All’incredulo perché sia meno scettico, e al sacerdote perché sia meno tiepido.
Le visioni di suor Agnese Sasagawa
Suor Agnese Sasagawa, una giovane religiosa giapponese delle "Servitrici dell'Eucaristia", il 12 giugno 1973 si reca nella cappella per l'adorazione; quando apre il tabernacolo, da esso si sprigiona una luce brillante che l'abbaglia.
«Soggiogata da quella luce - scrive nel suo diario -, mi prosternai al suolo e non mi mossi. Restai immobile persino dopo che il raggio era sparito». Due giorni dopo, mentre si trova nella cappella con altre sorelle, la luce le appare ancora. Soltanto lei la vede, e la madre superiora le ordina di non parlarne con nessuno. Nei giorni successivi, una terza volta vede quella luce: «Mi diede una sensazione incredibile, un'insieme di gioia e felicità che non si può esprimere a parole».
Questi eventi sono una preparazione alla visione del 23 giugno, manifestatasi sempre nel corso di un'adorazione con il SS. Sacramento esposto: «[ ...] la luce abbagliante apparve improvvisamente e, come era già accaduto, qualcosa di simile a una foschia o al fumo avvolse l'altare sprigionandosi dalla luce. Al tempo stesso, un'enorme moltitudine di esseri apparve in quella foschia. Non erano degli esseri umani ma evidente che si trattasse di una folla composta di esseri spirituali, moltissimi, in uno spazio che sembrava aprirsi all'infinito.
Talmente assorbita - continua suor Agnese - da quello spettacolo sorprendente, mi inginocchiai in adorazione. Ad un tratto il pensiero che ci fosse del fuoco all'esterno si impadronì di me. Mi girai per guardare attraverso la vetrata ma non c'era nessun fuoco. Era quella luce misteriosa che avvolgeva l'altare. Il candore dell'Ostia era talmente brillante che non potevo guardarla. Allora, chiudendo gli occhi, mi prostrai».
Nella festa degli angeli custodi, il 2 ottobre 1973, alla giovane suora viene concessa un'altra visione: «Fu durante la Messa delle 6 e 30 - scrive -, alla consacrazione. Una luce brillante mi abbagliò, esattamente come quella che il 12 giugno mi aveva tanto turbata... Nello stesso istante apparvero le figure degli angeli che pregavano davanti all'Ostia luminosa. Erano in otto, inginocchiati intorno all'altare, e formavano un semicerchio. Non si trattava di esseri umani e quando dico che erano inginocchiati non intendo affermare che vedevo le loro gambe o che distinguevo i loro tratti. È difficile persino descrivere gli abiti. Tutto quello che posso dire è che sembravano avvolti in una specie di luce. Sicuramente non assomigliavano a esseri umani, ma non avevano l'aspetto di bambini né di adulti, come dire... erano esseri a cui non si può dare un'età. È impossibile parlare di illusione ottica, erano proprio lì. Non avevano le ali, ma i loro corpi erano avvolti da una specie di luminescenza misteriosa che li distingueva nettamente dagli esseri umani.
Stupita, non credendo ai miei occhi, li aprii e li chiusi ancora, li sfregai, ma non cambiò nulla. Tutti e otto adoravano il Santo Sacramento con grande devozione...
Al momento della comunione, l'angelo mi si avvicinò e mi invitò ad avanzare verso l'altare, dove potei distinguere chiaramente gli angeli custodi di ogni membro della comunità.
Davano veramente l'impressione di guidarli e proteggerli con gentilezza e affetto», verso l'incontro col Signore.
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