(Corriere della Sera, 27.10.96, pag. 38: 'Darwin e Bibbia: ibrido impossibile')
Darwin e Bibbia: ibrido impossibile.
Sono sul 'rientro' da Venezia dove ho partecipato ad un convegno.
Con altri amici e colleghi, anziché andare e tornare in autovettura, abbiamo optato per una soluzione di trasporto più 'rilassante' ed abbiamo noleggiato un pullman che consente di guardare comodamente il panorama e soprattutto un miglior dialogo fra i 'congressisti' e ...rispettive signore.
Viaggio piacevole. Venezia è sempre una gran bella città, insostituibile, con quel suo fascino.
Stavo sfogliando i giornali quando mi è caduto l'occhio su un titolo che campeggiava a tutta pagina: 'Darwin e Bibbia: ibrido impossibile'.
L'articolista commenta ancora nel 'sottotitolo': 'La recente apertura del Papa nei confronti dell'evoluzionismo pone ostacoli insuperabili dal punto di vista biologico...'.
Mi interessa. Vedo che la stessa notizia è riportata anche da altri giornali.
In realtà dal 'combinato disposto' - come suol dirsi in gergo giuridico - dei vari articoli non si capisce bene se questa asserita 'apertura' del Papa ci sia veramente stata e di che tipo di 'apertura' in realtà si tratti.
Mi sembra un po' strano che il Papa dica che discendiamo dalla scimmia, più facile invece che si tenti di 'strumentalizzare' qualche sua affermazione di tipo diverso, magari fatta in chissà quale contesto o occasione, per presentarla - con qualche piccola 'forzatura' qui e là (si sa, siamo uomini di mondo...) in maniera sostanzialmente distorta.
In effetti leggendo mi rendo conto che la notizia non precisa bene se a parlare sia stato il Papa in persona, né in quale occasione precisa, né se essa non sia scaturita - come spesso succede - da qualche fonte 'vaticana' di tipo diverso.
Pare comunque di capire, a quanto leggo, che detta presa di posizione 'papale' lascerebbe spazio ad un qualche 'intervento divino', verificatosi ad un certo punto della storia naturale del genere umano, che avrebbe conferito alla nostra specie una 'diversità' non soltanto di tipo 'fisico' ma anche di tipo 'metafisico'.
É possibile conciliare fisica e metafisica? Ne dubita l'estensore dell'articolo, e dice che il tentativo di conciliare fisica e metafisica, cioè scienza e spiritualità sembra molto rischioso, quantunque egli ammetta che le stesse teorie darwiniane si sono ‘evolute’ (Ndr: leggi invece: sono state smentite) alla luce delle continue scoperte delle scienze naturali, della paleoantropologia, della genetica, della biologia molecolare.
Le teorie darwiniane – scrive l'articolista - presupponevano che l'evoluzione si fosse verificata attraverso transizioni lente, continue e graduali, mentre oggi si ritiene che la storia dei viventi sia passata anche attraverso dei bruschi 'salti', discontinuità che hanno portato all'improvvisa comparsa di nuove forme di vita, si tratti di batteri, di uccelli, mammiferi o primati...
Certamente - continua l'articolista - l'improvvisa comparsa di variazioni e di forme di vita diverse può sembrare suggestiva per quanti implicano un atto creativo all'origine di una 'diversità' umana, eppure, anche se si sposa la teoria dell'improvvisa comparsa di una nuova specie, in particolare dell'Homo sapiens-sapiens, cioè dell'attuale uomo umano, i problemi non sono facili...
Rifletto un poco. Mi dico che il fatto che sia stato scoperto che la natura fa i 'salti' - nella storia evolutiva - dando così torto agli evoluzionisti 'prima maniera' e ridando invece fiato ai 'creazionisti', sembra dare un po' fastidio al mio amico articolista che tuttavia - per dovere di obbiettività - deve ammettere questo fatto...
Luce:
Ci sono persone che tendono a credere in Dio ed altre che no.
Le prime non hanno bisogno di supporti scientifici e, anche se apparentemente ne trovano di contrari, continuano nonostante tutto a credere.
Le seconde si avvalgono degli stessi supporti scientifici per negare, negare Dio.
In entrambi i casi il supporto scientifico (contrario) è 'prova'.
Prova di buona volontà nel primo caso, di mala nel secondo.
I secondi non crederebbero, non vorrebbero credere, neanche di fronte all'evidenza perché per loro non conta l'evidenza, neanche il miracolo, ma la loro disposizione d'animo che è negatrice per eccellenza.
E Dio lascia fare, Dio lascia fare perché egli vuole solo quelli di buona volontà e gli altri non avrebbero merito se venissero convertiti dalla 'violenza' del miracolo, di quello che si imponesse persino sul loro libero arbitrio.
Dio, ricordalo sempre, è Dio di Libertà ed è sulla base della 'libertà' che ognuno ha, che è anche responsabilità, che Dio emette il suo giudizio. E ad ognuno sarà dato il Dio che merita, quello che da sé si è voluto. Ai primi il Dio del Cielo, ai secondi il loro 'Dio', quello dell'Inferno: e sotto di esso regneranno, per l'Eternità.
Guido Landolina
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