venerdì 24 ottobre 2025

L'ALDILA’ STUPENDA REALTA’

 


INFERNO


B - Insegnamento della Chiesa

1) I Concilii che hanno trattato la verità dell'esistenza dell'Inferno sono: il Concilio di Valenza, il IV Concilio Lateranense, il I e il II Concilio di Lione, il Concilio di Firenze. Quest'ultimo, per esempio, afferma solennemente: «Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, vanno all'Inferno».

2) Nel Concilio Vaticano II, (Costituzione «Lumen Gentium», cap. 7, n. 48 d) s'insegna la necessità di una costante vigilanza perché «non ci si comandi, come a servi cattivi e pigri, di andare al fuoco eterno, nelle tenebre esteriori dove ci sarà pianto e stridore di denti... Noi tutti compariremo davanti al tribunale di Cristo, per rispondere ciascuno della sua vita mortale... e alla fine del mondo '.'risorgeranno, chi ha operato il bene a resurrezione di vita, e chi ha operato il male a resurrezione di condanna (cioè all'Inferno».

3) Il Catechismo di S. Pio X, alle domande 103 e 104, risponde: «È certo che esistono il Paradiso e l'Inferno. Lo ha rivelato Dio, promettendo, spesse volte, ai buoni l'eterna vita e il suo stesso gaudio, e minacciando ai cattivi la pardizione e il fuoco eterno».

4) Il Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1034 e 1035, dice: «Gesù parla ripetutamente del fuoco inestinguibile che è riservato a chi, fino alla fine della vita, rifiuta di credere e di convertirsi. La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'Inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscno le pene dell'Inferno, il fuoco eterno. La pena principale dell'Inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l'uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira».


L'Inferno è eterno

Che l'Inferno sia eterno è verità di fede definita nel IV Concilio Lateranense e nel I Concilio di Lione. Il documento più importante sul carattere eterno della pena infernale è la scomunica scagliata, con l'approvazione del Papa Vigilio, dall'imperatore Giustiniano che nel 543 pose termine alla controversia Origenista: «Se qualcuno dice o ritiene che il supplizio dei demoni e degli uomini empi è temporaneo e avrà fine... costui sia scomunicato» (Dz. 211).


Pene dell'Inferno

Le citate definizioni di fede distinguono nettamente due tipi di pene: la pena del «danno» che consiste nella privazione di Dio, nostra felicità, e la pena del «senso».

Come in Paradiso ci sarà «ogni bene senza alcun male», così nell'Inferno ci sarà «ogni male senza alcun bene». Nel Vangelo di S. Marco (16,28) l'Inferno è chiamato «luogo dei tormenti».

Il Catechismo di S. Pio X afferma: «L'inferno è il patimento della privazione di Dio, nostra felicità, e del fuoco, con ogni altro male senza alcun bene».

I peccatori hanno preferito a Dio Creatore le creature e tutte le soddisfazioni che essi potevano trovare in se stessi o negli altri. Perciò le stesse creature, le stesse potenze dell'anima, gli stessi sensi del corpo avranno il loro castigo e il loro tormento. Qualche accenno:

a) pene dell'immaginazione. Essa presenterà al dannato tutti i piaceri e le delizie goduti sulla terra, ma ora finiti per sempre. Gli presenterà alla fantasia le immense gioie del Cielo, che per lui ormai sono irraggiungibili. Per questo il dannato digrigna i denti e si consuma di rabbia;

b) pene della memoria che ricorderà al dannato gli innumerevoli peccati con tutte le circostanze e le malizie che gli hanno meritato l'Inferno. Gli ricorderà tutte le grazie ricevute, tutti gli avvertimenti e i consigli... di cui, se ne avesse tratto profitto, ora non sarebbe in quel luogo di tormenti;

c) pene dell'intelligenza. Sulla terra le passioni, l'ignoranza o la leggerezza molte volte possono offuscare la verità. Ma nell'Inferno le verità, sulle quali in vita si tentò di passare con indifferenza e disprezzo, saranno dinnanzi al dannato in tutta la loro evidenza. Dunque il peccato non era una cosa da nulla! L'Inferno non è una invenzione dei preti! Dio, della cui misericordia e bontà si è tanto abusato, c'è, esiste veramente! Ed ora lui non potrà più amare il buon Dio, ma dovrà odiarlo per sempre;

d) pene della volontà. Non era tanto difficile salvarsi. Moltissimi altri, pur nelle stesse condizioni di vita, hanno adoperato i mezzi che Gesù Cristo ha lasciato alla Chiesa e si sono salvati. Dio, nella sua infinita misericordia, l'aveva richiamato fino all'ultimo istante della sua vita terrena, ma lui si è rifiutato: la sua scelta è stata fatta per sempre!;

e) pene dei sensi. Dopo la resurrezione anche il corpo con tutti i suoi sensi parteciperà con l'anima ai tormenti infernali. Gli occhi non vedranno altro che volti spasimanti di dannati e di demoni dall'aspetto orribile. L'udito non ascolterà altro che lamenti, urla, imprecazioni e bestemmie. L'odorato sarà colpito dai fetori più nauseanti. Il gusto soffrirà una sete inestinguibile. Il tatto con tutto il corpo sarà tormentato dal fuoco: fuoco non metaforico o figurato, come viene interpretato da alcuni, ma fuoco vero, reale, di natura misteriosa che fa sentire i suoi effetti terrificanti non solo sul corpo, ma anche sull'anima, anche sui demoni, che sono puri spiriti senza corpo. Un fuoco che brucia sempre senza consumare mai! Un fuoco più terribile di quello della terra. Il fuoco terreno infatti è stato creato da Dio a nostro servizio, per il nostro bene, mentre il fuoco infernale è stato creato a castigo di Satana e dei suoi angeli ribelli.

P. GNAROCAS N.I.


Nessun commento:

Posta un commento