La mia pena era di non trovare pena, e più volevo tormentarmi con queste cose, più mi pareva apprendere che non ero da tanto di trovar pena. Dicevo fra me stessa: O puro penare, dove sta l'origine di voi? Bisogna che l'amore sia capo di ciò, perché il medesimo amore nasconde le pene. Non sento pena dai flagelli, ma peno per non trovare le
pene. Dunque, o Gesù mio, ove sta il patire? Mandatelo a me, perché fra esso troverò forse il vostro amore. Impazzivo, correvo, mi percuotevo ben forte, non sentivo niente. Mi ero tutta piagata, versavo di molto sangue e non sentivo niente. Mi riposavo sugli spini, mi rivolgevo fra essi e non sentivo le lor punture.
Chiedevo pene colle medesime pene, e penavo per non trovare pene. Di queste cose le ho provate molte volte. Non sto ad allungarmi più sopra ciò, perché se volessi raccontare tutte le pazzie che mi ha fatto
fare l'amore fra le medesime pene, non posso colla penna descriverlo. Ho fatto questo poco racconto. Di qui possono pensare e comprendere quanto grande fosse la pena per non trovare un modo da poter penare. Tutto
ciò mi avveniva quando mi pareva che il Signore mi desse un poco di lume sopra le preziosità delle croci e delle pene. Gridavo: Più pene, più croci, più tormenti. Facevo carneficina di questa umanità e tanto non mi giovava a niente. Sta tutto a gloria di Dio!.
Parmi di ricordare che delle volte davamo un poco a conoscere la preziosità del patire. Quando venivamo questi lumi, non potevo fare a meno di non penare per non trovare pene. Mi aiutavo colle penitenze,
ma pensate! ogni cosa mi dava pena per non trovare pena bastante. Il flagellarmi con spine e flagelli era per me un accendermi più brama delle medesime pene. Il portare cilici e catene ed altri strumenti personali era
per me un tormento, perché non sentivo alcuna pena. La mia pena era di non trovare pena, e più volevo tormentarmi con queste cose, più mi pareva apprendere che non ero da tanto di trovare pena. Dicevo
fra me stessa: O puro penare, dove sta l’origine di voi? Bisogna che l’amore sia capo di ciò, perché il medesimo amore nasconde le pene. Non sento pena dai flagelli,
ma peno per non trovare pene. Dunque, o Gesù mio, ove sta il patire? Mandatelo a me, perché fra esso troverò forse il vostro amore.
Impazzivo, correvo, mi percuotevo ben forte, non sentivo niente. Mi ero tutta piagata, versavo di molto sangue e non sentivo niente. Mi riposavo sugli spini, mi rivolgevo fra essi e non sentivo le loro punture.
Chiedevo pene colle medesime pene, e penavo per non trovare pene. Di queste cose le ho provate molte volte. Non sto ad allungarmi più sopra di ciò, perché, se volessi raccontarle tutte le pazzie che mi
ha fatto fare l’amore fra le medesime pene, non posso colla penna descriverlo. Ho fatto questo poco racconto. Di questo possono pensare e comprendere quando grande fosse la pena per non trovare un modo da poter penare.
Tutto ciò mi avveniva quando mi pareva che il Signore mi desse un poco di lume sopra la preziosità delle croci e delle pene. Gridavo: Più pene, più croci, più tormenti. facevo carneficina di questa umanità e tanto non mi giovava niente. Sia tutto a lode di Dio.
S. VERONICA GIULIANI
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