]. Nel dialogo inter-religioso il cristianesimo può procedere mostrando che le religioni della terra, quando espressione autentiche del legame con il vero e unico Dio, hanno nel cristianesimo il loro compimento. Solo in Cristo Dio rivela l’uomo all’uomo, offre la soluzione ai suoi enigmi e gli svela il senso profondo delle sue aspirazioni. Lui è l’unico mediatore fra Dio e gli uomini[22]. Il cristiano può affrontare il dialogo inter-religioso con ottimismo e speranza in quanto sa che ogni essere umano è creato a immagine dell’unico e vero Dio e che ognuno, se sa fare silenzio in sé stesso, può ascoltare la testimonianza della propria coscienza, che conduce anch’essa all’unico Dio rivelatosi in Gesù Cristo. «Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo — afferma Gesù di fronte a Pilato —; per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce» (Gv 18,37). In tal senso, il cristiano può parlare di Dio senza rischio di intolleranza, perché il Dio che egli esorta a riconoscere nella natura e in sé stessi, il Dio che creato il cielo e la terra, è lo stesso Dio della storia della salvezza, rivelatosi al popolo di Israele e fattosi uomo in Cristo. Questo fu l’itinerario seguito dai primi cristiani: essi rifiutarono di far adorare Cristo come uno fra i tanti dèi del Pantheon romano, perché convinti dell’esistenza di un unico e vero Dio; e si impegnarono allo stesso tempo per mostrare che il Dio intravisto dai filosofi come causa, ragione e fondamento del mondo, era ed è lo stesso Dio di Gesù Cristo[23]. 


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