lunedì 8 dicembre 2025

Il Giudizio Universale

 


“Via, lontano da Me, maledetti, nel fuoco eterno” (Mt 25,41)


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Quanti peccati che non sono mai comparsi alla luce del sole, e che allora appariranno! Ah! Tremate voi che forse da quindici o venti anni avete accumulato peccato su peccato! Ah! Poveri voi! In quel giorno Gesù Cristo, tenendo in mano il libro delle coscienze, chiamerà all’appello tutti i peccatori per convincerli di tutti i peccati che hanno commesso durante la loro vita, con un tono simile a un tuono spaventoso: Venite, impudichi, dirà loro, avvicinatevi e leggete quello che c’è scritto, giorno dopo giorno. Ecco tutti quei pensieri che hanno assalito la vostra immaginazione, tutti quei desideri vergognosi che hanno corrotto i vostri cuori; leggete e contate i vostri adulteri: ecco il luogo e il momento in cui li avete commessi; ecco la persona con la quale avete peccato. Leggete tutte le vostre mollezze e le vostre seduzioni, leggete e contate quante volte voi avete procurato la perdita delle anime che mi erano costate tanto care. Da più di mille anni il vostro corpo era imputridito e la vostra anima si trovava nell’inferno, e ancora il vostro libertinaggio trascinava altre anime nell’inferno [con gli esempi cattivi che avete lasciato sulla terra, n.d.r.]. Vedete questa donna che per colpa vostra si è perduta; vedete questo marito, questi figli e questi vicini! Tutti domandano vendetta, tutti vi accusano di aver causato la loro condanna eterna e dicono che, se non fosse per voi, ora sarebbero in cielo.

Venite donne mondane, strumenti di Satana, venite e leggete tutte le cure e il tempo che avete perso per truccarvi; contate il numero dei cattivi pensieri e dei cattivi desideri che avete provocato in coloro che vi hanno guardato. Vedete tutte le anime che gridano che siete voi che le avete spinte a perdersi. Venite mormoratori, seminatori di false accuse, venite e leggete, ecco dove sono segnate tutte le vostre maldicenze, i vostri scherni, le vostre nefandezze; ecco tutte le divisioni che avete causato; ecco tutti i turbamenti che avete fatto nascere, tutte le perdite e tutti i mali di cui la vostra maledetta lingua è stata la prima causa. Andate, sciagurati, ad ascoltare nell’inferno le grida e le urla spaventose dei demoni. Venite, maledetti avari, leggete e contate questo denaro e questi beni perituri ai quali avete attaccato il vostro cuore, disprezzando il vostro Dio, e per i quali avete sacrificato la vostra anima. Avete dimenticato la vostra durezza verso i poveri? Ecco il vostro denaro, contatelo; ecco il vostro oro e il vostro argento, ora chiedete aiuto ad essi, dite loro che vi tirino fuori dalle mie mani! Andate, maledetti, a piangere la vostra miseria nell’inferno. Venite, vendicativi, leggete e vedete tutto ciò che avete fatto per nuocere al vostro prossimo; contate tutte le ingiustizie, contate tutti quei pensieri di odio e di vendetta che avete nutrito nel vostro cuore; andate all’inferno, infelici. Siete stati ribelli: i miei ministri vi hanno detto mille volte che se non aveste amato il vostro prossimo come voi stessi, non ci sarebbe stato perdono per voi. Allontanatevi da me, maledetti, andate all’inferno, dove sarete vittime della mia eterna collera, dove capirete che la vendetta appartiene solo a Dio. Vieni, vieni, ubriacone, guarda: ecco il bicchiere di vino, ecco il boccone di pane che hai strappato dalla bocca di tua moglie e dei tuoi figli; ecco tutti i tuoi eccessi, li riconosci? Sono tuoi o del tuo vicino? Ecco il numero delle notti, dei giorni che hai trascorsi nei luoghi di divertimento, nelle domeniche e nei giorni di festa; ecco le parole disoneste che hai pronunciato nella tua ubriachezza; ecco tutti i giuramenti, tutte le imprecazioni che hai vomitato; ecco tutti gli scandali che hai dato a tua moglie, ai tuoi figli e ai tuoi vicini. Sì, io ho scritto tutto ed ho contato tutto. Vai, disgraziato, a ubriacarti nell’inferno con il fiele della mia collera. Venite, commercianti, operai, qualunque sia la vostra condizione; venite, rendetemi conto fino all’ultimo centesimo, di tutto quello che avete comprato e venduto; venite, esaminiamo insieme se le vostre misure e i vostri conti sono conformi ai miei! Ecco, o mercanti, il giorno in cui avete imbrogliato questo ragazzo; ecco il giorno in cui vi siete fatti pagare due volte la stessa cosa. Venite, profanatori dei sacramenti, ecco tutti i vostri sacrilegi, tutte le vostre ipocrisie. Venite, padri e madri, rendetemi conto di queste anime che io vi ho affidate; rendetemi conto di tutto quello che hanno fatto i vostri figli, i vostri domestici; ecco tutte le volte che avete dato loro il permesso di andare in certi luoghi e di frequentare certe compagnie con cui hanno peccato. Ecco tutti i cattivi pensieri e i cattivi desideri di cui è stata causa vostra figlia; ecco tutti gli abbracci e le altre azioni infami; ecco tutte le parole impure che vostro figlio ha pronunciato. Ma, Signore, diranno i padri e le madri, non gliel’ho comandato io. Non importa, dirà loro il Giudice, i peccati dei tuoi figli sono i tuoi! Dove sono le virtù che hai fatto praticare loro? Dove sono i buoni esempi che hai loro dato? Dove le buone opere che hai fatto loro compiere? Ahimè! Cosa mai li aspetta a questi padri e a queste madri che, pur vedendo i loro figli che, alcuni vanno a ballare, altri a divertirsi o ad assistere agli spettacoli, se ne restano tranquilli! O mio Dio, quale accecamento! Oh! Di quanti crimini si vedranno accusati in quel terribile momento! Oh! Quanti peccati nascosti saranno manifestati dinanzi all’universo intero! Oh! Abissi profondi dell’inferno, apritevi, per inghiottire queste folle di dannati che hanno vissuto solo per oltraggiare Dio e per dannarsi l’anima!

Ma allora, mi chiederete, tutte le buone opere che abbiamo compiute, non serviranno a nulla? Tutti i digiuni, le penitenze, le elemosine, le comunioni, le confessioni, resteranno dunque senza ricompensa? Sì, vi dirà Gesù Cristo, tutte le vostre preghiere non erano altro che abitudine meccanica, i vostri digiuni erano solo ipocrisia, le vostre elemosine, le facevate solo per vantarvene; il vostro lavoro non aveva altro scopo che l’avarizia e la cupidigia; le vostre sofferenze erano piene di pianti e di lamenti; io non ero per nulla presente in ciò che facevate. D’altronde, vi ho ricompensato con i beni materiali, ho benedetto il vostro lavoro, ho reso fertili i vostri campi, ho fatto arricchire i vostri figli. Per quel poco di bene che avete fatto, vi ho dato tutta la ricompensa che potevate aspettarvi. Ma, vi dirà ancora, i vostri peccati rimangono, vivranno eternamente al mio cospetto. Andate, maledetti, al fuoco eterno preparato per tutti coloro che durante la loro vita mi hanno disprezzato!

Sentenza terribile, ma infinitamente giusta. Che cosa c’è di più giusto? Un peccatore che, per tutta la vita, non ha fatto altro che rotolarsi nelle sue colpe, nonostante le grazie che il buon Dio gli presentava senza tregua per farlo allontanare da esse! Vedete questi empi che si burlavano del loro pastore, che disprezzavano la Parola di vita, che volgevano in ridicolo ciò che il loro pastore predicava? Vedete quei peccatori che si gloriavano di non avere nessuna religione, che prendevano in giro coloro che la praticavano? Li vedete questi cattivi cristiani che avevano così spesso sulla bocca terribili bestemmie, che dicevano di aver voglia di divertirsi e che non sentivano alcun bisogno della confessione? Vedete questi increduli che ci dicevano che, una volta morti, tutto sarebbe finito? Vedete la loro disperazione? Li sentite accusare la loro empietà? Li sentite implorare misericordia? Ma ormai tutto è compiuto, non vi resta che l’inferno come vostro salario.

Vedete quell’orgoglioso che canzonava e disprezzava tutti gli altri? Lo vedete com’è oppresso fino in fondo al cuore, condannato a giacere per tutta l’eternità sotto i piedi dei demoni? Vedete quell’incredulo che affermava che non esiste né Dio né inferno? Lo vedete, ora, come professa che esiste un Dio che lo giudica e un inferno dove sta per precipitare, senza mai più uscirne? E’ vero che Dio darà la possibilità a tutti i peccatori di addurre le loro ragioni e le loro scuse per giustificarsi, se lo possono. Ma, ahimè! Che mai potrà dire un criminale che in se stesso non scorge altro che delitto e ingratitudine? Ahimè! Tutto ciò che un peccatore potrà dire in questo infelice momento, non servirà ad altro che a mostrare meglio la sua empietà e la sua ingratitudine.

Ma, fratelli miei, quello che sarà più sconvolgente in quel terribile istante, sarà il vedere che Dio non ha risparmiato nulla per salvarci, che ci ha partecipato i meriti infiniti della sua morte in croce, che ci ha fatto nascere nel seno della sua Chiesa, che ci ha dato i pastori per mostrarci e insegnarci tutto quello che ci era necessario per divenire felici. Ci ha donato i sacramenti per farci recuperare la sua amicizia, tutte le volte che l’avessimo perduta; non ha posto alcun limite al numero di peccati che voleva perdonarci; se il nostro ritorno fosse stato sincero, saremmo stati certi del suo perdono. Egli ci ha atteso per tanti anni, sebbene noi non vivessimo che per oltraggiarlo; non voleva affatto perderci, ma voleva assolutamente salvarci; ma noi non abbiamo voluto! Siamo stati noi stessi a costringerlo, per i nostri peccati, a una sentenza di eterna dannazione: Andate, figli maledetti, andate a trovare colui che avete voluto imitare [il diavolo]; per quanto mi riguarda io non vi riconosco, posso solo colpirvi con tutti i furori della mia collera eterna!

Venite, ci dice il Signore per mezzo di uno dei suoi profeti, venite, uomini, donne, ricchi e poveri, chiunque voi siate, o peccatori, qualunque sia il vostro stato e la vostra condizione, parlate tutti insieme, esponete le vostre ragioni e io esporrò le mie. Entriamo in giudizio! Ah! Che terribile momento questo per un peccatore che, da qualunque lato esamini la sua vita, non vede che peccato, e niente di buono! Mio Dio! Che accadrà? Finché è in questo mondo, il peccatore ha sempre qualche scusa da trovare per ogni peccato che commette. Perfino accostandosi al tribunale della penitenza, dove dovrebbe comparire per accusare e condannare solo se stesso, si lascia vincere dall’orgoglio. Alcuni trovano il pretesto dell’ignoranza, altri dicono che le tentazioni erano troppo violente; altri, infine, adducono le occasioni e i cattivi esempi: ecco quali sono sempre le ragioni che portano i peccatori per nascondere la nefandezza dei loro crimini. Venite, peccatori pieni di orgoglio, vediamo se le vostre scuse saranno accettate nel giorno del giudizio; giustificatevi con colui che, con la fiaccola nella mano, ha visto tutto, ha contato tutto, ha pesato tutto. Ma voi dite che non sapevate che quella tal cosa era peccato! Ah! Sciagurati, vi dirà Gesù Cristo, se foste nati fra le nazioni idolatre che non hanno mai sentito parlare del vero Dio, potreste almeno un po’ essere scusati per la vostra ignoranza; ma voi, cristiani, che avete avuto la fortuna di nascere nel seno della mia Chiesa, di essere posti nel centro della luce, voi, a cui così spesso si è parlato della felicità eterna! Fin dall’infanzia, vi è stato insegnato tutto quello che occorre fare per procurarsela; voi, che mai si è smesso di istruire, di esortare e di riprendere, voi osate scusarvi per la vostra ignoranza!? Ah! Disgraziati, se vivevate nell’ignoranza, era solo perché non volevate istruirvi! Era perché non volevate approfittare delle istruzioni o le evitavate. Ah! Sciagurati, andate via, le vostre scuse vi rendono ancora più degni di maledizione! Andate, figli maledetti, nell’inferno, per ardere in esso con tutta la vostra ignoranza! Ma, dirà un altro, le mie passioni erano troppo vivaci, e la mia debolezza era molto grande. Ebbene, risponderà loro il Signore, dal momento che Dio era così buono da farvi conoscere la vostra debolezza, e che i vostri pastori vi dicevano che bisognava vegliare continuamente su voi stessi, che bisognava mortificarsi, se volevate soggiogare le vostre passioni, perché voi facevate tutto il contrario? Perché vi prendevate tanta cura nell’accontentare il vostro corpo e nell’andare alla ricerca dei piaceri? Dio vi faceva conoscere la vostra debolezza, e ciononostante voi cadevate ad ogni momento: perché non avete fatto ricorso a Dio per chiedere la sua grazia? Perché non ascoltavate i vostri pastori, che non cessavano di esortarvi a domandare le grazie e le forze di cui avevate bisogno per vincere il demonio? Perché avete avuto tanta indifferenza e disprezzo per i sacramenti, dove avreste ricevuto tanta grazia, tanta forza, per fare il bene ed evitare il male? Perché, dunque, avete così spesso disprezzato la Parola di Dio, che vi avrebbe guidato nel cammino che dovevate intraprendere per andare a lui? Ah! Peccatori ingrati e ciechi, tutti questi beni erano a vostra disposizione, potevate servirvene come hanno fatto tanti altri. Che avete fatto per impedire a voi stessi di cadere nel peccato? Se avete pregato e non avete ottenuto, ciò significa che avete pregato meccanicamente e per abitudine. Andate, disgraziati! Quanto più avevate conosciuto la vostra debolezza, tanto più dovevate ricorrere a Dio che vi avrebbe sostenuto e vi avrebbe aiutato a lavorare per la vostra salvezza. Andate, maledetti, per questo siete ancora più criminali.

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 S. Giovanni Maria Vianney



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