martedì 14 ottobre 2025

LA VERGINE MARIA E GLI EVANGELI

 


“Ecco l'Ancella del Signore”. - Questa volta possediamo la vera spiegazione. 

Gesù ha trattato Maria da Figlio divino che onora e ama sommamente Sua Madre. Ella si è abbassata volontariamente e non ha voluto essere che “Ancella ”. Era il nome che essa s'era preso fin dal principio. Il messaggio dell'Arcangelo Gabriele pur riempiendola d'una gioia che nessun linguaggio saprebbe esprimere non le aveva minimamente tolta la sicurezza delle sue viste spirituali. “Ecco l'Ancella del Signore ” aveva detto. Ed un poco più tardi, nel sublime Suo Magnificat, Ella ripeteva: “Egli ha riguardato la bassezza della sua serva”. Quest'ultimo sostantivo per Maria SS. è una definizione; contiene il programma della Sua vita dal quale non ha mai deviato. Su questo punto, durante tutta la sua esistenza, c'è una perfetta unità. 

L'umiltà sarà il Suo distintivo attraverso tutte le età. Essa è lontana da quell'orgoglio farisaico di cui Gesù non cesserà di bollare la pretensione e ne è tanto lontana quando lo si può essere. 

Fra Gesù e Maria l'umiltà è il primo e principale punto di rassomiglianza. “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”: questa espressione di Gesù mostra tutta la ricchezza delle virtù dominanti nella Vergine: l'umiltà e la dolcezza. Ne riparleremo più avanti. 

Stabilito ben chiaro questo punto di partenza, cerchiamo di scoprire perché l'umile Maria fu affidata a S. Giovanni anziché ai suoi più prossimi parenti e ai figli di sua cugina. 

Se non è per umiliare la Sua santa Madre che Gesù le ha dato un altro figlio, allora è senza dubbio per affidare a S. Giovanni un compito eletto verso Maria e a Maria verso il discepolo prediletto. Il dono di Giovanni a Maria fu un dono di amore da parte di Gesù in Croce. E il dono di Maria a Giovanni fu pure una testimonianza tutta speciale di tenerezza verso il migliore degli amici di Gesù. 

Maria e Giovanni ricevettero ciascuno una missione reciproca. Ecco quanto si può dire di più verosimile e naturale circa la decisione di Gesù sulla croce. 

Qual'era questa missione? 

Per scoprirla basta far attenzione alla santità dei personaggi di cui si parla. E' Gesù che li affida l’una all'altro. Chi potrebbe pensare che in quest'ora suprema Gesù pensi soltanto alle cure temporali richieste dalla vecchiaia di sua Madre? 

Egli sa, l'ha annunciato, ed il fatto sta per provarlo, che la sua morte non consisterà che in un breve passaggio nella tomba. E non possiamo dubitare che la sua prima visita sia stata per Sua Madre. Il motivo principale di questa certezza nasce dal considerare l'estensione completa della Madonna durante le cure della sepoltura all'indomani del sabato che aveva seguito la morte di Gesù. Mentre le pie donne si affaccendavano, Maria sola rimaneva inattiva. Essa aveva un proprio motivo. Essa aveva compreso il mistero della crocifissione, il mistero delle umiliazioni del suo Gesù più d'ogni altro e così, prima d'altri Maria intuiva la caratteristica inattesa della resurrezione che non mirava “al ristabilimento del regno d'Israele” come gli Apostoli desideravano e speravano. Perciò Ella taceva sull'apparizione di cui era stata favorita. Gli Apostoli dovevano credere lentamente e penosamente e non era conveniente che la parola di Maria in questa circostanza fosse messa in dubbio da loro, come non conveniva che si dicesse che gli Apostoli avevano creduto sulla parola della Madre anziché su argomenti tanto personali quanto irresistibili (3). 

Tuttavia, fin dalla prima ora, Maria sembra abbia compiuto la missione affidatale da Gesù. Pure, nel suo silenzio, la serenità del viso parlava, e Giovanni sentiva sciogliersi a contatto con la Madre i suoi timori e i suoi dubbi. Per questa ragione, quand'egli trovò la tomba vuota, credette alla risurrezione prima di ogni spiegazione e prima d'ogni altro Apostolo (Gv 20, 8). 

Particolare questo che passò probabilmente inosservato. Trascorsi i quaranta giorni, Gesù salì al Cielo e dieci giorni più tardi lo Spirito di Verità si posava sulla fronte degli Apostoli. Non ci si dice espressamente che Maria si sia trovata in mezzo ad essi; ma il testo pare l'accenni, poiché dopo l'enumerazione di tutti coloro che erano riuniti nel Cenacolo, in numero di circa centoventi, l'Autore degli Atti inizia il racconto della discesa dello Spirito Santo con queste parole: “Il giorno della Pentecoste spuntato, essi stavano insieme in un medesimo luogo ”. 

E subito incomincia la storia della Chiesa di Gesù Cristo. Maria non ritorna a Nazareth, rimane nella casa del suo secondo figlio, Giovanni, a Gerusalemme. S'indovina che la missione di Giovanni è di parlare alla Madre del suo Gesù, di soddisfare i segreti desideri ch'Ella aveva rintuzzato durante tutta la vita pubblica del Figlio. Maria non aveva mai assistito ai discorsi di Gesù, e non conosceva le frequenti e burrascose discussioni coi farisei, specialmente nel Tempio, che l'avevano condotto al dramma del Calvario. 

La missione di Giovanni era precisamente quella di raccontarle tutti questi fatti ed inaugurare il suo magnifico compito di evangelista offrendo alla santa curiosità di Maria, punto per punto, gli episodi più significativi della divina tragedia che si era compiuta sul Golgota. 

Riparleremo di questa collaborazione intima fra Maria e Giovanni circa la nascita del quarto Vangelo, così concreto, nello stesso tempo cosi mistico, e ci domanderemo fino a qual punto merita il nome particolare di Vangelo Mariano. 

Questo studio ci preparerà a discernere meglio gli elementi d'un problema assai delicato quale la ricerca d'una possibile influenza di Maria sul Vangelo orale che prese allora da Gerusalemme il suo volo verso la conquista del mondo redento da Gesù.

Can. Leon Cristiani 


Nessun commento:

Posta un commento