mercoledì 23 agosto 2023

I SEGNI DI DIO NELLA VITA DI UN BAMBINO AFRICANO

 


Quali sono i suoi ricordi di quegli anni in Costa d'Avorio?

La mia permanenza nel seminario minore di Sant'Agostino è durata solo tre anni, dal 1957 al 1960. Il programma di studi era identico a quello dei licei e delle scuole superiori francesi, perché i seminaristi dovevano superare gli stessi esami ufficiali degli altri studenti. Gli insegnanti erano ugualmente responsabili della formazione intellettuale, umana e spirituale. Anche le attività sportive e il lavoro manuale erano importanti.

Il centro della giornata, tuttavia, era la messa quotidiana. Era preparata con cura e celebrata con devozione e solennità, soprattutto la domenica. Per seguire i misteri che celebravamo, si prestava particolare attenzione alla formazione liturgica. L'apprendimento del silenzio, della disciplina e della vita comunitaria contribuiva a formare i giovani della congregazione. L'apprendimento del silenzio, della disciplina e della vita comunitaria ha contribuito a plasmare i seminaristi e li ha preparati a costruire una vita interiore personale e a diventare veri amministratori dei misteri di Dio. Abbiamo imparato a vivere insieme come una famiglia, evitando regionalismi o tribalismi. Durante le ore di cammino o di riposo, dovevamo cambiare continuamente compagni per abituarci a vivere fraternamente con tutti, senza privilegiare o preferire nessuno. In questo modo ci siamo formati per essere futuri sacerdoti in comunità cristiane multiculturali, multietniche e multirazziali. I nostri padri volevano che l'Eucaristia ci rendesse consanguinei, una sola famiglia, un solo popolo, una sola razza: i figli di Dio. L'attuale arcivescovo di Abidjan, il cardinale Jean-Pierre Kutwa, era un mio compagno di classe.

Dopo l'indipendenza della Guinea, nell'ottobre del 1958, visti i rapporti travagliati e la scarsa collaborazione tra Séku Turé e Félix Houphouët-Boigny, siamo dovuti tornare in un seminario gestito dagli Spiritani.

CARDINALE ROBERT SARAH

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