giovedì 9 ottobre 2025

IL MISTERO DELLA TRINITÀ SACROSANTA

 


Il dì 26 giugno 1815, così racconta la povera Giovanna Felice: Mi trattenevo alla reale presenza di Gesù sacramentato, era il mio spirito, secondo il solito, afflitto da gravissime pene; era già arrivato ad un grado tanto eccessivo, che non è spiegabile, per essere cosa soprannaturale. Mi pareva allora allora di morire, di finire la vita sotto il grave peso di questa interna pena, quando, ad un tratto, lo spirito passò in uno stato di quiete perfetta, dove per mezzo di cognizione intellettuale conoscevo me stessa e Dio: nella cognizione di me stessa mi umiliavo profondamente, nel conoscere Dio mi disfacevo di amore in lacrime di contrizione.

Oh, quanto mai si affliggeva il mio spirito di avere offeso Dio di bontà infinita. In pochi momenti tanto si aumentò il dolore, che poco mancò che non restassi estinta. Passata che fui a questo grado di contrizione perfetta, somministratami dalla grazia, Dio mi fece passare ad un grado di riposo molto particolare, dove mi si manifestò Dio medesimo in un aspetto quanto mai bello e magnifico.

Padre mio, quanto più soddisfatto resterebbe il mio povero cuore di tacere, invece di manifestare cose tanto grandi e magnifiche, che la mia bassa mente non può comprendere! Io non so e non posso con verità manifestare cose così belle senza oscurare la gloria di quel Dio infinito, incomprensibile che risiede nell’alto dei cieli. Ciò nonostante, per obbedire a vostra riverenza degnissima, dopo essermi protestata avanti al cielo e alla terra di essere la creatura più vile, più peccatrice, più ignorante che mai dir si possa, a gloria dell’eterno Dio, mi accingo a manifestare l’alto favore che mi compartì.


L’augustissimo mistero della Santissima Trinità

Per mezzo di intellettuale intelligenza, volle Dio darmi in qualche maniera a conoscere l’augustissimo mistero della sua Trinità sacrosanta. Accomodandosi, per sua infinita bontà, al mio scarso talento, mi si fece vedere sotto la seguente figura. Stavo tutta intenta a quell’angolo anzidetto, sperando ogni momento il felice ingresso in quella seconda mansione, quando ad un tratto Dio, di propria mano, mi sollevò sopra l’alto di un muro. Sollevata sopra di questa altura, Dio mi si manifestò sotto la figura di una immensa luce. Era questa luce immensa figurata in tre globi, di una bellezza senza pari; in questa immensa luce la povera anima mia conosceva, per quanto ne è capace, l’infinita essenza di Dio uno e trino. Nel conoscere cose tanto alte e magnifiche, che non ho termini per spiegare, la povera anima mia, piena di rispetto e venerazione e di santo timore, si annientava in se stessa, e profondamente venerava l’augustissimo mistero della santissima Trinità. Questa immensa luce generava fuori di sé cose tanto belle, che io, per la mia insufficienza, non so ridire; ma quello che con mio stupore osservai, era che le opere generate da questa luce tornavano alla medesima luce. Per mezzo di interna illustrazione conobbi che queste sono le opere meravigliose della sua infinita potenza, della sua infinita sapienza, della sua infinita bontà. Per mezzo della suddetta luce Dio mi degnò di un grado molto particolare di unione.

Nel tempo che l’anima era sopraffatta e dall’ammirazione e dalla compiacenza, nell’atto che gli rendeva gli ossequi più veraci, l’amore mi stemperava affatto in lacrime di dolcezza e di santo affetto. In questo tempo vidi dai tre globi anzidetti scoppiare tre raggi di luce purissima, che venne ad investirmi; nell’investirmi generò nel mio cuore gli effetti più puri, più santi, più giusti che mai dir si possa. Al momento trasformarono il mio spirito in Dio. Prodotto che Dio ebbe in me questo bene, tornò a farlo suo, e in questa maniera fu medesimato il mio spirito in Dio. I buoni effetti che sperimentai non mi è possibile manifestarli. Credo certo però che sarà più facile a vostra paternità reverendissima il comprenderli di quello che io, per la mia insufficienza, spiegarli; giacché, a gloria del mio Dio, devo confessare che dopo che avessi detto quanto mai si possa dire da qualunque dottore, mai dirò quanto è in realtà.

Oh, quanto è mai grande l’amore che mi dimostrò il mio Dio in questa comunicazione! Non è spiegabile.

***

Beata Elisabetta Canori Mora


Nessun commento:

Posta un commento