17 aprile 1947, Beati Hibernon et Idesbald.
San Luca, l'unico evangelista che fa menzione della visita dell'Angelo a Nostro Signore e del suo sudore di sangue, situa questa visita dopo la prima preghiera di Gesù al Padre e prima del sudore di sangue e dei richiami di Gesù agli apostoli dormienti. Bisogna concluderne:
1E- che Dio Padre ascoltò la preghiera del Figlio e permise ad un Angelo, forse il custode stesso di N. Signore, di confortarlo; 2E- che questo conforto non impedì affatto a Gesù di cadere nell'agonia e nella tristezza.
Quale fu dunque la natura del conforto dell'Angelo? Nostro Signore è formato da un'anima e da un corpo umani: l'anima è triste, il corpo affranto. Gesù chiede a degli uomini, suoi discepoli, di vegliare con Lui perché è triste fino alla morte. Ne sceglie tre a cui fa l'onore (assumpsit) di contemplare la sua umiliante agonia; ma tutti s'addormentano: gli uomini abbandonano l'Uomo Dio, il loro Salvatore, i loro corpi cedono alla fatica. Ma, se la carne è "debole", lo spirito è pronto ed è prontamente che uno spirito celeste va a tener compagnia a Nostro Signore e lo sosterrà nella lotta che deve sostenere dello spirito contro la carne che teme la sofferenza e la morte. L'anima di Gesù, che deve vedere anche il tradimento, la diserzione, il rinnegamento, l'odio, l' ingiuria sotto tutte le forme, ha essa pure la sua grande parte di pena.
Nondimeno, se le anime degli uomini non gli vengono in aiuto, lo spirito angelico gli porterà subito il conforto della sua presenza: Gesù non si sentirà più solo; ha un testimone e un testimone simpatico del suo combattimento supremo; senza dubbio in seguito ai suoi rispettosi incoraggiamenti, gli fa capire che tutta l'armata dei cieli attende con ansia la sua vittoria su Satana e i suoi accoliti, giacché è questa vittoria ultima che deve dare tutta la sua efficacia alla vittoria che S. Michele e i suoi Angeli riportarono un tempo su Lucifero e i suoi dèmoni in favore di Gesù. Senza il trionfo finale di Gesù, quella prima vittoria sarebbe stata in certo modo vana. Non si tratta quindi per Gesù di salvare solo l'umanità peccatrice, ma di ricompensare definitivamente la corte celeste. Può non prestarvisi Gesù? Evidentemente lo deve e se lo deve! C'è qui un motivo potente e che controbilancia l'ingratitudine umana. Sia per gli uomini, come per gli angeli, ci dev'essere una legione di vincitori accanto a una moltitudine di decaduti. E Gesù, sintesi di tutta la Creazione, deve riassumere in Lui e unirsi definitivamente le nature spirituale e materiale, angelica e umana. Egli è il centro di questa sintesi al momento della sua Passione: dietro a Lui, nel passato, gli angeli hanno trionfato col suo aiuto; davanti a Lui, nel futuro, gli uomini riporteranno per Lui la vittoria. Il Suo esempio sarà il loro primo conforto e, con l'aiuto della Grazia, mostrerà loro il cammino. Ecco perché Gesù lotta fino in fondo e trionfa su Se stesso, su Satana e sul mondo.
A noi seguirlo.
meditazioni, ritrovate tra i suoi scritti Fernand Crombette
Nessun commento:
Posta un commento