domenica 27 agosto 2023

Morte di San Giuseppe - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anne Catherine Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE 

(Dalla nascita di Maria Santissima alla morte di San Giuseppe).


Morte di San Giuseppe 


Man mano che Gesù si avvicinava al suo trentesimo anno, Giuseppe diventava sempre più debole e io vidi molte volte Gesù e Maria con lui. Maria si sedeva spesso sul pavimento davanti al suo letto, o su un basso bancale rotondo di un metro, che a volte usava come tavolo. Li ho visti mangiare solo raramente: quando portavano a Giuseppe un pasto nel suo letto, si trattava di tre fette bianche lunghe circa due dita, quadrate, messe su un piatto, o di piccoli frutti in una tazza. Gli davano da bere in una specie di anfora. Quando Giuseppe morì, Maria era seduta alla testa del letto, tenendolo in braccio, mentre Gesù era al suo seno. Ho visto la stanza piena di luce e di angeli. Giuseppe, con le mani giunte sul petto, fu avvolto in un lino bianco, messo in una stretta cassa e deposto nella bella caverna del sepolcro che un uomo buono gli aveva donato. Oltre a Gesù e Maria, poche persone accompagnavano la bara, che io vidi, invece, tra luci sfolgoranti e angeli. 

Giuseppe doveva morire prima di Gesù, perché non avrebbe potuto subire la crocifissione del Signore: era troppo debole e troppo amorevole. Le persecuzioni che il Salvatore dovette subire tra il ventesimo e il trentesimo anno furono già grandi sofferenze per lui, a causa di ogni tipo di macchinazione da parte dei Giudei, che non potevano sopportarlo: dicevano che il figlio del falegname voleva sapere tutto meglio ed erano pieni di invidia, perché contestava spesso la dottrina dei farisei e aveva sempre intorno a sé molti giovani che lo seguivano. Maria soffriva infinitamente per queste persecuzioni.  A me queste sofferenze sono sempre sembrate più grandi dei martiri veri e propri. Indescrivibile è l'amore con cui Gesù ha sopportato le persecuzioni e gli scherzi dei Giudei in gioventù. Poiché andava con i suoi seguaci alla festa di Gerusalemme e camminava con loro, i farisei di Nazareth lo chiamavano vagabondo. Molti di questi seguaci di Cristo non hanno perseverato e lo hanno abbandonato. 

Dopo la morte di Giuseppe, Gesù e Maria si trasferirono in un piccolo villaggio di poche case tra Cafarnao e Betsaida, dove un uomo di nome Levi di Cafarnao, che amava la Sacra Famiglia, diede a Gesù una piccola casa in cui vivere, situata in un luogo appartato e circondata da una vasca d'acqua. Alcuni servi di Levi vivevano lì per occuparsi delle faccende domestiche; il cibo veniva portato dalla casa di Levi. Anche il padre dell'apostolo Pietro si recò in questo piccolo villaggio quando cedette a Pietro la sua attività di pescatore a Betsaida. Gesù aveva allora alcuni seguaci di Nazareth, ma essi si allontanavano facilmente da lui. Gesù andava già con loro intorno al lago e a Gerusalemme per le feste del tempio. La famiglia di Lazzaro di Betania era già nota alla Sacra Famiglia. Levi gli aveva dato quella casa perché Gesù potesse rifugiarsi lì con i suoi discepoli senza essere disturbato. A quel tempo intorno al lago di Cafarnao c'era una regione molto fertile, con belle valli, e ho visto che vi si raccoglievano diversi raccolti all'anno: l'aspetto era bellissimo per il verde, i fiori e i frutti. Perciò molti nobili Giudei vi avevano case di piacere, castelli e giardini; anche Erode vi aveva una residenza. I Giudei del tempo del Signore non erano come i Giudei di un tempo; questi ultimi, a causa del loro commercio con i pagani, erano molto pervertiti. Le donne non si vedevano normalmente in pubblico o nei campi, tranne quelle molto povere che raccoglievano le spighe di grano. Si vedevano, però, nei pellegrinaggi a Gerusalemme e in altri luoghi di preghiera. Il commercio e l'agricoltura si svolgevano principalmente attraverso schiavi e servi. Ho visto tutte le città della Galilea, e dove ora vedo solo due o tre villaggi, allora un centinaio erano pieni di gente in movimento. Maria Cleofa, che con il suo terzo marito, il padre di Simeone di Gerusalemme, aveva fino ad allora abitato nella casa di Anna vicino a Nazaret, quando Maria e Giuseppe lasciarono la loro casa di Nazaret, si trasferì in quella casa con il figlio Simeone, mentre i suoi servi e parenti rimasero in quella di Anna. Quando in quel periodo Gesù passava da Cafarnao per Nazareth a Ebron, veniva accompagnato da Maria a Nazareth, dove rimaneva in attesa del suo ritorno. Maria era solita accompagnare il Figlio con grande affetto in questi brevi viaggi. Giuseppe Barsaba, figlio di Maria Cleofa, con il suo secondo marito Sabba, e gli altri tre figli del suo primo marito Alfeo, Simone, Giacomo il Minore e Taddeo, che lavoravano tutti fuori casa, vennero a Nazaret. Andavano tutti a consolarsi alla vista di Maria e a consolarla per la morte di Giuseppe, e a rivedere Gesù, che non avevano più visto dalla loro infanzia. Avevano ascoltato le parole di Simeone nel tempio e la profezia di Anna in occasione della presentazione di Gesù al tempio; ma non ci credevano quasi, e così si unirono a Giovanni Battista, che aveva fatto la sua apparizione in quei luoghi. 


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