SIAMO TUTTI COLPEVOLI
Abbiamo abbandonato tutto, e il nemico si è preso tutto. Abbiamo abbandonato gli operai, i contadini, gli studenti, i quartieri popolari, le università, e se li è presi il nemico.
Abbiamo dormito tranquillamente su due cuscini dopo le nostre ore contate di lavoro manuale o professionale o ministeriale, e l'inimicus homo è andato seminando sovrabbondantemente la zizzania per mezzo degli agit-prop, dei laicisti, dei Testimoni di Geova, dei protestanti, dei pagani discepoli di Krishna nelle vie, nei condomini, nei quartieri, nelle Scuole, nelle fabbriche, nelle campagne, facendo passare gli Italiani nel regno di Satana e riducendo quello che fu un popolo quasi interamente cattolico a un « piccolo resto di Israele ». Per la nostra chiusura, per la nostra freddezza e per la nostra accidia, se non proprio per i nostri peccati, invece di far avvicinare a Cristo i lontani, abbiamo fatto allontanare da lui quelli che si avvicinavano in chiesa o a noi.
Abbiamo abbandonato gli Ospedali lasciando soli i cappellani, le suore, il personale cattolico che vi lavorano e abbiamo perduto la più preziosa occasione per far tornare gli Italiani a Dio; e, in compenso, nella maggior parte di essi c'è il mattatoio e la cremazione degli innocenti con gli aborti legali, che in Italia salgono a oltre 500.000 l'anno.
Non siamo intervenuti per disinteresse, per indolenza o per inerzia contro i porno films e contro la pornografia quando avevamo a nostra disposizione l'arma della censura e della legge; e produttori ed editori, vedendo di farla sempre franca e di far miliardi a palate con quattro soldi, hanno inondato l'Italia con films e riviste che l'hanno totalmente infradicita.
Abbiamo abbandonato la politica, dicendo che essa è una cosa sporca, ma, in verità, perché non volendo, come gli altri, rubare, non abbiamo visto nessuna utilità a fare sacrifici per essa e, in definitiva, perché ci siamo stancati di combattere per l'ideale cristiano; e il nostro posto lo hanno preso i massoni, gli arrivisti, i ladri. Facemmo così ridurre il partito che fu il più grosso e l'unico ispirato all'ideale cristiano a un partito di minoranza e gettammo l'Italia nelle mani di laicisti, massoni, sociali-liberali, comunisti che ne hanno fatto il regno del peccato e di Satana.
Ci siamo, peggio ancora, sia laici che ecclesiastici, lasciati corrompere da deputati e da politici lestofanti, dando loro il nostro appoggio per qualche favore.
Non abbiamo reso credibile né la parola di Dio che abbiamo annunziato, né la nostra stessa fede, perché ci siamo solo preoccupati, come tutti, dei nostri affari, dei beni e dei divertimenti di questo mondo. Ci siamo lasciati vedere dai « lontani » uguali a loro, alle volte meno generosi di loro, intransigenti sui nostri interessi economici, forse anche un po' leggeri o un po' vanitosi, impazienti, desiderosi solo di vivere e di vivere la dolce vita, paurosi di lasciarla al punto da far dire a Nietzsche: « Io crederò al Paradiso quando vedrò i cristiani contenti di andarvi ». Forse, addirittura, invece di far avvicinare con la nostra bontà a Dio i lontani, abbiamo fatto allontanare da Dio, per i nostri difetti, quelli che per un motivo qualsiasi ci hanno avvicinati.
Non siamo stati, come S. Paolo e come i primi cristiani, il buon odore di Cristo con la nostra carità, con la nostra umiltà e con la nostra dolcezza: era per queste virtù che i primi cristiani attiravano i pagani al cristianesimo.
Ci siamo dimenticati che, se è vero che le parole dette con convinzione attraggono, sono però gli esempi che trascinano.
È il nostro decadimento di vita spirituale e di impegno cristiano la causa principale dell'allontanamento delle masse. E per somma sventura tanti di noi sono divenuti peccatori aprendo così a Satana la porta del « Santuario »: che solo di dentro si poteva aprire.
Padre Ildebrando A. Santangelo (Servo di Dio)
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