lunedì 28 agosto 2023

L'EUCARISTIA

 


Il miracolo eucaristico di Valvasone (o Valvassone) (Pordenone) (1294) 


Valvasone è una cittadina della pianura friulana, in provincia di Pordenone.  

 È qui che andiamo idealmente stasera e precisamente vi invito ad entrare nella chiesa del S.S. Corpo di Cristo, ove è conservata e custodita la Sacra Tovaglia, macchiata di Sangue sgorgato da un'ostia consacrata nel 1294.  

 Sinceramente nel parlare di Sangue si prova istintivamente una particolare sensazione di fastidio. Purtroppo la nostra immaginazione ci gioca dei sobbalzi, fa impressione il pensiero del sangue; se si vede poi qualcuno sanguinare, si prova un senso di smarrimento quasi un morso allo stomaco.  

Se penso a Gesù insanguinato, provo un grande orrore. Nella cappella di Radio Maria c'è un grande crocifisso: è così tutto macchiato di sangue all'inverosimile che mi fa tanta impressione.  

 San Gaspare del Bufalo non solo fu il fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue e delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, ma addirittura fece del Sangue prezioso di Cristo il suo carisma, cioè il principio vitale della sua persona e della sua opera, divenendone l'apostolo più insigne.  

Però Gesù conosce la fragilità del nostro stomaco e la sensibilità della nostra immaginazione; per questo scelse, per donarci il suo Sangue redentore, il frutto della vite, il vino.  

 Ed io ringrazio Gesù per questa sua squisita attenzione e lo benedico per tutte le moltitudini che vi verranno a raccogliere vita e ad attingere forza.  

Bevendo questo vino consacrato gli uomini non cadranno più per la sfinitezza, non si smarriranno più nella notte, non saranno più dispersi sulle colline, non piangeranno più inutilmente, non saranno più orfani.  

 Per tutto questo e per quanto tu sei e sai, o Gesù, lascia che ti benedica e preghiamo.  

 O Sangue preziosissimo di Gesù tu mi riveli quanto valgo perché sei stato versato per me. Aiutami a santificarmi perché dia valore al tuo sacrificio.  

 O Sangue preziosissimo di Gesù tu mi riveli il valore del mio prossimo perché sei stato versato per tutti. Aiutami a rispettare ogni persona sempre a qualunque costo.  

O Sangue preziosissimo di Gesù sei stato sparso per renderci tutti consanguinei; scorri nelle nostre vene. Noi consanguinei di Gesù e perciò fratelli con lui e con noi.  

 Dunque Gesù si presenta comunemente a noi con il Suo Sangue prezioso sotto le gustose sembianze del vino. Ma sentite cosa è avvenuto stavolta a Valvasone: sarà l'ottavo miracolo eucaristico che in ordine storico si è manifestato a noi per rinsaldare la nostra fede, a rinnovare la nostra devozione verso Gesù Eucaristia.  

 Veramente Valvasone conserva la sacra Reliquia Eucaristica, ma il fatto miracoloso avvenne a Gruaro modesto centro agricolo posto ad una decina di chilometri da Portogruaro, antico castello, feudo a quei tempi, dei Conti di Valvasone.  

Il prodigio si verificò come per caso.  

Succede, per fortuna, anche oggi che qualche donna gentile e servizievole si presti a lavare la biancheria della chiesa a ciò indotta per devozione e per amore verso Gesù Eucaristia. È un bel servizio che qualche buona vedova può compiere.  

 C'è chi ricama le tovaglie per l'altare e c'è chi s'impegna a tenerle pulite e anche profumate, affinché Gesù sia contento di rendersi vivo e presente nelle nostre messe.  

 Le cose andarono esattamente così: un mattino del 1294, una donna della contrada scese al lavatoio pubblico per sciacquare alcune tovaglie della chiesa parrocchiale di San Giusto a Gruaro, che è in provincia di Venezia, ma che appartiene alla diocesi di Concordia e Pordenone.  

 Il lavatoio era costituito da un canale di irrigazione ovvero da una roggia, la roggia Versala, a pochi passi dalla Chiesa. 

La donna, mentre strofinava una delle tovaglie dell'altare come era sempre solita fare, all'improvviso vide il lino tingersi di sangue. Smise di stropicciare e nel preoccupato stupore, si rese conto che il sangue usciva da una particola consacrata, rimasta come prigioniera tra le pieghe della tovaglia.  

 Forse una svista, forse una negligenza ...; fatto sta che la donna, col cuore in subbuglio si precipitò a mettere al corrente il parroco. Questi corse sul posto e si rese conto dell'evidenza del fatto. Chiamò un po' di gente e improvvisata una processione riportò il sacro lino in chiesa.  

 In quel tempo era vescovo di Concordia, mons. Giacomo d'Ottonello da Cividale. Informato dal parroco, volle andare a vedere di persona.  

 Verificato e autenticato il miracolo, volle trasferire il sacro lino nella Cattedrale di Concordia. Ma il suo progetto non si compì per la tenace opposizione della famiglia dei Conti di Valvasone, giuspatroni della Chiesa di Gruaro.  

La vertenza fu lunga e contenziosa, ma alla fine i Conti finirono per spuntarla, alla condizione di erigere una nuova chiesa da dedicare al Santissimo Corpo di Cristo, ove venga custodita e conservata la preziosa tovaglia.  

 Oggi il sacro lino macchiato di sangue è chiuso in un cilindro di cristallo, sostenuto da un pregevole reliquiario d'argento, eseguito quest'ultimo a Venezia dall'orefice Antonio Calligari.  

 La parte conservata della sacra tovaglia ha due macchie di sangue. È piegata in tre parti, arrotolata e fissata con due galloni dorati.  

 All'occhio di chi osserva attraverso il cristallo trasparente, appaiono le 2 macchie di colore giallognolo con puntini scuri, mentre la stoffa del lino è raggrinzita.  

 La macchia sul davanti, che è quella che ha impregnato di sangue la stoffa, è di 6 cm. di diametro, mentre la macchia sul retro si è formata per sovrapposizione del lino alla macchia, vera e propria. La tovaglia è di cm. 74 x 45.  

 La festa della Sacra Tovaglia si celebra la domenica successiva alla solennità del Corpus Domini.  

 Certo questi miracoli eucaristici così come succedono, hanno una costante, che a ben riflettere, fa star male la nostra fede, il nostro amore: il miracolo è provocato sempre da una nostra negligenza o da un nostro dubbio di fede o addirittura da tremendi sacrilegi compiuti dalla nostra malizia.  

E tutto ciò colpisce il nostro cuore: ci spaventa!  

A volte mi dico: e se Gesù si stancasse di noi, dal momento che siamo così distratti, neghittosi, freddi?  

 E se ci togliesse il suo dono? E noi, per nostra colpa e rovina, se rimanessimo privati della divina Presenza? Che cosa sarebbe di noi!  

Mi conforta il pensiero che se da una parte c'è tanta indifferenza, so per certo che dall'altra ci sono milioni di anime eucaristiche che giorno e notte - notte dico! - sanno stare in adorazione davanti a Gesù Sacramento.  

 Volete un esempio, uno fra mille? Da 18 anni p. Giovanni Garbolino e con lui molti altri apostoli dell'Eucaristia, una notte al mese, con oltre tremila iscritti, per una intera nottata dedicata comunitariamente alla preghiera, in Roma, conduce una lunga, ma felice veglia eucaristico-mariana.  

 È una pratica religiosa effettivamente singolare, composta di due momenti celebrativi, nettamente distinti non soltanto dal passaggio di un giorno all'altro generalmente dal 1° venerdì al 1° sabato di ogni mese, ma dalla loro tematica generale, dal carattere delle preghiere e delle intenzioni, nonché dalla interruzione programmata della celebrazione comunitaria, interruzione comprendente un'ora intera, dedicata alla figura di Maria.  

 Per comprendere meglio spiego ancora che la pratica, chiamata anche notte orante, notte in preghiera, notte santa, notte luminosa (dall'espressione di Sant'Agostino «illuminatio noctis») consiste nei seguenti atti di culto eucaristico e di devozione mariana,  

- di culto eucaristico: S. Messa all'inizio e al termine della veglia; processione eucaristica, intronizzazione e adorazione di Gesù Eucaristia durante quasi l'intera notte (fino alle ore 4 del mattino quando inizia l'ora mariana); quindi la benedizione eucaristica, secondo il rituale tradizionale, al termine della solenne Esposizione;  

- di devozione mariana: recita del S. Rosario (i 15 misteri distribuiti nelle diverse ore); processione con la statua della Madonna di Fatima (o altra immagine) all'interno della Chiesa; litanie lauretane, consacrazione al Cuore Immacolato di Maria S.S. al termine dell'ora mariana.  

In tutto dunque sono 8 ore di Veglia nella preghiera allo scopo principalmente di:  

1) esprimere e intensificare la fede nella presenza di Gesù nell'Eucaristia;  

2) accrescere la fiducia dei fedeli nell'assistenza, nell'intercessione, nell'aiuto della Madonna e arricchirli delle sue consolazioni.  

Qualche ascoltatore potrà obiettare: se una sola ora di preghiera - di giorno - richiede un certo sforzo come è possibile passare 8 ore in preghiera, durante la notte, tra i pungoli del sonno e il peso della stanchezza?  Eppure! I fatti - scrive padre Garbolino nel suo libro «Notte in preghiera» - ne dimostrano non solo la possibilità ma per l'ormai notevole numero di coloro che ne hanno fatto l'esperienza, l'utilità e i benefici.  Certo se un'anima sa immergersi nell'amore di Gesù vivo e presente con l'amore del suo piccolo cuore, non solo saprà superare la stanchezza, ma addirittura le ore di veglia passeranno talmente veloci da sembrare sempre troppo brevi!  

Sapeste come si riposa bene accanto a Gesù! «Devoti t'adoriamo Dio nascosto sotto i sacri veli  

Dio presente - A te consacriamo tutto il nostro cuor sotto il guardo tuo vivo nell'amor  Cerca invan lo sguardo nell'arcano sol la tua parola ti rivela ma te crede l'alma o incarnato Ver! Spande il verbo tuo contempliamo, quel che l'alma anela. Deh! concedi!  Che tu senza velo mostri il tuo fulgor nell'eterna gioia nell'eterno amor».  

Se ancora qualcuno si meraviglia, rispondo ancora con le parole di p. Giovanni Garbolìno.  «La gravità del momento storico che stiamo vivendo esige il ricorso a rimedi eccezionali».  

Come otterremo la salvezza se non con una risposta filiale agli inviti di Gesù Eucaristia. Quali rimedi da adottare se non quelli suggeriti da Maria SS.ma: pregate e fate penitenza? Ecco il perché di questa straordinaria iniziativa di un'intera notte di preghiera. Gesù cerca tali adoratori in spirito e verità: perché non ti lasci trovare anche tu?  

P. Giorgio Finotti dell ’Oratorio 


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