lunedì 28 agosto 2023

Non vi è conforto più gradevole di questo. Questa trasformazione rivela che tutto è per opera del Signore. Nulla è dall’uomo. Nulla dalla creazione.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 


47 La fiamma si alzava quarantanove cubiti sopra la fornace 

La fiamma è così alta da raggiungere quasi i venticinque metri di altezza. Se fuori è così alta, possiamo solamente immaginare cosa avviene nella fornace. 

La fiamma si alzava quarantanove cubiti sopra la fornace . Anche la descrizione di questa fiamma serve per attestare la grandezza del Dio di Daniele. 

Una fiamma così alta mai potrà consentire che qualcuno possa uscire vivo dalla fornace. Umanamente questo è impossibile. Per i servi del re la morte è sicura. 

48 e uscendo bruciò quei Caldei che si trovavano vicino alla fornace. 

Altro segno che per Azaria e i suoi compagni è la fine. La fiamma che esce dalla fornace brucia i Caldei che sono vicino alla fornace. 

E uscendo bruciò quei Caldei che si trovavano vicino alla fornace . Se la fiamma uccide quelli di fuori, potranno rimanere in vita quelli che sono dentro? 

Ancora un ulteriore segno che dovrà manifestare tutta la potenza e la gloria del Signore. Nessuno potrà liberare dal fuoco. Solo il Dio vivo e vero può.  

49 Ma l’angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace 

Viene ora svelato il mistero per cui Azaria e i suoi compagni rimangono in vita nella fornace. L’Angelo del Signore fa loro da scuso e protezione. 

Ma l’angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace. 

L’angelo del Signore scende nella fornace e tiene lontano da Azaria e dai suoi compagni la fiamma perché nessun danno venga loro fatto. 

Dio priva il fuoco di ogni suo potere. È come se avesse trasformato il fuoco in una brezza leggera e soave, piacevole e gustosa in un giorno di estate.  

50 e rese l’interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia. 

Non solo l’Angelo del Signore allontana le fiamme da Azaria e dai suoi compagni, trasforma anche la fornace in un luogo fresco e umido. 

e rese l’interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia. È come se trasformasse il fuoco in rugiada. 

Così mentre le fiamme all’esterno bruciano quanti essi raggiungono, all’interno le stesse fiamme sono trasformate in vento umido, pieno di rugiada.  

Non vi è conforto più gradevole di questo. Questa trasformazione rivela che tutto è per opera del Signore. Nulla è dall’uomo. Nulla dalla creazione. 

La creazione, che sempre obbedisce al suo Signore, trasforma le sue qualità naturali in ciò che il Signore vuole che in quel momento esse siano.  

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 


“Va a casa adesso”

 


Paoletta Bertels “Va a casa adesso” 

Paoletta Bertels di Anversa (Antwerp) in Belgio, nel dicembre 1965 fece un viaggio a San  Giovanni Rotondo. Doveva essere di ritorno ad Anversa per il 25 dicembre, perché doveva  dirigere il coro della cattedrale durante la messa di Natale. Lei non voleva lasciare San  Giovanni Rotondo fino al momento che fosse assolutamente necessario, perché per lei ogni  momento in più passato con Padre Pio era prezioso. Il 22 dicembre, con grande sua  sorpresa, Padre Pio le disse: “Va a casa!” Lei gli rispose: “Ma Padre, io voglio restare il più  possibile. Ho ancora tempo di stare quì un po’ più a lungo prima di tornare in Belgio.” Padre  Pio replico: “Va a casa adesso!” Non c’era niente da fare che obbedirgli.  

Paoletta prese un tassì per Foggia e raggiunse la stazione ferroviaria. Lì il capostazione le  chiese dove stava andando. E lui: “Vado a Milano, e di lì a casa mia in Belgio.” Il  capostazione le disse: “Lei è veramente fortunata! Questo è l’ultimo treno per Milano prima  dello sciopero delle ferrovie.”  

Se Paoletta non si fosse trovata su quel treno, non avrebbe potuto essere di ritorno a casa in  tempo per la messa di Natale. 101 

Giuseppe Caccioppoli 

Il mondo, la sua politica, l'economia, tutto deve essere scosso e cancellato perché il Mio popolo si risvegli, esca dal suo sonno.

 


Messaggio di Gesù tramite Maria (dalle Filippine),


Io: L'eterno riposo dona alle anime morte ad Haiti, o Signore, e fa' che la luce perpetua risplenda su di loro. Che riposino in pace. Le loro anime e quelle dei fedeli defunti, per la misericordia di Dio, riposino in pace.

Gesù: In tutta questa devastazione, tutti si concentrano sulla distruzione delle case, delle strutture e delle vite, tutti contano le loro benedizioni per il fatto di essere vivi, di avere un tetto sopra la testa, che le loro famiglie e i loro figli sono al sicuro. Tutti sperano che i soccorsi abbiano successo. Che le famiglie ricevano l'aiuto di cui hanno bisogno. Che la sofferenza finisca e che le loro vite tornino alla normalità.

Voi, figli miei, non vivete in tempi normali... Questo è un segno di ciò che verrà. Qui vedete molte nazioni coinvolte nel soccorso e nell'aiuto.

Verrà un tempo in cui ogni nazione sarà scossa da un proprio disastro, sia naturale che causato dall'uomo. Quando ciò accadrà, anche i Paesi ricchi saranno poveri. Le risorse scarseggeranno.

In questi tempi devono regnare la comprensione, l'amore e la pace. Avete questo tempo non solo per purificarvi, ma anche per tornare rapidamente a Dio. Per tutti i miei figli fedeli, continuate a pregare. Non pregate per la sopravvivenza, ma per la salvezza delle anime. La terra sta per essere decostruita dalle sue attuali fondamenta, perché queste fondamenta non definiscono basi solide. 

Dio fermerà questo mondo, interromperà i vostri falsi sentieri, per farvi tornare indietro di 180 gradi nella giusta direzione.

Ricordate gli otri? (la parabola) Non si può mettere vino nuovo in otri vecchi. Bisogna procurarsi otri nuovi - lo stesso vale per questo mondo - la rinascita nello Spirito, la trasformazione del mondo avverrà su una tabula rasa.

Il mondo, la sua politica, l'economia, tutto deve essere scosso e cancellato perché il Mio popolo si risvegli, esca dal suo sonno.

Il tempo, le azioni delle persone, l'arrivo degli eventi, tutto, tutto ciò che tutto aggraverà fino a quando non sarà troppo tardi. Le anime degli uomini stanno morendo. Mi addolora molto. Le anime degli uomini vivono nelle tenebre e non possono vedere la mia Luce. Sono abituate a vivere nelle tenebre.

Come le travi di legno vengono completamente divorate dalle termiti, scavate dall'interno, ma ancora tenute insieme all'esterno, così il vostro mondo è già marcio dall'interno: qualsiasi terremoto, incendio, acqua, bomba può smantellare questa struttura vuota.

Miei devoti, state sperimentando molto dolore nel mondo che cambia. Ma questo è il momento in cui avete il massimo accesso alla mia grazia e alla mia misericordia. Non vi lascio al buio. Questi sono i momenti in cui avete bisogno di attingere forza dal mio Sangue prezioso, dal mio Sacro Cuore.

Anche se il terremoto ad Haiti è stato distruttivo, è solo un segno che i cambiamenti stanno arrivando. Molto peggio sta per arrivare. Venite a Me perché vi protegga.

18 gennaio 2010

LE GRANDEZZE DI MARIA

 


L'ANNUNZIAZIONE

***

Questa solennità ha questo di proprio che è tutta di vita. È vita per gli angeli e per gli uomini, per il cielo e per la terra; anzi, ciò che eccede ogni pensiero, è una solennità di vita anche per Dio, perché, in virtù di questo mistero, Egli acquista una sorta di vita che non aveva prima. In virtù dell'unione personale ed ineffabile delle due nature nel Mistero dell'Incarnazione, da quel giorno Dio è vivente di una vita divinamente umana ed umanamente divina.

Orbene, se Dio che è Vita, essenzialmente Vita, ed eminentemente ogni vita, e nel quale tutto è vita; se Dio, il quale non è che vita e sorgente di vita, prende una nuova vita nel mistero dell'Incarnazione, tanto questo è mistero di vita! Vediamo di prendere noi pure vita in questo Mistero, noi che, per il peccato non siamo che morte e miseria, e che abbiamo tanto bisogno ed indigenza di vita. La fecondità di questo Mistero, il quale riempie tutto di vita, e dà vita persino a Dio, non sia sterile in noi! Questa beata e miracolosa fecondità ci dia vita in Colui che è la vera vita, e che nella sua santa parola dà a se stesso il nome di Vita: Ego sum Vita (Joan., XIV,6). Vivete dunque in Gesù, vivete in Colei che dà vita a Gesù, vale a dire, in Maria, la quale essendo per questo mistero Madre di Gesù, è pure, per questo Mistero di vita, vita e Madre di vita ...

Questa festa è solennità universale ed anche eterna, perché include la base, il fondamento e il soggetto di tutte le azioni e di tutti i misteri della vita viatrice del Figlio di Dio su la terra e della sua vita gloriosa ed immortale in Cielo, vale a dire, l'umanità unita alla Divinità; essa include uno stato sempre mai permanente, poiché sintanto che Dio sarà Dio, sarà pure uomo e sempre vi sarà un Uomo-Dio.

In tal modo, questo Mistero non è soltanto Mistero di [150] vita, ma Mistero di vita eterna ... di una vita che ha principio su la terra, ma durerà eternamente. In quella guisa che il Figlio di Dio da tutta l'eternità è nato e sempre nasce da Dio Padre: così da quel sacratissimo giorno Egli sempre è unito e sempre si unisce a quel corpo ed a quell'anima che il cielo e la terra contemplano ed adorano in quell'uomo che si chiama Gesù. 

CARD. PIETRO DE BÉRULLE


PREGHIERA DI SAN GREGORIO PAPA

 


O Signore Gesù Cristo, innalzo a Te questa preghiera a lode e gloria della tua agonia, di tutte le tue piaghe, dei tuoi dolori, del tuo sudore di Sangue e di tutte le pene che hai sofferto sul Calvario per amore nostro: ti prego di offrire tutto il tuo sudore, il tuo Sangue, le tue piaghe al Padre tuo in riparazione dei peccati commessi dall'anima di… Padre... Ave...

  Signore Gesù Cristo, innalzo a Te questa preghiera a lode della tua ultima agonia, delle tue pene, del tuo martirio e di tutto ciò che hai sofferto nella tua vita, specialmente quando il tuo Cuore si è spaccato per l'oceano del tuo dolore sulla croce: ti prego di offrire tutti i tuoi meriti e le tue pene al Padre tuo in riparazione di tutti i peccati commessi dall'anima di… in pensieri, parole, opere e omissioni. Padre... Ave...

  Signore Gesù Cristo, innalzo a Te questa preghiera a lode del grande amore che hai avuto per noi uomini e che ti ha spinto ad incarnarti nel grembo immacolato di Maria, a patire e perfino a morire sulla croce: per quell'amore che ti ha fatto aprire le porte del Paradiso per noi, poveri peccatori, degnati di offrire al Padre tuo i tuoi infiniti meriti per liberare l'anima di… da tutte le pene del purgatorio. Padre... Ave...

 

OFFERTA. Amorosissimo Gesù, ti offro l'anima di… e imploro su di lei, ad uno ad uno, tutti gli istanti, tutte le sofferenze, le suppliche, i sospiri e i gemiti della tua santissima vita, passione e morte, il sacratissimo Sangue che hai sparso per la nostra salvezza e redenzione con tutti i meriti del tuo Cuore divino, e quello di Maria, di Giuseppe e di tutti i Santi.


Pregate affinché i giorni che verranno, insieme ai castighi, portino molte conversioni.

 


La vostra Madre Maria SS.


Il Tuo Gesù è qui con Me e con voi, Pregate figlioli miei affinché i tempi che verranno, portino ai vostri fratelli non credenti, un po’ di fede in Gesù e Maria.
Io sono con voi ma non posso convertire i miei figli se, tanti di voi, non mi aiutino a guarire molte anime malate nello Spirito.
Pregate affinché i giorni che verranno, insieme ai castighi, portino molte conversioni. La maggioranza dei miei figli, ha perso la fede, ma Io voglio convertire tutti voi e portarvi nella gioia eterna.
Figlioli miei, credete nell’eternità e pentitevi di tutte le vostre colpe, affinché il Padre Eterno, possa perdonare tutti i vostri peccati.
Io è già da tanto tempo che vi parlo della vostra vita terrena proprio per convertire le vostre anime dal male al bene eterno.
Voglio che tutti i miei figli, tornino al Padre Eterno e godere del bene dell’Eternità. Io, la vostra Madre, vengo sulla terra per convertire tante anime disobbedienti. Figlioli miei, pregate e digiunate, affinché tutti i miei figli tornino nella gioia eterna del Paradiso.
Vi benedico e vi ringrazio per il vostro aiuto spirituale. Siate veri figli di Dio.

Valeria Copponi

 


domenica 27 agosto 2023

Sarà veramente una CIVILTA' DELL'AMORE.

 


MESSAGGIO FINALE DI GESÙ PER IL MONDO AL PICCOLO SERVO


Più di duemila anni fa ho dato la MIA VITA per la SALVEZZA dell'umanità. Per condurre tutti coloro che lo desiderano alla casa di MIO PADRE. Ora è giunto il momento in cui il mondo deve essere purificato dal suo peccato. Questa ERA sta per finire e la NUOVA ERA che la sostituirà sarà proprio come MIO PADRE HA PROGETTATO ORIGINALMENTE.

Sarà veramente una CIVILTA' DELL'AMORE. 

Prima che arrivi questa ERA, il mondo deve essere purificato affinché coloro che rimangono appartengano veramente al PADRE. Se avete consegnato il vostro CUORE al vostro GESÙ, non temete! NON TEMETE!!! Io provvederò a voi. Se vi siete allontanati da ME, preferendo invece il MONDO e tutto ciò che vi offre, allora avete fatto la vostra SCELTA. Apparterrete a colui che presto verrà e che affermerà di essere ME.

Egli vi darà il mondo, ma voi perirete nell'inferno con lui.

Gli eventi tanto attesi inizieranno presto e arriveranno in fretta. Il mondo come lo conoscete subirà un grande cambiamento, perché lo preparerò per l'era della pace.

Coloro che hanno voluto seguirmi non hanno nulla da temere. IL MIO AMORE PER VOI VINCERÀ TUTTO. NON TEMETE LA MORTE DEL CORPO, TEMETE LA MORTE DELL'ANIMA, UN'ANIMA CHE MUORE PASSA L'ETERNITÀ NELLE FIAMME ARDENTI DELL'INFERNO. 

A coloro che mi hanno seguito pienamente, prometto che non andrete perduti, ma passerete l'eternità con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. 

TI AMO!!! TI AMO!!! TI AMO!!!

RICORDA QUESTE PAROLE CHE TI HO DETTO PIÙ E PIÙ VOLTE. 

GESÙ CONFIDO IN TE. GESÙ CONFIDO IN TE. GESÙ CONFIDO IN TE.

SONO SEMPRE CON TE

IL TUO SALVATORE AMOREVOLE E MISERICORDIOSO

GESÙ CRISTO

18 maggio 09

SUL NUMERO DEI SALVATI.

 


CAPITOLO IV. 

SUL NUMERO DEI SALVATI. 


Tuttavia, c'è da temere che molti non raggiungeranno la meta e saranno esclusi per sempre dal regno dei cieli, come questo capitolo intende dimostrare. Tuttavia, vorrei pregare tutti coloro che lo leggono di non lasciare che ciò che viene detto li scoraggi e li renda pusillanimi, ma piuttosto di lasciare che accresca in loro lo spirito di umiltà e di salutare timore, e li stimoli a una maggiore energia e diligenza nell'operare la loro salvezza, se questa appare loro meno facile di quanto fossero inclini a immaginare. L'unico motivo che mi spinge a scrivere questo capitolo è aprire gli occhi al lettore e mostrargli il suo pericolo.  Se non lo facessi, infatti, potrebbe proseguire alla cieca sulla strada sbagliata e rendersi conto che è la strada della perdizione solo quando sarà troppo tardi per tornare sui suoi passi, quando la mano della morte toglierà il velo dai suoi occhi. Ritengo quindi di rendere un servizio al viandante se lo illumino del rischio che sta correndo e cerco di indirizzare i suoi passi sulla via del cielo. Permettimi di chiederti, o lettore, in che proporzione pensi che tutti coloro che vivono su questa terra si salveranno? La metà? O un terzo? O forse un quarto? Purtroppo temo, e non senza una buona ragione, che il numero non sarà così elevato. Gesù Cristo, che è la Verità eterna, i Suoi santi apostoli e i Padri della Chiesa ci dicono tutti che sarà così. Cosa dice Cristo sul numero degli eletti? Le sue parole sono queste: "Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti". Ripete queste parole quando parla dell'invitato che non aveva la veste nuziale: "Legategli le mani e i piedi e gettatelo nelle tenebre esteriori. Perché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti". Se in tutta la Scrittura non si trovasse nulla di più in tal senso, questo passo non potrebbe non allarmarci. Ma ce ne sono molti altri simili, di cui ne citerò uno o due. Nel Vangelo di San Matteo leggiamo che Nostro Signore disse: "Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e larga la via che conduce alla distruzione, e molti sono quelli che vi entrano. Ma stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano" (Mt. vii. 13). Queste parole non sono forse adatte a suscitare in noi ansia e preoccupazione? Non potremmo essere tra coloro che entrano dalla porta larga, che camminano sulla strada larga che termina nella perdizione eterna? Affinché tu possa apprezzare meglio il significato delle parole di Nostro Signore e percepire più chiaramente quanto pochi siano gli eletti, osserva che Cristo non ha detto che erano pochi quelli che camminavano sulla via del cielo, ma che erano pochi quelli che trovavano la via stretta". Quanto è stretta la porta che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano". È come se il Salvatore intendesse dire: Il sentiero che conduce al cielo è così stretto e così accidentato, è così invaso, così oscuro e difficile da discernere, che ci sono molti che, per tutta la vita, non lo trovano mai. E coloro che lo trovano sono costantemente esposti al pericolo di deviare da esso, di sbagliare strada e di allontanarsi involontariamente da esso, perché è così irregolare e troppo cresciuto. Questo dice San Girolamo, nel suo commento al passo in questione. Inoltre, ci sono alcuni che, quando sono sulla strada giusta, si affrettano a lasciarla, perché è così ripida e faticosa.  Ci sono anche molti che sono indotti ad abbandonare la via stretta dalle astuzie e dagli inganni del diavolo, e così, quasi impercettibilmente a se stessi, sono condotti verso l'inferno. Da tutto ciò che è stato detto si può dedurre che coloro che trovano la via del cielo sono pochi, e ancora meno sono quelli che perseverano nel seguirla fino alla fine. Poiché Cristo sapeva che queste sue parole sarebbero state male interpretate e intese in senso errato sia dai credenti che dagli increduli, in un'altra occasione accentuò e sottolineò  quello che aveva già detto riguardo al piccolo numero di eletti. Infatti, quando uno dei discepoli gli chiese: "Signore, sono pochi quelli che si salveranno?". Egli rispose e disse: "Cercate di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrare e non ci riusciranno" (Luca xiii. 24). Ascoltate le parole del Maestro divino. Ci invita a sforzarci, a darci da fare, a fare uso di tutte le nostre forze per entrare nella porta stretta. E, cosa ancora più importante, aggiunge che molti cercheranno di entrare e non saranno in grado di farlo. Se coloro che desiderano e si sforzano di entrare nel regno dei cieli non ci riescono, che ne sarà di coloro che conducono una vita disattenta, forse empia, e non manifestano alcuno zelo, alcun interesse per ciò che riguarda la loro salvezza eterna?

Abbiamo già sentito Cristo dichiarare per tre volte che il numero degli eletti è piccolo; che in proporzione alla grande massa degli uomini solo pochi saranno salvati. E poiché era consapevole del fatto che non avremmo preso a cuore questa pesante verità come avremmo dovuto, la ribadì con un linguaggio ancora più esplicito. Dopo aver detto a un uomo ricco che era venuto da lui di lasciare tutti i suoi beni e di seguirlo, e dopo che quell'uomo se ne fu andato addolorato, disse, rivolgendosi ai suoi discepoli: "Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio! E i discepoli si stupirono delle sue parole. Ma Gesù, rispondendo, disse: "Figlioli, quanto è difficile per loro entrare nel regno di Dio?  Figlioli, quanto è difficile per quelli che confidano nelle ricchezze entrare nel regno di Dio. È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio". Allora i discepoli si meravigliarono ancora di più, dicendo tra loro: "Chi dunque può essere salvato? E Gesù, guardandoli, disse Con gli uomini è impossibile, ma non con Dio; perché tutto è possibile a Dio" (Marco x. 23-27).

In verità queste parole, provenienti dalle labbra del nostro divino Maestro, sono sufficienti a suscitare in noi un profondo allarme; sono quasi sufficienti a farci scoraggiare.  Infatti, ci dicono espressamente che l'opera della nostra salvezza è un'opera di immensa difficoltà, una conquista quasi miracolosa, e che è quasi impossibile per la povera umanità entrare nel regno dei cieli. In realtà è un miracolo per un uomo sfuggire alla perdizione eterna e raggiungere la felicità eterna, come lo sarebbe per un uomo solo sconfiggere e mettere in fuga un intero esercito. Infatti, tutte le potenze dell'inferno sono schierate insieme al mondo malvagio contro di noi; tutte le potenze dell'inferno mettono in campo le loro forze per conquistare e schiavizzare ognuno di noi mortali. E con le terribili potenze delle tenebre il mondo malvagio e astuto fa causa comune, e le concupiscenze della carne fanno lo stesso, allo scopo di ottenere la nostra rovina. Ora, poiché ci sono così tanti avversari che ci assalgono, avversari così astuti, così forti, così feroci, chi può ritenersi sicuro della vittoria? È poco meno di un miracolo se si sfugge alle grinfie di nemici così numerosi e così formidabili. Chi può sperare con le proprie forze di trionfare su di loro? Dobbiamo riconoscere che tutti coloro che hanno vinto il nemico malvagio, il mondo malvagio e le proprie inclinazioni malvagie, sono stati rafforzati da Dio con la sua speciale assistenza. Vediamo quindi quanto sia faticoso e laborioso conquistare il cielo e impariamo la verità delle parole di Nostro Signore, quando disse: "Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti lo portano via" (Mt. xi. 12). Per la consolazione e l'incoraggiamento del cristiano è necessario sottolineare che se il numero dei suoi nemici è così spaventosamente grande, il numero dei suoi amici è ancora più grande". Non temere, perché sono più numerosi con noi che con loro". Così parlò il profeta Eliseo al suo servo spaventato". Il Signore aprì gli occhi del servo ed egli vide; ed ecco che la montagna era piena di cavalli e di carri di fuoco" (4 Re vi. 16). Non siamo lasciati soli a combattere; il nostro santo angelo custode e tutti gli spiriti beati sono dalla nostra parte; possiamo contare sulla potente protezione della Madre di Dio, sulla virtù dei sacramenti, sui meriti della Passione di Cristo, sull'ispirazione dello Spirito Santo, sul soccorso di Dio Onnipotente. Per mezzo di questi potenti aiuti vinceremo, se combatteremo con coraggio e non ci lasceremo andare alla prigionia, come purtroppo fanno in troppi. Infatti, queste persone timide, pigre e senza spirito si illudono con la falsa speranza che, dopo tutto, il paradiso non sia difficile da conquistare. Pensano e dicono a se stessi: Non è un caso così grave come alcuni vorrebbero far credere; Cristo non ha sofferto per noi per niente; se Dio non volesse che ci salvassimo, non ci avrebbe creati per godere del paradiso. Queste e altre parole simili le sentiamo dalle labbra dei figli di questo mondo; essi vivono secondo queste idee e riescono a ingannare se stessi e gli altri. Che queste persone siano in errore e che stiano camminando sulla strada che porta alla distruzione, la Sacra Scrittura non ci lascia dubbi. L'intero insegnamento del Vangelo è completamente in contrasto con i principi che seguono; e coloro che vivono una vita negligente e assecondano i loro sensi sono ripetutamente avvertiti che la morte eterna sarà la loro parte. Ascoltate l'ammonimento che Cristo rivolge agli elettori di questo mondo e agli amanti dei suoi lussi: "Guai a voi che siete ricchi, perché avete la vostra consolazione. Guai a voi che siete sazi, perché avrete fame; guai a voi che ora ridete, perché farete lutto e pianto. Guai a voi quando gli uomini vi benediranno", cioè quando uomini di cattivi principi, contrari alle massime della religione, applaudiranno le vostre parole, le vostre azioni, le vostre opinioni. Questa denuncia dalle labbra di Nostro Signore può riempirci di sgomento. Quale oggetto della vita ha la grande maggioranza degli uomini? Che cosa cercano e bramano? 

Desiderano essere ricchi, prosperare, vivere nel lusso ed essere lodati dai loro simili. Nessuno considera questo un peccato. Eppure Nostro Signore dichiara che la morte eterna sarà il destino di queste persone, e le denuncia con un linguaggio forte. Da questi e altri passi simili, che abbondano nelle Sacre Scritture, vedi che Dio è più severo di quanto immagini, e che è più facile perdere la tua anima di quanto forse pensi. Perciò non vivere più così distrattamente, ma lavora alla tua salvezza con timore e tremore, come ti esorta l'Apostolo. I santi lo facevano in ogni momento, avendo sempre davanti agli occhi il timore dei giudizi di Dio. Gli empi, al contrario, erano soliti dire, come molti fanno al giorno d'oggi: Dio è misericordioso, non ci condannerà così facilmente alla dannazione eterna. Ma ricordate cosa dice la Sacra Scrittura: "Non temete il peccato perdonato e non aggiungete peccato a peccato. E non dire: "La misericordia del Signore è grande, egli avrà pietà della moltitudine dei miei peccati". Perché la misericordia e l'ira vengono presto da Lui, e la sua ira guarda i peccatori" (Eccl. v. 5-7). Anche Santa Caterina da Siena dice: "O infelici peccatori, non confidate nella grandezza della misericordia di Dio; credetemi, più provocate l'ira di questo Dio misericordioso con il peccato intenzionale, più sarete gettati nell'abisso della perdizione". È indubbiamente vero che dobbiamo riporre la nostra fiducia nella misericordia di Dio; ma quale debba essere la natura della nostra fiducia ci viene insegnato da San Gregorio. Egli dice: "Chi fa tutto ciò che può, confidi fermamente nella misericordia di Dio. Ma per chi non fa tutto ciò che è in suo potere, affidarsi alla misericordia di Dio sarebbe semplice presunzione". A tutti e a ciascuno di noi l'apostolo Pietro dice: "Lavorate di più, affinché con le opere buone rendiate sicura la vostra vocazione ed elezione" (2 Pt. i. 10). Diversi Padri della Chiesa ritengono che dal fatto che al tempo del diluvio si salvarono solo otto persone, che alla distruzione di Sodoma e Gomorra se ne salvarono solo quattro, cioè Lot, sua moglie e le sue due figlie, e che dei seicentomila uomini validi partiti dall'Egitto solo due raggiunsero la Terra Promessa, mentre gli altri morirono tutti nel deserto, si può concludere che il numero degli eletti tra i cristiani sarà proporzionalmente ridotto. Ciò concorda con quanto disse San Giovanni Crisostomo in un'occasione in cui stava predicando nella città di Antiochia: "Che ne pensate, uditori miei, di quanti abitanti di questa città potrebbero forse essere salvati? Quello che sto per dire è molto terribile, eppure non ve lo nascondo. Di questa città densamente popolata, con le sue migliaia di abitanti, non se ne salveranno cento; dubito persino che siano così tanti. Infatti, quale indifferenza vediamo tra gli anziani, quale malvagità tra i giovani, quale empietà tra tutte le classi di persone". Parole come queste possono farci tremare.  Esiteremmo a crederle, se non venissero dalle labbra di un così grande santo e Padre della Chiesa. E se è vero che nei primi cinque secoli, quando lo zelo e la devozione dei cristiani erano molto più ferventi di adesso, un numero così esiguo ha raggiunto la salvezza eterna, cosa sarà ai nostri giorni, quando il crimine e il vizio prevalgono in misura così spaventosa? Poiché è impossibile per chiunque negare, o anche solo dubitare, che il numero degli eletti è piccolo in proporzione a quello dei reprobi, ti prego, o lettore cristiano, di sforzarti al massimo per compiere l'opera della tua salvezza. Tu sai che cosa terribile è essere dannati in eterno.

Sul numero dei salvati. Le piaghe e i tormenti dell'inferno sono così terribili che non si possono trovare parole per descriverli. Considera in tempo l'eternità di queste torture indicibili e fai attenzione, per non essere gettato anche tu nell'abisso dell'angoscia senza fine. Come potresti sopportare tormenti così incommensurabili, così infiniti? Non ti abbatteresti e non ti dispereresti, non ti infurieresti e non ti infurieresti? Ma questo non ti servirebbe a nulla; non farebbe che accrescere le tue sofferenze e la tua miseria. Tutto questo è terribile, orribile, spaventoso. Come mai non ci pensi più spesso? Come è possibile che tu possa vivere in modo così incurante? Come è possibile che tu non abbia più paura dell'inferno? Ti credi forse sicuro del paradiso? Come mai vai con la folla, come se non sapessi che sei in grave pericolo di perire con la folla? Se vuoi salvarti, segui il consiglio di Sant'Anselmo, quando dice: "Se vuoi essere certo di far parte del numero degli eletti, sforzati di essere uno dei pochi, non dei molti. E se vuoi essere sicuro della tua salvezza, sforzati di essere tra i pochi dei pochi; vale a dire, Non seguite la stragrande maggioranza degli uomini, ma seguite coloro che si addentrano nella via stretta, che rinunciano al mondo, che si dedicano alla preghiera e che non allentano mai i loro sforzi, né di giorno né di notte, per raggiungere la felicità eterna".


CONCLUSIONE 

Con coraggio, mio caro lettore, facciamo tutto, intraprendiamo tutto, sacrifichiamo tutto per ottenere l'ineffabile felicità del cielo, perché non possiamo mai comprare il cielo a un prezzo troppo caro. Non scoraggiamoci di fronte alle difficoltà del nostro cammino, perché, dopo tutto, non è così difficile meritare il cielo. Se facessimo per il cielo la metà di quanto si fa per guadagnarsi da vivere, per acquisire un po' di ricchezza, potere o fama, o per godersi la vita, saremmo sicuri di assicurarci un posto alto tra i santi. Tutto ciò che dobbiamo fare per ottenere il paradiso è osservare i comandamenti di Dio e della sua Chiesa, sopportare le nostre piccole croci, adempiere agli obblighi del nostro stato di vita, superare le tentazioni; e anche se questo è al di sopra delle nostre forze naturali, possiamo comunque contare sulla grazia di Dio, se preghiamo seriamente per ottenerla, e con l'aiuto di Dio tutto diventerà relativamente facile, perché, come dice San Paolo: "Posso fare ogni cosa in Colui che mi fortifica" (Fil. iv. 13).  La preghiera sincera e insistente ci assicurerà il paradiso. Ora, caro lettore, ti rivolgo le parole che la madre dei Machabei rivolse al suo figlio più giovane, un semplice ragazzo, quando stava per essere torturato a morte, come i suoi sei fratelli prima di lui: "Figlio mio, ti prego di alzare gli occhi al cielo". Alza lo sguardo al cielo ogni giorno, soprattutto nei momenti di prova e di tentazione. Il cielo vale ogni sofferenza, ogni sacrificio e ogni combattimento che ci viene richiesto, e anche mille volte di più! La vita è breve; le sue prove, le sue sofferenze, le sue fatiche, i suoi combattimenti, le sue croci sono anch'essi brevi e transitori; ma il cielo e le sue gioie sono inconcepibili, saziano ogni desiderio del cuore e non finiscono mai!". La nostra tribolazione presente, momentanea e leggera, produce un peso di gloria eterno" (2 Cor. iv. 17). 


Rivelazioni di Gesù Cristo a suor Beghe, sulla Chiesa e da alcune anime in purgatorio

 


16 DICEMBRE 1987 (NOSTRO SIGNORE)

Sono il Signore e non prenderò nel Mio Amore nessuno che non desidera donarsi a Me. Non prenderò nel Mio Amore che coloro che Mi faranno il dono del loro amore. Non prenderò coloro che Mi rifiutano o coloro che Mi hanno tradito. Nondimeno, non prenderò coloro che Mi hanno dato solo la loro indifferenza, perché costoro li respingo, e non c'è peggiore ingratitudine che l'indifferenza. Prenderò nel Mio cuore gli umili di cuore e i poveri di spirito. Costoro li stringerò al Mio Cuore e nessuno Me li riprenderà. 
Sono il Signore, la Mia Chiesa non Mi ama più. Non vuole seguire il suo Sposo e non vuole lasciarsi amare. Tuttavia l'ho sempre amata teneramente, protetta e guidata. Non sono Io che l'ho tradita, non sono Io che le ho mentito. No, Io le sono rimasto fedele e resterò il suo Sposo, perché tra noi il divorzio è impossibile. Ma Io cambierò il suo cuore, cambierò il suo spirito e Mi riconoscerò di nuovo in Lei. Ѐ lei che mi domanderà perdono e, perdonandola, la stringerò contro il Mio Sacro Cuore. Rindorerò il suo abbigliamento e lei Mi guarderà di nuovo, indirizzandomi il suo amore rispettoso.
Sono il Signore. Nessuno Mi impedirà di fare ciò che Mi piace e Mi piace di servirMI dei Miei. Mi piace servirmi dei Miei perché Mi amano e Me lo manifestano senza timore e senza rispetto umano. Non hanno paura di rendermi testimonianza e Io testimonierò in loro favore di fronte a Mio Padre.


23 DICEMBRE  1987

Sono il Signore e permetto che la Mia Chiesa Mi sia infedele. Lo permetto, perché è arrivato il tempo in cui deve fare il suo cammino di croce e morire come Me, nella decadenza e nell'ignominia. Allora, come Me, resusciterà gloriosa. Come Me sarà sepolta nella tomba per un tempo. Sembrerà che sia stata vinta e nessuno può immaginare il vuoto che il suo crollo produrrà. Il vuoto nelle anime, il vuoto nei cuori e il vuoto concreto nelle chiese. Tuttavia questo vuoto non si farà sentire nelle anime e nei cuori dei Miei in una maniera così totale, ma essi saranno nel dolore del lutto che la morte della loro Santa Madre Chiesa provocherà al loro attaccamento di figli attenti a ciò che la tocca da vicino o da lontano. 
Voglio rivelare ai Miei fedeli ciò che sarà loro riservato nell'aldilà, come sarà la loro felicità  e quale sarà la loro gioia. Si, voglio che il velo che separa la conoscenza della verità rivelata alla Santa Chiesa Cattolica di Filadelfia, si sollevi e si sollevi talmente che il mistero del mondo invisibile non sia più un mistero, che, al contrario, questa conoscenza divenga parte integrante della verità rivelata alla Santa Chiesa da Nostro Signore Gesù Cristo, verità costruita sulle fondamenta della Croce del Salvatore, eretta nei muri dei Santi Vangeli e coperta dal tetto delle rivelazioni profetiche. 
Ti è stato accordato il carisma di essere la messaggera di questa rivelazione e di essere la prima tra i profeti che ho scelto e sceglierò per portare ai Miei questa conoscenza della meravigliosa Saggezza di Dio, che ha talmente incastrato il mondo visibile negli arcani del mondo invisibile, che è quasi inconcepibile di non conoscerne che la parte visibile. 
Ma Dio ha voluto riservare questa conoscenza alla Chiesa che Gli sarà fedele fra tutte, e delle sette chiese nominate da San Giovanni Evangelista, è la Chiesa di Filadelfia a cui è stato accordato questo insigne favore.

------------------------------------ 


(MESSAGGIO DI V. - UN'ANIMA IN PURGATORIO)   

Ho ricevuto dal Signore e dalla Vergine Maria Santissima, così buona e tenera, la grande grazia di parlarti. Puoi pregare per me? Mi sento così lontano e così abbandonato, perché non mi sono preoccupato del mio prossimo quando ne ho avuto l'occasione e la possibilità sulla terra. Ora mi rendo conto del mio egoismo e ciò che mi fa orrore. Brucio e le fiamme mi bruciano talmente il cuore che ne piango. Le mie lacrime mi pungono il viso a causa della loro sostanza salata e i solchi che hanno scavato lungo le mie guance, sono infiammati dall'irritazione del sale al contatto delle mie numerose bruciature al viso. Questi solchi discendono lungo il mio mento e il collo e non ho alcuna mitigazione possibile. I medicamenti e i cerotti qui non esistono ed è molto provante non poter né curare né medicare le proprie ferite. 
Il tuo appoggio reale sarebbe un balsamo nella mia desolazione e un incoraggiamento certo. Te ne sarò talmente riconoscente, che pregherò con tutto il mio cuore per le tue intenzioni, che sono numerose, perché porti sulle tue spalle le intenzioni di tutti quelli che si indirizzano a te. Vuoi prendermi a carico?


(MESSAGGIO DI C.Q. - ALTRA ANIMA DAL PURGATORIO)

Nessuno, oltre a te, prega per me e questo abbandono mi fa una pena enorme. Sulla terra pensavo di avere molti amici, ma nessuno mi da più la sua amicizia con le sue preghiere. Tuttavia è l'unica cosa che sia necessaria e Dio ha promesso di attribuirmi la maggior parte delle preghiere dette per me. Ma non ci sono che le tue preghiere che arrivano e quelle di nessun altro. È molto provante sapersi dimenticata ed io non mi ci abituo. Tu che sei sola, dovresti potermi comprendere, con la differenza che noi siamo con te e i santi sono con te, mentre io non ho tale compagnia. 

Soffro molto nel mio povero corpo, così indolente e fiacco, che la forza che avevo sulla terra non esiste più. Sono come una bambola molle, sballottata secondo le vibrazioni e questa impotenza mi angoscia e mi spaventa considerevolmente. Se tu preghi per me, credo che controllerò il mio corpo e le mie membra e potrò salire i gradini verso il paradiso.
Ma il mio attaccamento a tutto ciò che sulla terra mi rendeva la vita facile e comoda mi perseguita e i miei dispiaceri e i miei rimorsi non mi danno alcun respiro. Quando pregherai per me, non dimenticare di separarti da ciò che potrebbe essere una comodità superflua, poiché i tuoi sacrifici di questo genere mi sarebbero più propizi. 
Ora ti lascio e ti ringrazio con tutto il mio cuore per ciò che hai fatto e farai per me. 


Morte di San Giuseppe - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anne Catherine Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE 

(Dalla nascita di Maria Santissima alla morte di San Giuseppe).


Morte di San Giuseppe 


Man mano che Gesù si avvicinava al suo trentesimo anno, Giuseppe diventava sempre più debole e io vidi molte volte Gesù e Maria con lui. Maria si sedeva spesso sul pavimento davanti al suo letto, o su un basso bancale rotondo di un metro, che a volte usava come tavolo. Li ho visti mangiare solo raramente: quando portavano a Giuseppe un pasto nel suo letto, si trattava di tre fette bianche lunghe circa due dita, quadrate, messe su un piatto, o di piccoli frutti in una tazza. Gli davano da bere in una specie di anfora. Quando Giuseppe morì, Maria era seduta alla testa del letto, tenendolo in braccio, mentre Gesù era al suo seno. Ho visto la stanza piena di luce e di angeli. Giuseppe, con le mani giunte sul petto, fu avvolto in un lino bianco, messo in una stretta cassa e deposto nella bella caverna del sepolcro che un uomo buono gli aveva donato. Oltre a Gesù e Maria, poche persone accompagnavano la bara, che io vidi, invece, tra luci sfolgoranti e angeli. 

Giuseppe doveva morire prima di Gesù, perché non avrebbe potuto subire la crocifissione del Signore: era troppo debole e troppo amorevole. Le persecuzioni che il Salvatore dovette subire tra il ventesimo e il trentesimo anno furono già grandi sofferenze per lui, a causa di ogni tipo di macchinazione da parte dei Giudei, che non potevano sopportarlo: dicevano che il figlio del falegname voleva sapere tutto meglio ed erano pieni di invidia, perché contestava spesso la dottrina dei farisei e aveva sempre intorno a sé molti giovani che lo seguivano. Maria soffriva infinitamente per queste persecuzioni.  A me queste sofferenze sono sempre sembrate più grandi dei martiri veri e propri. Indescrivibile è l'amore con cui Gesù ha sopportato le persecuzioni e gli scherzi dei Giudei in gioventù. Poiché andava con i suoi seguaci alla festa di Gerusalemme e camminava con loro, i farisei di Nazareth lo chiamavano vagabondo. Molti di questi seguaci di Cristo non hanno perseverato e lo hanno abbandonato. 

Dopo la morte di Giuseppe, Gesù e Maria si trasferirono in un piccolo villaggio di poche case tra Cafarnao e Betsaida, dove un uomo di nome Levi di Cafarnao, che amava la Sacra Famiglia, diede a Gesù una piccola casa in cui vivere, situata in un luogo appartato e circondata da una vasca d'acqua. Alcuni servi di Levi vivevano lì per occuparsi delle faccende domestiche; il cibo veniva portato dalla casa di Levi. Anche il padre dell'apostolo Pietro si recò in questo piccolo villaggio quando cedette a Pietro la sua attività di pescatore a Betsaida. Gesù aveva allora alcuni seguaci di Nazareth, ma essi si allontanavano facilmente da lui. Gesù andava già con loro intorno al lago e a Gerusalemme per le feste del tempio. La famiglia di Lazzaro di Betania era già nota alla Sacra Famiglia. Levi gli aveva dato quella casa perché Gesù potesse rifugiarsi lì con i suoi discepoli senza essere disturbato. A quel tempo intorno al lago di Cafarnao c'era una regione molto fertile, con belle valli, e ho visto che vi si raccoglievano diversi raccolti all'anno: l'aspetto era bellissimo per il verde, i fiori e i frutti. Perciò molti nobili Giudei vi avevano case di piacere, castelli e giardini; anche Erode vi aveva una residenza. I Giudei del tempo del Signore non erano come i Giudei di un tempo; questi ultimi, a causa del loro commercio con i pagani, erano molto pervertiti. Le donne non si vedevano normalmente in pubblico o nei campi, tranne quelle molto povere che raccoglievano le spighe di grano. Si vedevano, però, nei pellegrinaggi a Gerusalemme e in altri luoghi di preghiera. Il commercio e l'agricoltura si svolgevano principalmente attraverso schiavi e servi. Ho visto tutte le città della Galilea, e dove ora vedo solo due o tre villaggi, allora un centinaio erano pieni di gente in movimento. Maria Cleofa, che con il suo terzo marito, il padre di Simeone di Gerusalemme, aveva fino ad allora abitato nella casa di Anna vicino a Nazaret, quando Maria e Giuseppe lasciarono la loro casa di Nazaret, si trasferì in quella casa con il figlio Simeone, mentre i suoi servi e parenti rimasero in quella di Anna. Quando in quel periodo Gesù passava da Cafarnao per Nazareth a Ebron, veniva accompagnato da Maria a Nazareth, dove rimaneva in attesa del suo ritorno. Maria era solita accompagnare il Figlio con grande affetto in questi brevi viaggi. Giuseppe Barsaba, figlio di Maria Cleofa, con il suo secondo marito Sabba, e gli altri tre figli del suo primo marito Alfeo, Simone, Giacomo il Minore e Taddeo, che lavoravano tutti fuori casa, vennero a Nazaret. Andavano tutti a consolarsi alla vista di Maria e a consolarla per la morte di Giuseppe, e a rivedere Gesù, che non avevano più visto dalla loro infanzia. Avevano ascoltato le parole di Simeone nel tempio e la profezia di Anna in occasione della presentazione di Gesù al tempio; ma non ci credevano quasi, e così si unirono a Giovanni Battista, che aveva fatto la sua apparizione in quei luoghi. 


Consacrazione al Sacro Cuore di Dio Padre

 


"Padre nostro che abiti nei cieli, mi avvicino al tuo trono e ti chiedo di darmi la grazia di rimanere nel seno del tuo Sacratissimo Cuore. Prometto di amarti e adorarti con tutto il mio cuore e la mia anima. O Padre potente, amami e lascia che io ti ami, affinché anch'io possa essere una cosa sola nella tua santissima volontà. Tu, o Dio, sei il mio Creatore e Padre di Misericordia e di Amore, ed è in Te che spero veramente che il tuo amore diventi il mio, che la tua volontà diventi la mia e che io possa vivere per fare la tua volontà, non solo in questo mondo, ma anche nell'altro. O Cuore di Padre misericordioso e amorevole, Ti amo e confido in Te per mezzo di Gesù Cristo, Tuo Figlio. Amen"]

La mia sorgente vi donerà l’amore, la confidenza e tutto ciò che vi manca per essere sempre amati dal vostro Padre e Creatore”.

 


Messaggio di Dio Padre a Madre Eugenia E. Ravasio: Secondo quaderno, 1932


“Ho appena aperto una sorgente d’acqua viva che, da oggi (12 agosto 1932) fino alla fine dei tempi, non si inaridirà mai. Vengo a voi, creature mie, per aprirvi il mio grembo paterno appassionato di amore per voi, figli miei: voglio che siate testimoni del mio amore infinito e misericordioso. Non mi basta avervi mostrato il mio amore, voglio anche aprirvi il mio Cuore dal quale uscirà una sorgente refrigerante a cui tutti gli uomini si disseteranno. Gusteranno allora le gioie che non avevano conosciuto fino ad ora, a causa di questo peso immenso di timore esagerato che avevano di me, loro tenero Padre”

“È da quando ho promesso un Salvatore agli uomini che ho fatto sgorgare questa sorgente e l’ho fatta passare attraverso il Cuore di mio Figlio perché giunga fino a voi”. 

“Ma il mio amore immenso per voi mi spinge a fare ancora di più aprendo il mio grembo dal quale sgorgherà quest’acqua di salvezza per i miei figli; e permetto loro di attingere liberamente tutto ciò che è loro necessario per il tempo e per l’eternità. Se volete provare la potenza di questa sorgente 23 di cui vi parlo, imparate prima a conoscermi meglio e ad amarmi fino al punto che Io desidero, cioè non soltanto come Padre, ma come vostro amico e vostro confidente”. 

“Perché stupirvi di quello che vi dico? Non vi ho creati a mia immagine? Vi ho fatti a mia immagine affinché non troviate niente di strano quando parlate e familiarizzate col Padre vostro, vostro Creatore e vostro Dio, poiché siete divenuti, per mezzo della mia misericordiosa bontà, i figli del mio amore paterno e divino.

Poiché mio Figlio Gesù è in me e Io sono in Lui, nel nostro scambievole amore che è lo Spirito Santo, questo Spirito ci tiene uniti con questo vincolo di carità che fa sì che Noi siamo UNO. Lui, mio Figlio, è il serbatoio di questa sorgente, affinché gli uomini possano andare ad attingere nel suo Cuore sempre pieno di acqua di salvezza fino a traboccare! Ma è necessario che abbiate la certezza di questa sorgente che mio Figlio vi apre, perché possiate convincervi che è rinfrescante e piacevole! Allora venite a me per mezzo di mio Figlio e quando sarete vicini a me confidatemi i vostri desideri. Vi mostrerò questa sorgente facendomi conoscere così come Io sono. Quando mi conoscerete, sarete dissetati e ristorati! I vostri mali guariranno, i vostri timori svaniranno, la vostra gioia sarà grande e il vostro amore troverà un riposo che non aveva mai provato fino ad ora!

Ma, mi direte, come possiamo venire a te? Ah! Venite per la via della confidenza, chiamatemi vostro Padre, amatemi in spirito e verità e ciò sarà sufficiente perché quest’acqua rinfrescante e potentissima giunga a dissetarvi”.

“Se volete veramente che essa vi dia tutto ciò che vi manca per conoscermi e amarmi, e se vi sentite freddi e indifferenti, chiamatemi soltanto col dolce nome di Padre e Io verrò a voi. La mia sorgente vi donerà l’amore, la confidenza e tutto ciò che vi manca per essere sempre amati dal vostro Padre e Creatore”.

“Poiché desidero soprattutto farmi conoscere da voi tutti, perché possiate tutti godere, anche quaggiù, della mia bontà e della mia tenerezza, fatevi apostoli presso coloro che non mi conoscono, che non mi conoscono ancora, ed Io benedirò le vostre fatiche e i vostri sforzi preparandovi una grande gloria vicino a me, nell’eternità!


LA’ DOVE CIELO E TERRA SI INCONTRANO

 


Chiedere con perseveranza

 Infine, l’umiltà vi porterà ad essere perseveranti; la perseveranza è un’altra condizione per l’efficacia della preghiera.  Anche qui, Gesù è stato assai esplicito. Ricordate le parabole dell’amico importuno e del giudice iniquo nel Vangelo di San Luca? (Lc.18,1-8;  11,5-10).  E’ necessario perseverare nella preghiera senza stancarsi mai, perché se un giudice iniquo si decide a rendere giustizia a una vedova che lo importuna, quanto più il Padre celeste ascolterà i suoi che gridano a lui giorno e notte! Alle volte il Signore tarda ad ascoltarci perché vuole far crescere la nostra fede, vuole convincerci che abbiamo in tutto bisogno di lui e vuole che purifichiamo le nostre intenzioni e le nostre richieste, perché sempre l’orazione deve procedere da un cuore puro e da un animo retto.

 Nell’Apocalisse la preghiera dei Santi è paragonata ad un caso che va riempiendosi di suppliche finché non sia colmo.  Dobbiamo perseverare e attendere con pazienza che il nostro vaso di orazioni si colmi e allora la grazia di Dio traboccherà sui nostri desideri e li porterà a compimento.  C’è un “tempo di Dio” anche nell’orazione e solo la fede viva e l’umile perseveranza lo possono accelerare. “Persevera nell’orazione. - Persevera, anche se la tua fatica sembra sterile - L’orazione è sempre feconda” (Cammino n.101).


Chiedere certi di ottenere

 Infine, dobbiamo chiedere convinti che il Signore ci concederà quello che gli domandiamo.  Gesù ce lo assicura con il linguaggio più commovente e convincente:

“Chi tra voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra?  O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Mt.7,9). Vedete?  La certezza di essere ascoltati nasce dal saperci figli di Dio.

 Fratelli cari, ecco il vero fondamento della nostra fiducia: la filiazione divina. Molti uomini se ne vanno per il mondo con la mentalità di orfani o di minorenni in attesa di una maggiore età per potersi appoggiare alle proprie forze e alle proprie risorse, o aspettando la fortuna di circostanze favorevoli sulle quali fondare le proprie sicurezze. Noi siamo chiamati a vivere con mentalità di figli, figli forti e responsabili, ai quali il Signore ha affidato la responsabilità del mondo, ma sempre figli che si appoggiano su di lui, sulla sua forza e sulla sua grazia.  Non vergognatevi di considerarvi figli piccoli, bambini che hanno nel loro padre una fiducia cieca e assoluta, che si affidano a lui anche quando non capiscono, anzi, proprio quando si trovano in mezzo a fatti che non capiscono perché sembrano assurdi e ingiusti.  Sanno invece che Dio non inganna, che non è insensibile alla nostra fiducia filiale, e che non c’è luogo più sicuro delle sue braccia forti e tenere anche quando rimprovera e punisce.

 Non possiamo dubitare di Dio e della sua fedeltà: dobbiamo imparare a rivolgerci a lui convinti che egli ci ascolta, chiedendo con la certezza viva di ottenere e insieme con la fiduciosa disposizione di abbandonarci a lui per tutto quello che Egli disporrà per noi. Se saprete abbandonarvi così, come bambini piccoli, non resterete delusi;  il Signore sopravanzerà i vostri desideri e le vostre attese e vi riempirà di sicurezza e di pace.


Il fascino della figura di Gesù

 Avviandomi ora a concludere queste riflessioni che, sia pure attraverso fogli di una lettera vogliono essere una conversazione fraterna e paterna con ciascuno di voi nella calda ospitalità delle vostre case, desidero ricordarvi ancora che l’unico mio desiderio è quello di animarvi a crescere nella vostra fede e di farvi riscoprire la figura amabilissima di Gesù Cristo, figlio di Dio e nostro Salvatore, che si è fatto per noi cammino e salvezza, perché in lui si è compiuta la nostra pace.

 Carissimi, se il Signore ci attira così poco è perché siamo ciechi, è perché voi e io, siamo così miopi che la sua figura ci appare sbiadita, evanescente, lontana; abbiamo una specie di cataratta sugli occhi dell’anima e il volto di Gesù ci appare appena visibile, come un’ombra, inespressivo, quando addirittura non deformato.  Credetemi, se purificheremo i nostri occhi, se li laveremo col collirio della contrizione e del pentimento, se ci avvicineremo a lui attraverso il sacramento della penitenza e della conversione, si aprirà il nostro sguardo e ci apparirà chiaro e luminoso il suo volto, quel volto che ha affascinato i pescatori di Galilea trasformandoli in apostoli, quel volto che ha innamorato i santi e che ora rende felici gli Angeli del cielo; succederà anche a voi quello che accadde all’apostolo San Giovanni quando, dopo la risurrezione, nella seconda pesca miracolosa, s’accorse, lui, l’apostolo-vergine, che quella figura sulle rive del lago, tra le brume del mattino, era Gesù e, preso da un sussulto gridò: “E’ il Signore!”.  Anche per voi, se aprirete il vostro cuore alla preghiera, all’umiltà e al pentimento, si scioglieranno le brume fredde dell’indifferenza, si diraderanno le nebbie del dubbio e scoprirete il Signore, vi apparirà più nitido il volto amabile di Gesù, e griderete anche voi con la fede e con l’amore del discepolo prediletto: “Sei tu, Gesù, il mio Signore!”.

Ferdinando  Rancan


La mia Chiesa è ancora una volta spaccata in due, quello che vi dicono sono menzogne dietro le quali c’è l’inferno con le sue legioni, la mano assassina di satana...

 


(25 Febbraio 2020) 

Questa sera, durante la consacrazione, Gesù mi ha fatto letteral- mente uscire da me stessa e mi ha portato in un luogo scuro, in penombra; poi ho visto un altare e l’interno fatto a forma di croce. Ho capito che fosse una chiesa, in realtà una basilica. Improvvisamente ho visto tanti calici, sia sull’altare che sul pavimento, sparsi per tutta la chiesa: erano calici rovesciati a terra e tanto sangue versato, e mentre Gesù mi diceva di guardare e capire, è iniziato un terribile temporale ed un fulmine è entrato attraverso una finestra grande e laterale della chiesa; aveva la forma di un arco medioevale, e ha spaccato l’altare e il pavimento fino alla porta d’entrata e si è sollevata tanta polvere.  

Gesù ha gridato: “Figlia, figlia mia, la Chiesa, la mia Chiesa è ancora una volta spaccata in due, quello che vi dicono sono menzogne dietro le quali c’è l’inferno con le sue legioni, la mano assassina di satana... Ah, Germania, Germania, quanto mi fai soffrire, quanto mi hai fatto piangere a causa delle tue filosofie,  idee  e  fedi  sataniche...!”

E ho visto e sentito Gesù singhiozzare e piangere in modo accorato. Che pena e dolore è il vedere Gesù piangere e soffrire, è  uno strazio dell’anima!!!  

Prima della Santa Messa, pregando, mi aveva già portata su di   una montagna alta, molto alta. Era freddo lassù e mi aveva detto di guardare in basso. C’era una coltre scura e densa come una bruma plumbea che arrivava circa a metà della montagna, non si poteva vedere nulla, e Gesù in piedi accanto a me mi ha detto: “Guarda la terra, guarda, figlia: il mondo è immerso nell’oscurità e manca l’aria per respirare e i miei poveri figli stanno morendo soffocati dai fumi dell’inferno. Prega, bambina, prega molto, ripara per i tuoi fratelli perché sono miei ed Io soffro tanto...” 

Poi una figura luminosa, quasi incandescente, ma che vibrava nell’aria, mi ha detto: “Alza i tuoi occhi e guarda verso oriente, e aspetta il fuoco freddo: arriverà, arriverà presto!” 

Poi, sempre durante la Messa, ho visto ancora Gesù in piedi su di un’altura vasta che aveva tante case, chiese e strade, e ha gridato con una voce simile ad un forte tuono: 

“ Roma, Roma, quante volte ho voluto che tu fossi la luce del mondo e invece ti sei trasformata in una prostituta idolatra!    Dentro la mia casa accade ciò che descrisse bene il profeta Ezechiele: uomini, ministri dell’altare che voltano le spalle allo stesso e alla mia croce, e adorano e si prostrano davanti al sol nascente come fosse un dio, tutti rivolti verso oriente... Serpenti, vipere velenose dalle lingue bugiarde, avete ingannato e abbandonato le mie pecore, quelle che vi avevo affidato, e le avete spinte giù dai burroni e non vi siete curati di andare a salvarle, ma avete gioito... Roma, Roma, pensi che sarai trattata come figlia prediletta e onorata dall’Eterno? Sarai distrutta, la terra si spaccherà e cadrai su te stessa, sei piena  di vermi e rifiuti! Solo il fuoco può purificarti. Urla, urla pure di dolore, ma sarai come Rachele, che non vuole essere consolata.” 

Io ho detto: “Signore, pietà e misericordia, abbi pietà, Signore, non distruggere la tua Chiesa...” 

“La mia vera Chiesa è piccola e ha paura, ma Io la salverò!!!” 

Poi mi ha mostrato un masso roccioso, una roccia biancastra: un agnellino stava sdraiato sulla cima e aveva il petto squarciato e il    suo sangue scendeva sulla bianca roccia; aveva la testa reclinata all’indietro e belava, belava. Ritto dietro di lui ho visto un pellicano, l’ho riconosciuto dal becco con il quale feriva e apriva il suo petto e   con il suo sangue nutriva i suoi 5 piccoli. 

Una voce tonante mi ha ripetuto: “Guarda, figlia prediletta, guarda e dillo ai miei ministri dell’altare, ai miei sacerdoti, dillo, dillo, non tacere, dì loro di non togliersi gli abiti sacri, preghino giorno e notte, chiamino il popolo a pregare e ad adorare il Santissimo Sacramento, non c’è tempo da perdere. La Madre sarà sempre con loro se saranno fedeli e l’angelo non li colpirà...” 

Poi mi sono ritrovata in ginocchio; si stava iniziando la preghiera del Padrenostro e così mi sono alzata, ma sono rimasta finora con   una sensazione di dolore e sgomento. È molto doloroso, quasi insopportabile vedere Gesù piangere e soffrire. 

========================================== 

Tre giorni fa, ho sofferto molto e mi sono sfogata con Gesù dicendogli che da troppo tempo e per troppo tempo, Lui non mi aveva mai più permesso di avere qualcuno, un Padre o un direttore spirituale che mi aiutasse nel discernimento, che mi aiutasse a capire e mi confermasse o no ciò che vivo con Gesù da 32 anni... Ho detto al Signore che ho tanta paura che quello che sento, vedo, scrivo non venga da Lui. Cosa Gli costava mettermi accanto in questi anni qualcuno che mi aiutasse anche nella fede? E se tutto questo fosse una mia creazione mentale o una psicosi o, peggio, il nemico stesso travestito da angelo di luce? 

Dopo Padre Raffaele e Padre Casimiro, all ’inizio di tutto questo, non ho più potuto parlarne con nessuno. Quante persone hanno avuto locuzioni e visioni, ma sempre hanno avuto qualcuno, un Padre che   le guidasse, io no... 

Gesù stesso ha detto: “Guai a coloro che profetizzano nel mio Nome, ma che Io non ho inviato” Sarà che posso aver timore di sbagliare? Gesù è rimasto molto triste, mi ha chiesto il perché Lui non mi bastasse, ma non è questo; chiaro che mi basta, ma sono io che  non mi fido di me! Poi Gesù non si è fatto vedere per due giorni! Solamente una volta è venuto mezzo nudo, solo, con i fianchi cinti, legato, tutto ferito e gonfio e infreddolito, ma poi era sparito, lasciandomi con molta pena. 

Ieri sera durante la Santa Messa è venuto vestito con la sua tunica rossa, tutto legato, con corde e catene, tutto bagnato, aveva il viso tumefatto, gli occhi ed un labbro gonfi e violacei, era scalzo e tutto spettinato, sporco e maleodorante...  Poi mi ha mostrato per 3 volte i soldati che lo gettavano giù dal piccolo ponte che stava sul fiume Cedron in acque sporche, putride e puzzolenti. Poi lo ritiravano su e   lo picchiavano di nuovo, gli tiravano i capelli e la barba, la catena intorno al collo la tiravano tanto che credevo morisse soffocato, gli hanno sputato varie volte in faccia e spingendolo di qua e di là, l’hanno portato fino alla casa di Hanna. Io non capivo il perché Gesù mi si mostrasse in quel modo pietoso e come lo avessero ridotto in quelle circostanze, mi ha solo detto: “Sto soffrendo molto, molto, sono stanco, consolami, piccola mia.” 


Padri del deserto

 


Vita n. 2

La vita di Antonio

di Atanasio, vescovo di Alessandria


67. Inoltre era tollerante di carattere e umile di spirito. Infatti, pur essendo un uomo di tal fatta, osservava la regola della Chiesa con la massima rigidità e voleva che tutto il clero fosse onorato al di sopra di lui [17]. Non si vergognava infatti di chinare il capo davanti ai vescovi e ai presbiteri, e se mai un diacono veniva a chiedergli aiuto, discuteva con lui su ciò che era utile, ma gli cedeva il posto nella preghiera, non vergognandosi di imparare lui stesso. Spesso, infatti, faceva domande e desiderava ascoltare i presenti, e se qualcuno diceva qualcosa di utile, confessava di averne tratto profitto. Inoltre, il suo volto aveva una grazia grande e meravigliosa. Anche questo dono lo ebbe dal Salvatore. Infatti, se era presente in una grande compagnia di monaci e qualcuno che non lo conosceva prima desiderava vederlo, subito si faceva avanti, passava davanti agli altri e si precipitava da Antonio, come se fosse attratto dal suo aspetto. Tuttavia, egli non si distingueva dagli altri né per l'altezza né per l'ampiezza, ma per la serenità dei suoi modi e la purezza della sua anima. Infatti, poiché il suo animo era libero da turbamenti, il suo aspetto esteriore era tranquillo; così dalla gioia del suo animo aveva un volto allegro e dai suoi movimenti corporei si poteva percepire la condizione del suo animo, come è scritto: "Quando il cuore è allegro il volto è allegro, ma quando è addolorato è abbattuto" [18]. Così Giacobbe riconobbe il consiglio che Labano aveva in cuore e disse alle sue mogli: "Il volto di vostro padre non è più quello di ieri e dell'altro ieri" [19]. Così Samuele riconobbe Davide, perché aveva occhi allegri e denti bianchi come il latte. Così Antonio fu riconosciuto, perché non era mai turbato, perché la sua anima era in pace; non era mai abbattuto, perché il suo animo era gioioso.

68. E fu del tutto meraviglioso nella fede e nella religione, perché non fece mai comunione con gli scismatici meleziani, conoscendo la loro malvagità e la loro apostasia fin dall'inizio; né ebbe rapporti amichevoli con i manichei o con altri eretici; o, se li ebbe, solo per consigliare loro di convertirsi alla pietà. Infatti pensava e affermava che i rapporti con questi fossero dannosi e distruttivi per l'anima. Allo stesso modo detestava l'eresia degli ariani ed esortava tutti a non avvicinarsi a loro e a non sostenere la loro errata credenza. E una volta, quando vennero da lui alcuni pazzi ariani, dopo averli interrogati e aver appreso la loro empietà, li scacciò dalla montagna, dicendo che le loro parole erano peggiori del veleno dei serpenti. 

69. E una volta che gli ariani ebbero affermato in modo menzognero che le opinioni di Antonio erano uguali alle loro, egli si dispiacque e si adirò contro di loro. Allora, convocato dai vescovi e da tutti i fratelli, scese dal monte e, entrato in Alessandria [19a], denunciò gli ariani, dicendo che la loro eresia era l'ultima di tutte e un precursore dell'Anticristo. E insegnò al popolo che il Figlio di Dio non era un essere creato, né era nato dall'inesistenza, ma che era il Verbo eterno e la Sapienza dell'essenza del Padre. Perciò era empio dire: "Un tempo non c'era", perché il Verbo era sempre coesistente con il Padre. Perciò non abbiate comunione con gli ariani più empi. Perché non c'è comunione tra la luce e le tenebre [20]. Infatti voi siete buoni cristiani, ma essi, quando dicono che il Figlio del Padre, il Verbo di Dio, è un essere creato, non differiscono affatto dai pagani, poiché adorano ciò che è creato, anziché Dio creatore [1]. Ma credete che la creazione stessa è adirata con loro perché mettono in relazione il Creatore, il Signore di tutti, per mezzo del quale tutte le cose sono nate, con le cose che sono state originate.

70. Tutto il popolo, dunque, si rallegrò quando sentì anatemizzare l'eresia anticristiana da un uomo simile. E tutti gli abitanti della città corsero a vedere Antonio; e i greci e quelli che sono chiamati sacerdoti entrarono in chiesa dicendo: "Chiediamo di vedere l'uomo di Dio", perché così lo chiamavano tutti. Perché anche in quel luogo il Signore purificò molti dai demoni e guarì quelli che erano pazzi. E molti greci chiesero di poter anche solo toccare il vecchio, credendo di trarne vantaggio. Sicuramente in quei pochi giorni divennero cristiani tanti quanti se ne sarebbero visti fare in un anno.  Quando poi alcuni pensarono che fosse turbato dalla folla e che per questo motivo li allontanasse tutti da lui, egli disse, indisturbato, che non ce n'erano più di quelli che lottavano con i demoni sulla montagna.